Per la Stagione di Prosa della Fondazione Teatro Donizetti – che con Se non posso ballare…non è la mia rivoluzione di Lella Costa ha totalizzato 5.704 presenze, superando i precedenti spettacoli in cartellone – quella che va da martedì 22 a domenica 27 febbraio è una settimana nel segno di Ferzan Ozpetek. Il nome del celebre regista cinematografico figura infatti come autore e regista della trasposizione teatrale dell’omonimo film Mine Vaganti (al Teatro Donizetti ore 20.30; domenica ore 15.30) e poi, in una serata straordinaria (domenica 27 alle ore 20.30, sempre al Donizetti), anche come interprete di Ferzaneide, monologo nel corso del quale Ozpetek ripercorre la propria vita e carriera attraverso ricordi, suggestioni delle figure umane che hanno ispirato molti dei suoi film.

Prima regia teatrale di Ferzan Ozpetek, Mine Vaganti rivive sul palcoscenico dopo che il film, uscito nel 2010, si è aggiudicato una lunga serie di premi: 2 David Di Donatello 5 Nastri D’Argento 4 Globi D’Oro, Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival di New York, Ciak D’Oro come Miglior Film. Le vicende della famiglia presa a simbolo dei luoghi comuni radicati nella società italiana, sono ora interpretati da un nutrito cast attoriale con Francesco Pannofino, nei panni di Vincenzo Cantone (padre di Tommaso e Antonio), Iaia Forte, sua moglie Stefania, Erasmo Genzini (Tommaso Cantone, fratello minore di Antonio), Carmine Recano (Antonio Cantone), Simona Marchini, la nonna (madre di Vincenzo). E con: Roberta Astuti (Alba Brunetti, socia di Tommaso), Sarah Falanga (zia Luciana, sorella di Vincenzo), Mimma lovoi (Teresa, cameriera di casa Cantone), Francesco Maggi (Andrea, amico di Tommaso), Luca Pantini (Marco, compagno di Tommaso) e Edoardo Purgatori (Davide, amico di Tommaso). Scene di Luigi Ferrigno. Costumi di Alessandro Lai. Luci di Pasquale Mari. Produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana. Durata: 2 ore incluso intervallo.

Come trasportare sul palcoscenico i sentimenti, i momenti malinconici, le risate? Questa è stata la prima domanda che Ferzan Ozpetek si è posto nell’immaginare, non senza un pizzico di apprensione, la versione teatrale di Mine Vaganti. «La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito aggiungendo entusiasta che sarebbe potuta diventare anche un ottimo testo teatrale», racconta il regista nativo di Istambul.

«Oggi, dietro invito di Marco Balsamo, quella prospettiva si realizza con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola. Certo, ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente umorismo. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento. L’ambientazione pure cambia. Ora una vicenda del genere non potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino. In un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Tutto precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per aprirsi ai suoi cari e vivere nella verità».

E così conclude le sue note di regia: «Racconto storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento sociale ormai irreversibile. Qui la parte del pater familias è emblematica, oltre che drammatica e ironica allo stesso tempo. Le emozioni dei primi piani hanno ceduto il posto a punteggiatura e parole; i tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti con uno spettacolino per poter marcare, facendone perfino una caricatura, quelle loro caratteristiche che prima arrivavano alla gente secondo le modalità mediate dallo schermo. Il teatro può permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte, travolgente».


PREZZI BIGLIETTI
Mine Vaganti: da 15 a 38 euro, ridotti da 12 a 30 euro.
Ferzaneide: da 15 a 25 Euro, ridotti da 12 a 20 Euro. Gli abbonati alla Stagione di Prosa e alla rassegna Altri Percorsi possono usufruire della riduzione sul prezzo del biglietto.

BIGLIETTERIA
Presso Teatro Donizetti
Piazza Cavour, 15 – Bergamo
Tel. 035.4160 601/602/603

Apertura al pubblico: da martedì a sabato dalle 13.00 alle 20.00 (festivi esclusi)
La domenica, nei giorni di spettacolo, la Biglietteria è aperta a partire da un’ora e mezza prima la rappresentazione.

L’accesso a teatro è consentito ai possessori di Green Pass Rafforzato, con obbligo di indossare mascherina FFP2.