Nel 1948 si organizza un’importante stagione commemorativa per il centenario della morte di Gaetano Donizetti. Si rappresentano ben 4 opere del compositore bergamasco: Betly, Il campanello,, La favorita, Poliuto.
Un ruolo fondamentale è ricoperto da Gianandrea Gavazzeni che dirige due opere (Il campanello e Poliuto) e collabora con Bindo Missiroli per le scelte artistiche e musicali. Queste iniziative danno importante impulso alla riscoperta della musica donizettiana. Si mettono le radici della Donizetti Renaissance: quel fenomeno che porterà al recupero, alla riproposta e alla conoscenza in tutta Europa delle opere poco rappresentate, o scomparse dalle scene, del musicista bergamasco, nonché delle sue composizioni concertistiche, sacre e da camera.
In occasione del centenario, amministratori del Teatro e della Città intendono mettere in campo importanti iniziative. Bindo Missiroli, direttore del Teatro, lavora perché la Stagione d’opera risulti di assoluto rilievo. Fin dall’anno precedente è attivo un Comitato formato da diverse commissioni: una per la propaganda (presieduta da Ciro Caversazzi), una finanziaria (il cui presidente è Luigi Agliardi), una giunta esecutiva (presieduta dal Sindaco di Bergamo Ferruccio Galmozzi); il segretario generale è naturalmente Bindo Missiroli.
I progetti sono numerosi e di qualità, ma a mancare sono le finanze. Il costo totale della manifestazione si aggira attorno ai 25 milioni, di cui 14 costituiti da un contributo statale ordinario.
Tra i donatori, il “Giornale del Popolo” riporta i nomi degli istituti bancari della città, e di alcune ditte bergamasche, che hanno risposto all’appello del Comitato impegnandosi per la somma di 100 lire per ogni dipendente, il tutto grazie anche all’azione dell’Unione Industriali.
Il 22 settembre il “Giornale del Popolo” segnala, con ironia e amarezza, quanto la sottoscrizione aperta per finanziare la realizzazione di una Stagione tanto significativa proceda a ritmo molto lento e come manchi ancora 1 milione e mezzo di lire.
Sordi all’appello paiono essere i commercianti e, punzecchia la testata: «Persone facoltose che sappiamo risiedere a Bergamo e che non hanno dato un centesimo».
Si impegna direttamente, e con una cifra importante pari a 50.000 lire, Giulio Zavaritt. La sua è una donazione generosa tra quelle dei privati pervenute al Comitato.
Le idee sono molte: c’è chi propone di invitare complessi artistici da Parigi, Bruxelles, Londra, New York e Mosca, chi invece vorrebbe organizzare una tournée di concerti in Italia con musiche di Donizetti. L’architetto Sandro Angelini propone un concorso nazionale tra scenografi per bozzetti di opere donizettiane, seguito da un’esposizione e da una raccolta retrospettiva di scenografia donizettiana con “teatrini” eseguiti dagli allievi dell’Accademia Carrara e, ancora, molto altro.
Il compromesso tra i desideri e le risorse porta ad una Stagione nella quale si eseguono Betly e Il campanello, La favorita e Poliuto al Teatro Donizetti, oltre che la Messa da Requiem di Gaetano Donizetti in Santa Maria Maggiore.
Le iniziative prendono il via ufficialmente l’8 aprile 1948 (centenario dell’anniversario di morte del Maestro). In mattinata si ricorda lo scoprimento di lapidi presso la Casa Natale del compositore e in via Arena, dove Donizetti aveva frequentato le Lezioni Caritatevoli di Musica, nel cuore della Bergamo Alta dove Gaetano era cresciuto.
La sera al Teatro Donizetti Umberto Giordano è la voce della commemorazione e Gianandrea Gavazzeni dirige la Messa da Requiem composta dallo stesso Donizetti per la morte di Vincenzo Bellini. L’allestimento è sontuoso con 80 orchestrali e 100 coristi. La Rai mette in onda uno speciale con una breve narrazione della vita di Donizetti e una serie di brani da lui scritti. Per mancanza di impianti di radiodiffusione nelle scuole migliaia di studenti affollano i teatri minori della città: il Duse, il Nuovo e il Rubini.
Data l’attesa, l’esecuzione è inoltre diffusa con altoparlanti sul Sentierone e in Piazza Vecchia.
Sono pubblicati almanacchi, cartoline ricordo, un francobollo commemorativo, articoli e una biografia del musicista a cura del prof. Guido Zavadini.
Durante la Stagione autunnale Franco Capuana dirige La favorita, nell’allestimento del Teatro alla Scala e Betly, Gavazzeni Poliuto e Il campanello.
Tra i più noti cantano Giulietta Simionato, Gianni Poggi, Gino Bechi, Cesare Siepi, Margherita Carosio, Piero Guelfi, Fernando Corena, Raffaele Arié.
Betly e Il campanello recuperano un Donizetti “minore”. Decisivo nel recupero del Poliuto il ruolo di Gavazzeni, che aveva lavorato molto anche sulla partitura della Messa da Requiem e sulla ricostruzione delle parti per orchestra, andate perdute, della Betly; in tutto questo risulta tanto coraggiosa quanto fondamentale la posizione di Bindo Missiroli, che si espone a favore di un cartellone che esce dalla tradizione del repertorio.
Come sempre, è importante il ruolo di Sandro Angelini che per molti anni sarà la figura di riferimento per le scenografie del Teatro. Nel 1948 Angelini cura l’allestimento sia di Betly che de Il campanello. Per Poliuto si rinnova il rapporto di collaborazione con l’Accademia Carrara e i suoi allievi, guidati da Pino Pizzigoni e Achille Funi.
La Favorite è messa in scena (come già detto) con l’allestimento del Teatro alla Scala sulla base di scene e costumi a cura di Alessandro Benois, ripresi da Mario Mantovani.
Grande novità la nuova biglietteria creata sotto il porticato e comunicante con l’interno, utile ad evitare gli assembramenti che tanto disagio avevano provocato per l’accesso alla platea e ai palchi.
Risale al 1948 la ricetta della Torta Donizetti, creata dalla nota pasticceria Balzer proprio in onore del centenario donizettiano.