Event Series Lo Schiaccianoci

Lo Schiaccianoci

Teatro Donizetti

Amore, sogno e fantasia per uno dei balletti più affascinanti della storia della danza classica. Le scenografie incantate del Balletto del Teatro dell’Opera della Romania, rendono partecipe lo spettatore della stessa fiaba di Hoffmann. Per le sue caratteristiche di favola a lieto fine e per la vicenda pervasa da un'atmosfera fatata di festa, "Lo Schiaccianoci": una fiaba fatta di dolciumi, soldatini, albero di natale, fiocchi di neve e fiori che danzano, topi cattivi, prodigi, principe azzurro e fatina, è diventato un balletto che ammalia i bambini e incanta i grandi. Per questo è lo spettacolo più rappresentato nel mondo durante le festività natalizie. La conclusione è segnata dallo squisito Valzer dei Fiori, dopo il quale Clara si ritroverà nella sua poltrona con il suo schiaccianoci in grembo, felice di questo sogno di Natale. Atto I Durante la vigilia di Natale, agli inizi del XIX secolo, il sindaco indice una festa per i suoi amici e per i loro piccoli figli. Questi, in attesa dei regali e pieni di entusiasmo, stanno danzando quando arriva il signor Drosselmeyer, un amico di famiglia, che porta regali a tutti i bambini, intrattenendoli con giochi di prestigio, nonostante all'inizio incuta paura ai bambini. Egli ordina di far portare a casa alcuni giocattoli meccanici. Ad un gesto della sua bacchetta, tre pupazzi appaiono - un Schiaccianoci, un Arlecchino, una bambola e un re dei topi. Alla sua prediletta, Clara, regala uno schiaccianoci a forma di soldatino che Fritz, il fratello della bambina, rompe per dispetto.Arrivano così alla festa anche i parenti, che si uniscono alla festa danzando. Clara, stanca per le danze della serata, dopo che gli invitati si ritirano, si addormenta sul letto e inizia a sognare. È mezzanotte, e tutto intorno a lei inizia a crescere: la sala, l'albero di Natale, i giocattoli... e soprattutto una miriade di topi che cercano di rubarle lo schiaccianoci. Clara tenta di cacciarli, quando lo Schiaccianoci si anima e partecipa alla battaglia con i soldatini di Fritz: alla fine, rimangono lui e il Re Topo, che lo mette in difficoltà. Clara, per salvare il suo Schiaccianoci, prende la sua ciabatta e la lancia addosso al Re Topo, distraendolo; Lo Schiaccianoci lo colpisce uccidendolo. Ed ecco che lo Schiaccianoci si trasforma in un Principe, e Clara lo segue, entrando in una foresta innevata. L'Atto si chiude con uno splendido Valzer dei Fiocchi di Neve. Atto II I due giovani entrano nel Regno dei Dolci, dove al Palazzo li riceve la Fata Confetto, che si fa raccontare dallo Schiaccianoci tutte le sue avventure, e di come ha vinto la battaglia col Re Topo. Subito dopo, tutto il Palazzo si esibisce in una serie di danze che compongono il Divertissement più famoso e conosciuto delle musiche di Čajkovskij e che rendono famoso il balletto, culminando nel conosciutissimo Valzer dei Fiori. Dopo, il Principe e la Fata Confetto si esibiscono in un Pas de deux, dove nelle variazioni si può riconoscere il suono della celesta,

€12,00

All that musical

Teatro Donizetti

8 famosi musical in 90 minuti. Più di 100 costumi in scena. Uno spettacolo mozzafiato che conquisterà ogni tipo di pubblico. Oltre 400 repliche in piazze e teatri. Un'audizione per cominciare, come succede sempre prima di una produzione, sulle note di "A Chorus Line", il coreografo scandisce i passi, si provano le coreografie del musical, il cast è formato. A fine audizione il cast è pronto per l’inizio, sulle note di "One" arriva la chiamata in palcoscenico e lo spettacolo comincia. Subito dopo la scenografia prende forma e lo show si realizza con le melodie di "Notre Dame de Paris", "Il Tempo delle Cattedrali" e "Clandestini". Sempre restando in Francia, torniamo indietro nel tempo, ai primi del ‘900, arriva uno scatenato can can, per assistere alla storia d'amore e di passione del musical Moulin Rouge. Parigi1899. Christian è un giovane aspirante scrittore londinese, un sognatore che fa dell'amore il suo credo, appena vede Satine, l'étoile del Moulin Rouge esibirsi in "Sparkling Diamonds", ne rimane incantato… Buio in sala, è un'altra storia celebre che si racconta, The Phantom of the Opera e uno splendido ballo in maschera. Willkommen, ed è subito "Cabaret", omaggio a Liza Minelli. 1924: eccoci all'ingresso del locale più famoso di Chicago tra lo scintillio e le piume dei costumi assistiamo alle vicende di Velma Kelly, una star dei nightclub con "All That Jazz" e Roxie Hart, una donna che spera di diventare anche lei una star e calcare le scene dei locali della città. Un suggestivo cambio di luci e si vola negli anni Settanta, tutti il cast in scena per rievocare La febbre del sabato sera con "Disco Inferno", "Saturday Night Fever" e i grandi successi dei Bee Gees, e per finire "Grease", brillantina per arrivare a festeggiare lo scoccare della mezzanotte!

€30,00

Concerto di Capodanno

Teatro Sociale

Il concerto dell’Orchestra Filarmonica Italiana per celebrare l'inizio del 2024 sarà dedicato, come da tradizione, al mondo austro-ungarico, con uno spazio rivolto ai grandi del melodramma italiano. La prima parte del programma sarà un omaggio strumentale alla terra della lirica: l’Italia Da Rossini a Mascagni, passando da Ponchielli e Verdi: questi gli autori che ci accompagneranno nel viaggio tutto italiano che ci allieterà prima di immergerci nelle atmosfere dei caffè-concerto viennesi. A seguire, infatti, si suonerà la tradizionale sequenza di Valzer e Polke, che ci uniscono come il Danubio unisce Vienna a Budapest, portandoci immediatamente nella frizzante atmosfera che solo gli ultimi ed il primo giorno dell’anno possono infondere. L’Orchestra Filarmonica Italiana, potrà esprimersi non solo nel consolidato repertorio lirico che la accompagna fin dalla sua nascita nei più importanti teatri italiani, ma potrà anche fare sfoggio di espressività e virtuosismo, indispensabili per affrontare le coinvolgenti partiture di J. Strauss. Quest’anno l’orchestra sarà diretta dal Maestro Marco Dallara che già ha collaborato con l’Orchestra Filarmonica Italiana per il Balletto “Lo Schiaccianoci" di P.I. Tchaikovsky presso il Teatro degli Arcimboldi a Milano. Questo concerto rappresenta alla perfezione la gioia e la voglia di condividere la musica dal vivo insieme, come grande messaggio di esistenza, resilienza e speranza. Vi aspettiamo per condividere questa straordinaria esperienza musicale e festeggiare insieme l'inizio del nuovo anno. PROGRAMMA: G. Rossini Italiana in Algeri, sinfonia  G. Verdi La Traviata, preludio atto I  A. Ponchielli “Danza delle ore” P. Mascagni Cavalleria rusticana, intermezzo sinfonico G. Donizetti  ouverture da Don Pasquale J. Strauss Pizzicato Polka Frühlingsstimmen, op. 410 J. Strauss Geschichten aus dem Wienerwald, op. 325 J. Strauss Kaiser - Walzer, op. 437 J. Strauss Unter Donner und Blitz, op. 324 J. Strauss An der schönen blauen Donau, op. 314 In collaborazione con

€18,00

Cin Ci Là

Teatro Donizetti

Se la coppia di riferimento della musica leggera italiana d’anteguerra è quella formata da Bixio e Cherubini, l’operetta nello stesso periodo deve la propria fortuna a un altro duo d’eccezione: Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato. Il primo musicista, librettista e impresario napoletano; il secondo celebre violinista veneziano. È soprattutto grazie a loro che il genere brillante dell’operetta diventa veramente “italiano”. E Cin Ci Là rappresenta uno dei più clamorosi successi del loro repertorio. Presentata per la prima volta a Milano il 18 dicembre 1925, è una fiaba esotica ambientata a Macao, scenario insolito per una vicenda che lascia trasparire una morale tutta europea e, vista oggi, bonariamente provinciale. Equivoci e divertimento, un cocktail esplosivo, garanzia di colpi di scena, travolgenti duetti, scene appassionate e trovate brillanti: Cin Ci Là è forse l’unica operetta  italiana in cui tenore e soprano strappano applausi a scena aperta non solo per i loro acuti, ma anche per le brucianti battute umoristiche. Per questo Cin Ci Là, la produzione preferita di Carlo Lombardo, è così amata da quasi un secolo: con il suo gusto delicato, è il ritratto del teatro leggero italiano. Un modello che ha sempre la stessa grazia incantata di quando è nato. La vicenda favolistica, ambientata a Macao, di Myosotis e Ciclamino, giovani e ingenui sposi che non conoscono i più elementari doveri del matrimonio, e della strampalata coppia parigina Cin-ci-là - Petit-Gris ben si presta ad una interpretazione in chiave ironica con gag e trovate veramente esilaranti ed adatte ad un pubblico di ogni età. Cin Ci Là è l’operetta forse più divertente ed esilarante, che con le sue trovate brillanti, gli equivoci incalzanti, le gag e tanta musica ha superato ormai per la compagnia le 300 repliche, con uno strepitoso successo di pubblico e critica, forte anche della verve comica propria di tutto il cast.

€12,00
Event Series Prometeo

Prometeo

Teatro Sociale

Prometeo indaga il senso profondo dell’opera di Eschilo: ruba a Eschilo il fuoco della sua tragedia per donarlo al pubblico. L’obiettivo è “calarsi” nel sentimento tragico che l’opera propone, elaborando una lingua che preservi la “solennità” dei millenni rendendo comprensibile il senso al pubblico di oggi. Protagonista dello spettacolo è un gruppo di giovani attori, diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino. Il nome che si sono dati è Potenziali Evocati Multimediali (un’analisi neurologica che calcola il tempo di reazione dei nervi periferici agli impulsi cerebrali). Un gruppo di ragazzi, perché la tragedia racconta un tempo giovane. La sfida registica, quindi, è quella di plasmare, anche se nel caso di Prometeo sarebbe meglio dire “forgiare”, i corpi in modo che sappiano esprimere il  sentimento tragico. La regia di Gabriele Vacis – un percorso creativo condiviso con tutti gli attori – lavora, contestualmente, su parole, azioni fisiche, musiche e allestimento scenico. Perché la parola non è l'unico strumento utile all'evocazione di un sentimento. Componenti irrinunciabili all'espressione del sentimento tragico sono la musica, il gesto, il movimento. Se la tragedia di Eschilo scava alle radici del coraggio, lo spettacolo mette in scena la paura e il coraggio di  affrontarla. La ribellione alla paura nelle parole di Eschilo, che attraversano i corpi dei giovani attori in scena. Prometeo è l’archetipo della conoscenza, liberata dalle catene della superstizione e dell’ignoranza. Ed è il simbolo della ribellione. È un personaggio che i giovani amano, perché non riesce a contenere i suoi sentimenti e sfida l’autorità costituita valicando i recinti delle convenzioni. Si è soliti dire che i classici sono attuali. In realtà sono contemporanei. Attualità e contemporaneità, infatti, non sono sinonimi. Attualità è stare in un solo tempo: adesso. Contemporaneità è riuscire a comprendere tutti i tempi. Ed è questo che fa Prometeo. Gabriele Vacis (Settimo Torinese, 1955), fondatore del Laboratorio Teatro Settimo e dell’Istituto di Pratiche teatrali per la Cura della persona, ha scritto e diretto numerosi spettacoli, fra cui La storia di Romeo e Giulietta (Premio Ubu 1992), Il racconto del Vajont (Premio Ubu 1994), Novecento, Zio Vanja, Adriano Olivetti, Rusteghi. I nemici della civiltà, Amleto a Gerusalemme, per citarne soltanto alcuni. Insieme ad Alessandro Baricco ha realizzato la celebre trasmissione di Rai 2 Totem (1998). È stato Direttore artistico del Progetto TAM - Scuola per attori del Palestinian National Theatre di Gerusalemme e docente di regia alla Scuola “Paolo Grassi” e all’Università Cattolica di Milano, nonché direttore della Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino.

€15,00
Event Series Prometeo

Prometeo

Teatro Sociale

Prometeo indaga il senso profondo dell’opera di Eschilo: ruba a Eschilo il fuoco della sua tragedia per donarlo al pubblico. L’obiettivo è “calarsi” nel sentimento tragico che l’opera propone, elaborando una lingua che preservi la “solennità” dei millenni rendendo comprensibile il senso al pubblico di oggi. Protagonista dello spettacolo è un gruppo di giovani attori, diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino. Il nome che si sono dati è Potenziali Evocati Multimediali (un’analisi neurologica che calcola il tempo di reazione dei nervi periferici agli impulsi cerebrali). Un gruppo di ragazzi, perché la tragedia racconta un tempo giovane. La sfida registica, quindi, è quella di plasmare, anche se nel caso di Prometeo sarebbe meglio dire “forgiare”, i corpi in modo che sappiano esprimere il  sentimento tragico. La regia di Gabriele Vacis – un percorso creativo condiviso con tutti gli attori – lavora, contestualmente, su parole, azioni fisiche, musiche e allestimento scenico. Perché la parola non è l'unico strumento utile all'evocazione di un sentimento. Componenti irrinunciabili all'espressione del sentimento tragico sono la musica, il gesto, il movimento. Se la tragedia di Eschilo scava alle radici del coraggio, lo spettacolo mette in scena la paura e il coraggio di  affrontarla. La ribellione alla paura nelle parole di Eschilo, che attraversano i corpi dei giovani attori in scena. Prometeo è l’archetipo della conoscenza, liberata dalle catene della superstizione e dell’ignoranza. Ed è il simbolo della ribellione. È un personaggio che i giovani amano, perché non riesce a contenere i suoi sentimenti e sfida l’autorità costituita valicando i recinti delle convenzioni. Si è soliti dire che i classici sono attuali. In realtà sono contemporanei. Attualità e contemporaneità, infatti, non sono sinonimi. Attualità è stare in un solo tempo: adesso. Contemporaneità è riuscire a comprendere tutti i tempi. Ed è questo che fa Prometeo. Gabriele Vacis (Settimo Torinese, 1955), fondatore del Laboratorio Teatro Settimo e dell’Istituto di Pratiche teatrali per la Cura della persona, ha scritto e diretto numerosi spettacoli, fra cui La storia di Romeo e Giulietta (Premio Ubu 1992), Il racconto del Vajont (Premio Ubu 1994), Novecento, Zio Vanja, Adriano Olivetti, Rusteghi. I nemici della civiltà, Amleto a Gerusalemme, per citarne soltanto alcuni. Insieme ad Alessandro Baricco ha realizzato la celebre trasmissione di Rai 2 Totem (1998). È stato Direttore artistico del Progetto TAM - Scuola per attori del Palestinian National Theatre di Gerusalemme e docente di regia alla Scuola “Paolo Grassi” e all’Università Cattolica di Milano, nonché direttore della Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino.

€15,00
Event Series Prometeo

Prometeo

Teatro Sociale

Prometeo indaga il senso profondo dell’opera di Eschilo: ruba a Eschilo il fuoco della sua tragedia per donarlo al pubblico. L’obiettivo è “calarsi” nel sentimento tragico che l’opera propone, elaborando una lingua che preservi la “solennità” dei millenni rendendo comprensibile il senso al pubblico di oggi. Protagonista dello spettacolo è un gruppo di giovani attori, diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino. Il nome che si sono dati è Potenziali Evocati Multimediali (un’analisi neurologica che calcola il tempo di reazione dei nervi periferici agli impulsi cerebrali). Un gruppo di ragazzi, perché la tragedia racconta un tempo giovane. La sfida registica, quindi, è quella di plasmare, anche se nel caso di Prometeo sarebbe meglio dire “forgiare”, i corpi in modo che sappiano esprimere il  sentimento tragico. La regia di Gabriele Vacis – un percorso creativo condiviso con tutti gli attori – lavora, contestualmente, su parole, azioni fisiche, musiche e allestimento scenico. Perché la parola non è l'unico strumento utile all'evocazione di un sentimento. Componenti irrinunciabili all'espressione del sentimento tragico sono la musica, il gesto, il movimento. Se la tragedia di Eschilo scava alle radici del coraggio, lo spettacolo mette in scena la paura e il coraggio di  affrontarla. La ribellione alla paura nelle parole di Eschilo, che attraversano i corpi dei giovani attori in scena. Prometeo è l’archetipo della conoscenza, liberata dalle catene della superstizione e dell’ignoranza. Ed è il simbolo della ribellione. È un personaggio che i giovani amano, perché non riesce a contenere i suoi sentimenti e sfida l’autorità costituita valicando i recinti delle convenzioni. Si è soliti dire che i classici sono attuali. In realtà sono contemporanei. Attualità e contemporaneità, infatti, non sono sinonimi. Attualità è stare in un solo tempo: adesso. Contemporaneità è riuscire a comprendere tutti i tempi. Ed è questo che fa Prometeo. Gabriele Vacis (Settimo Torinese, 1955), fondatore del Laboratorio Teatro Settimo e dell’Istituto di Pratiche teatrali per la Cura della persona, ha scritto e diretto numerosi spettacoli, fra cui La storia di Romeo e Giulietta (Premio Ubu 1992), Il racconto del Vajont (Premio Ubu 1994), Novecento, Zio Vanja, Adriano Olivetti, Rusteghi. I nemici della civiltà, Amleto a Gerusalemme, per citarne soltanto alcuni. Insieme ad Alessandro Baricco ha realizzato la celebre trasmissione di Rai 2 Totem (1998). È stato Direttore artistico del Progetto TAM - Scuola per attori del Palestinian National Theatre di Gerusalemme e docente di regia alla Scuola “Paolo Grassi” e all’Università Cattolica di Milano, nonché direttore della Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino.

€15,00
Event Series Prometeo

Prometeo

Teatro Sociale

Prometeo indaga il senso profondo dell’opera di Eschilo: ruba a Eschilo il fuoco della sua tragedia per donarlo al pubblico. L’obiettivo è “calarsi” nel sentimento tragico che l’opera propone, elaborando una lingua che preservi la “solennità” dei millenni rendendo comprensibile il senso al pubblico di oggi. Protagonista dello spettacolo è un gruppo di giovani attori, diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino. Il nome che si sono dati è Potenziali Evocati Multimediali (un’analisi neurologica che calcola il tempo di reazione dei nervi periferici agli impulsi cerebrali). Un gruppo di ragazzi, perché la tragedia racconta un tempo giovane. La sfida registica, quindi, è quella di plasmare, anche se nel caso di Prometeo sarebbe meglio dire “forgiare”, i corpi in modo che sappiano esprimere il  sentimento tragico. La regia di Gabriele Vacis – un percorso creativo condiviso con tutti gli attori – lavora, contestualmente, su parole, azioni fisiche, musiche e allestimento scenico. Perché la parola non è l'unico strumento utile all'evocazione di un sentimento. Componenti irrinunciabili all'espressione del sentimento tragico sono la musica, il gesto, il movimento. Se la tragedia di Eschilo scava alle radici del coraggio, lo spettacolo mette in scena la paura e il coraggio di  affrontarla. La ribellione alla paura nelle parole di Eschilo, che attraversano i corpi dei giovani attori in scena. Prometeo è l’archetipo della conoscenza, liberata dalle catene della superstizione e dell’ignoranza. Ed è il simbolo della ribellione. È un personaggio che i giovani amano, perché non riesce a contenere i suoi sentimenti e sfida l’autorità costituita valicando i recinti delle convenzioni. Si è soliti dire che i classici sono attuali. In realtà sono contemporanei. Attualità e contemporaneità, infatti, non sono sinonimi. Attualità è stare in un solo tempo: adesso. Contemporaneità è riuscire a comprendere tutti i tempi. Ed è questo che fa Prometeo. Gabriele Vacis (Settimo Torinese, 1955), fondatore del Laboratorio Teatro Settimo e dell’Istituto di Pratiche teatrali per la Cura della persona, ha scritto e diretto numerosi spettacoli, fra cui La storia di Romeo e Giulietta (Premio Ubu 1992), Il racconto del Vajont (Premio Ubu 1994), Novecento, Zio Vanja, Adriano Olivetti, Rusteghi. I nemici della civiltà, Amleto a Gerusalemme, per citarne soltanto alcuni. Insieme ad Alessandro Baricco ha realizzato la celebre trasmissione di Rai 2 Totem (1998). È stato Direttore artistico del Progetto TAM - Scuola per attori del Palestinian National Theatre di Gerusalemme e docente di regia alla Scuola “Paolo Grassi” e all’Università Cattolica di Milano, nonché direttore della Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino.

€15,00

Alessandro Barbero – La battaglia di Legnano e l’idea di comunità

Teatro Donizetti

L'evento è SOLD OUT. Quando Federico Barbarossa viene incoronato re d’Italia sa che da tempo le città padane si sono abituate a governarsi da sole. Gli specialisti di diritto romano gli hanno d'altra parte confermato che solo a lui spetta il potere su tutto il regno. Ma Milano è troppo popolosa e ricca per accettare di rinunciare alla sua autonomia. Dopo vent’anni di guerra il Barbarossa viene alla fine sconfitto. L'Italia non è evidentemente destinata ad essere una monarchia unitaria, ma un coacervo di sfere d’influenza perennemente in contrasto fra loro. Il rovescio della medaglia sta in quel senso di "comunità" e di "mutuo soccorso" capaci di compattare nella Lega lombarda città fin lì in perenne conflitto. Alessandro Barbero è professore ordinario di Storia medievale presso l’Università del Piemonte Orientale. I suoi libri sono bestseller in Italia e nel mondo e le sue “Lezioni di storia” sono molto seguite dal vivo e online. Ha vinto il Premio Strega nel 1996 con il romanzo storico Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo. Ha collaborato per molti anni con il programma Superquark di Piero Angela e attualmente collabora con i programmi a.C.d.C. e Passato e presente di Rai Storia. Tra le sue molte opere per Laterza: Carlo Magno. Un padre dell’Europa; La battaglia. Storia di Waterloo; 9 agosto 378 il giorno dei barbari; Barbari. Immigrati, profughi, deportati nell’impero romano; Benedette guerre. Crociate e jihad; Lepanto. La battaglia dei tre imperi; I prigionieri dei Savoia. La vera storia della congiura di Fenestrelle; Donne, madonne, mercanti e cavalieri. Sei storie medievali; Le parole del papa. Da Gregorio VII a Francesco; Caporetto; Dante; L’aristocrazia nella società francese del Medioevo.

€10
Event Series Boomers

Boomers

Teatro Donizetti

Giovedì 18 gennaio 2024, ore 18.00 | Sala Riccardi - Teatro Donizetti Intorno a BOOMERS Incontro con Marco Paolini e la compagnia Boomers è una ballata teatral-cybernetica, un nuovo album di racconti dove la memoria collettiva di una generazione viene trasformata in scenari da videogioco in realtà virtuale “vietato ai minori di 48 anni non accompagnati”, all’interno del quale Nicola - alter ego/avatar di Marco Paolini - ritorna di nuovo giovane nel suo posto-rifugio, il famigerato bar della Jole, per poter rievocare e rivivere avventure, primi amori, faide politiche e un caleidoscopio di 50 anni della storia d’Italia mischiati alla rinfusa da un algoritmo ancora in fase sperimentale. Come fosse un moderno affresco in 8 bit di un mondo nuovo in costruzione, ci si trova a guardare la scena che si svolge sotto un pilone di un ponte autostradale, che passa da un’inaugurazione ad un’altra senza alcuna manutenzione. Sotto al ponte il centro del mondo, il bar della Jole, padrona dell’avvicendarsi di storie e relazioni tra Nicola, clienti abituali e lunatici matti della piazza. Regina lucente per quella fauna di umanità scalcagnata che nei tempi bui in cui vive trova, anche nella luce più fioca, una stella polare cui appoggiarsi, per alleviare la solitudine, almeno fino al giorno dopo. Boomers è anche la storia di un dialogo tra generazioni interrotto, un rapporto padri e figli sfilacciato che si tenta di riallacciare nella realtà ricostruita in un mondo virtuale. Un personale paradiso ideale composto da ricordi e accadimenti storici che nel loro innestarsi, senza ordine cronologico veritiero, creano un Frankenstein narrativo che vive grazie ai racconti-resoconti delle esperienze di gioco che Nicola compie in questo universo creato dal figlio, programmatore di realtà virtuale per una società di videogiochi internazionale. Le nuove tecnologie mettono in crisi la trasmissione dell’esperienza e la funzione maieutica della memoria. La memoria in Boomers diventa esperienza di “messa in gioco” e pone una sfida alla realtà del nostro tempo: vero e reale è ciò che si vive o ciò che si racconta? E noi siamo un sistema di dati in apparenza singoli oppure un sistema più profondo di legami complessi? Lo spettacolo nasce dall’esperienza di un autore che ha fondato sulla memoria una parte importante del suo lavoro e oggi si interroga su quali siano le risposte possibili del teatro (luogo della finzione e della rappresentazione per vocazione) ad un mondo in cui esperienze virtuali e reali sono sempre più mescolate senza gradi di separazione netti. La musica ha un ruolo molto importante, con un piccolo ensemble di musicisti guidato da Patrizia Laquidara, una delle voci più intense e liriche della musica “leggera”, figura inafferrabile, poliedrica e brillante della musica d’autore contemporanea. Sul palco la Laquidara prenderà le sembianze di Jole, personaggio mitico degli Album, ex partigiana, ex prostituta, gestiva e gestisce il bar-centro-del-mondo attorno al quale tutte le storie si snodano. Marco Paolini, narratore dà corpo e voce al coro dei personaggi delle storie del bar della Jole. In un

€12,00