FRANCESCO CHIAPPERINI “On The Bare Rocks and Glaciers”
30 Aprile 2023| Ora 15:00
| -INTERNATIONAL JAZZ DAY
In collaborazione con UNIACQUE
A causa delle avverse condizioni metereologiche previste per domenica 30 aprile, il concerto si svolgerà presso la Chiesa della Beata Vergine del Paradiso a Clusone in Piazza del Paradiso.
Resta invariato l’orario di inizio del concerto: ore 15.00
Anche quest’anno Bergamo Jazz esce dalla città per celebrare in Val Seriana l’International Jazz Day, nei pressi della Sorgente Nossana di Ponte Nossa, una delle principali sorgenti gestite da UniAcque, società che si occupa del servizio idrico per Bergamo e provincia, e luogo particolarmente suggestivo grazie al quale il Festival sottolinea la propria vocazione green.
Solo con un sistema di rete forte, che prevede sinergie con istituzioni nazionali e locali e con partner pubblici e privati, possiamo costruire il servizio idrico del futuro perseguendo gli obiettivi tracciati, all’insegna di economia circolare e sviluppo sostenibile. Il nostro sostegno a Bergamo Jazz conferma la profonda vicinanza tra Uniacque e il mondo della cultura, mostrando come sia possibile creare una vera sinergia tra questi due mondi. Grazie a un programma vario e intrigante che riserva il giusto spazio alla tradizione senza rinunciare a sperimentare, questo festival continua a rendere onore al nostro territorio – Luca Serughetti, Presidente di Uniacque
Anche la musica avrà un significato simbolico: il progetto di Francesco Chiapperini On The Bare Rocks and Glaciers si rifà esplicitamente al mondo alpino, inteso come paesaggio ma soprattutto come pensiero forte di un mondo proiettato verso il cielo. Il titolo del lavoro è tratto dalla “Preghiera degli Alpini” di Giovanni Veneri, che proprio nelle parole iniziali recita «Su le nude rocce e i perenni ghiacciai, armati come siamo di fede e d’amore, ti preghiam Signore: proteggi le mamme, proteggi le spose i figli e i fratelli».
Il sestetto allestito dal clarinettista, cinque strumenti a fiato e violino, spazia tra brani originali e la rielaborazione di composizioni che fanno della montagna la protagonista delle note. La musica che ne deriva si prefigge di ricreare l’organicità di un coro, quello degli alpini, e questa coralità viene percorsa, stravolta e rimaneggiata a favore dei temi popolari che cantano le gesta degli uomini che vissero, e anche vi combatterono, sulle montagne.
Non solo: la montagna, in letteratura, è stata anche spesso accostata ad elementi di spiritualità e di magia. Da qui la scelta di esplorare anche questi territori inserendo all’interno del repertorio brani che prendessero spunto da tali elementi. La scelta di un organico così particolare e variegato, che trae spunto dalla musica cameristica europea, conferisce alle note suonate un sapore nuovo, ma allo stesso tempo porta l’ascoltatore all’interno di una dimensione familiare, quasi come se la musica lo circondasse con un abbraccio, appunto, corale.