INCONTRIAMO IL JAZZ: L’arte dell’improvvisazione

Auditorium di Piazza della Libertà

Lezioni-concerto rivolte agli studenti delle scuole secondarie di I e II grado L’ARTE DELL’IMPROVVISAZIONE Le lezioni-concerto rivolte agli allievi delle scuole secondarie intendono avvicinare gli studenti all’improvvisazione attraverso diversi esempi interattivi nei quali si ripercorre l’evoluzione del jazz dalle origini afroamericane ad oggi. Un viaggio in continuo cambiamento capace di cogliere e sviluppare in tempo reale le qualità creative dei suoi protagonisti (da Louis Armstrong a Coltrane e oltre), sulla base delle diverse culture con cui il jazz viene a contatto. L’improvvisazione, cioè la capacità di autografare in tempo reale ogni materiale musicale secondo la personalità di ogni musicista, è sicuramente uno degli elementi tipici del jazz. È ciò che più di altri lo differenzia dalla musica di tradizione europea, nella quale si sono cristallizzate due distinte figure: quella del compositore e quella dell’esecutore. Nel jazz, al contrario, convivono entrambe nello stesso individuo che inventa, interpreta, dialoga con gli altri musicisti in tempo reale rendendo la musica unica e irripetibile. Tuttavia, l’improvvisazione non si improvvisa ma è una disciplina rigorosa fondata su regole ben precise a cui attenersi, che al tempo stesso vengono reinventate. La lezione concerto progettata dal CDpM per Bergamo Jazz intende evidenziarle attraverso l’esperienza diretta dei ragazzi. In collaborazione con CDpM EUROPE Locandina Giulio Visibelli flauto e sax soprano Claudio Angeleri pianoforte Paola Milzani voce Gabriele Comeglio sax alto e clarinetto Marco Esposito basso Matteo Milesi batteria Maurizio Franco musicologo

Free

INCONTRIAMO IL JAZZ: L’arte dell’improvvisazione

Auditorium di Piazza della Libertà

Lezioni-concerto rivolte agli studenti delle scuole secondarie di I e II grado L’ARTE DELL’IMPROVVISAZIONE Le lezioni-concerto rivolte agli allievi delle scuole secondarie intendono avvicinare gli studenti all’improvvisazione attraverso diversi esempi interattivi nei quali si ripercorre l’evoluzione del jazz dalle origini afroamericane ad oggi. Un viaggio in continuo cambiamento capace di cogliere e sviluppare in tempo reale le qualità creative dei suoi protagonisti (da Louis Armstrong a Coltrane e oltre), sulla base delle diverse culture con cui il jazz viene a contatto. L’improvvisazione, cioè la capacità di autografare in tempo reale ogni materiale musicale secondo la personalità di ogni musicista, è sicuramente uno degli elementi tipici del jazz. È ciò che più di altri lo differenzia dalla musica di tradizione europea, nella quale si sono cristallizzate due distinte figure: quella del compositore e quella dell’esecutore. Nel jazz, al contrario, convivono entrambe nello stesso individuo che inventa, interpreta, dialoga con gli altri musicisti in tempo reale rendendo la musica unica e irripetibile. Tuttavia, l’improvvisazione non si improvvisa ma è una disciplina rigorosa fondata su regole ben precise a cui attenersi, che al tempo stesso vengono reinventate. La lezione concerto progettata dal CDpM per Bergamo Jazz intende evidenziarle attraverso l’esperienza diretta dei ragazzi. In collaborazione con CDpM EUROPE Locandina Giulio Visibelli flauto e sax soprano Claudio Angeleri pianoforte Paola Milzani voce Gabriele Comeglio sax alto e clarinetto Marco Esposito basso Matteo Milesi batteria Maurizio Franco musicologo

Free
Featured Featured

ARUAN ORTIZ “Cuba(an)ism”

Teatro Sant'Andrea

ARUAN ORTIZ "Cub(an)ism" Il viaggio musicale di Bergamo Jazz 2025 prende avvio con un pianista di origine cubana che ormai da anni ricopre un ruolo importante nel panorama jazzistico contemporaneo. Nato a Santiago de Cuba, Aruán Ortiz si è poi stabilito a Brooklyn e in Spagna: tra i musicisti d’oltreoceano con cui ha collaborato ci sono Esperanza Spalding, James Brandon Lewis, Greg Osby, Andrew Cyrille, Cindy Blackman Santana, Terri Lyne Carrington, Oliver Lake, Don Byron, Rufus Reid, Wadada Leo Smith, Wallace Roney e altri ancora. Per l’etichetta svizzera Intakt ha registrato diversi album, tra i quali Cub(an)ism, inciso in solitudine nel 2016 e diventato riferimento delle sue performance di solo piano. Un disco i cui brani, come scriveva Florian Keller nelle note di copertina, sono nati «da idee e stati d'animo specifici, sviluppati impercettibilmente lungo costruzioni sistematiche condite di imprevisti. Nonostante una certa aderenza formale, la musica di Cub(an)ism rimane sempre sensuale. Utilizzando sistemi chiari ma flessibili, la musica vive di strutture e sorprese. Le strutture cristalline si dissolvono bruscamente, le forme chiare si confondono come un riflesso nell'acqua in tempesta, prima di riemergere. La musica di Ortiz respira questa magia, il fascino di strutture che danzano». Quello di Aruán Ortiz è dunque un pianismo eclettico, che trae linfa vitale dalle varie esperienze vissute in giro per il mondo, a contatto con culture diverse. Locandina ARUAN ORTIZ Cub)an)ism Aruan Ortiz pianoforte

€12,00
Featured Featured Event Series GIANLUCA ZANELLO “Kayros Trio”

GIANLUCA ZANELLO “Kayros Trio”

Il Circolino di Città Alta

GIANLUCA ZANELLO “Kayros Trio” Tre musicisti dalla forte personalità riuniti in un trio dalla insolita configurazione, intimo e nello stesso tempo energico. Attivi in numerosi progetti del panorama europeo, Il sassofonista Gianluca Zanello e i suoi due partner esplorano gli estremi delle rispettive sonorità offrendo un repertorio vario e suggestivo, incentrato su composizioni originali intervallate da momenti di improvvisazione. Il sassofonista fa parte di diversi gruppi, tra cui la Panorchestra di Tino Tracanna, i Dolphians di Federico Calcagno e il quintetto di Giovanni Falzone. Il pianista Filippo Rinaldo è membro fondatore del collettivo Milanese “Conserere”, dedicato alla ricerca nella musica estemporanea, mentre il contrabbassista Stefano Zambon alterna all’attività di sideman quella di compositore e di leader del sestetto MutatuM. Locandina GIANLUCA ZANELLO “Kayros Trio” Gianluca Zanello sax alto Filippo Rinaldo tastiera Stefano Zambon contrabbasso

Free

Mostra “Filippo Siebaneck: un uomo di cultura per Bergamo”

Donizetti Studio

Inaugurazione mostra: mercoledì 19 marzo 1025 – ore 18 Apertura al pubblico: mercoledì 19 marzo 1025 dalle ore 18.30 alle ore 20 da giovedì 20 a domenica 23 marzo dalle ore 18.30 fino alle ore 20.30 Attraverso l’esposizione di fotografie che lo ritraggono assieme a grandi artisti, di manifesti e documenti, la Fondazione Teatro Donizetti e Bergamo Jazz, insieme al Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo e agli Amici dell’Accademia Carrara, intendono ricordare, a 25 anni dalla scomparsa, Filippo Siebaneck, che per molti decenni è stato uno straordinario uomo di cultura che ha segnato la vita delle Istituzioni culturali della città di Bergamo e non solo. Nello specifico, nella nostra città, con la Rassegna Internazionale del Jazz, con il Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, con l’Accademia Carrara e con numerose mostre d’arte - tre su tutte: quella su Giovan Battista Moroni nel 1979, Tesori Miniati nel 1995 e il Bicentenario della Carrara nel 1996 – Filippo Siebaneck si è distinto come persona che ha cercato in tutti i modi di creare e valorizzare una immagine di Bergamo come città d'arte e di cultura. In qualità di Presidente della Azienda Autonoma del Turismo, ma ancora prima di ricoprire tale incarico, Filippo Siebaneck è stato - insieme a un gruppo di appassionati di musica jazz, tra i quali il giornalista Paolo Arzano - uno dei motori della Rassegna Internazionale del Jazz, di cui Bergamo Jazz è l’erede naturale. Rimasta in vita dal 1969 al 1978 e poi per due altre edizioni nel 1982 e 1983, la Rassegna ha ospitato, al Teatro Donizetti e poi al Palazzetto dello Sport, nomi illustri quali Julian “Cannonball” Adderley, Dizzy Gillespie, Maynard Ferguson, Lionel Hampton, Keith Jarrett, Max Roach, Gerry Mulligan, Art Blakey, Charles Mingus, Herbie Hancock, Archie Shepp, Sam Rivers, Elvin Jones, Art Ensemble of Chicago, Chick Corea, Lee Konitz, Freddie Hubbard e moltissimi altri. Per chi ha avuto modo di conoscerlo e per chi lo scoprirà, Filippo Siebaneck è ben rappresentato in queste poche parole tolte da un discorso tenuto all’assemblea annuale degli Amici della Accademia Carrara, associazione che ha presieduto per un trentennio: «Non siamo lieti di godere noi stessi delle cose belle e grandi: vogliamo che anche gli altri conoscano, imparino, godano come noi». Parole che si adattano perfettamente anche al jazz. In collaborazione con FESTIVAL PIANISTICO INTERNAZIONALE DI BRESCIA E BERGAMO ASSOCIAZIONE AMICI DELL'ACCADEMIA CARRARA

Free
Featured Featured Event Series GIANLUCA ZANELLO “Kayros Trio”

GIANLUCA ZANELLO “Kayros Trio”

Il Circolino di Città Alta

GIANLUCA ZANELLO “Kayros Trio” Tre musicisti dalla forte personalità riuniti in un trio dalla insolita configurazione, intimo e nello stesso tempo energico. Attivi in numerosi progetti del panorama europeo, Il sassofonista Gianluca Zanello e i suoi due partner esplorano gli estremi delle rispettive sonorità offrendo un repertorio vario e suggestivo, incentrato su composizioni originali intervallate da momenti di improvvisazione. Il sassofonista fa parte di diversi gruppi, tra cui la Panorchestra di Tino Tracanna, i Dolphians di Federico Calcagno e il quintetto di Giovanni Falzone. Il pianista Filippo Rinaldo è membro fondatore del collettivo Milanese “Conserere”, dedicato alla ricerca nella musica estemporanea, mentre il contrabbassista Stefano Zambon alterna all’attività di sideman quella di compositore e di leader del sestetto MutatuM. Locandina GIANLUCA ZANELLO “Kayros Trio” Gianluca Zanello sax alto Filippo Rinaldo tastiera Stefano Zambon contrabbasso

Free
Featured Featured

ANTONIO FARAÒ Trio “Tributes” (1° set) / LIZZ WRIGHT (2° set)

Teatro Sociale

ANTONIO FARAÒ Trio “Tributes” featuring AMEEN SALEEM & JEFF BALLARD Per la prima volta ospite di Bergamo Jazz, Antonio Faraò presenta il suo ultimo progetto, Tributes, sentito omaggio ad alcuni illustri colleghi di strumento, da McCoy Tyner a Chick Corea, che hanno avuto un ruolo importante nel plasmare la personalità musicale del pianista italiano. Ma in Tributes c’è anche altro: «In questo nuovo progetto ho voluto rendere omaggio ad alcuni grandi musicisti che nel corso degli anni mi hanno regalato forti emozioni artistiche e umane, oltre che ad alcuni luoghi, come Calvì, dove ho avuto modo di conoscere formidabili musicisti della scena jazz francese, tra cui i grandi Didier Lockwood e Michel Petrucciani, a cui è dedicato il brano “Memories of Calvì”», commenta lo stesso Antonio Faraò, al cui fianco ci saranno sul palco del Teatro Sociale il contrabbassista Ameen Saleem, artista a tutto tondo originario di Washington D.C., e il batterista Jeff Ballard, già partner di Chick Corea e Brad Melhdau e ben conosciuto dal pubblico di Bergamo Jazz. Nato a Roma nel 1965, ma lombardo di adozione, Antonio Faraò è pianista ferratissimo, molto considerato a livello internazionale: tra i suoi estimatori c’è Herbie Hancock, che più volte lo ha invitato a partecipare al Global Concert dell’International Jazz Day. Impressionante è la lista di musicisti dai nomi altisonanti con i quali ha avuto modo di collaborare: Jack DeJohnette, Chris Potter, Daniel Humair, Gary Bartz, Lee Konitz, Steve Grossman, Billy Cobham, Bireli Lagrène, Dennis Chambers, Claudio Fasoli, André Ceccarelli, Ivan Lins; Jeff “Tain” Watts, Benny Golson, Von Freeman, Chico Freeman, Miroslav Vitous, John Abercrombie Didier Lockwood, Billy Hart, Lenny White, Eddie Gomez, Bob Berg, Joe Lovano, Dave Liebman; Wayne Shorter, Johnny Griffin, Richard Galliano, Al Jarreau, Marcus Miller, Charles Tolliver, Toots Thielemans, Christian McBride, George Garzone e altri ancora. Dal 2023 è coinvolto nel progetto McCoy Tyner Legends, quintetto nel quale Antonio Faraò, unico componente non statunitense del gruppo, si trova a fianco di Chico Freeman, Steve Turre, Avery Sharpe e Ronnie Burrage. Nel 2024 è uscito per la Criss Cross l’album Tributes nel quale Faraò è affiancato da John Patitucci e Jeff Ballard. _______________________________________ LIZZ WRIGHT Il New York Times ha descritto la sua voce come «un contralto morbido e scuro, dotato di qualità che si potrebbero associare al bourbon invecchiato in botte o alla pelle morbida come il burro». Lizz Wright è tra le voci nere degli ultimi decenni che con la sua forza interpretativa meglio riflettono il tessuto culturale afro-americano, traendo ispirazione dalla sua educazione nel Sud della Georgia, dove esordì come direttrice musicale di una piccola chiesa di cui il padre era il pastore. «Le mie influenze sono molto chiare: è sufficiente ascoltare la mia musica», racconta oggi Lizz Wright, «La mia era una famiglia molto spirituale e fortemente legata alla terra, avendo da generazioni una tradizione contadina. Ciò che si sente nella mia musica non è solo il mio retaggio afro-americano, ma anche quello di una persona che vive connessa alla terra. Cerco quindi

€20,00