Main partner

Concerto di Natale con I Piccoli Musici: sabato 21 dicembre al Teatro Sociale

Concerto di Natale con I Piccoli Musici: sabato 21 dicembre al Teatro Sociale

Come tradizione, anche quest’anno la Fondazione Teatro Donizetti propone il Concerto di Natale, di cui sarà ospite il coro I Piccoli Musici diretto da Mario Mora. Il concerto, in programma sabato 21 dicembre al Teatro Sociale (ore 15.30), sarà come sempre preziosa occasione per assaporare l’atmosfera natalizia sulle note di composizioni che ne evocano il clima festoso e denso di spiritualità. Per quest’anno è stato scelto un titolo particolarmente suggestivo ed evocativo: Il Suono della Voce. Ne sarà infatti protagonista assoluta la voce del coro, con l’inserimento di alcuni solisti: Alberto Braghini al pianoforte, Francesca Tirale all’arpa, Silvia Freti al violino e Sebastiano Suardi alla zampogna. Il concerto sarà idealmente suddiviso in due parti: nella prima verranno proposte delle Folk Songs di diverse nazioni, brani dai musical di Leonard Bernstein e Richard Rodgers e canti d’opera, ricordando anche il centenario della morte di Giacomo Puccini. Dall’opera Carmen di Georges Bizet, in cartellone al Teatro Donizetti nella stagione del 1995 alla quale il coro partecipò, verrà proposto in forma scenica il “Choeur des Gamins”, con “Avec la garde montante”, brano che il “Coro dei Monelli” canta nel primo atto.  Nella seconda parte sarà quindi dato ampio spazio alle più belle melodie di Natale, ma non mancheranno novità in prima esecuzione, sapientemente arrangiate per coro da Mauro Zuccante, come “The little drummer boy”, celebre canzone natalizia statunitense scritta nel 1941, e “Let it snow”, vero e proprio classico natalizio del XX secolo. Diversi stili ma proposti con un’unica caratteristica: espressività e suono, che contraddistinguono da sempre il coro I Piccoli Musici. Ambasciatore Cultu­rale dell’Europa per la Federazione dei Cori dell’Unione, il coro I Piccoli Musici, con sede a Casazza e diretto fin dalla sua fondazione da Mario Mora, si è co­stituito nel 1986, espressione della scuola di musica omonima. Nella sua intensa attività artistica, il coro è stato invitato a tenere con­certi nell’ambito di importanti festival corali internazionali e ha ottenuto numerosi premi. Ha partecipato a concerti tra­smessi da RAI, Mediaset, TV e Radio Sviz­zera: "Natale in Vaticano" alla presenza di Giovanni Paolo II, "Note di Natale", "Natale nel Duomo di Milano", "Christmas Time". Dal 2007 al 2023 ha eseguito con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI il Concerto di Natale trasmesso in Eurovisione dalla Basili­ca di Assisi. Ha inciso opere di Men­delssohn e Britten e una raccolta di Canti e Melodie Internazionali dal titolo Around the world, i Vespri di Natale di Willaert e una raccolta di canti natalizi per la Stradivarius di Milano, (giudicato dalla rivista francese “Repertoire” il miglior disco di Natale dell’anno 2000). Ha anche registrato una raccolta di canti per bambi­ni e ragazzi dal titolo Giro, Giro Canto 3.

Concerto di Natale con I Piccoli Musici: sabato 21 dicembre al Teatro Sociale2024-12-17T17:40:37+01:00

Grande successo per “I ragazzi irresistibili”, spettacolo inaugurale della nuova Stagione di Prosa, con oltre 7.000 presenze

Il Donizetti come l’Atalanta? Secondo Umberto Orsini c’è una relazione tra i successi della squadra di calcio e del più importante teatro cittadino: l’attore, uno dei maestri del teatro italiano, oggi felicemente novantenne, ha condiviso con Franco Branciaroli gli applausi degli oltre 7.000 spettatori che nell’insieme hanno assistito alle otto repliche in cartellone da sabato 7 a domenica 15 dicembre. Anche nell’ultima replica pomeridiana di domenica, i due grandi attori sono stati più volte richiamati in scena. E con loro il resto del cast - Flavio Francucci, Chiara Stoppa, Eros Pascale e Emanuela Saccardi – che con la prestigiosa regia di Massimo Popolizio ha portato a Bergamo la brillante commedia di Neil Simon I ragazzi irresistibili, spettacolo inaugurale della Stagione di Prosa 2024/2025 della Fondazione Teatro Donizetti. «La nuova Stagione di Prosa è iniziata nel migliore dei modi, sulla spinta dei 5.770 abbonati, oltre l’11% in più rispetto alla passata Stagione», commenta Massimo Boffelli, Direttore Generale della Fondazione Teatro Donizetti, «L’aumento da sette a otto repliche è stato necessario per avvicinare e accontentare il nostro pubblico, sempre più numeroso, che appunto ha risposto con entusiasmo». Pe Maria Grazia Panigada, Direttrice Artistica della Stagione di Prosa e Altri Percorsi «I ragazzi irresistibili è stato lo spettacolo giusto per dare avvio a una nuova avventura. Siamo felici che il pubblico abbia gradito questa proposta, come siamo fiduciosi che possa gradire anche le prossime: le emozioni sono appena cominciate». «Da sempre a Bergamo c’è un grande pubblico, che negli ultimi anni è pure aumentato. Oggi, in rapporto alla popolazione, è la città più teatrale d’Italia», osserva Umberto Orsini che  dal Donizetti mancava da una decina d’anni, «A Bergamo ci sono due realtà importanti: l’Atalanta e Il Donizetti. Non so se la cosa è correlata, ma quando un teatro funziona, anche la squadra di calcio ottiene successi. Forse perché i mariti vanno allo stadio, mentre le mogli preferiscono andare a teatro… Battute a parte, oggi l’Atalanta è la prima in classifica e lo è anche il Donizetti. È un bellissimo record!». Anche Franco Branciaroli, che per tornare al Teatro Donizetti ha dovuto aspettare solo qualche mese dopo il successo de Il Mercante di Venezia della scorsa primavera, esprime soddisfazione: «È un grande piacere tornare al Donizetti: non c’è un altro teatro in Italia che possa annoverare un numero così elevato di abbonati. Qui c’è uno dei migliori pubblici dì tutta Italia. A Roma facciamo due settimane di repliche, a Bergamo poco meno. E ciò significa che dietro c’è un lavoro straordinario da parte di chi sceglie gli spettacoli e di chi lavora all’interno dello stesso teatro. Grazie Bergamo: speriamo di rivederci presto!».

Grande successo per “I ragazzi irresistibili”, spettacolo inaugurale della nuova Stagione di Prosa, con oltre 7.000 presenze2024-12-16T14:45:04+01:00

“Re Lear è morto a Mosca” di César Brie apre giovedì 19 dicembre al Teatro Sociale la Stagione di Altri Percorsi

Inaugurata con successo la Stagione di Prosa con I ragazzi irresistibili, la Fondazione Teatro Donizetti dà ora avvio alla rassegna Altri Percorsi, come sempre vetrina di nuove realtà teatrali all’insegna della sperimentazione di altrettanti linguaggi. Si comincia giovedì 19 dicembre al Teatro Sociale (ore 20.30) con Re Lear è morto a Mosca, spettacolo vincitore del Premio “Theatrical Mass 2023”, che si avvale della drammaturgia e della regia dell’argentino César Brie, personalità di spicco del teatro di ricerca, ben nota e apprezzata dal pubblico bergamasco. Nell’occasione, lo stesso César Brie calcherà il palcoscenico del Sociale insieme a un gruppo di giovani attori: Leonardo Ceccanti, coautore della drammaturgia, Davide De Togni, Anna Vittoria Ferri, Michelangelo Nervosi, ex allievo di Progetto Young della Fondazione Teatro Donizetti, Tommaso Pioli, Annalesi Secco, Laura Taddeo e Alessandro Treccani. Lavoro corporale a cura di Vera Dalla Pasqua. Costumi di Matteo Corsi. Luci di César Brie e dell’ensemble. Musica di Pablo Brie e della tradizione Yiddish. Consulenza storica di Antonio Attisani. Coproduzione Isola del Teatro, Campo Teatrale e Teatro Dell’Elfo. Durata: 1 ora e 40 minuti senza intervallo. Al termine dello spettacolo si svolgerà un incontro con lo stesso César Brie e la compagnia coordinato da Maria Grazia Panigada, Direttrice Artistica della Stagione di Prosa e Altri Percorsi. Re Lear è morto a Mosca è anche al centro di una serie di incontri tematici, l’ultimo dei quali è previsto per mercoledì 18 dicembre presso la Sala Musica “M. Tremaglia” del Teatro Donizetti alle ore 18.00: Maria Grazia Recanati del Politecnico delle Arti di Bergamo - Accademia Carrara di Belle Arti porrà sotto la lente di ingrandimento i delicati rapporti dell’arte figurativa con il potere, in senso di compromesso, dissenso, collaborazione. «Re Lear è morto a Mosca narra la storia del teatro ebraico Goset, fondato a Mosca nel 1919 dal regista Aleksandr Granovskij e dal pittore-scenografo Marc Chagall: gli attori-registi che lo guidavano, Solomon Michoels e Venjamin Zuskin, furono assassinati per ordine di Stalin che così decretò la fine del teatro Goset», racconta Maria Grazia Panigada, «È uno spettacolo prezioso da un punto di vista teatrale e dalla grande riflessione civile e mi fa molto piacere sottolineare che tra gli attori ci sia Michelangelo Nervosi, uno degli allievi della passata edizione di Progetto Young, il cui spettacolo Vorrei che fosse amore recava proprio la firma registica di César Brie. È questa una delle tante testimonianze dell’importanza del lavoro formativo svolto per Progetto Young insieme a Fabio Comana». La vicenda di Re Lear è morto a Mosca ha un anno preciso in cui si svolge, il 1948. Il 13 gennaio, a Minsk, un furgone investe e uccide Solomon Michoels: di lui restano un orologio da polso fermo alle 10 di sera, due figlie e una moglie. Nella notte tra il 23 e 24 dicembre, a Mosca, Venjamin Zuskin viene rapito nel sonno, interrogato, torturato e quattro anni dopo fucilato. Il grande Teatro Ebraico di Mo­sca, il Goset, perde Lear e il suo Matto. Il primo e unico Re Lear in

“Re Lear è morto a Mosca” di César Brie apre giovedì 19 dicembre al Teatro Sociale la Stagione di Altri Percorsi2024-12-11T11:45:58+01:00

Monica Leone e Michele Campanella protagonisti de “La Nona di Beethoven per due pianoforti”

Giovedì 12 dicembre al Teatro Sociale in collaborazione con Fondazione Polli Stoppani Dopo l’inaugurazione con Alessandro Quarta e i suoi Five Elements, la sezione Opera&Concerti della Stagione dei Teatri 2024/2025 della Fondazione Teatro Donizetti prosegue giovedì 12 dicembre 2024 al Teatro Sociale (ore 20.30) con un altro appuntamento di riguardo. Ne saranno infatti protagonisti due pianisti di assoluto valore, Monica Leone e Michele Campanella, impegnati nell’occasione nell’interpretazione, nella leggendaria trascrizione per due pianoforti di Franz Liszt, della Nona Sinfonia di Beethoven, di cui ricorre quest’anno il bicentenario dalla prima esecuzione. Il concerto è organizzato in collaborazione con la Fondazione Polli Stoppani, a conclusione della propria stagione di concerti promossa insieme alla Biblioteca Musicale de Sabata Ceccato. «La collaborazione con la Fondazione Polli Stoppani dà un significativo impulso alla nostra programmazione musicale nell’ambito della Stagione dei Teatri», commenta Massimo Boffelli, Direttore Generale della Fondazione Teatro Donizetti, «E testimonia la nostra apertura verso quelle realtà che, come noi, contribuiscono in modo rilevante alla vita culturale della città». Giovanni Gavazzeni, Direttore Artistico della rassegna della Fondazione Polli Stoppani, sottolinea: «Eventi come il concerto del duo Leoni - Campanella hanno l’obiettivo di rafforzare il ruolo della musica classica come elemento di crescita culturale e sociale, coinvolgendo sia gli appassionati sia chi si avvicina per la prima volta a questa forma d’arte. La collaborazione con la Fondazione Teatro Donizetti è centrale in questa visione: grazie alla sinergia con un’istituzione di tale prestigio, è possibile dar vita a eventi capaci di ospitare artisti di fama internazionale». Il duo pianistico formato da Monica Leone e Michele Campanella non ha una data di nascita ufficiale, ma è il naturale sviluppo della consuetudine a suonare insieme tra insegnante e studente prima, tra partners nella musica e nella vita poi. È frutto di una mentalità e di un approccio al pianoforte condivisi dalle origini, essendo entrambi cresciuti, in diversi momenti, nella scuola di Vincenzo Vitale. Il repertorio in continua espansione comprende musiche a quattro mani e a due pianoforti e spazia da Bach a Bartok. Tra i brani più eseguiti, oltre a una ampia antologia di musica a quattro mani di Schubert, la Fantasia Contrappuntistica di Ferruccio Busoni, la Nona Sinfonia di Beethoven/Liszt, il Concerto per due pianoforti di Stravinsky, la Sinfonia Dante di Liszt, la Sonata di Poulenc. Le presenze e le collaborazioni del duo da ricordare sono numerose e significative: dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma  all’Opera House di Sydney, dal Coliseum di Buenos Aires  a Pechino, Shanghai e Canton, dalla Settimana Musicale Senese  alla Sagra Umbra a Perugia, dal Teatro San Carlo di Napoli all’Orchestra della Toscana a Firenze, all’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto, all’Orchestra dei Pomeriggi Musicali a Milano, all’Istituzione Universitaria dei Concerti a Roma, al Teatro Massimo di Palermo, al Rossini Opera Festival, dal Maggio Musicale Fiorentino al Cantiere internazionale d’Arte di Montepulciano, ad Auckland in Nuova Zelanda,  a Melbourne e Brisbane in Australia.

Monica Leone e Michele Campanella protagonisti de “La Nona di Beethoven per due pianoforti”2024-12-10T16:40:56+01:00

DONIZETTI OPERA: Riccardo Frizza nominato nuovo direttore artistico dopo Francesco Micheli

Si è riunito oggi a Bergamo il cda della Fondazione Teatro Donizetti, presieduto da Giorgio Berta e composto da Emilio Bellingardi, Enrico Fusi, Elisabetta Ricchiuti, Roberta Sestini, Giovanni Thiella e Alessandro Valoti. All’ordine del giorno, la designazione del nuovo direttore artistico del festival Donizetti Opera dopo la mancata disponibilità al rinnovo di Francesco Micheli. Il consiglio, all’unanimità ha quindi indicato nel direttore d’orchestra Riccardo Frizza – direttore musicale dello stesso festival sin dal 2017 – la nuova guida della rassegna operistica dedicata al compositore bergamasco per il prossimo triennio. «È una scelta ponderata e condivisa – dichiara il presidente Berta – che ha alla base la storia e i successi del festival, due valori irrinunciabili che vedono nella nomina del maestro bresciano un elemento di continuità e di continuo investimento nel “patrimonio culturale” costruito in questi dieci anni. Rinnovo quindi i ringraziamenti al direttore uscente Micheli e mi congratulo a nome di tutta la Fondazione con Frizza con la certezza che saprà ulteriormente accrescere l’eredità del Donizetti Opera». «Sono onorato di assumere la direzione artistica del Donizetti Opera – sottolinea Riccardo Frizza. Gli ultimi otto anni come direttore musicale del festival sono stati un’esperienza straordinaria, resa possibile dalla fiducia di tutta la Fondazione – dal palcoscenico, agli uffici, alla sezione scientifica – oltre che da una collaborazione fruttuosa con Francesco Micheli, a cui va il mio ringraziamento per aver contrassegnato un periodo significativo per la città e il suo festival. Oggi, nella doppia veste di direttore artistico e musicale, abbraccio con entusiasmo questa nuova sfida, con l’obiettivo di proiettare il Donizetti Opera in una dimensione internazionale sempre più ampia. Per fare questo, sono certo di poter contare sul rinnovato sostegno di tutti coloro che hanno accompagnato in questi anni la mia attività di direttore musicale». Prossimamente sarà convocata una conferenza stampa sulle linee guida della nuova direzione artistica e musicale. Riccardo Frizza (Brescia, 1971), direttore musicale del Donizetti Opera di Bergamo dal 2017, è tra i più acclamati direttori d’orchestra della sua generazione, ospite regolare di teatri e di festival nazionali e internazionali quali l’Opéra di Parigi, Lyric Opera di Chicago, Metropolitan di New York, Bayerische Staatsoper, Teatro alla Scala, Teatro Real, Rossini Opera Festival, Gran Teatre del Liceu, Festival Verdi di Parma, Maggio Musicale Fiorentino, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Gewandhausorchester di Lipsia e Sächsische Staatskapelle di Dresda. Tra gli impegni degli ultimi anni spiccano le inaugurazioni 2021, 2022, 2023 e 2024 del festival Donizetti Opera con L’elisir d’amore, La favorite (Premio Abbiati come Miglior spettacolo dell’anno), Il diluvio universale e Roberto Devereux, l’Omaggio a Caruso con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, La clemenza di Tito alla Bilbao Opera, Le tre regine al Teatro San Carlo, L’amico Fritz al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Lucia di Lammermoor al Metropolitan Opera di New York, Il barbiere di Siviglia e Maria Stuarda al Teatro San Carlo, Simon Boccanegra e Attila al Festival Verdi del Regio di Parma. Sono nel segno di Donizetti le ultime incisioni discografiche: il cd Le tre regine con Sondra Radvanovsky registrato a Chicago e Signor Gaetano con Javier Camarena e l’orchestra del festival bergamasco Gli Originali, oltre a un album con Nadine Sierra per Deutsche Grammophon e Delirio con Jessica Pratt. Nel giugno

DONIZETTI OPERA: Riccardo Frizza nominato nuovo direttore artistico dopo Francesco Micheli2024-12-06T11:19:39+01:00

FESTIVAL DONIZETTI OPERA 2024: La decima edizione si chiude con un nuovo record di presenze che superano quota 14mila

Si avvia alla conclusione la decima edizione del festival Donizetti Opera, realizzato a Bergamo dalla Fondazione Teatro Donizetti presieduta da Giorgio Berta, con la direzione generale di Massimo Boffelli, la direzione artistica di Francesco Micheli e quella musicale di Riccardo Frizza: grande festa al Teatro Donizetti venerdì 29 novembre per il dies natalis di Donizetti con una speciale edizione di “Citofonare Gaetano Amarcord”, una serata di parole, musica e immagini per ricordare i momenti e i temi fondamentali che hanno sostenuto le dieci edizioni, guidata dal direttore artistico Micheli e con tanti ospiti come Corrado Rovaris, Valentina Carrasco, Javier Camarena, Carmela Remigio, Roberto de Candia, Raffaella Lupinacci e Omar Mancini, oltre alle testimonianze di tanti collaboratori della manifestazione, del dramaturg Alberto Mattioli e del direttore musicale Riccardo Frizza. La decima edizione del Donizetti Opera ottiene nuovi importanti risultati in termini di presenze, incassi di pubblico, stampa e qualità artistica. Crescono quindi gli spettatori che, nel 2024 – quando ancora non sono chiuse le vendite per gli spettacoli di sabato e domenica – superano le 14.000 presenze, staccando il successo del 2023 (13.120) e i precedenti 2022 (12.484), 2021 (10.788), 2019 (10.293) e 2018 (8.491) e confermando l’attrattività del festival e la qualità della proposta artistica. A questi spettatori paganti se ne possono aggiungere altri 3.000 che hanno frequentato in queste settimane gli eventi gratuiti del festival. Anche gli incassi registrano un aumento superiore al 40% rispetto al 2023. «Sono commosso – sottolinea Francesco Micheli che lascia la direzione artistica – nel constatare che questo decennale, folle, rivoluzionario e pieno d’amore per Gaetano Donizetti, si chiude con un’edizione memorabile. Tre titoli diversi che declinano i tanti talenti del compositore di borgo Canale con spettacoli artisti animati dalla disperata vitalità del nostro maestro. Saluto la mia città, col cuore colmo e la testa alta». «Con questo decennio concludiamo un primo percorso che resterà nella storia del Festival Donizetti fondato da Francesco Micheli – dichiara il presidente della Fondazione Teatro Donizetti Giorgio Berta –. Decennio nel quale abbiamo costruito la base finanziaria per un'iniziativa che oggi conta su più del doppio delle risorse di dieci anni fa, una struttura organizzativa solida e una storia artistica costellata di successi importanti e di riconoscimenti unanimi. La decima edizione è stata il coronamento di una visione che vogliamo portare avanti: rigore economico, eccellenza artistica, partecipazione, ricerca scientifica. Siamo grati a Francesco Micheli per questo percorso indimenticabile, per il suo spirito indomito e per la sua competenza e lo aspettiamo a casa sua in veste di regista nella prossima produzione 2025 di Caterina Cornaro. A fine festival, i miei ringraziamenti vanno anche a tutti gli artisti, i tecnici, i professionisti e i tanti fornitori che, a vario livello, hanno collaborato con noi e che, in queste settimane, hanno profuso il loro impegno per ottenere i risultati che vi presentiamo e per far apprezzare ancora una volta le opere di Donizetti nel mondo». Nel corso di poco più di tre weekend, dal 14 novembre all’1 dicembre 2024, si

FESTIVAL DONIZETTI OPERA 2024: La decima edizione si chiude con un nuovo record di presenze che superano quota 14mila2024-12-02T18:26:04+01:00

“I ragazzi irresistibili” di Neil Simon, con Umberto Orsini e Franco Branciaroli, sarà spettacolo inaugurale della Stagione di Prosa 2024/2025

La Stagione di Prosa della Fondazione Teatro Donizetti è ai blocchi di partenza. Da sabato 7 a domenica 15 dicembre va infatti in scena I ragazzi irresistibili, primo dei sette titoli in cartellone, con otto repliche ciascuno, fino a maggio 2025. La celebre commedia dell’americano Neil Simon vedrà in palcoscenico, per la regia di Massimo Popolizio, due grandi maestri del teatro italiano, Umberto Orsini e Franco Branciaroli, affiancati da Flavio Francucci, Chiara Stoppa, Eros Pascale e Emanuela Saccardi. Traduzione di Masolino D’Amico. Scene di Maurizio Balò. Costumi di Gianluca Sbicca. Luci Carlo Pediani. Suono Alessandro Saviozzi. Produzione Teatro de Gli Incamminati, Compagnia Orsini, Teatro Biondo Palermo, in collaborazione con CTB Centro Teatrale Bresciano e con AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali e Comune di Fabriano. Durata 2 ore compreso intervallo. Orari spettacoli: serale ore 20.30, escluso lunedì 9; domenica 8 e 15 dicembre ore 15.30. Ispirata alla vita di una famosa coppia di artisti del vaudeville, Joe Smith e Charles Dale, I ragazzi irresistibili (titolo originale The Sunshine Boys) debuttò a Broadway nel 1972 con la regia di Alan Arkin. Numerosi e di grande successo nei decenni successivi gli allestimenti teatrali in tutto il mondo e, con la sceneggiatura dello stesso autore, pluripremiata fu la versione cinematografica del 1975 diretta da Herbert Ross, con Walter Matthau e George Burns. Del 1995 è la trasposizione per il piccolo schermo statunitense affidata a due stelle di prima grandezza: Woody Allen e Peter Falk. I due personaggi principali della commedia di Neil Simon, giustamente considerato uno dei maggiori scrittori americani degli ultimi cinquant’anni, sono due anziani attori di varietà che hanno lavorato in coppia per tutta la loro esistenza dando vita ad un duo diventato famoso come “I ragazzi irresistibili” e che, dopo essersi separati per insanabili incomprensioni, sono chiamati a riunirsi, undici anni dopo, in occasione di una trasmissione televisiva che li vuole insieme, per una sola sera, per celebrare la storia del glorioso varietà americano. I due, con le loro diverse personalità, cercano quindi di ricucire quello strappo che li ha separati per tanti anni nel tentativo di ridare vita ad un numero comico che li ha resi famosi. Le incomprensioni antiche si ripresentano più radicate e questa difficile alchimia è il pretesto per un gioco di geniale comicità e di profonda melanconia. Certi scambi di battute e situazioni esilaranti sono fonte non solo di comicità ma anche di uno sguardo di profonda tenerezza per quel mondo del teatro che, quando vede i suoi artefici avviati sul viale del declino, mostra tutta la sua umana fragilità. Umberto Orsini e Franco Branciaroli si ritrovano insieme in, I ragazzi irresistibili per ridare vita a questo testo, ormai diventato un classico, nel tentativo di cogliere tutto quello che lo rende più vicino al teatro di un Beckett (Finale di Partita) o addirittura a un Cechov (Il Canto del Cigno), piuttosto che a un lavoro di puro intrattenimento. In questo omaggio al mondo degli attori, alle loro piccole e deliziose manie e tragiche miserie, li affianca la regia di Massimo Popolizio che ritrova nei due protagonisti quei compagni di strada coi quali ha condiviso tante esperienze tra le più intense e

“I ragazzi irresistibili” di Neil Simon, con Umberto Orsini e Franco Branciaroli, sarà spettacolo inaugurale della Stagione di Prosa 2024/20252024-11-27T14:06:58+01:00

The Five Elements con Alessandro Quarta e l’Orchestra Filarmonica Italiana giovedì 5 dicembre al Teatro Sociale

Giovedì 5 dicembre 2024 al Teatro Sociale (ore 20.30) prende avvio La Stagione dei Teatri 2024/2025 della Fondazione Teatro Donizetti, che fino a maggio 2025 si articolerà fra la Stagione di Prosa e Altri Percorsi (dal 7 dicembre), l’Operetta e una serie di appuntamenti musicali. Si comincia proprio con la musica e con un concerto che getta un ponte fra sonorità differenti: The Five Elements: Terra Aria Acqua Fuoco Etere, progetto del violinista Alessandro Quarta, coadiuvato nell’occasione dal pianista Giuseppe Magagnino e dagli archi dell’Orchestra Filarmonica Italiana. The Five Elements è musica senza confini spazio-temporali, senza limiti di genere o di stili. Già dalle prime note si coglie il senso di una partitura cinematografica, evocativa, densa di immagini che prepotentemente si propongono all’ascolto. È musica ricca di colori, in un continuo contrasto di luci ed ombre, suggestioni forti che si avvicendano vorticosamente. Il progetto è stato concepito dall’estroso violinista Alessandro Quarta come un succedersi di visioni dove le note si sostituiscono alle parole. La Terra è immaginata come una dama la cui voce, rappresentata da un valzer malinconico eseguito dal solo violino, è quella di una vecchia signora che porta sulle spalle milioni di anni. Segue Acqua, nata da un’immagine legata a un luogo molto caro al musicista salentino: «Porta d’Oriente più importante del Mediterraneo, Otranto è la città d’Italia più ad est, la prima che vede sorgere il sole e dove alle cinque del mattino senti il profumo del mare e vedi un cielo tinto di rosso, verso Oriente». Acqua inizia sulle note di un tema medio-orientale ai violoncelli: «Tutto nasce nel deserto d’Africa da una goccia d’acqua che prima di diventare mare è un torrente, poi un fiume, infine un mare in tempesta, meraviglioso. Poi, come un rewind, il nastro si riavvolge per fare ritorno alle origini». Aria, elemento apparentemente invisibile, è respiro, vento, uragano. Tre accordi, tre motivi: mi minore, sol maggiore, si maggiore. Si riconosce lo stile “seicentesco” di una scrittura densa, complessa: una fuga a tre voci, progressioni alla maniera di Vivaldi.  Fuoco inizia con un tango cubano: è il fuoco dell’eros che alimenta la vita, la sessualità, è il momento più travolgente dell’intero lavoro. Infine Etere, considerato dai Greci il quinto elemento, e in The Five Elements pezzo conclusivo che fa pensare ad una landa algida. Evoca pace, tranquillità, ma la quiete dura solo un attimo e la musica riprende quota fino al termine dell’opera. Violinista, polistrumentista e compositore, Alessandro Quarta è cresciuto musicalmente con i più grandi direttori del mondo come Maazel, Inbal, Dutoit, Rostropovich, Chung, Pretre, Metha, Morricone. Nel contempo si è avvicinato al mondo crossover collaborando con artisti di fama mondiale, tra i quali Carlos Santana, Lucio Dalla, Mark Knopfler, Boy George, Dionne Warwick, Celine Dion, Liza Minnelli, Joe Cocker, Lenny Kravitz, Jovanotti. Nel 2017 è stato premiato a Montecitorio come “Miglior Eccellenza Italiana nel Mondo” per la musica. Il suo brano “Dorian Gray”, composto, arrangiato ed eseguito live in prima mondiale con Roberto Bolle all’Arena di Verona, ha ottenuto grande

The Five Elements con Alessandro Quarta e l’Orchestra Filarmonica Italiana giovedì 5 dicembre al Teatro Sociale2024-11-27T13:57:59+01:00

LA CULTURA NEI REGIMI DITTATORIALI: FRA PROPAGANDA E ARTE LIBERA. Incontri intorno allo spettacolo “Re Lear è morto a Mosca”

La cultura nei regimi dittatoriali: fra propaganda e arte libera è il titolo del ciclo di tre incontri che precedono la rappresentazione di Re Lear è morto a Mosca, lo spettacolo dell’argentino César Brie che giovedì 19 dicembre al Teatro Sociale aprirà la rassegna di Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti. «Re Lear è morto a Mosca è uno spettacolo prezioso da un punto di vista teatrale e dalla grande riflessione civile. Otto giovani artisti guidati dal regista argentino César Brie, tra i quali Michelangelo Nervosi, uno dei ragazzi del nostro Progetto Young, narrano in scena la storia del teatro ebraico Goset fondato a Mosca nel 1919 dal regista Aleksandr Granovskij e dal pittore-scenografo Marc Chagall. Un Teatro ammirato da Gordon Craig, che Stalin distrusse assassinando gli attori-registi che lo guidavano, Solomon Michoels e Venjamin Zuskin. Nello spettacolo la verità storica si intreccia alla capacità immaginifica di trasformare semplici oggetti, ritmi, movenze, danze e cori in un affresco sorprendente di umanità», racconta Maria Grazia Panigada, Direttrice Artistica della Stagione di Prosa e Altri Percorsi. «Re Lear è morto a Mosca mostra come i regimi dittatoriali, in questo caso quello di Stalin, temano la libertà», prosegue Panigada, «Negli incontri, curati da esperti dei singoli settori, verrà proposta una riflessione sui linguaggi artistici – cinema, musica e arti visive – durante le dittature, con l’obiettivo di offrire una conoscenza storica, ma anche di dare strumenti di decodificazione e lettura sui linguaggi e sui messaggi che essi possono trasmettere». Realizzati in collaborazione con ISREC - Istituto Bergamasco per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea, gli incontri si svolgeranno tutti alle ore 18.00 nella Sala della Musica “M. Tremaglia” del Teatro Donizetti con ingresso libero su prenotazione ai link EventBrite riportati sul sito del teatro. Si comincia mercoledì 4 dicembre con “L’arte al servizio del regime. Il regime al servizio dell’arte. Continuità e discontinuità del cinema tra propaganda fascista e primo dopoguerra”, incontro a cura di Isrec con la partecipazione di Luciana Bramati (Isrec) e di Giorgio Giovanetti (Istituto nazionale Ferruccio Parri). In questo primo incontro si ricostruirà - attraverso materiali d’epoca - come il fascismo abbia piegato l’arte cinematografica a potente strumento di propaganda, ma allo stesso tempo come il cinema si sia preso la rivincita crescendo una generazione di autori che hanno dato corpo alla rivoluzione del neorealismo. Esemplare il caso di Roberto Rossellini, autore tra il 1941 e il 1943 della cosiddetta Trilogia della guerra fascista e poi di Roma città aperta nel 1945, che verrà presentato e analizzato. Mercoledì 11 dicembre sarà la volta della musica, con Sulle note di una canzone. I casi del “Canto dei deportati”, delle “Canzoni tristi” di Frida Misul e di “Fischia il vento”. Relatori: Elisabetta Ruffini e Angelo Bendotti di Isrec. Nel corso dell’incontro si considererà quanto la musica possa approfondire lo studio della vita all’interno dei lager nazisti, sia dalla prospettiva dei carcerieri che da quella delle vittime. Da una parte l’uso delle orchestre nei lager, voluto dalle SS, metterà a fuoco

LA CULTURA NEI REGIMI DITTATORIALI: FRA PROPAGANDA E ARTE LIBERA. Incontri intorno allo spettacolo “Re Lear è morto a Mosca”2024-11-26T12:37:44+01:00

D COME DIECI: NEL DIES NATALIS DI DONIZETTI SI FESTEGGIA IL DECENNALE DEL FESTIVAL

Il 29 novembre spettacoli, visite guidate, incontri, attività per i più piccoli, nel segno del compositore e delle prime dieci edizioni del DO Al Teatro Donizetti “Citofonare Gaetano, Amarcord” con Francesco Micheli e tanti ospiti Il Donizetti Opera, festival dedicato al compositore bergamasco, giunge nel 2024 al traguardo della decima edizione: il culmine dei festeggiamenti è in programma venerdì 29 novembre Dies natalis di Gaetano Donizetti. D come Dieci è l’insieme di queste iniziative, realizzate con il sostegno di Stucchi S.p.A., avviate a settembre e ideate per ripercorrere insieme al pubblico e alla città le tappe fondamentali del Donizetti Opera, commentando le produzioni più amate e importanti che hanno permesso di scoprire nuovi aspetti e nuovi tesori dell’arte del compositore orobico. Tutte le iniziative D come dieci (tranne le visite guidate e LU OpeRave)) sono gratuite con prenotazioni sul sito gaetanodonizetti.org oppure in biglietteria (martedì-sabato ore 16-20). Venerdì 29 novembre si comincia alle ore 10 (fino alle ore 12.40, biglietto 5 euro) con Donizetti Welcome, le visite guidate del Teatro Donizetti che, com’è noto, è stato sottoposto a un profondo restauro. Nel ridotto Gavazzeni si potrà vedere l’esposizione dei manifesti degli spettacoli allestiti in questi dieci anni e illustrati da diversi autori, individuati dallo Studio Temp di Bergamo che, nel 2015, ha ideato l’immagine del festival. Dalle ore 10 alle ore 20, nella sala mostre accanto alla biglietteria, si potrà visitare gratuitamente la mostra fotografica Dieci parole per Dieci anni a cura di Clelia Epis e Floriana Tessitore con le immagini di Photo Studio U.V., realizzata con il sostegno di Assolari Luigi & C.: «2015-2024, dieci edizioni del festival Donizetti Opera: per raccontarle – si legge nella presentazione della mostra – dieci parole chiave e molte immagini tratte dal patrimonio iconografico della Fondazione che documenta la visione del direttore artistico Francesco Micheli e lo spirito che l’ha animata, alimentando la memoria cittadina. Come immagine di apertura L’ange de Nisida, opera-simbolo di questi dieci anni e di quello che li ha caratterizzati: prima di tutto Gaetano Donizetti e la sua musica, ma anche coraggio, visione, riscoperte, studio, ricerca, continuo coinvolgimento del pubblico, superamento dei confini tradizionali, riconoscimenti della critica nazionale e internazionale». Le dieci parole / sezioni che fanno da guida alla raccolta di immagini sono: teatro e città, sconfinamenti, riscoperte, capolavori, donne, Covid-19, premi, notte, maestri, giovani. La mattina di attività prosegue in Città Alta dove, in piazza Vecchia alle ore 10.30, è in programma G come Giacomo e Gaetano flash mob corale delle scuole; il 29 novembre infatti è anche la data della morte di Giacomo Puccini avvenuta proprio 100 anni fa. Per questo motivo, le scuole di tutt’Italia sono state sollecitate da Opera Education / AsLiCo in collaborazione con AGIS a partecipare a un flash mob corale che, a Bergamo, unirà Donizetti a Puccini. Il programma due cori da Turandot (“Là sui monti dell’est”, “O sole, vita, eternità”) e due da Don Pasquale (“Bella siccome un’angelo”, “Che interminabile andirivieni”). Alle ore 11.15 il momento solenne del Dies natalis è come sempre l’Elevazione musicale nella Basilica di Santa Maria Maggiore con la deposizione delle corone sulle tombe di Donizetti e di Mayr. La celebrazione musicale è

D COME DIECI: NEL DIES NATALIS DI DONIZETTI SI FESTEGGIA IL DECENNALE DEL FESTIVAL2024-11-25T16:29:59+01:00
Torna in cima