Domenica 17 marzo (ore 15.30; biglietti da 15 a 38 Euro, ridotti da 12 a 30 Euro), a conclusione   della Stagione di Operetta della Fondazione Teatro Donizetti, la Compagnia di Operette Elena D’Angelo presenta La duchessa del Bal Tabarin, titolo forse meno famoso di altri ma sicuramente godibile e da riscoprire. Personaggi e interpreti: Elena D’Angelo (Frou Frou), Matteo Mazzoli (Sofia Webern), Alessandro Fantoni (Ottavio),  Merita Dileo (Edi), Gianni Versino (Duca di Pontarcy), Stefano Menegale (Gaston), Maresa Pagura (Sig.na Morel), Carlo Randazzo (Grandbec), Paola Scapolan (Grigri). Regia di Elena D’Angelo. Coreografie di Martina Ronca. Direzione di Marcella Tessarin. Allestimento e costumi Grandi Spettacoli. Durata: 135 minuti compreso intervallo.

Scritta da Leon Bard, pseudonimo usato nell’occasione da uno dei più noti autori di operette, Carlo Lombardo, su testi di Arturo Franci e Carlo Vizzotto, La duchessa del Bal Tabarin è un’operetta in tre atti che narra le vicende di Frou Frou, chanteuse del Bal Tabarin di Parigi, di cui s’innamora il duca di Pontarcy, che la sposa facendole promettere fedeltà per almeno sei mesi. Frou Frou accetta, ma presto s’annoia e rimpiange la vita di prima, allegra e frivola. Così organizza il suo rientro al Tabarin con il suo prossimo amante pro­prio la stessa notte che conclude il periodo di fedeltà obbligatoria, decisa a tradire il ma­rito. Anche il duca si reca al Tabarin con una sua giovane fiamma e tra equivoci comici e situazioni paradossali si arriverà all’epilogo.

È il 1914. Siamo in piena guerra mondiale, Carlo Lombardo, forse a corto di nuovi soggetti, pensò di rivisitare un’operetta di un compo­sitore poco conosciuto, un certo Bruno Gra­nichstaedten, dal titolo Majestat Mimì, che divenne, dopo una sapiente elaborazione dello spartito e la stesura di un copione mol­to divertente, La Duchessa del Bal Tabarin, operetta che diede grandi soddisfazioni al suo autore, soprattutto economiche. Si tratta di un’operetta molto particolare perché è la prima in cui compare la soubrette all’italiana con l’aria di entrata di Frou Frou, motivo che divenne po­polarissimo così come il duetto comico “Ah, come si sta ben”. Non ci fu compagnia di operette in Italia che non annoverasse nel suo repertorio questo titolo: tutte le soubret­te volevano essere il personaggio di Frou- Frou e famosa è rimasta l’interpretazione della seducente Gea della Garisenda.

La regia di Elena D’Angelo rispetta il più possibile la filologia dello spettacolo, ricreando l’at­mosfera e il gusto dei primi del Novecento, con una particolare attenzione alle voci liri­che che hanno a che fare con uno spartito impegnativo a livello vocale, se pur nella cantabilità e orecchiabilità dei valzer di gu­sto viennese.