Event Series Madama Butterfly

Madama Butterfly

Teatro Donizetti

Mercoledì 24 gennaio 2024, ore 18.00 | Sala Musica "M. Tremaglia" - Teatro Donizetti ANNIVERSARI: 100 ANNI DALLA MORTE DI PUCCINI, 120 DALLA NASCITA DI MADAMA BUTTERFLY Conferenza su Giacomo Puccini e su Madama Butterfly Madama Butterfly è un'opera in tre atti (in origine due) di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, definita nello spartito e nel libretto "tragedia giapponese". La prima ebbe luogo a Milano, il 17 febbraio 1904 al Teatro alla Scala. Puccini era certo di riscuotere il successo che immaginava gli spettasse di diritto per un'opera come Madama Butterfly; per questo motivo scelse (di comune accordo con Giulio Ricordi, suo editore) il palcoscenico della Scala per la sua prima. Questa sua scelta era data probabilmente da una voglia di rivincita verso il Teatro che nel 1889 aveva bocciato il suo "Edgar". Purtroppo, la prima dell'opera si risolse in un fiasco, evento inaspettato dopo i tre successi pucciniani Manon Lescaut, La Bohème e Tosca. L'opera si basa sul dramma Madame Butterfly del commediografo statunitense David Belasco, a sua volta ispirato da un racconto omonimo di John Luther Long. I librettisti Giuseppe Giacosa e Luigi Illica cominciarono il lavoro sul libretto a partire dal 1901. Per alcune suggestioni orientaleggianti presero spunto dal romanzo di ambientazione giapponese Madame Chrysanthème di Pierre Loti. Puccini era fortemente convinto della validità del soggetto esotico e dal potenziale espressivo della geisha sedotta, abbandonata e suicida. Per musicare il dramma, si documentò minuziosamente sulle musiche, gli usi e i costumi del Giappone; per fare ciò si avvalse della collaborazione di Sada Yakko (una famosa attrice) e della moglie dell'ambasciatore giapponese in Italia. L'insuccesso con cui venne accolta Madama Butterfly, spronò Puccini ad una revisione dell'opera, eliminando alcuni numeri musicali trascurabili, modificando alcune scene e dividendo l'opera in tre atti invece che due.

€12,00
Event Series Madama Butterfly

Madama Butterfly

Teatro Donizetti

Mercoledì 24 gennaio 2024, ore 18.00 | Sala Musica "M. Tremaglia" - Teatro Donizetti ANNIVERSARI: 100 ANNI DALLA MORTE DI PUCCINI, 120 DALLA NASCITA DI MADAMA BUTTERFLY Conferenza su Giacomo Puccini e su Madama Butterfly Madama Butterfly è un'opera in tre atti (in origine due) di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, definita nello spartito e nel libretto "tragedia giapponese". La prima ebbe luogo a Milano, il 17 febbraio 1904 al Teatro alla Scala. Puccini era certo di riscuotere il successo che immaginava gli spettasse di diritto per un'opera come Madama Butterfly; per questo motivo scelse (di comune accordo con Giulio Ricordi, suo editore) il palcoscenico della Scala per la sua prima. Questa sua scelta era data probabilmente da una voglia di rivincita verso il Teatro che nel 1889 aveva bocciato il suo "Edgar". Purtroppo, la prima dell'opera si risolse in un fiasco, evento inaspettato dopo i tre successi pucciniani Manon Lescaut, La Bohème e Tosca. L'opera si basa sul dramma Madame Butterfly del commediografo statunitense David Belasco, a sua volta ispirato da un racconto omonimo di John Luther Long. I librettisti Giuseppe Giacosa e Luigi Illica cominciarono il lavoro sul libretto a partire dal 1901. Per alcune suggestioni orientaleggianti presero spunto dal romanzo di ambientazione giapponese Madame Chrysanthème di Pierre Loti. Puccini era fortemente convinto della validità del soggetto esotico e dal potenziale espressivo della geisha sedotta, abbandonata e suicida. Per musicare il dramma, si documentò minuziosamente sulle musiche, gli usi e i costumi del Giappone; per fare ciò si avvalse della collaborazione di Sada Yakko (una famosa attrice) e della moglie dell'ambasciatore giapponese in Italia. L'insuccesso con cui venne accolta Madama Butterfly, spronò Puccini ad una revisione dell'opera, eliminando alcuni numeri musicali trascurabili, modificando alcune scene e dividendo l'opera in tre atti invece che due.

€12,00

Italia Brasile 3 a 2. Il ritorno

Teatro Donizetti

Nel 2022 ricorre il doppio anniversario del quarantennale della partita al Sarrià di Barcellona, stadio che oggi non esiste più, e del ventennale del debutto dello spettacolo Italia-Brasile 3 a 2. La nuova messa in scena rivisiterà il testo originale, nuove saranno la regia, le luci, le musiche. Il mondo è cambiato, diverse sono le urgenze, i vuoti urlano più dei pieni. I tempi sono cupi, si profila un conflitto sociale durissimo, il Covid e l'esperienza del lockdown hanno segnato uno spartiacque che rimette in discussione lo stesso dispositivo teatrale, la sua urgenza, il suo fine. Italia-Brasile 3 a 2 opera su un doppio binario. Il primo è quello della coscienza collettiva, tramite il ricordo di quell'evento specifico, la partita del mondiale del 1982, che segna un atto identitario e comunitario. Il secondo binario è quello della coscienza intima, ovvero l'operazione privata di scomposizione e ricomposizione dei temi e dei sentimenti affrontati, rapportandoli al proprio vissuto personale. La partita epica della nazionale contro il Brasile diventa uno strumento liberatorio, il suo ricordo è intriso di gioia e questo restituisce al dispositivo teatrale il suo ruolo di costituente della coscienza comunitaria. E poi, c'è qualcosa che appartiene a una dimensione più profonda e misteriosa, legata a doppio filo con l'essenza del teatro stesso: il rapporto tra i vivi e morti. La presenza di chi non c'è più continua a vibrare da questa parte della vita, si impone nella memoria, segna traiettorie nel futuro. A differenza di quando debuttò nel 2002, sono morti tanti protagonisti di questo lavoro: è morto Paolo Rossi, è morto Enzo Bearzot, è morto Socrates, è morto Valdir Perez, è morto lo zio Beppe. Eppure, i loro occhi, le loro voci, le loro gesta continuano a ripresentarsi come presenze vive, scena dopo scena, parola dopo parola, gol dopo gol, schiudendo le porte dell'inesprimibile, invitando ad abbandonarci al mistero, permettendoci di scorgere ciò che brilla nel buio e non fa male. Italia-Brasile 3 a 2 è un vero e proprio «caso» teatrale. Monologo da sempre in tournée, portato in giro per i teatri d’Europa, riesce a passare con l’elegante  velocità di un tiro al volo dai comici microeventi del tinello palermitano a drammatiche partite in cui letteralmente ci si giocava la vita. Intriso di spirito popolare, grazie ad una sorprendente reinvenzione linguistica che parte dal dialetto palermitano, il testo è anche un racconto di formazione di commovente umorismo.

€15,00

Alla scoperta di Morricone

Teatro Donizetti

IL NUOVO SPETTACOLO DI ENSEMBLE SYMPHONY ORCHESTRA diretta da GIACOMO LOPRIENO Il tributo unico alle musiche del grande compositore italiano si arricchisce di nuove pagine in gran parte meno conosciute ma di grande bellezza nello sconfinato repertorio del M° Morricone per dar vita al nuovo spettacolo “Alla scoperta di Morricone”. Non solo un concerto, ma un percorso di parole, suggestioni e performance solistiche che guidano lo spettatore attraverso i decenni che hanno reso grande il cinema e la musica italiana e internazionale. Il viaggio incredibile iniziato tra le melodie che sono rimaste nella memoria collettiva di generazioni con la potenza evocativa di MISSION, LA LEGGENDA DEL PIANISTA SULL’OCEANO, C’ERA UNA VOLTA IL WEST, NUOVO CINEMA PARADISO, THE HATEFUL EIGHT, C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA, PER QUALCHE DOLLARO IN PIU', MALENA e che ha caratterizzato l’attività dell’Ensemble Symphony Orchestra nelle scorse stagioni prosegue affrontando altre opere come GLI INTOCCABILI, LA CALIFFA, CANONE INVERSO con uno spazio importante per le grandi canzoni scritte per artiste come Dulce Pontes Joan Baez e Mina in una nuova versione sinfonica. 500 colonne sonore, 70 milioni di dischi venduti nel mondo, sei nominations e due Oscar vinti, tre Grammy, quattro Golden Globe e un Leone d’Oro fanno di Ennio Morricone un gigante della musica di tutti i tempi. Da qui l’idea dell’Ensemble Symphony Orchestra, fiore all’occhiello del nostro Paese, di porre omaggio al Maestro. L’Ensemble si avvicina alla musica di Morricone dopo collaborazioni nazionali ed internazionali importanti: Mario Biondi, Max Gazzè, Franco Battiato, Giovanni Allevi, Renato Zero, Francesco Renga, Pooh, Baustelle, PFM, Andrea Bocelli, Sting, Kylie Minogue, Robbie Williams, Nile Rodgers, Sam Smith, Luis Bacalov. Con oltre seicento concerti tra Italia, Svizzera, Germania, Spagna, Olanda, Francia, Austria, Regno Unito e Belgio, l’orchestra presenta una grande versatilità e attenzione per ogni tipo di musica, con un repertorio che spazia dalle arie d’opera più conosciute alle colonne sonore di film di fama mondiale, da “Frozen” ad “Harry Potter”. In questo omaggio sul palco si alterneranno solisti, prime parti di importanti teatri e istituzioni sinfoniche italiane, come il violoncello del Maestro Ferdinando Vietti e la tromba del Maestro Stefano Benedetti. Ospiti speciali il soprano Anna Delfino, beniamina del pubblico europeo dell'opera, che farà rivivere l'emozione del Deborah's Theme da “C'era una volta in America” e il violinista del Cirque du Soleil Attila Simon, che eseguirà il solo di Love Affair. Ad accompagnare il pubblico dando voce ai personaggi e alle ambientazioni la bravura dell'attore Andrea Bartolomeo attore, regista e docente di Teatro. Dal ’98, col Teatro Nucleo, è presente nei più importanti Festival internazionali di Teatro in spazi aperti e nelle piazze d’Europa, del Sud America e dell’Asia. Dal 2014 lavora col regista Alessandro Serra con quale mette in scena il pluripremiato MACBETTU in tournée in tre continenti dal 2016, e lo spettacolo “Il giardino dei ciliegi”, in tournée internazionale dal 2019. È direttore artistico di due festival (Giovenco Teatro Festival e Gioiosa Percussioni Festival) e del Centro di Ricerca per le Arti della Scena, immerso nella natura

€27,50

Piero Martin – Galileo Galilei e la Rivoluzione

Teatro Donizetti

“Sventurata la terra che ha bisogno di eroi”: quella che forse è la citazione più famosa della “Vita di Galileo” di Brecht può essere utilizzata per illustrare la portata di questa rivoluzione per il pensiero moderno. Dopo Galileo la scienza non ha più bisogno di eroi, di depositari del sapere venerati e indiscutibili. Grazie al "metodo" diventa di tutti, cade il principio di autorità e prevale la forza dei fatti e degli esperimenti. La conoscenza del mondo non è più appannaggio di pochi, ma, anche grazie a un linguaggio condiviso, disponibile per tutti coloro che vogliano impegnarsi nella ricerca e accettino un confronto senza confini. Piero Martin, professore ordinario di Fisica sperimentale all’Università di Padova, è esperto di fusione termonucleare. Fellow dell’American Physical Society, è Chief Physicist di DTT, il nuovo grande esperimento europeo in costruzione a Frascati. È stato responsabile scientifico di grandi progetti di ricerca internazionali, come RFX a Padova e la Task force europea “Eurofusion Medium Size Tokamak”. Attivo nella divulgazione, scrive per “La Stampa” e “lavoce.info”. Ha pubblicato L’era dell’atomo (con A. Viola, Il Mulino 2014), Zerologia (con C. Bartocci e A. Tagliapietra, Il Mulino 2016) e Trash. Tutto quello che dovreste sapere sui rifiuti (con A. Viola, Codice edizioni 2018, tra i cinque finalisti al Premio Galileo 2018 e vincitore al Premio nazionale di divulgazione scientifica). Le 7 misure del mondo, pubblicato per Laterza, è stato finalista al Premio Galileo 2022 ed è tradotto in numerose lingue.

€10

La casa degli spiriti

Teatro Sociale

“A mia madre, a mia nonna e alle altre straordinarie donne di questa storia”. È la dedica che apre il romanzo di Isabel Allende. La casa degli spiriti è un romanzo matriarcale. Le tre donne che rappresentano le diverse generazioni della famiglia sono complesse, complete e diversissime tra loro. Clara, la chiaroveggente, la figlia Blanca, l’artista, e Alba, che vive la rivoluzione. Accanto a loro molti altri personaggi femminili: nessuna di loro si presenta come un’eroina, tutte cercano di fare quello che trovano giusto. Ed è proprio da un punto di vista femminile che prende avvio la narrazione in questo monologo, interpretato da una donna che, attraverso gli occhi e le voci di altre donne, racconta la storia di una famiglia. Le vicende si svolgono sullo sfondo politico-sociale del Cile durante gli ultimi decenni del Novecento, quelli del golpe del generale Pinochet del 1973, la violenza e il terrore della dittatura militare e la lenta ripresa di una vita normale, del ritorno della democrazia. A dar voce al monologo è Alba, che poi si calerà nelle vesti di tutte le donne che, una generazione dietro l’altra, le hanno consentito di essere quello che è ora. La loro storia, circolare ed ereditaria, è un misto di spiritismo, realtà e finzione, amori e crudeltà, carità e follia: nel loro mondo le bambine nascono con i capelli verdi e le apparizioni siedono a tavola conversando con i mortali. Accanto a quello dei vivi si dispiega il mondo dei morti, vivi come chi è in vita. La casa degli spiriti è la più intensa creazione artistica di Isabel Allende, portata con  successo a teatro dal regista Corrado Accordino, che ne ha curato anche la versione drammaturgica. Questo, che fu il suo primo romanzo, all’epoca (1982) fece scalpore, proiettandola nel gotha della letteratura internazionale, ma quando lo scrisse, Isabel Allende lo fece innanzitutto come forma di liberazione personale dal durissimo decennio seguito al Golpe dei militari in Cile (1973). Liberazione con una storia che tiene tutto insieme, micro e macro politica, con al centro la storica oppressione del genere femminile.

€15,00

Alessandro Vanoli – Cristoforo Colombo e l’occidente

Teatro Donizetti

Trascorsi cinque secoli, che senso ha ancora per noi Colombo? E perchè la sua memoria sembra vacillare fino a provocare l’abbattimento delle statue che lo celebrano in tutto il mondo? È per primo lo stesso Colombo a raccontarci la sua vicenda: le attese, gli studi, i viaggi, le scoperte, i trionfi; e la sfida di quel mondo lontano e incomprensibile. Si dispiega davanti ai suoi e ai nostri occhi quell’orizzonte vastissimo che lui, incapace di comprendere il senso della via che aveva tracciato, non ha mai saputo riconoscere fino in fondo. E la sua storia parla di noi. Della nostra eredità, del nostro futuro, delle nostre radici. Alessandro Vanoli, storico, scrittore e divulgatore, è esperto di storia mediterranea. Ha insegnato all’Università di Bologna e per un breve periodo all’Università Statale di Milano, occupandosi di storia del Mediterraneo e della presenza islamica in Spagna e Sicilia. Da anni si occupa anche di comunicazione e divulgazione con progetti teatrali e attività didattiche legate alla conoscenza del mondo islamico e alla promozione della storia come parte irrinunciabile del rapporto tra culture differenti. Collabora con la RAI e con il “Corriere della Sera”. Per Laterza è autore, con Amedeo Feniello, di Storia del Mediterraneo in 20 oggetti (2018) e Storia del mare (2022).

€10

Stelle di Broadway

Teatro Donizetti

Stelle di Broadway – questo il titolo dello spettacolo – è nato da un’idea dello stesso Corrado Abbati e intende accompagnare idealmente lo spettatore sui più prestigiosi palcoscenici del mitico distretto dei teatri di New York, dove i sogni diventano realtà, dove si può vivere “cantando sotto la pioggia”, incontrare “My fair lady”, stringersi “tutti insieme appassionatamente”, rivedere “Evita” sul suo balcone o lasciarsi trascinare da Ginger e Fred in uno scatenato tip tap… Le diverse estrazioni degli interpreti li hanno portati a fondere la propria esperienza specifica con quella degli altri, creando una ricchezza di intenti, accenti, sfumature, che si riverberano in un’amalgama straordinaria; una sorprendente “performance” dove canto, ballo, musica, si fanno un tutt’uno tipico dell’espressione più alta del “genere” musical. Emozioni e divertimento dei grandi Musical che (ri)accendono la voglia di cantare, ballare, ridere. Una sferzata di buon umore e di allegria ricreate da un affiatato gruppo di performers immersi in una nuova e coinvolgente dimensione teatrale che vi accompagnerà idealmente sui più prestigiosi palcoscenici di Broadway.

€12,00
Event Series La Maria Brasca

La Maria Brasca

Teatro Donizetti

In scena La Maria Brasca, viva e moderna nella lettura di Andrée Ruth Shammah. Una storia al femminile disegnata negli anni ‘60 con efficace realismo sociale dal grande drammaturgo Giovanni Testori. Un ritratto indelebile e senza tempo di una donna capace di lottare e di non cedere mai davanti a “sta bestiata che è il mondo”. La Maria Brasca fa la calzettaia in una fabbrica di Niguarda, periferia milanese, e – con qualche scandalo per la gente – fa l’amore come gli uomini: senza  problemi. Ma un giorno le capita di innamorarsi di un ragazzotto più giovane di lei, nullafacente, un po’ mascalzone che la fa impazzire di passione. Alla Brasca non importa se Romeo la tradisce. Lei sa che quello per Romeo è un amore definitivo e lo difende come una tigre perché vuole da lui cose definitive. Un personaggio femminile indimenticabile, una donna vincente che grida al mondo la potenza della passione e l’amore per la vita vissuta fuori da ogni convenzione: uno stimolo a inseguire i propri sogni e vivere con grande fiducia nel futuro. Negli anni ‘60 fu Franca Valeri a farla esistere sul palcoscenico ma poi, con la mia regia, per anni è stata il grande successo di Adriana Asti e ora, nei cento anni dalla nascita di Testori e nella stagione del Cinquantesimo del Teatro Parenti, ho sentito la necessità di far rinascere “quello” spettacolo, quello e non un altro perché affascinata da quella volontà di Maria di non cedere, di difendere tutto ciò che rappresenta la sua vita e non aver paura di parlare di felicità (uno stato d’animo così prezioso ma assente nel teatro di Testori e così raro nella drammaturgia contemporanea). Oggi, guardando Marina Rocco interpretare l’incantevole limpidezza dei pensieri di Maria e vedendola così vibrante d’infanzia, di severità sensuale, di quel fascino che la avvolge senza che lei faccia il minimo sforzo, a me sembra sia rinato per avere una nuova, lunga vita. Andrée Ruth Shammah

€12,00
Event Series La Maria Brasca

La Maria Brasca

Teatro Donizetti

In scena La Maria Brasca, viva e moderna nella lettura di Andrée Ruth Shammah. Una storia al femminile disegnata negli anni ‘60 con efficace realismo sociale dal grande drammaturgo Giovanni Testori. Un ritratto indelebile e senza tempo di una donna capace di lottare e di non cedere mai davanti a “sta bestiata che è il mondo”. La Maria Brasca fa la calzettaia in una fabbrica di Niguarda, periferia milanese, e – con qualche scandalo per la gente – fa l’amore come gli uomini: senza  problemi. Ma un giorno le capita di innamorarsi di un ragazzotto più giovane di lei, nullafacente, un po’ mascalzone che la fa impazzire di passione. Alla Brasca non importa se Romeo la tradisce. Lei sa che quello per Romeo è un amore definitivo e lo difende come una tigre perché vuole da lui cose definitive. Un personaggio femminile indimenticabile, una donna vincente che grida al mondo la potenza della passione e l’amore per la vita vissuta fuori da ogni convenzione: uno stimolo a inseguire i propri sogni e vivere con grande fiducia nel futuro. Negli anni ‘60 fu Franca Valeri a farla esistere sul palcoscenico ma poi, con la mia regia, per anni è stata il grande successo di Adriana Asti e ora, nei cento anni dalla nascita di Testori e nella stagione del Cinquantesimo del Teatro Parenti, ho sentito la necessità di far rinascere “quello” spettacolo, quello e non un altro perché affascinata da quella volontà di Maria di non cedere, di difendere tutto ciò che rappresenta la sua vita e non aver paura di parlare di felicità (uno stato d’animo così prezioso ma assente nel teatro di Testori e così raro nella drammaturgia contemporanea). Oggi, guardando Marina Rocco interpretare l’incantevole limpidezza dei pensieri di Maria e vedendola così vibrante d’infanzia, di severità sensuale, di quel fascino che la avvolge senza che lei faccia il minimo sforzo, a me sembra sia rinato per avere una nuova, lunga vita. Andrée Ruth Shammah

€12,00