Nuova produzione pensata per la Bottega Donizetti con due star come Alessandro Corbelli e Alex Esposito
Sul podio Vincenzo Milletarì per un allestimento proiettato nel futuro in cui convive realtà e mondo virtuale

Bergamo, Teatro Donizetti
Giovedì 17 novembre, ore 17 – anteprima Under30
Domenica 20 novembre, ore 15.30 – Turno C
Sabato 26 novembre, ore 20 – fuori abbonamento
Venerdì 2 dicembre, ore 20 – Turno A
Pre opera sul Sentierone a partire da un’ora prima di ogni spettacolo

La settimana d’apertura dell’ottava edizione del Donizetti Opera, festival internazionale dedicato al compositore, organizzato dalla Fondazione Teatro Donizetti a Bergamo, si conclude con il terzo titolo in programma, L’aio nell’imbarazzo su libretto di Jacopo Ferretti.

Primo vero grande successo di Donizetti, il melodramma giocoso sarà in scena Teatro Donizetti domenica 20 novembre(ore 15.30), sabato 26 novembre (ore 20) e venerdì 2 dicembre (ore 20), con l’anteprima Under30 giovedì 17 novembre alle ore 17.

Presentato nella nuova edizione critica di Maria Chiara Bertieri per la Fondazione Teatro Donizetti, L’aio nell’imbarazzoè il titolo del festival pensato da Francesco Micheli (impegnato come regista) per gli allievi della Bottega Donizetti che saranno in scena insieme al celebre basso-baritono bergamasco Alex Esposito – per l’occasione ritornato alla vocalità che lo ha caratterizzato all’inizio della carriera – nella parte dell’aio, l’istitutore, e a un altro maestro carismatico dei palcoscenici internazionali come Alessandro Corbelli nei panni del padre don Giulio. Dirige l’Orchestra Donizetti Opera Vincenzo Milletarì; le scene sono di Mauro Tinti, i costumi di Giada Masi, le luci di Peter van Praet, la drammaturgia di Alberto Mattioli. Il Video concept è di Studio Temp con le animazioni di Emanuele Kabu; assistenti alla regia Lorenzo Nencini e Giorgio Pesenti. Il Coro del Festival è diretto da Claudio Fenoglio.

I giovani allievi della Bottega Donizetti – sostenuta da due anni dai Rotary Club Gruppo Orobico 1 e 2 – in scena per L’aio nell’imbarazzo sono: Lorenzo Martelli (Il marchese Enrico), Marilena Ruta (Madama Gilda Tallemanni), Francesco Lucii (Il marchese Pippetto), Caterina Dellaere (Leonarda), Lorenzo Liberali (Simone) e poi il piccolo Vittorio Giuseppe Degiacomi (Bernardino).
Dopo aver tenuto i figli segregati in casa e all’oscuro della sia pur minima educazione sessuale, un padre si stupisce di avere un nipote segreto. Gli viene in aiuto un “l’aio”, l’insegnante comprensivo e sensibile al quale ha affidato la formazione e l’educazione dei figli. È questo uno dei nuclei del melodramma giocoso del 1824 L’aio nell’imbarazzo, una delle opere più riuscite e significative della prima fase creativa di Gaetano Donizetti: quasi una storia d’attualità, come ci rivelerà la lettura di Francesco Micheli, che mette in luce quanto il teatro del tempo ‒ anche quello d’opera ‒ fosse capace di ‘mordere’ la realtà contemporanea, toccando anche temi scottanti.
«Dopo due anni di pandemia – sottolinea Francesco Micheli – che hanno costretto la popolazione a vivere chiusa in casa, ci siamo resi conto che Ferretti e Donizetti sono stati stranamente, e certo involontariamente, profetici. Questi ragazzi chiusi in casa, tagliati fuori dal mondo, sono i nostri ragazzi costretti alla didattica a distanza, cui sono stati negati la scuola, gli amici, la socialità. Più in generale, intorno a noi c’è un mondo che ormai vive molto di più nella realtà virtuale che in quella ‘vera’, in rete, sul web, dove ognuno ormai è molto di più il suo avatar che sé stesso. Non si tratta di fare del moralismo spicciolo o di rimpiangere i cari vecchi tempi, ma di riflettere sulla nostra società, quindi di fare teatro nella sua accezione più autentica».
«Credo che la grande forza di questo titolo tutt’altro che ‘minore’ – continua il direttore Vincenzo Milletarì – stia nella drammaturgia. È una delle prime opere dove si rivela la grandezza di Donizetti come drammaturgo musicale, in grado di scolpire i caratteri e le situazioni con una musica che diventa, essa stessa, teatro. Certo, all’apparenza si tratta di una satira, peraltro divertentissima perché il libretto di Ferretti è eccellente, del mondo chiuso e asfittico della società della Restaurazione, con i suoi aristocratici reazionari, timorosi di ogni novità e di ogni contatto con l’esterno. Ma il genio di Donizetti la trasforma in una vera commedia umana, come quelle coeve di Balzac, creando personaggi autentici, in cui possiamo ancora identificarci».
Un’ora prima di ogni spettacolo, il Sentierone si anima con un pre-opera ideato da Francesco Micheli insieme a tutto il team creativo, con la partecipazione e le musiche di Jodi Pedrali, i performer Marco Curci, Erica Di Carlo, Lucio Failla, Samuel Puggioni; con gli allievi della Scuola di Teatro del CUT Centro Universitario Teatrale di Bergamo.
L’opera sarà disponibile in streaming (a pagamento) su donizetti.org/tv da sabato 26 novembre alle ore 20.
Da martedì 15 novembre sarà possibile acquistare anche in Biglietteria i Quaderni della Fondazione, cioè i programmi di sala dei singoli titoli curati dall’area scientifica del festival, al costo di 10 euro. Il Quaderno dedicato all’Aio nell’imbarazzo contiene saggi (in italiano e in inglese) di Paolo Fabbri e Maria Chiara Bertieri, accanto alle informazioni su struttura musicale e soggetto, il libretto della prima, ma anche quello della fonte originaria di Giraud, le interviste di Alberto Mattioli a Francesco Micheli e Vincenzo Milletarì, una scelta di bozzetti e figurini. L’isolamento tra le mura domestiche è uno dei temi dell’Aio nell’imbarazzo sviluppato anche nell’apparato iconografico del volume. Ed è anche un fenomeno diffuso nella nostra modernità, in forme varie e più o meno radicali, e che si è accentuato in questi anni di pandemia. Losing You nasce da un’idea di Davide Conte, con la volontà di raccontare dei punti di vista ignorati o sottovalutati, dei momenti semplici che possono diventare lunghi ed estremamente complessi, apparentemente chiari ma estremamente sfaccettati. Come lui stesso scrive: «esprimendo in silenzio quello che a parole non si può dire».
Il festival Donizetti Opera, è organizzato dalla Fondazione Teatro Donizetti e dal Comune di Bergamo con il sostegno di Ministero della Cultura, Fondazione Cariplo, Regione Lombardia, Camera di Commercio di Bergamo.
Main partner Allianz. Con il sostegno di Intesa Sanpaolo. Con il contributo di Uniacque, KPMG, Polo telematico Avantgarde, Rea Dalmine, Habilita. Sponsor Curnis/Rolex, Automha. Sponsor tecnici Atb, Claypaky, Zanta. In collaborazione con il Conservatorio Gaetano Donizetti, la Fondazione Mia, Rotary Gruppo Orobico 1 e Gruppo Orobico 2, Opera Europa, Fedora.
Un ringraziamento speciale agli Ambasciatori di Donizetti e a tutti coloro che sostengono l’attività della Fondazione Teatro Donizetti con Art bonus.

Biglietteria
Piazza Cavour, 15 – Bergamo – T. 035 4160601/602/603 – martedì-sabato, ore 13-20
biglietteria@fondazioneteatrodonizetti.org
gruppi@fondazioneteatrodonizetti.orgCosto dei biglietti:
– opere al Teatro Donizetti: da 110 euro a 15 euro
– opere al Teatro Sociale: da 90 euro a 15 euro

Carnet weekend
Tutti gli spettacoli di ciascun fine settimana con lo sconto del 25%
Carnet sabato

I biglietti delle tre opere in tre sabati diversi con lo sconto del 25%

Le opere avranno inizio nei giorni feriali alle ore 20 e alle ore 15.30 la domenica.