Con sei dei sette titoli in cartellone previsti al Teatro Sociale di Città Alta, Altri Percorsi, da sempre vetrina di diversi modi di fare ricerca teatrale utilizzando molteplici mezzi e linguaggi espressivi, sarà all’insegna dei giovani attori. Lo sono in particolare gli spettacoli che aprono e chiudono la rassegna dove emerge una grande forza corale. Re Lear è morto a Mosca è uno spettacolo prezioso: otto giovani artisti, guidati dal regista argentino César Brie, narrano la storia del teatro ebraico Goset fondato a Mosca nel 1919 dal regista Aleksandr Granovskij e dal pittore-scenografo Marc Chagall. Un Teatro che Stalin distrusse assassinando gli attori-registi che lo guidavano.
Tutt’altro registro quello scelto da Veronica Cruciani per i dodici giovani allievi della Scuola Filodrammatici di Milano nella messinscena di The Trials dell’inglese Dawn King: qui ci troviamo in un futuro prossimo, nel quale giovani, poco più che adolescenti, sono chiamati a prendere parte attiva nei processi a persone adulte che sono accusate di avere commesso dei crimini contro la sostenibilità.
La realtà entra prepotentemente in rassegna con un affondo sul tema della giustizia, grazie allo spettacolo Nell’occhio del labirinto. Apologia di Enzo Tortora, opera prima del drammaturgo Chicco Dossinel, messa in scena dal Teatro della Cooperativa con l’interpretazione del talentuoso giovane attore Simone Tudda.
Presente per la prima volta in Altri Percorsi, la compagnia Menoventi porta lo spettatore in labirinti di senso: in Odradek, fiaba contemporanea ispirata a Gunther Anders e a Franz Kafka, si entra nella casa di una donna qualunque che si trova avviluppata in una spirale di ordinazioni online e desideri che vengono esauditi ancora prima di essere richiesti.
Gradito ritorno sarà quello del Teatro La Ribalta, che torna a Bergamo con Lo specchio della regina per la regia di Antonio Viganò: una riflessione sulla bellezza che è contenuta nella diversità di ciascuno.
Anche la prossima edizione di Altri Percorsi avrà una finestra sul teatro classico con Anfitrione, spettacolo di Teatro Kismet già in programmazione nel 2020 e poi annullato a causa della pandemia.
Infine, al Teatro Donizetti, andrà in scena Amore di Pippo Delbono, uno spettacolo che non chiede nulla, se non di sedersi e lasciarsi prendere per mano dal mondo del fado, con il suo ritmo, la sua danza, il suo canto, accompagnati dalle visioni oniriche ed emotive del suo artefice.

IL COVID-19 FERMA LA STAGIONE DEI TEATRI IN ABBONAMENTO

A seguito del persistere dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del Covid-19, che al momento prevede la chiusura al pubblico dei luoghi di spettacolo, e nell’incertezza di quando potranno riaprire i teatri, la Fondazione Teatro Donizetti si vede costretta a rimodulare i propri programmi della Stagione dei Teatri 2020/2021 e di conseguenza ad annullare la relativa campagna abbonamenti.

Sospesi gli abbonamenti per la Stagione 2020/2021, la campagna abbonamenti riprenderà nella successiva Stagione, la 2021/2022, mantenendo validi gli abbonamenti dell’ultima Stagione andata in scena.

La Fondazione è già al lavoro per pensare ad una nuova programmazione che non prevedrà abbonamenti, bensì solamente la vendita di singoli biglietti per ognuna delle date in calendario, sarà presentata non appena la situazione consentirà una programmazione in serenità e nel pieno rispetto dei protocolli sanitari vigenti.

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