JOHN SCOFIELD “Yankee Go Home” (1° set) / MIGUEL ZENÓN Quartet (2° set)

Teatro Donizetti

JOHN SCOFIELD “Yankee Go Home” featuring VICENTE ARCHER, JON COWHERD & JOSH DION JOHN SCOFIELD chitarra JON COWHERD pianoforte VICENTE ARCHER contrabbasso JOSH DION batteria Alla quinta apparizione a Bergamo Jazz, sempre con gruppi diversi, la prima nel 1991 con il quartetto in cui militava Joe Lovano e l’ultima nel 2013 in trio con Larry Goldings e Greg Hutchinson, John Scofield propone questa volta un suo viaggio personale tra la musica a stelle e strisce. Da qui il nome del quartetto, che in modo un po’ autoironico ma anche affettuoso gioca con la parola “yankee”. «Questa band suona roots-rock-jazz, se devo necessariamente definire la musica che suoniamo, anche se detesto farlo!», racconta lo stesso chitarrista originario di Dayton, Ohio, «Il concetto è quello di proporre cover di brani rock e folk iconici, oltre ad alcune mie composizioni scritte partendo da queste musiche. È un modo per riconnettermi con le mie radici di quando ero adolescente, naturalmente ora intrise dei miei 50 anni di pratica jazzistica». E sui tre partner che lo coadiuvano in questa avventura dice: «Sono musicisti straordinariamente versatili, capaci anche di interagire tra loro. Insieme esploriamo il rock, il funk, il country, il jazz e ci divertiamo moltissimo a farlo. Sono entusiasta di questa band!». Per dare un’idea, ecco un po’ dei pezzi che Scofield e i suoi amano suonare: “Old Man” e “Only Love Can Break Your Heart” di Neil Young, “The Creator Has A Master Plan” di Pharoah Saunders, uno dei portabandiera dello spiritual jazz, “Uncle John's Band” e “Estimated Prophet” dei Grateful Dead, “Somewhere” di Leonard Bernstein, “Jesus Children of America” di Stevie Wonder, “Not Fade Away” di Buddy Holly, “The Grand Tour” del countryman George Jones. Alcuni di questi brani fanno anche capolino nell’ultimo album registrato da John Scofield per ECM, Uncle John's Band, disco che prende il nome proprio dal celebre brano del gruppo di Jerry Garcia e nel quale compare lo stesso Vicente Archer, insieme al batterista Bill Stewart. A far da collante, nel disco come dal vivo, è in ogni caso lo stile inconfondibile, dalle palpabili venature bluesy, di uno dei giganti della chitarra jazz di oggi. MIGUEL ZENÓN QUARTET MIGUEL ZENÓN sax alto LUIS PERDOMO pianoforte HANS GLAWISCHNIG contrabbasso DAN WEISS batteria Sul palcoscenico del Teatro Donizetti ci è già salito una volta, nel 2010 insieme al San Francisco Jazz Collective, quando era ancora un talento emergente. Ora Miguel Zenón si presenta nelle vesti di autorevole leader di un rodato quartetto che è tra le punte di diamante della attuale scena del latin jazz, ma non solo. Nato e cresciuto a San Juan, capitale di Porto Rico, Miguel Zenón è oggi, infatti, uno dei maggiori contraltisti in circolazione, nel cui fraseggio fluente si rileva una profonda conoscenza del linguaggio jazzistico, e nella sua musica c’è un po’ tutto il patrimonio delle musiche d’America. Non a caso uno dei suoi album più riusciti si intitola Música de Las Américas, a simboleggiare una sintesi tra suoni e ritmi nati in luoghi

€12

FILIPPO SALA Trio

Dieci10

ENRICO TERRAGNOLI chitarra DANILO GALLO contrabbasso, basso elettrico FILIPPO SALA batteria Il batterista Filippo Sala, uno dei nomi più interessanti delle ultime generazioni di jazzisti bergamaschi, ha da poco pubblicato il primo album nelle vesti di leader, Rifugi, costituito da nove brani che raccontano brevi storie ispirate da persone, da momenti e da situazioni. Ricordi congelati, sensazioni tradotte in musica in un momento di necessità espressiva: una scrittura volutamente essenziale, di carattere minimalista, nella quale coesistono reminiscenze post-rock, stravaganti calipso infantili, rumbe ubriache; il tutto suggellato da coraggiosi e spontanei slanci sonori. L’attitudine verso l’interazione, la ricerca di un suono e la libertà espressiva, coesa nella costruzione dei momenti improvvisativi, sono i cardini del trio nato dall’incontro con due musicisti visionari quali il chitarrista Enrico Terragnoli e il bassista Danilo Gallo. Ingresso gratuito su prenotazione. Email info@livemusicdieci10.it Locandina Enrico Terragnoli chitarra Danilo Gallo contrabbasso, basso elettrico Filippo Sala batteria

Free

NAISSAM JALAL “Quest of the Invisible”

Accademia Carrara

NAïSSAM JALAL voce, flauto, nay CLAUDE TCHAMITCHIAN contrabbasso Da diversi anni, la flautista, vocalist e compositrice Naïssam Jalal rivela un universo musicale personale e vibrante che, sia nella sostanza che nella forma, dà pieno significato alla parola libertà. In una ricerca e una curiosità costantemente rinnovate, l’artista franco-siriana brilla per la sua virtuosistica capacità di tessere legami tra diverse culture musicali e campi estetici. In questa sua performance, nella quale è coadiuvata da Claude Tchamitchian, uno dei migliori contrabbassisti transalpini, Naïssam Jalal conduce lo spettatore alla ricerca dell'invisibile, proponendo un repertorio al crocevia tra la musica mistica tradizionale extra occidentale e il jazz di impronta modale, oscillando tra contemplazione e trance, silenzio e musica. Nata a Parigi da genitori siriani, Naïssam Jalal entra al conservatorio all'età di 6 anni per studiare flauto classico. A 17 scopre l'improvvisazione e, dopo aver conseguito il diploma, lascia la Francia alla ricerca delle sue radici. Si stabilisce quindi prima a Damasco e poi al Cairo per studiare con il grande maestro violinista Abdu Dagher. Di ritorno in Francia nel 2006, incontra il rapper libanese Rayess Bek che accompagnerà in vari paesi europei e del Nord Africa. Dal 2008 si esibisce regolarmente con il suonatore di oud egiziano Hazem Shaheen; dal 2010 in poi Naïssam ha l'opportunità di suonare con i migliori musicisti africani della scena parigina e con anche grandi nomi del jazz internazionale, come Hamid Drake e Michael Blake, e del mondo arabo come Noura Mint Seymali, Aziz Sahmaoui, Karim Ziad, Macadi Nahhas, Khaled Aljaramani e Ahmad Alkhatib. Suona anche con cantanti rap, da Mike Ladd a Napoleon Maddox al gruppo palestinese Katibeh 5. In collaborazione con ACCADEMIA CARRARA __________________________________________ Biglietti acquistabili presso il circuito dell’Accademia Carrara https://www.lacarrara.it/visita/informazioni-e-biglietti/ Con il biglietto di ingresso al Museo, sarà possibile assistere al concerto e visitare la collezione permanente durante l’arco della giornata. La riduzione è valida per gli abbonati di Bergamo Jazz 2024. Non si applica il tariffario ordinario del museo.       Locandina Naïssam Jalal voce, flauto, nay Claude Tchamitchian contrabbasso

€8

JAZZ EXHIBITION – Another kind of blue

Donizetti Studio

Bergamo Jazz 2024 dedica al fotografo Fabio Gamba, scomparso nel 2023, una mostra il cui titolo prende spunto dal capolavoro di Miles Davis Kind of Blue, giocando con esso e con il significato dell’aggettivo “blue”, che per la popolazione di lingua anglofona è anche sinonimo di “triste, melanconico, giù di corda”. Per questo i musicisti rappresentati nelle foto non sono immortalati nel pieno della performance artistica, ma in momenti più intimi, meditativi, un po’ melanconici. Nato a Bergamo, amante della fotografia e della musica, oltreché del cinema, particolarmente impressionato dalla geometrica solitudine che traspare dai quadri di Edward Hopper, Fabio Gamba adorava il bianco che fa da sfondo ai ritratti di Richard Avedon. Socio di Phocus Agency (Agenzia di fotografi di spettacolo) e membro di AFIJ (Associazione Fotografi Italiani di Jazz), ha esposto le sue foto in mostre personali e collettive, documentando fotograficamente diverse edizioni di Bergamo Jazz Festival. Da anni attivo sostenitore e volontario della LIPU Sezione di Bergamo, ha testimoniato la sua passione per la vita delle cicogne con immagini di grande intensità emotiva. La mostra sarà visitabile dal pubblico nei seguenti giorni e orari: Martedì 19 marzo 2024, ore 18.00-19.00 Mercoledì 20 e Giovedì 21 marzo 2024, ore 15.00-19.00 Venerdì 22, Sabato 23 e Domenica 24 marzo 2024, ore 15.00-20.30 La mostra è realizzata grazie al sostegno di IMETEC In collaborazione con Fondazione Teatro Donizetti, SLOU - Estensioni Jazz Club Diffuso, Associazione Culturale Rest-Art e Novara Jazz, LIPU – Bergamo, Phocus Agency, AFIJ, Stampe FotoQuaranta – Nembro Locandina di Fabio Gamba

Free

ELINA DUNI & ROB LUFT “Songs of Love and Exile”

Auditorium di Piazza della Libertà

ELINA DUNI voce ROB LUFT chitarra KIRIL TUFEKCIEVSKI contrabbasso VIKTORr FILIPOVSKI batteria Originaria dell’Albania, cresciuta in Svizzera dove risiede tuttora, Elina Duni è tra le voci più intense della nuova scena musicale europea. La sua voce-strumento, limpida e carezzevole ma nel contempo anche intensa e struggente, è assolutamente naturale, libera, capace di passare da melodie albanesi e kosovare a quelle di altre tradizioni, anche provenienti dal meridione italiano. A ciò si aggiunge la conoscenza e la pratica del jazz vocale che contribuisce alla definizione di una cifra personale, ben documentata da vari dischi pubblicati dall’etichetta tedesca ECM, in due dei quali, Lost Ships e A Time To Remember, è all’opera anche il chitarrista inglese Rob Luft, ormai partner abituale della cantante. Nata a Tirana, Elina Duni lascia l’Albania per la Svizzera all’età di dieci anni; il legame con la sua terra di origine rimarrà sempre forte, trovando nel connubio fra folklore e jazz il punto di partenza di un percorso artistico che via via si intreccerà con molteplici altre culture del bacino mediterraneo e non solo. Elina Duni canta infatti in albanese, tedesco, francese, inglese, italiano, portoghese, armeno, yiddish e arabo. La collaborazione con Rob Luft, uno dei nomi nuovi della scena jazzistica britannica, si snoda tra brani originali e tradizionali, creando un percorso di canzoni sull’amore e l’esilio: da una parte si dà voce alle problematiche della migrazione e ambientali, dall’altra si esplora il mondo della canzone da diverse angolazioni, dalle ballad jazzistiche alla chanson francese, passando per il folk mediterraneo e statunitense. Locandina Elina Duni voce Rob Luft chitarra Kiril Tufekcievski contrabbasso Viktor Filipovski batteria

€10

RAFFAELE FIENGO Quartet

Daste

RAFFAELE FIENGO sax alto THOMAS UMBACA pianoforte ENRICO PALMIERI contrabbasso ANTONIO MARMORA batteria Il gruppo nasce dall’unione di quattro giovani musicisti dell’area lombarda, tutti studenti del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano. Il repertorio del quartetto comprende prevalentemente brani originali del sassofonista Raffaele Fiengo, fortemente influenzati esteticamente dal jazz della scena contemporanea di New York, e da rivisitazioni e arrangiamenti di movimenti e sonate provenienti da compositori del ’900, da Vincent Persichetti a Bèla Bartòk e Arthur Honneger. Oltre al leader merita menzione speciale il pianista Thomas Umbaca, uno dei nomi nuovi del jazz italiano da tenere in debita considerazione. Ma è nel suo insieme che il quartetto sprigiona un’energia che si combina con sfumature delicate, in un caleidoscopio sonoro dinamico e trasversale. Ingresso gratuito fino a esaurimento posti. Locandina Raffaele Fiengo sax alto Thomas Umbaca pianoforte Enrico Palmieri contrabbasso Antonio Marmora batteria

Free

BOBBY WATSON Quintet (1° set) / FAMOUDOU DON MOYE “Plays Art Ensemble of Chicago” (2° set)

Teatro Donizetti

BOBBY WATSON Quintet BOBBY WATSON sax alto WALLACE RONEY JR tromba JORDAN WILLIAMS pianoforte CURTIS LUNDY contrabbasso VICTOR JONES batteria Non è facile trovare un aggettivo che descriva adeguatamente uno come Bobby Watson, veterano di mille battaglie musicali, apparso prepotentemente sulle scene sul finire degli anni Settanta, quando, dal 1977 e fino al 1981, ha fatto parte dei Jazz Messengers di Art Blakey. Della band del grande batterista, considerata l’università del jazz per antonomasia, è stato anche direttore musicale, imprimendovi la propria verve e mettendosi in piena luce sia come solista che come compositore. Da allora la sua carriera si è snodata tra svariate altre collaborazioni, numerose incisioni realizzate nelle vesti di leader, diverse delle quali realizzate per l’italiana Red Records (Appointment in Milano, Round Trip, Love Remains, tra le altre), e formazioni di varia foggia tra cui il notevole 29th Street Saxophone Quartet. Ovunque il sassofonista di Lawrence, Kansas, dove è nato nel 1953, ha lasciato il segno della propria espressività, forgiata nel solco della più schietta scuola di estrazione boppistica ma tutt’altro che priva di personalità. Oggi, superata da poco la soglia dei 70 anni, Bobby Watson può essere considerato un “classico”, ma nelle sue vene continua a scorrere un flusso di energia che lo mantiene ai vertici del sassofonismo contemporaneo. Del quintetto con il quale si presenta per la prima volta a Bergamo Jazz, fanno parte musicisti di vasta esperienza come il contrabbassista Curtis Lundy e il batterista Victor Jones, e giovani talentuosi come il pianista Jordan Williams e il trombettista Wallace Roney Jr, vero figlio d’arte, nato dal matrimonio tra i compianti Wallace Roney e Geri Allen. FAMOUDOU DON MOYE “Plays Art Ensemble of Chicago” 50th Anniversary: The Bergamo Concert FAMOUDOU DON MOYE batteria e percussioni MOOR MOTHER voce, spoken words, electronics EDDY KWON violino SIMON SIEGER pianoforte e trombone JUNIUS PAUL contrabbasso e basso elettrico DUDÙ KOUATE voce, african percussion, water pumpkins drums, talking drum, ‘ngoni Era il 20 marzo del 1974 quando l’Art Ensemble of Chicago tenne al Teatro Donizetti uno dei suoi primi concerti italiani. Un concerto passato alla storia del festival jazz di Bergamo, ma non solo. Un concerto che ebbe sul pubblico e tra gi addetti ai lavori un effetto dirompente, provocando animate discussioni i cui echi non sono mai del tutto svaniti, pur via via mitigati dal trascorrere del tempo. E in concomitanza con la ricorrenza del 50esimo anniversario di quel concerto, Famoudou Don Moye torna a calcare il palcoscenico del Donizetti per rendere omaggio a coloro con i quali ha condiviso l’esperienza dell’Art Ensemble of Chicago, a Lester Bowie, a Joseph Jarman, a Malachi Favors, componenti, insieme a Roscoe Mitchell e allo stesso batterista e percussionista, di una delle formazioni più longeve e creative dell’intera storia del jazz.  Il tutto nel solco di quel rituale sonoro dal forte potere evocativo che Don Moye ripropone in modo personale reinterpretando e plasmando la musica dell’Art Ensemble attraverso il suo straordinario vissuto e valorizzando il progetto stesso con la presenza e l’apporto di

€12

H-OWL PROJECT

Dieci10

ROSSELLA PALAGANO voce NICOLO' PETRAFESA tastiera MATIA PELLEGRINO basso elettrico GIOVANNI GRAMEGNA batteria H-Owl Project è un quartetto formato da musicisti pugliesi e lucani: quattro mentalità musicali distinte ma affini la cui versatilità permette di esplorare il mondo del jazz moderno contaminato dall’R’n’B, dal soul, dall’hip hop e dall’elettronica. Nel 2019 il gruppo ha partecipato alla seconda edizione dell'Onyx Jazz Contest organizzato dall'Onyx Jazz Club di Matera, aggiudicandosi il primo premio come miglior formazione. Sempre nel 2019 ha preso parte alla Novi Sad Jazz Marathon in Serbia, mentre l’anno successivo si è esibito all'interno della rassegna Nuoro Jazz. In un brano del primo album firmato H-Owl Project, Blip, compare nella veste di ospite Paolo Fresu. Ingresso gratuito su prenotazione. Email info@livemusicdieci10.it Locandina Rossella Palagano voce Nicolò Petrafesa tastiera Matia Pellegrino basso elettrico Giovanni Gramegna batteria

Free

EMANUELE CISI – SALVATORE BONAFEDE duo

Teatro Sant'Andrea

EMANUELE CISI sax tenore SALVATORE BONAFEDE pianoforte Due artisti, due voci significative del panorama nazionale ed internazionale nei loro rispettivi strumenti, che dialogano sul comune denominatore dell’essenza: da qui nasce l’incontro tra il sassofonista piemontese Emanuele Cisi e il pianista siciliano Salvatore Bonafede, musicisti che sul concetto di essenza hanno basato e sviluppato la loro arte, in un percorso arricchito da illustri esperienze e collaborazioni nella scena jazz internazionale, segnatamente quella statunitense. Entrambi hanno infatti assorbito il linguaggio più autentico dei maestri d’oltreoceano facendolo loro, amalgamandolo con la loro peculiare sensibilità melodica, restituendolo in forma di jazz originale, contemporaneo seppur diretto discendente del grande mainstream. Senza mai perdere di vista ciò che per loro ha significato in musica, ripudiando inutili tecnicismi o dimostrazioni muscolari, concentrandosi sulla autenticità del loro lessico. Siano composizioni originali, con cui entrambi hanno impreziosito i propri lavori discografici, o rivisitazioni di famosi songs, il loro dialogo sarà basato su una conversazione priva di formalità o convenevoli, “straight to the point”. Classe 1964, Emanuele Cisi ha in curriculum frequentazioni artistiche che ne attestano il valore: da Nat Adderley a George Cables, da Clark Terry a Jimmy Cobb, da Billy Cobham a Jimmy Owens, da Enrico Rava a Paolo Fresu, solo per fare qualche nome tra I tanti possibili. Di recente ha coinvolto nel suo album Far Away l’attore Filippo Timi. Nato a Palermo nel 1962, Salvatore Bonafede ha avuto modo di registrare dischi insieme a Joe Lovano, Cameron Brown, Adam Nussbaum, Marc Johnson, Paul Motian, John Abercrombie e altri. Ha anche inciso due dischi in piano solo: Dream and Dreams e Caro Luca. Locandina Emanuele Cisi sax tenore Salvatore Bonafede pianoforte

€10

FEDERICA MICHISANTI “French Quartet” featuring LOUIS SCLAVIS

Sala Piatti

LOUIS SCLAVIS clarinetti FEDERICA MICHISANTI contrabbasso SALVATORE MAIORE violoncello MICHELE RABBIA batteria, percussioni Federica Michisanti torna a Bergamo Jazz sull’onda dei brillanti risultati ottenuti nel referendum Top Jazz 2023 del mensile Musica Jazz: prima tra i musicisti dell’anno, nonché come leader di un proprio gruppo e per il miglior disco, Afternoons, quinto album a sua firma. Risultati che consolidano il ruolo preminente della contrabbassista romana nell’ambito del miglior jazz italiano ed europeo del momento, musicista che da sempre si esprime in modo rigoroso poggiando su doti strumentali e compositive di primissimo ordine, tanto da catturare anche l’attenzione del trombettista Dave Douglas che l’ha voluta nel quartetto diretto insieme a Franco D’Andrea, ascoltato anche a Bergamo Jazz 2021. Afternoons si giova invece del sodalizio, oltre che con Michele Rabbia, con due personalità di spicco del jazz transalpino, il clarinettista Louis Sclavis e il violoncellista Vincent Courtois, sostituito a Bergamo dall’altrettanto valoroso Salvatore Maiore. L’album include sette tracce che attingono alla musica colta europea e all’avanguardia jazzistica e hanno varia natura: a volte si tratta di temi accennati che sfociano in improvvisazioni libere, a volte sono melodie che si adagiano su una linea di basso ripetitiva o sono linee melodiche che si intrecciano formando un’armonia che cambia di continuo. Od ancora sono composizioni che presentano passaggi più aperti in un mirabile intreccio fra scrittura e improvvisazione. In ogni caso si ascolta musica di spessore, cui offrono prezioso contributo i partner dell’autorevole leader. In collaborazione con FONDAZIONE MIA   Locandina Louis Sclavis clarinetti Federica Michisanti contrabbasso Salvatore Maiore violoncello Michele Rabbia batteria, percussioni

€10