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Event Series Event Series: Maria Stuarda

INCONTRO INTORNO A MARIA STUARDA

Giovedì 23 febbraio 2023 ore 18.00 | Sala della Musica “M. Tremaglia” – Teatro Donizetti

Incontro con Francesco Micheli, Direttore Artistico del festival Donizetti Opera, e con la compagnia 
Modera Maria Grazia Panigada, Direttrice Artistica della Stagione di Prosa e Altri Percorsi

Continua l’indagine di Davide Livermore sul senso e le possibilità del concetto di Giustizia nel nostro tempo. Così, dopo aver affrontato Grounded, di George Brant, una riflessione su chi si arroga il potere di dare la morte con la tecnologia; dopo aver attraversato l’immane complessità dell’Orestea, prima vera grande opera che narra il superamento della vendetta individuale per la creazione del primo tribunale, ancorché per un processo viziato, ecco Maria Stuarda, capolavoro di Friedrich Schiller del 1800.

La storia è nota: Schiller racconta il confronto serrato e tragico tra Maria Stuart, cattolica regina di Scozia, e la protestante Elisabetta I. In gioco c’è la corona d’Inghilterra e lo scontro sarà implacabile: le parole sono armi, capaci di uccidere. Politica, religione, potere: intrighi e passioni – pubbliche e private – si mescolano in questo violento affresco storico che Davide Livermore ambienta in una scena claustrofobica, dominata da una grande scalinata: un non-luogo in cui tutto è possibile e nella cui astrazione ritroviamo il senso della rappresentazione. Sarà corte, prigione, parco, lo spazio in cui i due opposti si specchiano e si fondono.

La tragedia di Schiller per il regista porta in sé anche una aspra riflessione sul rapporto tra donne e potere. La regina Elisabetta, infatti, si mascolinizza, perde progressivamente le sue caratteristiche di donna pur di vincere la sfida con la rivale. Attraverso Elisabetta, è ancora il patriarcato a riconfermare sé stesso. Al contrario, dichiara Livermore «vorremmo lasciarci ispirare da un “principio femminile del diritto”, una legge più umana, più comprensiva e dunque più giusta. Vorrei vedere il potere esercitato da una donna, e non da una regina che è proiezione del maschile, come peraltro era Atena in Eumenidi, capitolo conclusivo dell’Orestea».

Maria Stuarda, però, non è solo un profondo atto d’accusa ai meccanismi contorti del potere. Per sua natura è una potente partitura scenica, che diventa una sfida per due straordinarie attrici. Nella edizione diretta da Livermore, saranno due divine come Laura Marinoni e Elisabetta Pozzi (rigorosamente in ordine alfabetico), vestite con gli splendidi costumi firmati da Dolce & Gabbana a contendersi, letteralmente, i ruoli. Sera dopo sera, infatti, sarà una sorpresa anche per le due interpreti scoprire chi vestirà i panni di chi. A decidere la sorte sarà un gioco teatrale, che nel prologo dello spettacolo indicherà chi delle due attrici sarà la regina destinata a regnare e chi quella destinata a perire.

Accanto alle due protagoniste, agiscono cinque tra attori e attrici, Gaia Aprea, Giancarlo Judica Cordiglia, Linda Gennari, Olivia Manescalchi, Sax Nicosia, un gruppo che ha già mostrato un grande affiatamento lavorando con Livermore nell’Orestea: «Cinque supereroi – dice il regista – che interpreteranno più di un ruolo a testa. Aiutati dai costumi di Anna Missaglia, ci permetteranno di affrontare il testo, nella nuova traduzione di Carlo Sciaccaluga, in modo pressoché integrale».

Una traduzione che si basa su endecasillabi liberi, proprio perché Livermore intende continuare nel suo percorso di avvicinamento tra Opera e Prosa. Non è un caso che il dramma di Schiller abbia ispirato Gaetano Donizetti che, nel 1835, complice il librettista Giuseppe Bardari, ne fece un’opera.

«Nella mia ricerca in prosa – spiega Livermore – mi interessa sempre più scandagliare quello che per me è il fondamento storico del teatro italiano, ossia il “recitar cantando”. Il metodo è sempre lo stesso: “Armonia al servizio della poesia”. La musica sarà una delle colonne portanti della nostra storia». Così per mettere in scena il dramma storico sono stati coinvolti due musicisti diversissimi tra loro, Mario Conte, compositore e sound designer, e Giua, cantautrice e chitarrista, che sarà sul palco insieme agli attori. Dal loro incontro è emersa una scrittura musicale profondamente epica, che ci porta da Purcell a Dowland (musicista che ha scritto per Elisabetta I) e a Davide Rizzio, amante di Maria Stuarda e compositore di song bellissime, ma il tutto rivisto con l’uso della chitarra elettrica, creando un ambiente sonoro dark e contemporaneo.