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Tano di Lammermoor – FAMILY

Ridotto Gavazzeni - Teatro Donizetti

Il piccolo Tano (un giovanissimo Gaetano Donizetti) ha 7 anni e un carattere burrascoso. Il litigio con i genitori è dietro l’angolo: questa volta la causa dell’arrabbiatura è il rifiuto di mangiare gli spinaci e la pretesa di mangiare solo ed esclusivamente la torta. E quindi? A letto senza cena. Fin qui niente di nuovo in casa Donizetti, ma cosa succede nella cameretta di Tano? Il giovane musicista sfoga tutta la sua rabbia sui suoi giocattoli: indossa la giacca del papà, si disegna i baffi e inizia a dare ordini a destra e a manca. Obbliga la bella Lucia (una burattina bellissima) a sposarsi con il cattivo Lord Bucklaw (un burattino con il ghigno perfido), costringe il Colonnello (un burattino scozzese pluridecorato) a fare la guardia al Castello di Lammermoor e infine carica il suo pupazzo musicista costringendolo a suonare continuamente. Ma i giocattoli hanno un segreto: sono vivi! Fino ad oggi la Regola delle Regole non era mai stata violate; essa impone che nessun giocattolo possa farsi vedere vivo dai bambini umani. Dopo una serie di peripezie e angherie la regola è infranta e Gaetano si trova a parlare, ragionare e discutere con i suoi giocattoli: insieme a loro farà un percorso di crescita che lo porterà a capire che obblighi e inganni non sono mai una buona idea e che tutti hanno diritti ma anche doveri. Così mentre mangia (non senza fatica) gli spinaci, permetterà a Lucia di incontrare e sposare il suo innamorato Edgardo. Chissà se, colpito dagli eventi magici di quella notte, Tano deciderà di dedicarsi alla musica e scrivere una bellissima opera dedicata proprio a Lucia di Lammermoor. Locandina un progetto di Manuel Renga e Simone Dini Gandini drammaturgia Simone Dini Gandini regia Manuel Renga con Daniele Cortesi e i suoi burattini e con Leonardo Moroni, Roberto Dibitonto, Francesca Longa supervisione musicale Alberto Zanardi produzione Fondazione Teatro Donizetti

€1,00
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Don Pasquale

Teatro Donizetti

Dramma buffo in tre atti di Giovanni Ruffini Musica di Gaetano Donizetti Prima rappresentazione: Parigi, Théâtre-Italien, 3 gennaio 1843 Edizione critica a cura di Roger Parker e Gabriele Dotto © Casa Ricordi, Milano con la collaborazione e il contributo del Comune di Bergamo e della Fondazione Teatro Donizetti INTRODUZIONE Nel 1843, Gaetano Donizetti è uno dei più celebri operisti europei e si divide fra l’Italia, Vienna e Parigi. È qui che, il 3 gennaio, fa rappresentare Don Pasquale al Théâtre-Italien, avamposto parigino dell’opera italiana dotato di un’eccezionale compagnia di canto. Donizetti ricicla un vecchio libretto scritto da Angelo Anelli per Stefano Pavesi, Ser Marcantonio, e lo fa rinfrescare da un esule mazziniano, Giovanni Ruffini, ma imponendogli tante e tali modifiche da esserne, in pratica, coautore. Il libretto verrà poi pubblicato anonimo con la sigla “M. A.”, che sta per il prestanome Michele Accursi, factotum parigino di Donizetti. L’opera ebbe subito un immediato successo ed è uno dei non molti titoli donizettiani a non essere mai uscito dal repertorio, sebbene in edizioni spesso pesantemente manomesse e scorrette. Al Donizetti Opera verrà presentata, per la prima volta, la nuova edizione critica a cura di Roger Parker e Gabriele Dotto. In Don Pasquale, Donizetti rielabora la più scontata e banale delle vicende comiche, già portata sulla scena infinite volte. Tutti i personaggi sono classici: il buffo gabbato, la primadonna viperina, il tenore sospiroso, il baritono maneggione. Però Don Pasquale non è soltanto l’ultimo capolavoro della grande tradizione buffa italiana, ma anche il primo dei tempi nuovi. Intessuta di valzer e galop – le musiche del suo tempo – la commedia borghese guarda ironicamente al passato ma è permeata di lirismo romantico: il momento in cui Norina schiaffeggia Pasquale è quasi tragico, e tutta l’opera vive di un meraviglioso equilibrio fra risate e lacrime. Il Festival la propone in un allestimento dell’Opéra di Dijon, firmato dalla celebre regista tedesca Amélie Niermeyer, diretta da Iván López Reynoso e con due protagonisti della scena operistica internazionale come Roberto de Candia e Javier Camarena, affiancati dai giovani talenti della Bottega Donizetti. TRAMA A Roma, il vecchio e ricco Don Pasquale da Corneto ha deciso di diseredare il nipote Ernesto, colpevole di aver rifiutato la mano di una ricca zitella perché innamorato di Norina, giovane vedova bella e spiritosa ma povera. Nonostante l’età, per avere una discendenza Don Pasquale decide quindi di sposarsi e incarica il Dottor Malatesta di trovargli moglie. Malatesta, che in realtà è amicissimo di Ernesto, gli decanta le virtù della “sorella” Sofronia, non solo bella ma anche modello di virtù domestiche e modestia femminile. Don Pasquale caccia di casa Ernesto senza tanti complimenti, mentre Malatesta raggiunge Norina per istruirla nella parte di Sofronia, di cui la ragazza si impadronisce perfettamente. Siamo al momento della presentazione dei due futuri coniugi. Sofronia si presenta velata, tutta timidezza e rossori; Don Pasquale ne è conquistato, tanto che decide di stendere subito il contratto di matrimonio con la complicità di un cugino di Malatesta che si finge notaio. Proprio in quel momento arriva Ernesto, che

€20,00