Haendel: Watermusic
Teatro SocialeLa Watermusic di Händel è probabilmente insieme ai concerti brandeburghesi di Johann Sebastian Bach l’opera strumentale più celebre del barocco tedesco. Composta per celebrare Re Giorgio I e per essere eseguiti su delle chiatte lungo il Tamigi (da cui il titolo), questa musica gloriosa vede una nutrita orchestra con trombe, corni, oboi, timpani, flauti e archi. La Watermusic si compone di 3 suites per orchestra, in cui le sezioni sono alternate tra di loro passando dalle melodie più dolci e tenere ai più sfrenati movimenti di danza. La meticolosa scrittura tedesca si fonde con il gusto per la danza francese e crea delle composizioni di livello sopraffino. Locandina Georg Friedrich Händel (1685-1759) Watermusic HWV348-349-350 . . . Ensemble Locatelli Thomas Chigioni direzione
Roberta Bruzzone. Favole da incubo
Teatro DonizettiViaggio nella manipolazione affettiva morale Dieci casi di cronaca nera tra i più sconvolgenti degli ultimi anni. La criminologa da sempre in prima linea contro la violenza sulle donne. Un'analisi lucida e necessaria degli stereotipi di genere che hanno provocato queste tragedie annunciate, per sconfiggerli una volta per tutte. I maschi sono intelligenti, le femmine sono utili. I maschi sono "progettati" per comandare, le femmine per accudire. Gli uomini devono provvedere economicamente alla famiglia e realizzarsi nel lavoro, le donne devono stare a casa. Questi sono solo alcuni degli stereotipi di genere più comuni che ancora permeano la nostra cultura. Pensate che siano in gran parte retaggi di un passato ormai superato? No non è affatto così. Gli stereotipi di genere sono tra noi, ogni giorno. E no, non sono affatto "innocui", come molti sembrano considerarli. Attraverso la ricostruzione di dieci casi di femminicidio tra i più sconvolgenti degli ultimi anni, Roberta Bruzzone analizza i principali preconcetti culturali e sociali che hanno operato in queste vicende inconcepibili, eppure reali. Stereotipi, pregiudizi e tabù a cui hanno obbedito un po' tutti: le vittime, gli assassini, l'opinione pubblica e perfino i media che ne hanno parlato. Il quadro che ne emerge non è consolatorio: le idee sessiste sono ancora molto radicate, in ognuno di noi, senza distinzioni di condizione economica e culturale. Lungi dal voler giudicare, ma con lucidità e senza fare sconti a nessuno, Favole da incubo intende aiutarci a prendere coscienza di quelle voci che parlano dentro di noi, spingendoci ancora, nostro malgrado, a fare distinzioni di genere nella vita di ogni giorno. Perché la presa di coscienza è il primo, necessario passo per cominciare a scardinare questi schemi mentali e fare in modo che crimini tanto orribili non trovino più un terreno in cui mettere radici, crescere e riprodursi. Intervenire in tempo per fermare l'escalation è possibile, e soprattutto è possibile innescare quel profondo cambiamento culturale che può mettere fine una volta per tutte alla violenza sulle donne. Locandina di e con Roberta Bruzzone
Il lago dei cigni
Teatro DonizettiUno degli immortali capolavori della storia del balletto del XIX secolo firmato Marius Petipa. Rappresentato nel 1877 per la prima volta al Teatro Bol’šoj di Mosca, nonostante le musiche di Caikovskij, nell’immediato non ebbe il successo che fu poi raggiunto nel 1894, anno in cui venne messo in scena al Teatro Marijinskij di San Pietroburgo. Il Lago dei Cigni racconta l’incantevole storia d’amore fra il giovane principe Siegfried e Odette, una creatura ultraterrena trasformata in cigno dal perfido mago Rothbart per aver rifiutato il suo amore. A far rivivere l’emozione di questo classico dalle atmosfere ovattate il Balletto dell’ Opera di Iasi, una delle più acclamate Compagnie di danza classica che da più di ventiquattro anni compie tournée in tutta Europa. Disegni di luci e scenografie suggestive immergeranno il pubblico in sala nella candida atmosfera del lago dei cigni più famoso del mondo. TRAMA Atto I Nel giardino del castello di una principessa si tiene una festa in onore del figlio Sigfrido, che festeggia il raggiungimento della maggiore età. Lui trascorre il tempo circondato da amici. Nel bel mezzo della festa, appare la Regina madre, che annuncia al figlio che è giunto il momento di sposarsi. A tale scopo sarà organizzato un grande ballo per la sera successiva, durante il quale gli verranno presentate diverse ragazze per scegliere la futura sposa. La festa continua dopo l’uscita della principessa, con balli d'insieme, con le battute e gli espedienti del giullare, seguiti con indulgenza dall'insegnante di ballo del principe. Poi, più tardi, gli ospiti entrano nel castello. Sigfrido rimane dietro di loro, vuole stare solo con i suoi pensieri. Mentre il maestro di ballo e il giullare lo seguono, il principe si dirige pensieroso verso la riva del lago nel parco del castello, dove si possono intravedere le misteriose rovine di un antico palazzo. I suoi pensieri sono interrotti dall'apparizione di uno stormo di cigni, che vola oltre, fermandosi sull'altra sponda, vicino alle rovine. Desideroso di dar loro la caccia, il principe prende la sua balestra e corre da solo nella foresta. In questo finale, il meraviglioso tema dei cigni risuona in tutta la sua portata romantica, come un leitmotiv. Atto II Dall'altra parte del lago, le rovine si riflettono cupamente nell'acqua calma. Uno dopo l'altro, sullo specchio del lago compaiono cigni bianchi galleggianti. Arrivati a riva, si trasformano in ragazze che ballano con leggerezza. Sigfrido, seguendo i cigni, prende di mira la più bella, e rimane stupito dalla loro miracolosa trasformazione. All'inizio un po' spaventati, i cigni lo circondano e la più bella di loro, Odette, svela il loro segreto. Il genio del male, Rothbart, le ha trasformate in cigni, e solo in questo luogo solitario, di notte, possono riacquistare, per pochi istanti, le loro sembianze umane. Siegfried è determinato a combattere per sconfiggere Rothbart, ma Odette lo avverte che combattere non sarà la soluzione per spezzare la maledizione. L'incantesimo sarà dissipato solo dall'amore sconfinato di un giovane che professerà il suo amore invitandola al ballo del giorno successivo per
Il lago dei cigni
Teatro DonizettiUno degli immortali capolavori della storia del balletto del XIX secolo firmato Marius Petipa. Rappresentato nel 1877 per la prima volta al Teatro Bol’šoj di Mosca, nonostante le musiche di Caikovskij, nell’immediato non ebbe il successo che fu poi raggiunto nel 1894, anno in cui venne messo in scena al Teatro Marijinskij di San Pietroburgo. Il Lago dei Cigni racconta l’incantevole storia d’amore fra il giovane principe Siegfried e Odette, una creatura ultraterrena trasformata in cigno dal perfido mago Rothbart per aver rifiutato il suo amore. A far rivivere l’emozione di questo classico dalle atmosfere ovattate il Balletto dell’ Opera di Iasi, una delle più acclamate Compagnie di danza classica che da più di ventiquattro anni compie tournée in tutta Europa. Disegni di luci e scenografie suggestive immergeranno il pubblico in sala nella candida atmosfera del lago dei cigni più famoso del mondo. TRAMA Atto I Nel giardino del castello di una principessa si tiene una festa in onore del figlio Sigfrido, che festeggia il raggiungimento della maggiore età. Lui trascorre il tempo circondato da amici. Nel bel mezzo della festa, appare la Regina madre, che annuncia al figlio che è giunto il momento di sposarsi. A tale scopo sarà organizzato un grande ballo per la sera successiva, durante il quale gli verranno presentate diverse ragazze per scegliere la futura sposa. La festa continua dopo l’uscita della principessa, con balli d'insieme, con le battute e gli espedienti del giullare, seguiti con indulgenza dall'insegnante di ballo del principe. Poi, più tardi, gli ospiti entrano nel castello. Sigfrido rimane dietro di loro, vuole stare solo con i suoi pensieri. Mentre il maestro di ballo e il giullare lo seguono, il principe si dirige pensieroso verso la riva del lago nel parco del castello, dove si possono intravedere le misteriose rovine di un antico palazzo. I suoi pensieri sono interrotti dall'apparizione di uno stormo di cigni, che vola oltre, fermandosi sull'altra sponda, vicino alle rovine. Desideroso di dar loro la caccia, il principe prende la sua balestra e corre da solo nella foresta. In questo finale, il meraviglioso tema dei cigni risuona in tutta la sua portata romantica, come un leitmotiv. Atto II Dall'altra parte del lago, le rovine si riflettono cupamente nell'acqua calma. Uno dopo l'altro, sullo specchio del lago compaiono cigni bianchi galleggianti. Arrivati a riva, si trasformano in ragazze che ballano con leggerezza. Sigfrido, seguendo i cigni, prende di mira la più bella, e rimane stupito dalla loro miracolosa trasformazione. All'inizio un po' spaventati, i cigni lo circondano e la più bella di loro, Odette, svela il loro segreto. Il genio del male, Rothbart, le ha trasformate in cigni, e solo in questo luogo solitario, di notte, possono riacquistare, per pochi istanti, le loro sembianze umane. Siegfried è determinato a combattere per sconfiggere Rothbart, ma Odette lo avverte che combattere non sarà la soluzione per spezzare la maledizione. L'incantesimo sarà dissipato solo dall'amore sconfinato di un giovane che professerà il suo amore invitandola al ballo del giorno successivo per
A Christmas Carol Musical
Teatro DonizettiIl più famoso romanzo di Natale di Charles Dickens, adattato per il teatro musicale da Melina Pellicano (autrice e regista) con le musiche di Stefano Lori e Marco Caselle, è pronto a far sognare adulti e bambini. Sul palco nel ruolo di Ebenezer Scrooge, Fabrizio Rizzolo e un cast artistico di oltre 20 elementi, 150 costumi di Marco Biesta e musiche originali. Tutto l’aspetto visivo dello spettacolo è curato da Alessandro Marrazzo: disegno luci, effetti speciali e imponenti scenografie (con Francesco Fassone). Melina Pellicano, regista e autrice del libretto nell'adattamento al musical ha voluto essere il più fedele possibile al romanzo perché la scrittura di Dickens si mostra già di per sé molto teatrale. Il vecchio Ebenezer Scrooge, dopo la morte del suo socio d’affari Jacob Marley, continua a condurre il suo banco d’affari con cinica avarizia rifuggendo da ogni rapporto umano e affamando il suo sfortunato impiegato Bob Cratchit. Scrooge odia il Natale e nemmeno l’invito a cena di suo nipote riesce a fargli cambiare idea. La notte della vigilia riceve la visita del fantasma del suo defunto socio Jacob Marley che gli annuncia la visita di tre spiriti. Lo spirito dei Natali passati gli mostra gli errori della sua vita passata, lo spirito del Natale presente gli fa vedere la felicità che il Natale genera, mentre lo spirito dei Natali futuri gli mostra il suo orrendo destino qualora non modificasse la vita che ora conduce. Dopo la visita degli spiriti Scrooge si risveglia la mattina di Natale profondamente cambiato nell’anima, aprirà finalmente i suoi occhi a sentimenti di generosità e amore. D’ora in poi non mancherà mai di festeggiare il Natale e non perderà nessuna occasione per fare del bene. Scrooge compie una trasformazione, un cambiamento importante la notte della vigilia di Natale. Il Natale può essere un'occasione in cui potersi fermare a riflettere, un momento per porsi in maniera propositiva verso il cambiamento. Diventa un'occasione per un coraggioso atto di trasformazione, che ognuno di noi vorrebbe fare, ma che spesso dimentica. NOTE DI REGIA La solitudine di Scrooge e la sua ricchezza economica sono in contrapposizione con la serenità della famiglia e la modesta situazione sociale degli altri personaggi. La ricchezza d'animo e il coraggio di far fronte ad una situazione poco agiata sono la vera ricchezza. È un concetto vecchio, ma assolutamente attuale. C'è qualche differenza nella vicenda e nei personaggi – dichiara la regista - ma sempre nel rispetto del racconto originale e nello spirito di Dickens. Questo è stato voluto ed è un piccolo modo personale per rendere omaggio allo scrittore. Ho scelto di aprire lo spettacolo con il monologo e la canzone del piccolo Tim (il figlio piccolo di Bob Cratchit, impiegato di Scrooge), per affidare ad un bambino il compito di spiegare "come stanno veramente le cose", per spiegare al pubblico il punto di vista di un bambino che guarda al mondo con occhi limpidi e senza giudizio. Tiny Tim racconta infatti che Scrooge "non è capace di sorridere ed è
Concerto di Capodanno
Teatro SocialeIl Concerto di Capodanno dell'Orchestra Filarmonica Italiana si preannuncia come un evento straordinario e imperdibile, perfetto per accogliere il nuovo anno all'insegna della grande musica. Con il tema "Le Danze d'Europa", l'orchestra ci accompagnerà in un meraviglioso viaggio sonoro attraverso le diverse tradizioni musicali europee, esplorando l'essenza della danza popolare, da Vienna all'Italia, passando per il cuore dell'Europa centrale. Il programma del concerto include capolavori di compositori che hanno saputo catturare l'anima delle danze popolari e trasformarle in opere d'arte senza tempo. Il repertorio di Johann Strauss, "Il Re del Valzer", con le sue celebri polke e valzer viennesi, evocherà l'eleganza e l'energia della capitale austriaca durante il periodo d'oro della musica da ballo. Ogni nota di Strauss porta con sé il fascino di una festa, una celebrazione della vita e della gioia, che troverà nel Capodanno un perfetto palcoscenico. Antonín Dvořák, invece, con le sue Danze Slave, ci farà immergere nelle calde e suggestive atmosfere dell'Europa centrale. Le sue melodie, ricche di vivacità e sentimento, riflettono l'orgoglio della cultura popolare della sua terra natale, la Repubblica Ceca. Dvořák è maestro nel fondere tradizione e innovazione, creando una musica che incanta e trascina, capace di parlare al cuore di chiunque l'ascolti. Non mancherà un omaggio all'Italia con le musiche di Ottorino Respighi, il compositore che ha saputo riscoprire e valorizzare il patrimonio musicale italiano. Le sue opere, ispirate alla musica rinascimentale e barocca, saranno un tributo alla nostra tradizione culturale, in un perfetto equilibrio tra passato e modernità. Respighi è celebre per la sua capacità di evocare immagini vivide attraverso la musica, e nel contesto di questo concerto, saprà trasportarci nei paesaggi e nei saloni da ballo delle corti italiane. Infine, le composizioni di Johannes Brahms arricchiranno il programma con il loro tono solenne e maestoso, pur mantenendo un forte legame con le radici popolari tedesche. Le Danze Ungheresi di Brahms, in particolare, saranno un omaggio alla passionalità e alla potenza della musica popolare dell'Europa orientale, con il loro ritmo incalzante e le loro melodie accattivanti. Questo concerto rappresenta non solo un’occasione per celebrare l'inizio dell'anno nuovo, ma anche un'opportunità per riflettere sull'unità culturale dell'Europa attraverso la musica. Ogni brano eseguito dall'Orchestra Filarmonica Italiana sarà un tassello di un mosaico che racconta la diversità e la bellezza del nostro continente. Un evento che promette di essere un’esperienza coinvolgente e raffinata, capace di toccare il cuore e l’anima di ogni spettatore, e che, attraverso le danze, ci ricorda l'importanza della celebrazione, della condivisione e della gioia. Che siate appassionati di musica classica o semplicemente alla ricerca di un evento speciale per dare il benvenuto al nuovo anno, questo concerto saprà regalarvi emozioni indimenticabili. Locandina musiche di J. A. Strauss, O. Dvorak, O. Respighi, J. Brahms Direttore Andrea Oddone Orchestra Filarmonica Italiana In collaborazione con OFI Orchestra Filarmonica Italiana Durata 1 ora e 5 minuti senza intervallo
Giselle
Teatro DonizettiBalletto romantico per eccellenza, nasce dalla fantasia del grande scrittore Théophile Gautier, affascinato dalla leggenda delle Willi, personaggi della tradizione popolare tedesca. Le Willi sono spiriti di giovani donne in abito nuziale decorate, morte per amore prima del matrimonio, che vagano nei boschi al calare delle tenebre in cerca di vendetta sugli uomini da cui sono state tradite, costringendoli al ballo fino alla morte stessa. Il celebre balletto viene riproposto in maniera unica e mistica dal Balletto del Teatro dell’Opera della Romania con eccezionali costumi e scenografie su coreografie ottocentesche di Jean Coralli. Versione originale, curata da un chiaro esempio di balletto romantico dove si fondono sacro e profano, carne e spirito, amore e morte, dimensione terrestre e celeste, pantomima e "ballet blanc". A distanza di oltre un secolo e mezzo Giselle continua ad affascinare il pubblico. Lo contrassegnano due ruoli paradigmatici del repertorio accademico: la Contadinella Giselle che muore di pazzia d'amore, e l'innamorato Albrecht, il principe che gioca con essa e la tradisce, per poi redimersi. Un Balletto che riempirà d’amore e passione tutto il pubblico. TRAMA Il balletto si compone in due atti: il primo riguarda la vicenda di Giselle che culmina nella sua morte; il secondo atto invece riguarda la leggenda delle Villi e l'amore di Giselle per Albrecht che culmina nella volontà di salvargli la vita, anche se questo è stato la principale causa della sua morte. Atto I In un villaggio durante la vendemmia, tra le viti, una giovane contadina, Giselle, che adora ballare e che darebbe la vita per questa sua passione, si innamora di un giovane, Albrecht, di cui ignora le origini poiché si presenta e la corteggia travestito da popolano: lui è un principe. Giselle e Albrecht danzano gioiosamente nonostante i continui richiami della madre di questa, che la ammonisce per le sue precarie condizioni di salute. Il contendente di Albrecht, geloso di questo amore di Giselle, notando il mantello di questo e la sua spada, capisce come stanno veramente le cose. La corte, impegnata in una battuta di caccia, entra nel villaggio per trovare ristoro. Tra i vari componenti di questa, c'è anche la promessa sposa di Albrecht, una nobile. Il rivale in amore smaschera il principe davanti a tutti: Giselle, perdutamente innamorata, impazzisce e muore per il dolore. Atto II Nel mezzo della notte, Albrecht si reca nella foresta, dove trova la tomba di Giselle, indicata con una croce. Disperato prega davanti alla tomba della ragazza e da lì esce questa trasformata in una villi. La regina delle Villi raduna a sé tutte le sue discepole e insieme a loro inizia a danzare con Albrecht. Il loro intento era quello di far morire per sfinimento il giovane e ci sarebbero riuscite se non fosse intervenuta Giselle a sostenerlo fino all'alba, momento in cui le altre villi sono costrette a svanire. Locandina Musiche di A. Adam Coreografie J. Coralli Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Iasi
Silvia Mezzanotte in “Vorrei che fosse amore”. Omaggio a Mina
Teatro Donizetti“Vorrei che fosse amore” OMAGGIO A MINA Questo è il titolo del nuovo progetto presentato dal Nuovo Teatro Verdi di Montecatini Terme, che avrà come protagonista la straordinaria voce di Silvia Mezzanotte. Il 23 agosto 1978, al Teatro Bussoladomani sul lungomare di Lido di Camaiore, Mina saliva sul palco per il suo ultimo live, prima del definitivo ritiro dalle scene. Un concerto destinato a consacrarla per sempre come la grande icona della musica italiana. E sarà proprio quella notte indimenticabile l’ambientazione del recital a lei dedicato. L’atmosfera e le luci della Bussola, dieci elementi d'orchestra, due attori che, attraverso le canzoni più belle della Tigre di Cremona, svelano la loro insolita storia d’amore. A interpretarle Silvia Mezzanotte, poliedrica voce tra le più apprezzate del panorama italiano. Dopo il lungo sodalizio artistico con i Matia Bazar e decine di tournée in Italia e all'estero, ha pubblicato tre album da solista e partecipato come protagonista a numerosi spettacoli teatrali e televisivi. È del 2016 la sua vittoria del "Tale e Quale Show", con una serie di strepitose esibizioni tra cui spicca l'interpretazione di Brava, canzone portata al successo proprio da Mina. “La mia voglia di omaggiare Mina – racconta Silvia - è pari all’amore e al senso di gratitudine che nutro per lei come artista e come donna. Ed è la stessa che mi ha spinta ad accettare con entusiasmo il ruolo di protagonista di questo show”. Regia e testi sono curati da Gabriele Colferai. Sul palco ci sarà l’orchestra tutta al femminile Ensemble Le Muse, reduce dal glorioso tour italiano ed europeo di “Omaggio a Morricone – Musiche da Oscar”, con la direzione del Maestro Andrea Albertini. In scena Beatrice Baldaccini (Pretty Woman, Grease, Balliamo sul Mondo, Raffaella!) e Gabriele Colferai interpretano la coppia di innamorati che raccontano la loro storia sulle note dei più celebri successi di Mina: Parole parole; Insieme; Anche un uomo, Grande grande, grande; L'importante è finire e tanti altri. Canzoni che hanno fatto da colonna sonora a intere generazioni reinterpretate dalla Mezzanotte che, con talento e rispetto, renderà omaggio all’indiscussa regina della canzone italiana. Perché solo così si può celebrare un grande Mito: continuando a cantarlo. ALCUNI DEI BRANI IN PROGRAMMA Stasera io qui Ancora ancora ancora Amor mio Brava Città vuota E se domani Grande grande grande Insieme Io domani Io e te da soli La voce del silenzio L’importante è finire Mi sei scoppiato dentro al cuore Vorrei che fosse amore Locandina Voce Silvia Mezzanotte Direzione Andrea Albertini Orchestra Ensemble Le Muse Attori Beatrice Baldaccini e Gabriele Colferai Regia Gabriele Colferai
Ballo al Savoy
Teatro DonizettiBallo al Savoy non è solamente un’operetta (e lo è a tutti gli effetti!!, ma è molto di più. Oltre ai valzer, alle arie e ai duetti amorosi, questo lavoro è ricco di ritmi sfrenati, dal tango argentino allo swing, con chiarissime allusioni e riferimenti al musical che in quegli anni (siamo nel 1930) stava spopolando oltre oceano. In particolare è clamorosamente presente Cole Porter, di cui Abrahm inserisce una parafrasi di “Night and Day”. Il difficile compito è quello di allestire una sorta di musical, senza tradire lo spirito operettistico della trama e di parte delle musiche presenti. L’adattamento del copione è affidato a Silvia Felisetti, artista cui il titolo di “soubrette” (titolo che poche donne in Italia portano con pieno merito...) va comunque stretto, in quanto le sue conoscenze del teatro musicale vanno ben oltre il genere operettistico. Potendo disporre di molti cantanti-attori di valore, Silvia Felisetti ha reso molto più importanti alcuni personaggi che nell’originale hanno un peso marginale. La regia è affidata a Alessandro Brachetti, comico della compagnia, con all’attivo un’esperienza registica di grande valore. Stefano Giaroli Nizza, 1932. Nella Hall dell’Hotel Savoy si festeggia il ritorno del marchese Aristide di Faublais e della sua sposina Maddalena dal lungo viaggio di nozze. Ma Aristide riceve un telegramma dal suo avvocato, che lo informa che, per potere accedere al patrimonio del suo defunto padre, deve onorare un impegno preso in passato dal padre stesso, che consiste nel trascorrere una nottata con Tangolita, danzatrice spagnola. Aristide dovrà perciò trovare uno stratagemma per onorare l'impegno senza mettere a repentaglio il suo matrimonio… Locandina operetta-musical in due atti di Alfred Gruenwald e Fritz Loehner-Beda musica Paul Abraham regia Alessandro Brachetti con Silvia Felisetti, Alessandro Brachetti, Antonio Colamorea, Renata Campanella, Fulvio Massa, Simone Mastria, Alessandro Garuti Corpo di Ballo Novecento coreografie Salvatore Loritto Orchestra “Cantieri d’Arte” Maestro concertatore e direttore Stefano Giaroli scene e costumi ArteScenica Reggio Emilia produzione Teatro Musica Novecento Durata 2 ore e 5 minuti compreso intervallo
Rigoletto e Lucrezia Borgia: Victor Hugo da Donizetti a Verdi
Sala della Musica "M. Tremaglia" - Teatro DonizettiIncontro intorno all'opera "Rigoletto", in scena al Teatro Donizetti il 10 e 12 gennaio 2025 Lucrezia Borgia e Il re si diverte cioè Rigoletto: storie maledette in cui maternità e paternità redimono personaggi sinistri, moralmente e magari anche fisicamente 'brutti'. Tragedie sordide in cui, contro ogni apparenza, l'amor filiale farebbe fiorire germogli di umanità, se un Fato avverso non provvedesse con beffarda sistematicità a tranciarli. Un teatro così intenso, irregolare, che coltiva la categoria del Brutto, che accosta sublimità a nefandezze, che mescola tragico e grottesco, affascinò Romani e Donizetti nel 1833. E nel 1851 Piave e Verdi. Una volta di più, Donizetti si dimostra alfiere di un Teatro delle Novità di pieno Ottocento, di cui Verdi raccoglierà il testimone. Ne parlano Livio Aragona, Paolo Fabbri e Candida Mantica del Centro Studi Donizettiani della Fondazione Teatro Donizetti. Il repertorio d'immagini curato da Clelia Epis, Edoardo Cavalli e Maurizio Merisio, ugualmente ricercatori del Centro, darà conto di come il capolavoro verdiano è stato letto e interpretato scenicamente al Teatro Donizetti di Bergamo.