La Stagione di Prosa della Fondazione Teatro Donizetti prosegue nel solco di una delle icone della letteratura americana: Moby Dick. Al Teatro Donizetti va infatti in scena da martedì 31 gennaio a domenica 5 febbraio lo spettacolo di Elio De Capitani Moby Dick alla prova, scritto da Orson Wells adattando il celebre romanzo di Herman Melville. Traduzione di Cristina Viti. Costumi di Ferdinando Bruni. Musiche dal vivo di Mario Arcari. Direzione del coro di Francesca Breschi. Maschere di Marco Bonadei. Luci di Michele Ceglia. Suono di Gianfranco Turco. Interpreti: Elio De Capitani con Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Marco Bonadei, Enzo Curcurù, Alessandro Lussiana, Massimo Somaglino, Michele Costabile, Giulia Viana, Vincenzo Zampa, Mario Arcari. Coproduzione Teatro dell’Elfo e Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale. Lo spettacolo è dedicato alla memoria di Gigi Dall’Aglio. Durata: 2 ore e 35 minuti compreso intervallo. Orari: da martedì 31 a sabato 4 febbraio ore 20.30, domenica 5 ore 15.30. Sabato 4 è inoltre prevista una replica straordinaria fuori abbonamento con inizio alle ore 15.00. Prezzi biglietti da 15 a 38 euro, ridotti da 12 a 30 euro. Biglietti ancora disponibili per tutte le repliche.
In occasione delle rappresentazioni di Moby Dick alla prova sarà allestita nel Ridotto Gavazzeni del Teatro Donizetti l’installazione Umanità contro, ideata dal Teatro dell’Elfo e dal MUSE – Museo delle Scienze di Trento. Grazie alle irriverenti illustrazioni di Sara Filippi Plotegher, l’installazione racconta di una specie in preda ad un’alterazione delle proprie funzioni cognitive, che la porta a vedere come conveniente la distruzione di capodogli, balene e ogni altro organismo – financo dei propri simili – e della natura nel suo insieme. Una specie contro. Contro gli altri e contro sé stessa.
Scritto (oltre che, a suo tempo, diretto e interpretato) da Orson Welles, Moby Dick alla prova è lo spettacolo a cui Elio De Capitani ha lavorato nel corso dell’inverno del 2020/21 e che è giunto al debutto l’11 gennaio 2022 all’Elfo Puccini di Milano, ottenendo un notevolissimo successo. «Il testo di Welles, inedito in Italia, è un esperimento molteplice», sottolinea il regista, «Blank verse shakespeariano, una sintesi estrema del romanzo, personaggi bellissimi, restituiti in modo magistrale e parti cantate. Noi abbiamo realizzato questo spettacolo ‘totale’, con in più la gioia di una sfida finale impossibile: l’apparizione del capodoglio. E con un semplice trucco teatrale siamo riusciti a crearla».
Sul palcoscenico, lo stesso De Capitani, che interpreta le parti di Achab, padre Mapple, Lear e dell’impresario teatrale, è affiancato da un affiatato cast che salda le eccellenze artistiche di tre generazioni di interpreti. La musica dal vivo di Mario Arcari e i canti diretti da Francesca Breschi (vibranti rielaborazioni degli sea shanties) riempiono intensamente la scena generando emozioni profonde, in uno spazio dominato da un fondale enorme, eppure leggero, cangiante e mutevole, capace di evocare l’immensità del mare e la presenza incombente del capodoglio.
Orson Welles portò al debutto il suo testo il 16 giugno 1955, al Duke of York’s Theatre di Londra. Lo mise in scena in un palco praticamente vuoto, scegliendo di non dare al pubblico né mare, né balene, né navi. Solo una compagnia di attori e sé stesso in quattro ruoli, Achab compreso. E vinse la sfida di portare in teatro l’oceanico romanzo di Melville gettando un ponte tra la tragedia di Re Lear e Moby-Dick: l’ostinazione del re – che la vita, atroce maestra, infine redimerà – si rispecchia in quella irredimibile, fino all’ultimo istante, dell’oscuro e tormentato capitano del Pequod.
Scrive Elio De Capitani nelle note di regia: «Achab, come Kurtz in Cuore di tenebra, per devastare la natura, soggioga i suoi simili e ne fa strumento del suo odio, con estrema facilità. Diciamolo: Moby Dick parla di noi, oggi. Ne parla come solo l’arte sa fare. Cogliendo il respiro dei secoli – tra passato e futuro – nel respiro di ogni istante della nostra vita».