Dopo l’avvio con Racconti di giugno di Pippo Delbono, che ha registrato 500 visualizzazioni, la rassegna in streaming “L’archivio delle meraviglie: le stagioni di prosa del Teatro Donizetti”, curata da Maria Grazia Panigada, Direttore Artistico della Stagione di Prosa e di Altri Percorsi, prosegue con L’età dell’oro di e con Laura Curino, con la regia di Serena Sinigaglia. Scene di Maria Spazzi, luci di Alessandro Verazzi, scelte musicali di Sandra Zoccola, collaborazione drammaturgica di Michela Marelli. Produzione Teatro Stabile di Torino.
La visione dello spettacolo, filmato nel marzo del 2003 nell’ambito della rassegna Altri Percorsi, sarà disponibile gratuitamente da venerdì 16 aprile (dalle ore 18) a domenica 18 (fino alle ore 24) sul canale Vimeo della Fondazione Teatro Donizetti. Per l’occasione la stessa Laura Curino ha realizzato un breve video introduttivo.
Ne L’età dell’oro Laura Curino racconta in chiave autobiografica la storia di una generazione che ha vissuto l’infanzia in un’Italia che stava cambiando, in piena rinascita economica; una generazione finalmente libera dall’indigenza e dalla mancanza di lavoro che ha caratterizzato le generazioni precedenti. L’età dell’oro è quindi l’età dell’infanzia, «dove tutto era gioia e bellezza e non esistevano malvagità e dolori», dice la stessa attrice e autrice. È anche l’età del boom economico vissuto a Valenza Po, paese di lunga tradizione orafa. Lo spettatore è quindi accompagnato in un viaggio indietro nel tempo, attraverso i ricordi di Laura bambina, dalla nascita agli otto anni. È un viaggio ricco di avventure (le corse in bicicletta, i gelati da venti centesimi, le letture soporifere della nonna, i primi giorni di scuola, la prima comunione, il comunismo sempliciotto dell’Italia operaia e contadina che tanto spaventava i patronati) e incontri con svariati personaggi: la famiglia, gli amici, le “fate”. Incontri con figure prevalentemente femminili: «Sono stata allevata in un harem», precisa Laura Curino. Ma l’età dell’oro purtroppo pian piano se ne va, non senza dolore e rimpianto: viene corrotta dalla scuola e dalle responsabilità del mondo adulto. Nello spettacolo non mancano le risate, ma a prevalere è la nostalgia per quel periodo di vita “dorato”.