Featured Featured Event Series ITINERARIO DELL’ACQUA

ANNULLATO – ITINERARIO DELL’ACQUA

Bergamo Alta

Causa maltempo l’evento previsto per sabato 22 e domenica 23 marzo 2025 è annullato e al momento non sarà riprogrammato. Con la partecipazione di Massimiliano Milesi (sax tenore) e di Daniele Richiedei (violino e viola) Chi meglio di Uniacque, l’azienda a totale capitale pubblico che dal 2006 gestisce il servizio idrico integrato in Bergamo e provincia, può raccontare la storia sotterranea dell’acqua – grazie alla preziosa ed indispensabile collaborazione dei Gruppi speleo “Le Nottole” e l’Associazione Sebynica – in un sito prestigioso come la cornice di Città Alta? L’Itinerario dell’acqua si sviluppa su un tratto di strade e viuzze di circa 3 km, interamente entro le spettacolari Seicentesche Mura Veneziane: un itinerario – Aquae Ductus Bergomensis – che prenderà per mano l’ospite guidandolo attraverso epoche storiche diverse, dove l’evoluzione artistica, architettonica e ingegneristica del complesso acquedottistico si manifesta in tutta la sua lungimiranza. Sono 15 le tappe identificative del nostro giro all’interno delle Mura. Il punto di ritrovo della visita e prima tappa della stessa sarà presso Colle Aperto. Si passa poi alla sala superiore della Porta di Sant'Alessandro, in cui ammirare il passaggio dell' acquedotto dei Vasi. Si prosegue in piazza Mascheroni, sotto la quale è nascosto uno dei grandi serbatoi di riserva delle acque, per poi scendere alla sorgente del Vagine e risalire fino a via Arena, lungo il percorso dell' Acquedotto Magistrale. Si raggiungono poi la fontana di Antescolis, il fontanone visconteo e la piazza Vecchia, per ammirare la fontana Contarini. Dalla piazza si passa al lavatoio di piazza Angelini, spostandosi a seguire su via Gombito per la fontana di San Pancrazio e raggiungendo infine piazza Mercato delle scarpe, dove è possibile ammirare un’altra cisterna. La visita potrebbe terminare alla fontana di Sant' Eufemia. Ma quest'anno ci sarà una novità! Alcune delle tappe di Itinerario dell’Acqua saranno accompagnate da momenti musicali di cui saranno protagonisti, in solo o in duo, il sassofonista Massimiliano Milesi e il violinista e violista Daniele Richiedei. Le musiche proposte seguiranno un itinerario improvvisativo spaziando da echi folkorici al jazz e alla musica contemporanea. Massimiliano Milesi e Daniele Richiedei condividono l’esperienza dell’ensemble sperimentale Take Off, diretto dal compositore Mauro Montalbetti. Un progetto che mescola la musica contemporanea con l’improvvisazione collettiva. I due musicisti, facendo tesoro delle idee sviluppate in questo laboratorio, intrecceranno le rispettive sensibilità per dare corpo ad un dialogo ricco e sfaccettato. I ruoli dei rispettivi strumenti muteranno continuamente alla ricerca di timbri inusuali e misteriose fluttuazioni ritmico-melodiche. Il tempo di percorrenza medio – calcolato, come si conviene, su un passo più “turistico”, su chi indugia doverosamente sulle bellezze storico/artistiche e architettoniche – è di circa 2 ore e mezza. In collaborazione con UniAcque

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JORDINA MILLÀ – BARRY GUY Duo

Teatro Sant'Andrea

JORDINA MILLÀ – BARRY GUY Duo Bergamo jazz ospita per la prima volta una delle menti più immaginifiche del più avanzato jazz europeo, ma non solo, personalità centrale della musica improvvisata sin dalla fine degli anni Sessanta: l’inglese Barry Guy. Riassumere in poche righe la sua frenetica attività è opera quantomeno limitativa. Val la pena tuttavia ricordare le collaborazioni con i connazionali Evan Parker, Derek Bailey, Paul Rutherford, Tony Oxley e Paul Lytton e con gli americani Cecil Taylor, Roscoe Mitchell e Marilyn Crispell. Capitolo a sé riveste la London Jazz Composer’s Orchestra, una delle più fulgide esperienze di integrazione fra composizione e improvvisazione che lungo il suo percorso ha incrociato le ance di Anthony Braxton e il pianoforte di Irene Schweizer. Forte di un bagaglio tecnico-espressivo che gli permette una padronanza del suo strumento che ha pochi eguali, Barry Guy ha anche suonato con orchestre classiche (The Orchestra of St. John’s Smith Square, City of London Sinfonia, Monteverdi Orchestra, The Academy of Ancient Music, Kent Opera, The London Classical Players) e con la violinista Maya Homburger, sua compagna anche nella vita, esplora anche il mondo della musica antica. Il sodalizio con Jordina Millà è abbastanza recente: il suo avvio risale al 2017, quando il contrabbassista inglese ha coinvolto la pianista catalana, allieva del connazionale Agustì Fernandez, in un ensemble di improvvisatori riunito in occasione del Barcelona’s Mixtur Festival. Successivamente i due musicisti hanno inciso String Fables, pubblicato nel 2021 dall’etichetta polacca Fundacja Słuchaj. Del febbraio del 2022 è la registrazione dell’album Live In Munich, edito lo scorso anno da ECM. L’ascolto di quest’ultimo disco rivela una perfetta assonanza di intenti che sottende un dialogo assolutamente paritario dalla palpabile tensione espressiva, che combina la libera improvvisazione con elementi propri del linguaggio classico-contemporaneo. Locandina JORDINA MILLÀ – BARRU GUY Duo Jordina Millà pianoforte Barry Guy contrabbasso

€12,00
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TANIA GIANNOULI & NIK BÄRTSCH Piano Duo

Sala Piatti

TANIA GIANNOULI & NIK BÄRTSCH Piano Duo Già protagonisti di Bergamo Jazz rispettivamente nel 2022 e 2023, con le rispettive solo performance, la greca Tania Giannouli e l’elvetico Nik Bärtsch, due tra i più interessanti e quotati esponenti del pianismo europeo degli ultimi decenni, tornano al Festival per presentare in prima italiana un duo che si è già messo in luce in diversi altri festival del Vecchio Continente. Ciò che lega i due pianisti è una visione comune che li ha già portati ad essere definiti «partner musicali ideali», ognuno dei quali apporta qualcosa di diverso, pur rimanendo fedele a se stesso e nel contempo al servizio del dialogo con il collega di strumento. Il duo si muove tra atmosfere ipnotiche e dinamiche, dove fa capolino anche un tocco di sensualità. Nik Bärtsch ha pubblicato sette album con ECM dal suo debutto con l'etichetta tedesca avvenuto nel 2006. La sua musica è riccamente concettuale e fortemente influenzata dal minimalismo e dalla composizione classica contemporanea. Tania Giannouli, la cui popolarità è in crescita costante, anche in Italia, ha invece uno stile più lirico, che allude sottilmente alle melodie popolari del suo paese di origine. Il duo spinge i confini di ciò che si intende per “suonare il pianoforte”. Bärtsch sa essere particolarmente ritmico e possiede una padronanza della tastiera totale, esaltandone anche le peculiarità percussive, mentre Giannouli si esprime principalmente attraverso una vena melodica naturale, sfruttando anche lei le risorse più nascoste del proprio strumento. Insieme, i due pianisti promettono una musica aperta all’invenzione del momento, dove imprevedibilità e fisicità comunicativa si compenetrano. In collaborazione con FONDAZIONE MIA Locandina TANIA GIANNOULI & NIK BÄRTSCH Piano Duo Tania Giannouli pianoforte Nik Bärtsch pianoforte

€12,00
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STICK MEN

Teatro Sociale

STICK MEN featuring TONY LEVIN, MERKUS REUTER & PAT MASTELOTTO Bergamo Jazz 2025 allarga i propri orizzonti proponendo un formidabile trio che trae linfa vitale dalla commistione fra improvvisazione, experimental rock e altro ancora, oltre che dalla straordinaria padronanza strumentale dei suoi componenti. Stick Men, ovvero gli uomini dello Stick, prendono il nome dal particolare strumento inventato negli anni Settanta da Emmett Chapman, sorta di incrocio tra basso elettrico e chitarra, dotato in genere di 10 corde suonate con la tecnica tapping, che prevede l’uso indipendente delle mani. Massimo virtuoso dello Stick è considerato Tony Levin, uomo di fiducia di Peter Gabriel e di tanti altri, oltre che membro di varie edizioni dei King Crimson dal 1981 in avanti. Allo Stick si è anche convertito il chitarrista tedesco Markus Reuter. Il terzo elemento è il batterista Pat Mastelotto, che i più conoscono per averlo ascoltato nelle ultime edizioni degli stessi King Crimson, anche in quella con ben tre batteristi. Nato a Boston nel 1946, Tony Levin ha iniziato a suonare quando aveva 10 anni. Alle scuole superiori passò al basso elettrico e incontrò il batterista Steve Gadd, anch’egli destinato a una carriera luminosa e insieme al quale Tony Levin fece parte nei primi anni Settanta del gruppo del flicornista Chuck Mangione. Da qui in avanti si sono spalancate innumerevoli porte. L’elenco delle collaborazioni di Tony Levin, sia in studio che on stage, è infatti pressoché infinito: oltre a Peter Gabriel e i King Crimson, John Lennon, James Taylor, Andy Summers, David Bowie, Pink Floyd, Paul Simon, Lou Reed, Gary Burton, Alice Cooper, gli italiani Claudio Baglioni e Ivano Fossati, solo per fare qualche nome tra i tantissimi possibili. Markus Reuter ha iniziato come pianista, convertendosi poi alla chitarra, grazie agli studi con la Guitar Craft di Robert Fripp, e poi allo Stick e alla Touch Guitar. Ha realizzato diversi dischi solisti e suona con varie band, tra cui i Centrozoon e i Tuner, ovvero un duo con Pat Mastelotto. È anche stato membro dell’Europa String Choir e ha collaborato con Ian Boddy, Robert Rich, Tim Bowness e altri. Pat Mastelotto si è avvicinato alla batteria da autodidatta, sviluppando anche uno spiccato interesse per l’elettronica.  Tra le collaborazioni principali ci sono Mr. Mister, XTC, David Sylvian, The Rembrandts e il finlandese Kimmo Pohjonen, oltre naturalmente ai King Crimson, nei quali ha avuto modo di cementare il sodalizio con Tony Levin. Locandina STICK MEN featuring TONY LEVIN, MERKUS REUTER & PAT MASTELOTTO Tony Levin chapman stick e basso elettrico Markus Reuter chitarra e chapman stick Pat Mastelotto batteria

€16,00

Mostra “Filippo Siebaneck: un uomo di cultura per Bergamo”

Donizetti Studio

Inaugurazione mostra: mercoledì 19 marzo 1025 – ore 18 Apertura al pubblico: mercoledì 19 marzo 1025 dalle ore 18.30 alle ore 20 da giovedì 20 a domenica 23 marzo dalle ore 18.30 fino alle ore 20.30 Attraverso l’esposizione di fotografie che lo ritraggono assieme a grandi artisti, di manifesti e documenti, la Fondazione Teatro Donizetti e Bergamo Jazz, insieme al Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo e agli Amici dell’Accademia Carrara, intendono ricordare, a 25 anni dalla scomparsa, Filippo Siebaneck, che per molti decenni è stato uno straordinario uomo di cultura che ha segnato la vita delle Istituzioni culturali della città di Bergamo e non solo. Nello specifico, nella nostra città, con la Rassegna Internazionale del Jazz, con il Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, con l’Accademia Carrara e con numerose mostre d’arte - tre su tutte: quella su Giovan Battista Moroni nel 1979, Tesori Miniati nel 1995 e il Bicentenario della Carrara nel 1996 – Filippo Siebaneck si è distinto come persona che ha cercato in tutti i modi di creare e valorizzare una immagine di Bergamo come città d'arte e di cultura. In qualità di Presidente della Azienda Autonoma del Turismo, ma ancora prima di ricoprire tale incarico, Filippo Siebaneck è stato - insieme a un gruppo di appassionati di musica jazz, tra i quali il giornalista Paolo Arzano - uno dei motori della Rassegna Internazionale del Jazz, di cui Bergamo Jazz è l’erede naturale. Rimasta in vita dal 1969 al 1978 e poi per due altre edizioni nel 1982 e 1983, la Rassegna ha ospitato, al Teatro Donizetti e poi al Palazzetto dello Sport, nomi illustri quali Julian “Cannonball” Adderley, Dizzy Gillespie, Maynard Ferguson, Lionel Hampton, Keith Jarrett, Max Roach, Gerry Mulligan, Art Blakey, Charles Mingus, Herbie Hancock, Archie Shepp, Sam Rivers, Elvin Jones, Art Ensemble of Chicago, Chick Corea, Lee Konitz, Freddie Hubbard e moltissimi altri. Per chi ha avuto modo di conoscerlo e per chi lo scoprirà, Filippo Siebaneck è ben rappresentato in queste poche parole tolte da un discorso tenuto all’assemblea annuale degli Amici della Accademia Carrara, associazione che ha presieduto per un trentennio: «Non siamo lieti di godere noi stessi delle cose belle e grandi: vogliamo che anche gli altri conoscano, imparino, godano come noi». Parole che si adattano perfettamente anche al jazz. In collaborazione con FESTIVAL PIANISTICO INTERNAZIONALE DI BRESCIA E BERGAMO ASSOCIAZIONE AMICI DELL'ACCADEMIA CARRARA

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MARC RIBOT Quartet “Hurry Red Telephone” (1° set) / DIANNE REEVES (2° set)

Teatro Donizetti

MARC RIBOT Quartet “Hurry Red Telephone” Marc Ribot è uno dei chitarristi più innovativi e immaginifici della scena musicale contemporanea, non solo jazz. Nel suo vasto e variegato bagaglio di esperienze collaborative compaiono infatti nomi come Tom Waits, John Zorn, Elvis Costello, Caetano Veloso, Vinicio Capossela, Allen Ginsberg, Robert Plant, Marianne Faithfull, Jack McDuff, i Lounge Lizards di John Lurie. E l’elenco potrebbe andare avanti a lungo. Anche l’attività in proprio non conosce sosta, scandita da album e gruppi quali Rootless Cosmopolitans, che è anche il titolo del suo album d’esordio nelle vesti di leader, Los Cubanos Postitzos, Shrek, Ceramic Dog e Spiritual Unity. Quest’ultimo vedeva in campo Henry Grimes e il batterista Chad Taylor: quel gruppo, nato in omaggio ad Albert Ayler, è rimasto in vita fino al ritiro dalle scene nel 2018 del leggendario contrabbassista. «Gli ultimi concerti con Henry sono stati la migliore musica in cui abbia mai suonato... o che abbia mai sentito...», ricorderà Ribot, che da allora si è riproposto di ritrovarsi con Chad Taylor per continuare a suonare sulla linea tracciata da Spiritual Unity. Ed ecco “Hurry Red Telephone”, nome che deriva da una citazione della poesia di Richard Siken “Several Tremendous”. Lo stesso Ribot presenta i suoi due nuovi partner: «Quando ho sentito per la prima volta il basso di Sebastian Steinberg, ho pensato: “Ecco chi sto cercando: un improvvisatore dotato, un musicista con un groove profondo e totalmente originale. Abbiamo lavorato insieme nella mia band Shrek e in altri progetti dai primi anni '90, fino a quando Sebastian si è trasferito a Los Angeles, e sono entusiasta di riprendere la nostra collaborazione». E di Ava Mendoza, ospite di Bergamo Jazz nel 2022 con un folgorante concerto in solo all’Accademia Carrara, dice: «È la persona perfetta per completare questo quartetto: grande solista, sensibile partner in contesti di insieme, impavida chitarrista/improvvisatrice che sa come movimentare le cose». Questi i presupposti della nuova band: ora la parola è alla musica, che sicuramente sarà difficile da incasellare. Un po’ spiazzante così come è sempre stato Marc Ribot. ________________________________ DIANNE REEVES Torna a Bergamo Jazz, a dieci anni esatti dalla sua precedente apparizione, Dianne Reeves, una delle voci femminili più intense e coinvolgenti del jazz contemporaneo, già vincitrice di ben cinque Grammy Awards per altrettanti album, il quarto dei quali ottenuto per la colonna sonora del film di George Clooney Good Night and Good Luck.  Film che ha donato a Dianne Reeves meritata notorietà planetaria. Nata a Detroit in una famiglia dove la musica era di casa – il padre, morto quando lei aveva solo due anni, era un cantante, mentre sua madre suonava la tromba e suo cugino era il famoso tastierista George Duke, Dianne Reeves ha iniziato a cantare e a suonare il pianoforte agli inizi degli anni Settanta. Durante un concerto a Chicago venne notata dal trombettista Clark Terry, che la volle nel suo gruppo. In seguito al trasferimento a Los Angeles iniziò a collaborare con Stanley Turrentine e con altri. L’album d’esordio

€15,00