Dopo due secoli torna sul palcoscenico la rarità donizettiana nella versione del 1824

Alberto Zanardi sul podio dell’orchestra con strumenti antichi Gli Originali
L’allestimento, con la regia di Bruno Ravella, è coprodotto con il Festival di Wexford

Nel cast il tenore Konu Kim, il soprano Zuzana Marková nel ruolo del titolo e il mezzosoprano Cecilia Molinari Prima del debutto Donizetti Talk alla Biblioteca Mai e l’anteprima under 30 Teatro Sociale, Bergamo
sabato 9 novembre, ore 17 (Biblioteca “Angelo Mai” – Donizetti Talk)
mercoledì 13 novembre, ore 17 (anteprima under 30)
sabato 16 novembre, ore 20 (Turno A)
domenica 24 novembre, ore 15.30 (fuori abbonamento)
domenica 1 dicembre, ore 15.30 (Turno C)

 

Nel 2024, oltre a celebrare le dieci edizioni del Donizetti Opera, ricorre il bicentenario del debutto di Zoraida di Granata – primo grande successo del compositore bergamasco – andata in scena al Teatro Argentina di Roma in una prima versione nel 1822 e poi nel 1824, nella stesura che per la prima volta in tempi moderni viene riproposta a Bergamo, al Teatro Sociale, sabato 16 novembre alle ore 20 (repliche domenica 24 novembre e domenica 1° dicembre, ore 15.30). Si tratta naturalmente dell’opera scelta per il ciclo #donizetti200 che ogni anno propone nel programma festivaliero un titolo che compie i due secoli. Il debutto di questa rarità sarà preceduta da un nuovo Donizetti Talk, sabato 9 novembre alle ore 17.00 alla Biblioteca Mai e poi al Teatro Sociale, a cura dell’Area scientifica del festival, che ha per tema appunto Zoraida di Granata e vedrà impegnati i musicologi Edoardo Cavalli e Paolo Fabbri e la partecipazione del direttore d’orchestra Alberto Zanardi e del regista Bruno Ravella. Il pubblico avrà poi la possibilità di accedere alle prove d’insieme dell’opera ed assistere in anteprima ad una scena della nuova produzione. Per partecipare è consigliata la prenotazione su www.donizettiopera.org. Mercoledì 13 novembre alle ore 17.00 sarà invece il pubblico dei giovani a poter assistere all’opera grazie all’anteprima under 30, il cui biglietto ha un costo di 10 euro. Zoraida di Granata, composta da Donizetti su libretto di Bartolomeo Merelli e – per la versione che debuttò al Teatro Argentina di Roma il 7 gennaio 1824 – di Jacopo Ferretti sarà proposta con un allestimento frutto della coproduzione con il Wexford Festival Opera che, lo scorso anno, ha presentato lo stesso titolo ma nella versione del 1822; in entrambi i casi l’edizione critica è stata curata da Edoardo Cavalli per la Fondazione Teatro Donizetti. Regista dello spettacolo è Bruno Ravella, nato a Casablanca con origini italiane e polacche, studi in Francia e adesso stabile a Londra; scene e costumi sono di Gary McCann.

Il cast comprende Konu Kim (Almuzir, unico interprete in comune con il festival irlandese), Zuzana Marková (Zoraida), Cecilia Molinari, (Abenamet) e gli Allievi della Bottega Donizetti Tuty Hernàndez (Almanzor), Lilla Takács (Ines) e Valerio Morelli (Alì). Sul podio Alberto Zanardi, giovane bacchetta cresciuta in questi anni “dietro le quinte” del festival, interprete nel 2023 del Piccolo compositore di musica, che sarà alla guida dell’orchestra di strumenti d’epoca Gli Originali. «Scorrendo i titoli riproposti con il progetto #donizetti200 – racconta Zanardi – questo è probabilmente il primo caso in cui Donizetti si rivela un interessante drammaturgo musicale e non soltanto un musicista. L’opera è palesemente scritta con una grande attenzione ai dettagli. Donizetti aveva chiaramente “fiutato” l’importanza della commissione romana e voleva “mettersi in mostra”, sfoggiare la sua abilità tecnica, far vedere il suo valore. Certo, resta magari qualche ingenuità, ma colpisce, per esempio, la capacità di sintesi che diventerà una caratteristica tipica del Donizetti adulto. Ci sono parti del libretto o anche della partitura che un musicista più inesperto avrebbe sviluppato, e che invece Donizetti risolve brevemente perché ha capito che non sono essenziali. Grande cura musicale e doti drammaturgiche: il segreto del successo di Zoraida è tutto qui». Il regista Bruno Ravella – che vede fra le sue regie più recenti Ariadne auf Naxos per l’inaugurazione della Garsington Opera, dove aveva firmato anche Intermezzo e DerRosenkavalier messo in scena anche alla Irish National Opera e all’Opera di Santa Fe – così descrive l’ispirazione alla base dell’allestimento: «L’atmosfera in Zoraida è di grande paranoia e claustrofobia. Ho deciso che un modo di affrontare l’opera fosse evocare proprio questa atmosfera. Mi sono anche ricordato dell’assedio di Sarajevo del 1992-1996. L’ambientazione di Sarajevo, con la sua suggestiva architettura islamica, sembrava rendere questa analogia ancora più appropriata. Più precisamente, un edificio è subito diventato il cuore del nostro allestimento: la Biblioteca Nazionale e Universitaria della Bosnia ed Erzegovina, costruita per offrire una conoscenza completa della vita e della cultura dei popoli. La sua distruzione, avvenuta il 25 agosto 1992 durante l’assedio, ebbe un forte valore simbolico che risuona ancora oggi. La Biblioteca, come miniera di saperi, diventa un simbolo sia della resilienza della cultura sia della tragedia della sua distruzione».