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“La milonga del fútbol” con Federico Buffa in scena al Teatro Donizetti venerdì 23 febbraio

“La milonga del fútbol” con Federico Buffa in scena al Teatro Donizetti venerdì 23 febbraio

Dopo Davide Enia con il suo Italia Brasile 3 a 2, è ancora il mondo del calcio ad essere protagonista della sezione Storia, Teatro e Società della Stagione di Prosa 2023/2024 della Fondazione Teatro Donizetti: venerdì 23 febbraio (ore 20.30) è infatti in programma al Teatro Donizetti La milonga del fútbol, spettacolo che vedrà in scena Federico Buffa, giornalista, cronista sportivo, e scrittore, noto volto televisivo che racconterà le storie potenti, intrise di romanticismo e italianità, di tre grandi mancini del calcio argentino, Renato Cesarini, Omar Sivori e Diego Armando Maradona.  Regia di Pierluigi Iorio. Musiche originali di Alessandro Nidi eseguite dal vivo da Alessandro Nidi (pianoforte) e da Mascia Foschi (voce). Disegno luci di Francesco Adinolfi. Produzione International Music and Arts. Durata: 90 minuti senza intervallo. Prezzi biglietti: posto unico 19 Euro, ridotto 15 Euro. «La Milonga del Fútbol è un racconto di cento anni di storia argentina, dal glorioso passato al più brillante futuro, intriso di romanticismo e passione, con radici profonde nella sto­ria moderna d’Italia; una summa di sport e musica, universalmente riconosciuti come grandi propagatori di emozioni», racconta il regista Pierluigi Iorio, «L’immagi­ne rarefatta del porto di Genova, dal quale partiva il piroscafo Mendoza e con il quale comincia lo spettacolo, ci immerge, ipso facto, nel turbinío di sentimenti contrastanti scatenato dal fenomeno dell’emigrazione italiana dei primi del Novecento. Con uno sguardo ai “conquistadores” dei secoli pre­cedenti e alle aspirazioni autoctone, via via, prendono vita sul palcoscenico eroi religio­si e divinità pagane; sacro e profano, nella terra in cui la rappresentazione teatrale è ancora oggi chiamata Función. Tra conti­nui rimandi e asimmetrie temporali, con le curve dinamiche delle vite dei protagonisti che, ineludibilmente, a un certo punto, si collegano, assistiamo alle gesta sportive di campioni senza età, incastonate nella mera­vigliosa diversità di quell’emporio mondiale chiamato Argentina, un melting pot di culture e tradizioni. Non poteva che essere il Tan­go, a volte il miglior stato d’animo per osser­vare l’arte, a tenere il ritmo, cadenzando il racconto come un respiro dell’anima». «Per questo progetto ambizioso abbiamo lavorato affinché la narrazione fosse dinamica, epica, improvvisa, gioiosa, drammatica, in una tri­dimensione relazionale e scenica, provando a non perdere mai il contatto con il tempo (cristallizzandolo, anzi, nell’esaltazione del­la memoria); amando visceralmente tutti i personaggi raccontati, dai protagonisti che vivono di pallone e sogni ai deuteragonisti che, con le loro azioni, determinano desti­ni politici e sociali; armonizzando la parola che, con la sua potenza evocativa, trasmette spunti vitali allo spettatore per alimentarne la fantasia. La Milonga del Fútbol diventa an­che uno strumento per analizzare fenomeni sociali, che parte da una ricerca qualitativa sui tre metodi di comunicazione scelti. Ascol­tiamo, dunque, il canto potente e, allo stesso tempo, suadente di Mascia Foschi; le note di velluto (che accarezzano e alimentano il rac­conto) di Alessandro Nidi, decisamente più che un pianista; le parole di Federico Buffa, interprete sopraffino della narrazione moder­na, che nel pizzicare le corde dell’anima e del cuore, ci racconta la vita che, con la sua maestria, diventa letteratura», conclude il

“La milonga del fútbol” con Federico Buffa in scena al Teatro Donizetti venerdì 23 febbraio2024-02-13T15:26:32+01:00

“Raccontami di domani” di César Brie con Vera Dalla Pasqua e Rossella Guidotti in scena giovedì 22 febbraio al Teatro Sociale

L’universo femminile spiato dalla serratura del bagno: è questo l’assunto attorno al quale ruota Raccontami di domani, quinto titolo della Stagione di Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti, in programma giovedì 22 febbraio al Teatro Sociale (ore 20.30). Lo spettacolo, scritto e diretto dall’argentino Cèsar Brie, figura centrale del teatro contemporaneo di ricerca, vedrà in scena le attrici Vera dalla Pasqua e Rossella Guidotti. Musica di Paolo Brie. Luci di Stefano Colonna. Scene e costumi a cura della compagnia. Produzione Agidi. Durata: 60 minuti senza intervallo. Biglietti: intero: 19 Euro, ridotto 15 Euro. Raccontami di domani racconta l’amicizia di due donne: nel bagno conversano, si sistemano, si preparano. Scoprono i cambi dei loro corpi, si confessano, si lavano il corpo e l’anima. In questo bagno gli oggetti più umili diventano compagni di scena. Attraverso il percorso delle vite di due ami­che, Cèsar Brie crea una poesia scenica sull'essere donna ed il trascorrere del tempo. «La proposta è al passo con l'epoca attuale. L'universo femminile occupa il centro della scena. L'Io stabilisce un ponte con il Noi; ciò che è pub­blico in connessione con ciò che è privato: è anche un tratto distintivo del regista. Un viaggio nelle vite comuni che genera identifi­cazione ed emozioni intense. Niente è fuori dall'ordinario. O tutto lo è, perché, come as­sicura una delle due donne, la quotidianità è sacra. Accade qualcosa di speciale con gli oggetti negli spettacoli di Brie, che iniziò la sua vita artistica nella poesia e sembra non separarla mai dal teatro. Il testo di per sé è poetico. Possiede bellezza, musicalità e rit­mo. Si crea una poesia scenica sull’es­sere donna, il ciclo della vita ed il passare del tempo, che commuove il pubblico», osserva Daniela Yaccar. César Brie nasce a Buenos Aires, Argentina. Arriva in Italia a 18 anni con la Comuna Bai­res, gruppo teatrale di cui è cofondatore. Si separa dalla Comuna nel 1975 e comincia a sviluppare un’arte apolide, a stretto contat­to con le molte realtà incontrate in una vita passata per scelta in esilio. Nel 1975 crea a Milano il Collettivo teatrale Tupac Amaru. Dal 1981 al 1990 lavora insieme a Iben Nagel Rasmussen nel Gruppo Farfa e poi nell'Odin Teatret in Danimarca nelle vesti di autore, regista e attore. Nel 1991 fonda in Bolivia il Teatro de Los Andes. Con questo gruppo ha creato spettacoli che partono dalla storia o dai classici, ma calati profondamente nell’at­tualità: una serie di lavori esemplari destinati a girare il mondo. Oggi, Cesar Brie è ancora in Italia svolgendo attività  come pedagogo e come autore e attore.

“Raccontami di domani” di César Brie con Vera Dalla Pasqua e Rossella Guidotti in scena giovedì 22 febbraio al Teatro Sociale2024-02-13T14:52:39+01:00

La Fondazione Teatro Donizetti partecipa al Concorso Progetto Art Bonus dell’Anno con la Stagione di Prosa e Altri Percorsi 2022/2023

La Fondazione Teatro Donizetti partecipa con la Stagione di Prosa e Altri Percorsi e Operetta 2022/2023 alla nuova edizione del concorso per premiare il Progetto Art Bonus dell’Anno.  Fino alle ore 12 del 1° marzo è possibile sostenerne la candidatura al link https://artbonus.gov.it/concorso/2024/, entrando nella sezione Spettacolo dal Vivo, e poi, nell’apposita pagina, cliccando il pulsante VOTA IL PROGETTO su “Bergamo – Fondazione Teatro Donizetti”. La Stagione di Prosa e Altri Percorsi 2022/2023 ha conosciuto ampio successo di pubblico portando sui palcoscenici del Donizetti e del Teatro Sociale spettacoli e artisti di assoluto valore, da Silvio Orlando con La vita davanti a sé a Michele Placido con La Bottega del caffè, da Elisabetta Pozzi con Maria Stuarda a Ottavia Piccolo con Cosa nostra spiegata ai bambini, da Carrozzeria Orfeo e il suo Miracoli Metropolitani a Elio Germano con Paradiso XXXIII. Nell’arco della Stagione si sono svolti anche numerosi progetti dedicati al coinvolgimento di studenti e alla formazione di personale tecnico. Nel loro insieme le proposte della Fondazione Teatro Donizetti mirano a soddisfare il desiderio di avvicinarsi al mondo del teatro da parte di pubblici diversi, di tutte le età, con uno sforzo produttivo che necessità di risorse oggi reperibili anche attraverso l’Art Bonus, sempre più sentito proprio dai cittadini non solo come un bonus fiscale ma anche come un’opportunità per esprimere riconoscenza verso le istituzioni del proprio territorio e condividere i valori della cultura. Il Concorso Art Bonus è organizzato dal Ministero della cultura, ALES Spa e Promo PA Fondazione – LuBeC allo scopo di promuovere una sempre più diffusa conoscenza dell’Art Bonus (legge n. 106/2014), la misura fiscale introdotta per incentivare le donazioni a favore della cultura attraverso un beneficio fiscale del 65%. È stato ideato nel 2016 con l’obiettivo di premiare l’impegno di quanti, beneficiari e mecenati, rendono possibile attraverso l’Art Bonus il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese. Ogni anno sul portale governativo Art Bonus vengono selezionati i progetti che nell’ultimo anno hanno chiuso con successo una loro raccolta fondi Art Bonus, e questi progetti vengono inseriti nella pagina del sito dedicata al concorso dove avvengono le votazioni nella prima fase, cui segue, dal 4 al 18 marzo, una finale che si tiene solo sui canali social di Art Bonus, alla quale partecipano i 40 progetti più votati considerando le due categorie.

La Fondazione Teatro Donizetti partecipa al Concorso Progetto Art Bonus dell’Anno con la Stagione di Prosa e Altri Percorsi 2022/20232024-02-13T14:46:44+01:00

“La Maria Brasca” di Giovanni Testori e con la regia di André Ruth Shammah arriva al Teatro Donizetti da martedì 13 a domenica 18 febbraio

Terzo appuntamento per la Stagione di Prosa 2023/2024 della Fondazione Teatro Donizetti: dopo Iliade. Il gioco degli dèi con Alessio Boni e Boomers di Marco Paolini, il Teatro Donizetti ospita La Maria Brasca di Giovanni Testori con la nuova regia di André Ruth Shammah, in cartellone da martedì 13 a domenica 18 febbraio, con replica straordinaria sabato 17 alle ore 17 (spettacoli serali inizio ore 20.30, domenica 18 ore 15.30). In palcoscenico quattro attori: Marina Rocco, nel ruolo che fu di Franca Valeri e poi di Adriana Asti, Mariella Valentini, Luca Sandri, Filippo Lai. Scene di Gianmaurizio Fercioni. Costumi di Daniela Verdenelli. Luci di Oscar Frosio. Musiche di Fiorenzo Carpi. Riallestimento a cura di Albertino Accalai per la scena e Simona Dondoni per i costumi. Produzione Teatro Franco Parenti e Fondazione Teatro della Toscana. Durata: 2 ore compreso intervallo La Maria Brasca è una storia al femminile disegnata negli anni Sessanta con efficace realismo sociale dal grande drammaturgo Giovanni Testori. Un ritratto in­delebile e senza tempo di una donna capace di lottare e di non cedere mai davanti a “sta bestiata che è il mondo”. La Maria Brasca fa la calzettaia in una fab­brica di Niguarda, periferia milanese, e – con qualche scandalo per la gente – fa l’amore come gli uomini: senza problemi. Ma un giorno le capita di innamorarsi di Romeo, un ragazzotto più giovane di lei, nullafacente, un po’ mascalzone che la fa impazzire di passione. Alla Brasca non importa se Ro­meo la tradisce. Lei sa che quello per Ro­meo è un amore definitivo e lo difende come una tigre perché vuole da lui cose definitive. Maria Brasca è «personaggio femminile indimenticabile, una donna vincente che grida al mondo la potenza della passione e l’amore per la vita vissuta fuori da ogni convenzione: uno sti­molo a inseguire i propri sogni e vivere con grande fiducia nel futuro», come osserva nelle sue note di regia Andrée Ruth Shammah. «La prima Maria Brasca di Giovanni Testori è stata Franca Valeri nel marzo del 1960», racconta sempre la regista, «Trent’anni dopo Adriana Asti ha debuttato come Maria Brasca, con la mia regia, proprio dinanzi a lei. Alla prima di Milano, infatti, erano presenti entrambe: Adriana sul palco e Franca in prima fila. Adriana è scesa dal palco e nel parlare all’amica Giuseppa – un personaggio presente nella prima messa in scena del ‘60 – si è rivolta a Franca. Era un modo per creare un passaggio di testimone tra le due attrici e le due messe in scena. Oggi, a distanza di altri trent’anni, questa importante eredità passa a Marina Rocco. Per questo ad aprire lo spettacolo è oggi la voce di Adriana Asti che canta la meravigliosa canzone Quella cosa in Lombardia di Fiorenzo Carpi, con testo di Franco Fortini. Marina, riccioli biondi, labbra che si sposano con il timbro di una voce ferma ma tanto tanto attraente, la ascolta, sorride e manda un bacio, segno tangibile di un legame intangibile, proprio come quello di tanti anni prima

“La Maria Brasca” di Giovanni Testori e con la regia di André Ruth Shammah arriva al Teatro Donizetti da martedì 13 a domenica 18 febbraio2024-02-13T14:31:45+01:00

Per la Stagione di Operetta, Domenica 11 febbraio arriva al Teatro Donizetti “Stelle di Broadway”

Domenica 11 febbraio (ore 15.30; biglietti da 15 a 38 Euro, ridotti da 12 a 30 Euro), nell’ambito   della Stagione di Operetta della Fondazione Teatro Donizetti, la Compagnia Corrado Abbati presenta Stelle di Broadway, spettacolo che si rifà alla grande tradizione del musical americano. Coreografie di Francesco Frola. Direzione musicale di Barbara Cocconi. Produzione InScena srl. Durata: 90 minuti senza intervallo Stelle di Broadway è nato da un’idea dell’attore e regista Corrado Abbati e intende accompagnare idealmente lo spettatore sui più prestigiosi palcoscenici del mitico distretto dei teatri di New York, dove i sogni diventano real­tà, dove si può vivere “cantando sotto la pioggia”, incontrare “My fair lady”, stringersi “tutti insieme appassionatamente”, rivedere Evita sul suo balcone o lasciarsi trasci­nare da Ginger e Fred in uno scatenato tip tap. Le diverse estrazioni degli interpreti coinvolti nello spettacolo li han­no portati a fondere la propria esperienza specifica con quella degli altri, creando una ricchezza di intenti, accenti, sfumature, che si riverberano in un amalgama straordina­rio. Il risultato è una sorprendente performance dove canto, ballo, musica, si fanno un tutt’uno tipico dell’espressione più alta del genere musical. La storia della Compagnia di Operette Corrado Abbati si snoda in più di venticinque anni di attività, durante i quali sono stati realizzati una cinquantina di allestimenti. Dai titoli più noti e popolari come La vedova allegra, Cin-ci-là, Il paese dei campanelli, al recupero di operette meno famose ma proprio per questo ancora ricche di fascino, come Frasquita o Il conte di Lussemburgo di Franz Lehàr, Sissi di Fritz Kreisler, Madama di Tebe di Carlo Lombardo, L’Acqua cheta e Addio Giovinezza di Giuseppe Pietri, nonchè le commedie musicali Tea for Two di Vincent Youmans, My Fair Lady di Frederick Loewe, Hello, Dolly! di Jerry Herman, Can Can di Cole Porter, Bulli e Pupe di Frank Loesser. Tutto questo lavoro ha sempre perseguito la filosofia che ha portato la Compagnia Corrado Abbati ad essere oggi leader nazionale nel teatro d’operetta. Dal 1991 la Compagnia ha poi legato il proprio nome ad una vera e propria stagione di operette, realizzata in collaborazione con il Teatro Municipale “Romolo Valli” di Reggio Emilia e che ha dato vita ad una serie di nuove produzioni proposte con grandi consensi su tutto il territorio nazionale e spesso riprese dai canali televisivi della RAI. Dal 2000 si è poi anche affiancata la prestigiosa collaborazione del Teatro Verdi di Trieste, promotore del Festival estivo dell’operetta, che ha concesso alla Compagnia l’allestimento scenico di Mario Catalano per La vedova allegra, a cui è seguito, nella successiva stagione, quello di Cin-ci-là firmato da Sergio D’Osmo e nel 2005 Il Paese dei Campanelli. Da diversi anni, la Compagnia Corrado Abbati è ospite della Stagione di Operetta della Fondazione Teatro Donizetti.

Per la Stagione di Operetta, Domenica 11 febbraio arriva al Teatro Donizetti “Stelle di Broadway”2024-02-13T14:26:41+01:00

LEZIONI DI STORIA: La forza delle idee. Il 10 febbraio incontro con Alessandro Vanoli e “Cristoforo Colombo e l’Occidente”

Trascorsi cinque secoli, che senso ha ancora per parlare ancora di Cristoforo Colombo? E perché la sua memoria sembra vacillare fino a provocare l’abbattimento delle statue che lo celebrano in tutto il mondo? Sono queste alcune delle domande attorno alle quali ruoterà il quarto appuntamento con le Lezioni di Storia organizzate da Fondazione Teatro Donizetti in collaborazione con Editori Laterza e con il sostegno di Cassa Lombarda. Sabato 10 febbraio al Teatro Donizetti (ore 11), Alessandro Vanoli, storico, scrittore e divulgatore, affronterà il tema “Cristoforo Colombo e l’Occidente”, raccontando la vicenda dello “scopritore dell’America” e collocando la sua figura nella complessità della cultura occidentale. L’incontro verrà introdotto da Max Pavan, responsabile dell’informazione di Bergamo TV. Biglietti 10 Euro, con riduzione per le scuole. È stato per primo lo stesso Colombo a raccontare la sua vicenda: le attese, gli studi, i viaggi, le scoperte, i trionfi; e la sfida di quel mondo lontano e incomprensibile. Si dispiega davanti ai suoi e agli occhi di tutti quell’orizzonte vastissimo che lui, incapace di comprendere il senso della via che aveva tracciato, non ha mai saputo riconoscere fino in fondo. E la sua storia parla di noi. Della nostra eredità, del nostro futuro, delle nostre radici. Alessandro Vanoli è esperto di storia mediterranea. Ha insegnato all’Università di Bologna e per un breve periodo all’Università Statale di Milano, occupandosi di storia del Mediterraneo e della presenza islamica in Spagna e Sicilia. Da anni si occupa anche di comunicazione e divulgazione con progetti teatrali e attività didattiche legate alla conoscenza del mondo islamico e alla promozione della storia come parte irrinunciabile del rapporto tra culture differenti. Nel 2015 ha pubblicato Quando guidavano le stelle, racconto, in parte autobiografico, di un viaggio sviluppato nel tempo e nello spazio. Ad esso ha fatto seguire L'ignoto davanti a noi, in cui riprendeva lo stile narrativo del precedente lavoro, affrontando il tema della scoperta geografica e della fine dello spazio esplorabile. Sulla base di Quando guidavano le stelle e del saggio Storie di parole arabe, ha scritto il reading teatrale Le Parole e il mare, portato in scena dal 2017 assieme a Lino Guanciale e Marco Morandi. Ha curato la mostra Goccia a goccia dal cielo cade la vita. Acqua, Islam e Arte, allestita nel 2019 presso il Museo d'arte orientale di Torino). Collabora con la RAI e con il Corriere della Sera. Per Laterza è autore, con Amedeo Feniello, di Storia del Mediterraneo in 20 oggetti (2018) e Storia del mare (2022). Le Lezioni di Storia al Donizetti si concluderanno il 24 febbraio con lo storico dell’arte Costantino D'Orazio che delineerà un ritratto di Andy Warhol e del suo apporto alla cultura pop.

LEZIONI DI STORIA: La forza delle idee. Il 10 febbraio incontro con Alessandro Vanoli e “Cristoforo Colombo e l’Occidente”2024-02-13T14:23:32+01:00

“La casa degli spiriti” di Isabel Allende con Silvia Giulia Mendola in scena giovedì 8 febbraio al Teatro Sociale

La Stagione di Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti prosegue giovedì 8 febbraio al Teatro Sociale (ore 20.30) con La casa degli spiriti, spettacolo tratto dall’omonimo romanzo di Isabel Allende e interpretato da Silvia Giulia Mendola, attrice che si distingue da tempo nel saper portare sul palcoscenico con passione e originalità l’universo femminile. Adattamento e regia di Corrado Accordino. Musiche e voce dal vivo Linda Messerklinger. Scene e costumi di Elisa Bianchini.. Produzione Compagnia Teatro Binario 7 in collaborazione con PianoinBilico. Durata 70 minuti senza intervallo.  Biglietti: intero: 19 Euro, ridotto 15 Euro. «A mia madre, a mia nonna e alle altre stra­ordinarie donne di questa storia»: è la dedica che apre il romanzo di Isabel Allende La casa degli spiriti, un romanzo matriarcale. Le tre donne che rappresenta­no le diverse generazioni della famiglia sono complesse, complete e diversissime tra loro. Clara, la chiaroveggente, la figlia Blanca, l’artista, e Alba, che vive la rivoluzione. Ac­canto a loro molti altri personaggi femminili: nessuna di loro si presenta come un’eroina, tutte cercano di fare quello che trovano giu­sto. Ed è proprio da un punto di vista femmi­nile che prende avvio la narrazione in questo monologo, interpretato da una donna che, attraverso gli occhi e le voci di altre donne, racconta la storia di una famiglia. Le vicende si svolgono sullo sfondo politico-sociale del Cile durante gli ultimi decenni del Novecen­to, quelli del golpe del generale Pinochet del 1973, la violenza e il terrore della dittatura militare e la lenta ripresa di una vita norma­le, del ritorno della democrazia. A dar voce al monologo è Alba, che poi si calerà nelle vesti di tutte le donne che, una generazione dietro l’altra, le hanno consentito di essere quello che è ora. La loro storia, circolare ed ereditaria, è un misto di spiritismo, realtà e finzione, amori e crudeltà, carità e follia: nel loro mondo le bambine nascono con i capelli verdi e le apparizioni siedono a tavola con­versando con i mortali. Accanto a quello dei vivi si dispiega il mondo dei morti, vivi come chi è in vita.  La casa degli spiriti è la più intensa crea­zione artistica di Isabel Allende, portata con successo a teatro dal regista Corrado Ac­cordino, che ne ha curato anche la versione drammaturgica.  Questo, che fu il suo primo romanzo, all’e­poca (1982) fece scalpore, proiettandola nel gotha della letteratura internazionale, ma quando lo scrisse, Isabel Allende lo fece innanzitutto come forma di liberazione per­sonale dal durissimo decennio seguito al Golpe dei militari in Cile. Liberazione con una storia che tiene tutto insieme, micro e macro politica, con al centro la storica op­pressione del genere femminile. Diplomata all’Accademia dei Filodrammatici nel 2003, Silvia Giulia Mendola ha collezionato premi e riconoscimenti importanti, quali “Premio alla vocazione Hystrio 2004”, il concorso teatrale femminile “La Parola e il Gesto 2004”, la “Segnalazione Premio Ubu 2007” per lo spettacolo Sei personaggi in cerca d’autore, Primo Premio al Concorso Nazionale di prosa Salicedoro 2011. È presidente dell’Associazione culturale PianoinBilico, ha diretto spettacoli di grande successo

“La casa degli spiriti” di Isabel Allende con Silvia Giulia Mendola in scena giovedì 8 febbraio al Teatro Sociale2024-02-13T14:19:30+01:00

LEZIONI DI STORIA: La forza delle idee. Il 3 febbraio incontro con Piero Martin e “Galileo Galilei e la rivoluzione scientifica”

Iniziate con gli incontri con Alessandro Barbero e con Laura Pepe, riprendono dopo una settimana di pausa le Lezioni di Storia organizzate da Fondazione Teatro Donizetti in collaborazione con Editori Laterza e con il sostegno di Cassa Lombarda: sabato 3 febbraio al Teatro Donizetti (ore 11) sarà la volta di Piero Martin, docente di Fisica sperimentale all’Università di Padova, che affronterà il tema “Galileo Galilei e la rivoluzione scientifica”. L’incontro verrà introdotto da Max Pavan, responsabile dell’informazione di Bergamo TV. Biglietti 10 Euro, con riduzione per le scuole. “Sventurata la terra che ha bisogno di eroi”: quella che forse è la citazione più famosa della “Vita di Galileo” di Bertold Brecht può essere utilizzata per illustrare la portata della rivoluzione per il pensiero moderno operata dal suo artefice. Dopo Galileo la scienza non ha più bisogno di eroi, di depositari del sapere venerati e indiscutibili: grazie al "metodo" di colui che è considerate il padre della scienza moderna diventa infatti di tutti, cade il principio di autorità e prevale la forza dei fatti e degli esperimenti. La conoscenza del mondo non è più appannaggio di pochi, ma, anche grazie a un linguaggio condiviso, disponibile per tutti coloro che vogliano impegnarsi nella ricerca e accettino un confronto senza confini. Piero Martin è professore ordinario di Fisica sperimentale all’Università di Padova ed è esperto di fusione termonucleare. Fellow dell’American Physical Society, è Chief Physicist di DTT, il nuovo grande esperimento europeo in costruzione a Frascati. È stato responsabile scientifico di grandi progetti di ricerca internazionali, come RFX a Padova e la Task force europea “Eurofusion Medium Size Tokamak”. Attivo nella divulgazione, scrive per La Stampa e Lavoce.info. Ha pubblicato L’era dell’atomo (con A. Viola, Il Mulino 2014), Zerologia (con C. Bartocci e A. Tagliapietra, Il Mulino 2016) e Trash. Tutto quello che dovreste sapere sui rifiuti (con A. Viola, Codice edizioni 2018), è risultato tra i cinque finalisti al Premio Galileo 2018 e vincitore al Premio nazionale di divulgazione scientifica). Le 7 misure del mondo, pubblicato per Laterza, è stato finalista al Premio Galileo 2022 ed è tradotto in numerose lingue. Sempre per Laterza è di questi giorni l’uscita di Storie di errori memorabili, un viaggio sorprendente tra incidenti di percorso della scienza, alla scoperta di storie affascinanti di chimica, biologia, medicina e soprattutto di fisica, dal punto di vista di chi sbaglia. Le Lezioni di Storia al Donizetti proseguiranno il 10 febbraio con Alessandro Vanoli, storico, scrittore e divulgatore che si interrogherà sull’idea di Occidente e sul senso che ancora oggi ha la figura di Cristoforo Colombo, per concludersi il 24 febbraio con lo storico dell’arte Costantino D'Orazio che delineerà un ritratto di Andy Warhol e del suo apporto alla cultura pop.

LEZIONI DI STORIA: La forza delle idee. Il 3 febbraio incontro con Piero Martin e “Galileo Galilei e la rivoluzione scientifica”2024-02-13T14:14:34+01:00

“Italia Brasile 3 a 2. Il ritorno” di e con Davide Enia in scena al Teatro Donizetti mercoledì 31 gennaio

Mercoledì 31 gennaio è in programma al Teatro Donizetti (ore 20.30), quale primo appuntamento della sezione Storia, Teatro e Società della Stagione di Prosa 2023/2024 della Fondazione Teatro Donizetti, lo spettacolo Italia Brasile 3 a 2. Il ritorno, scritto e interpretato da Davide Enia, drammaturgo, attore e regista più volte vincitore del Premio Ubu, considerato uno dei massimi esponenti del teatro di narrazione. Lo spettacolo, andato in scena per la prima volta nel 2002 al Festival dei Due Mondi di Spoleto e diventato subito un successo teatrale, arriva a Bergamo nel suo nuovo allestimento ideato nel 2022 in occasione di un doppio anniversario: il ventennale del suo debutto e il quarantennale della partita di calcio, rievocata nello stesso spettacolo, allo Stadio Sarrià di Bar­cellona, che oggi non esiste più. Le musiche eseguite in scena sono di Giulio Barocchieri e Fabio Finocchio. Luci di Paolo Casati. Suoni di Paolo Cillerai. Produzione Teatro Metastasio di Prato e Fondazione Sipario Toscana in collaborazione con Fondazione Armunia Castello Pasquini Castiglioncello - Festival Inequilibrio. Durata: 90 minuti. Prezzi biglietti: posto unico 19 Euro, ridotto 15 Euro. La nuova messa in scena di Ita­lia Brasile 3 a 2 ha rivisitato il testo originale con nuova regia, nuove luci e nuove mu­siche. Il mondo è cambiato, diverse sono le urgenze, i vuoti urlano più dei pieni. I tempi sono cupi, si profila un conflitto sociale du­rissimo, il Covid e l'esperienza del lockdown hanno segnato uno spartiacque che rimette in discussione lo stesso dispositivo teatrale, la sua urgenza, il suo fine. Italia Brasile 3 a 2 opera su un doppio bina­rio. Il primo è quello della coscienza colletti­va, tramite il ricordo di quell'evento specifico, la partita del mondiale del 1982, che segna un atto identitario e comunitario. Il secondo binario è quello della coscienza intima, ov­vero l'operazione privata di scomposizione e ricomposizione dei temi e dei sentimenti affrontati, rapportandoli al proprio vissuto personale. La partita epica della nazionale contro il Bra­sile diventa uno strumento liberatorio, il suo ricordo è intriso di gioia e questo restituisce al dispositivo teatrale il suo ruolo di costi­tuente della coscienza comunitaria. E poi c'è qualcosa che appartiene a una dimen­sione più profonda e misteriosa, legata a doppio filo con l'essenza del teatro stesso: il rapporto tra i vivi e morti. La presenza di chi non c'è più continua a vibrare da questa par­te della vita, si impone nella memoria, segna traiettorie nel futuro. A differenza di quando debuttò nel 2002, sono morti tanti protago­nisti di questo lavoro: è morto Paolo Rossi, è morto Enzo Bearzot, è morto Socrates, è morto Valdir Peres, è morto lo zio Beppe. Eppure, i loro occhi, le loro voci, le loro gesta continuano a ripresentarsi come presenze vive, scena dopo scena, parola dopo paro­la, gol dopo gol, schiudendo le porte dell'i­nesprimibile, invitando ad abbandonarci al mistero, permettendoci di scorgere ciò che brilla nel buio e non fa male. Italia Brasile 3 a 2 è un vero e proprio «caso» teatrale. Monologo da sempre in tournée, portato in giro

“Italia Brasile 3 a 2. Il ritorno” di e con Davide Enia in scena al Teatro Donizetti mercoledì 31 gennaio2024-02-13T13:40:40+01:00

Grande successo al Teatro Donizetti per “Boomers” di Marco Paolini con oltre 7.600 presenze

«Visto che è l’ultima volta facciamo una foto tutti insieme»: domenica pomeriggio, all’invito al selfie collettivo di Marco Paolini il pubblico ha risposto prontamente alzando le braccia verso il soffitto del teatro che ha visto trionfare l’attore e regista di Belluno con il suo Boomers, applaudito da 7.653 spettatori nell’arco di sette repliche, con una media di quasi 1.100 presenze a rappresentazione. Un successo condiviso da Paolini con Patrizia Laquidara, che nel finale è scesa in platea per intonare “Figli delle stelle” coinvolgendo tutti, e con i tre musicisti - Luca Chiari, Stefano Dallaporta e Lorenzo Manfredini - in scena con loro. Affollato, con tanti giovani seduti anche per terra intorno al tavolo, è stato anche l’incontro di giovedì scorso alla Sala Riccardi, coordinato da Maria Grazia Panigada, Direttrice Artistica della Stagione di Prosa e Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti. «Il Donizetti è un teatro che ha una crescita esponenziale dei suoi abbonati che chiedono turni di abbonamento in più. E ciò vuol dire che c’è, di fondo, una politica sul territorio fatta bene di cui beneficiamo tutti, anche noi attori», commenta a caldo Marco Paolini, «Il piacere di lavorare per una settimana al Donizetti non è dato solo dal fatto di rappresentare lo spettacolo ma dalla percezione di comunità che c’è intorno al teatro». «Per me ogni rappresentazione è diversa dall’altra, perché ogni volta si rinnova una sfida. Può capitare che una sera la reazione non arrivi subito, e allora il vecchio capo comico che è in te si protende verso il pubblico per cogliere le sfumature, i segnali», aggiunge Paolini, «Ma si deve evitare di esercitare il controllo, bisogna lasciarsi andare e aspettare che scatti il feeling. E quando alla fine di ogni replica, come è avvenuto qui a Bergamo, senti il calore del pubblico, vuol dire che quello che hai raccontato è arrivato ed è servito».

Grande successo al Teatro Donizetti per “Boomers” di Marco Paolini con oltre 7.600 presenze2024-01-22T13:33:17+01:00
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