La cultura nei regimi dittatoriali: fra propaganda e arte libera
Sala della Musica "M. Tremaglia" - Teatro DonizettiProgetto intorno allo spettacolo Re Lear è morto a Mosca Le dittature usano spesso, nel loro assoggettamento delle popolazioni, i diversi linguaggi artistici (Cinema, Arte Visiva e Musica) strumentalizzandoli per la propria propaganda. Lo spettacolo Re Lear è morto a Mosca mostra come i regimi dittatoriali, in questo caso quello di Stalin, temano la libertà culturale, motivo per cui i protagonisti del teatro ebreo di Mosca sono stati uccisi, chiudendo un’esperienza riconosciuta in tutta Europa. Negli incontri, curati da esperti dei singoli settori, verrà proposta una riflessione sui linguaggi artistici durante le dittature con l’obiettivo offrire una conoscenza storica, ma anche di dare strumenti di decodificazione e lettura sui linguaggi e sui messaggi che essi possono trasmettere. Progetto realizzato in collaborazione con ISREC - Istituto Bergamasco per la Storia della Resistenza e Dell'Età Contemporanea. Mercoledì 4 dicembre 2024, ore 18.00 Sala della Musica “M. Tremaglia” – Teatro Donizetti L’arte al servizio del regime. Il regime al servizio dell’arte Continuità e discontinuità del cinema tra propaganda fascista e primo dopoguerra a cura di Isrec – relatori Luciana Bramati (Isrec) e Giorgio Giovanetti (Istituto nazionale Ferruccio Parri) Durante l’incontro si analizzerà quanto il cinema, da massimo strumento di costruzione del consenso per il regime, diventi veicolo della costruzione della memoria della lotta per la libertà. I casi di alcuni registi aiuteranno a sviluppare il tema. Prenota il tuo posto qui Mercoledì 11 dicembre 2024, ore 18.00 Sala della Musica “M. Tremaglia” – Teatro Donizetti Sulle note di una canzone I casi del Canto dei deportati, delle Canzoni tristi di Frida Misul e di Fischia il vento a cura di Isrec – relatori Elisabetta Ruffini e Angelo Bendotti (Isrec) Dentro la violenza di un lager, di fronte alla violenza fascista che bracca i partigiani sui monti, cantare insieme diventa un momento per prendere consapevolezza dell’esperienza che si sta vivendo ritrovando l’orizzonte per pensare al domani. I relatori presenteranno alcuni casi di canzoni che sono diventate espressione della dimensione collettiva ed eccezionale del campo e della lotta partigiana. Prenota il tuo posto qui Mercoledì 18 dicembre 2024, ore 18.00 Sala della Musica “M. Tremaglia” – Teatro Donizetti Arte e regime La potenza dell’estetica a cura di Maria Grazia Recanati (Politecnico delle Arti di Bergamo - Accademia Carrara di Belle Arti) Da sempre l’arte ha avuto rapporti con il potere. In senso di compromesso, dissenso, collaborazione. Il XX secolo ha registrato in particolare due episodi storicamente molto significativi: i due regimi totalitari della Germania nazista e dell'Unione sovietica comunista. Quali sono stati gli atteggiamenti degli artisti nei confronti di questi regimi al loro presentarsi? Come hanno reagito i due regimi alle nuove ricerche artistiche che le avanguardie storiche presentavano? Attraverso alcuni casi emblematici, affronteremo il tema così delicato del rapporto fra l’arte e il regime, che intende condizionare in modo complessivo e totale la coscienza umana. Prenota il tuo posto qui Tutti gli incontri sono a ingresso gratuito su prenotazione su EventBrite (apertura prenotazioni a partire dal 18 novembre 2024)
I ragazzi irresistibili
Teatro DonizettiI due protagonisti della commedia di Neil Simon, giustamente giudicato uno dei maggiori scrittori americani degli ultimi cinquant’anni, sono due anziani attori di varietà che hanno lavorato in coppia per tutta la loro vita dando vita ad un duo diventato famoso come “I ragazzi irresistibili” e che, dopo essersi separati per insanabili incomprensioni, sono chiamati a riunirsi, undici anni dopo, in occasione di una trasmissione televisiva che li vuole insieme, per una sola sera, per celebrare la storia del glorioso varietà americano. In scena vediamo i due vecchi attori che, con le loro diverse personalità, cercano di ricucire quello strappo che li ha separati per tanti anni nel tentativo di ridare vita ad un numero comico che li ha resi famosi. Le incomprensioni antiche si ripresentano più radicate e questa difficile alchimia è il pretesto per un gioco di geniale comicità e di profonda melanconia. Certi scambi di battute e situazioni esilaranti sono fonte non solo di comicità ma anche di uno sguardo di profonda tenerezza per quel mondo del teatro che, quando vede i suoi protagonisti avviati sul viale del declino, mostra tutta la sua umana fragilità. Umberto Orsini e Franco Branciaroli si ritrovano insieme per ridare vita a questo testo, che in questi anni è diventato un classico, nel tentativo di cogliere tutto quello che lo rende più vicino al teatro di un Beckett (Finale di Partita) o addirittura a un Cechov (Il Canto del Cigno) piuttosto che a un lavoro di puro intrattenimento. In questo omaggio al mondo degli attori, alle loro piccole e deliziose manie e tragiche miserie, li affianca la regia di Massimo Popolizio che ritrova nei due protagonisti quei compagni di strada coi quali ha condiviso tante esperienze tra le più intense e significative del teatro di questi anni. Ispirata alla vita di una famosa coppia di artisti del vaudeville, Joe Smith e Charles Dale, The Sunshine Boys di Neil Simon debuttò a Broadway nel 1972 con la regia di Alan Arkin. Numerosi e di grande successo nei decenni successivi gli allestimenti teatrali in tutto il mondo e, con la sceneggiatura dell’autore, pluripremiata la versione cinematografica del 1975 diretta da Herbert Ross, protagonisti Walter Matthau e George Burns. Del 1995 è la trasposizione per il piccolo schermo statunitense affidata a due stelle di prima grandezza: Woody Allen e Peter Falk. Locandina di Neil Simon traduzione Masolino D’Amico regia Massimo Popolizio con Umberto Orsini, Franco Branciaroli, Flavio Francucci, Chiara Stoppa, Eros Pascale, Emanuela Saccardi scene Maurizio Balò costumi Gianluca Sbicca luci Carlo Pediani suono Alessandro Saviozzi produzione Teatro de Gli Incamminati, Compagnia Orsini, Teatro Biondo Palermo in collaborazione con CTB Centro Teatrale Bresciano e con AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali e Comune di Fabriano Durata 2 ore compreso intervallo