Main partner

News

Riparte la rassegna Lezioni di Storia con Vito Mancuso e la sua lezione dal titolo “Gesù: la rottura della Legge”

Sabato 18 gennaio è in programma al Teatro Donizetti (ore 11.00) il primo dei cinque appuntamenti con le “Lezioni di Storia”, iniziativa ideata da Editori Laterza e realizzata in coproduzione con la Fondazione Teatro Donizetti e con il sostegno di Cassa Lombarda. La nuova edizione è dedicata ai Ribelli, ponendo al centro il pensiero e l’azione di alcune grandi figure del passato, da Gesù a Cleopatra, da Giovanna D’Arco a Robespierre e Fidel Castro, e vuole essere un’esortazione a coltivare la speranza di un cambiamento sempre possibile. Protagonista dell’incontro inaugurale, dal titolo Gesù: la rottura della Legge, sarà il teologo Vito Mancuso articolerà il suo intervento ponendosi alcune domande, le cui risposte non sempre corrispondono automaticamente a certezze: Gesù intese esplicitamente rompere con la Legge? Sì e no. Sì, perché venne giustiziato per la sua dura contestazione della tradizione religiosa e del suo annuncio del regno di Dio in radicale opposizione ai poteri di questo mondo. No, perché la sua ribellione fu il risultato di una più profonda obbedienza. Quale? A chi, a che cosa? Vito Mancuso ha insegnato Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano ed è stato docente di Storia delle dottrine Teologiche all’Università degli Studi di Padova. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine. Dal 2022 è editorialista del quotidiano “La Stampa”. Tra i suoi libri di maggior successo e tradotti in altre lingue si ricordano: L’anima e il suo destino (Raffaello Cortina, 2007), Io e Dio. Una guida dei perplessi (Garzanti, 2011), Il principio passione. La forza che ci spinge ad amare (Garzanti 2013), Dio e il suo destino (Garzanti 2015). Le sue ultime pubblicazioni sono La mente innamorata (2022), Etica per giorni difficili (2022), Non ti manchi mai la gioia. Breve itinerario di liberazione (2023) e Destinazione speranza (2024), tutte per Garzanti. Le “Lezioni di Storia” proseguiranno con Francesca Cenerini, che parlerà della figura di Cleopatra e dell’influenza che la cultura egizia ha avuto sul gusto dei romani (1° febbraio); con Maria Giuseppina Muzzarelli, che rievocherà la figura storica, il carisma e la personalità complessa di Giovanna d’Arco (8 febbraio); con Luigi Mascilli Migliorini, che proporrà una riflessione profonda su Robespierre, nel cuore della Rivoluzione Francese (15 febbraio). Ed infine con Loris Zanatta, che presenterà Fidel Castro e la sua rivoluzionaria “religione politica” (1° marzo). Tutti gli incontri saranno introdotti dal giornalista Max Pavan, responsabile dell’informazione di Bergamo TV. Biglietti 10 Euro, con riduzione per le scuole a 8 Euro. Al termine degli incontri, gli autori si fermeranno con il pubblico per il firmacopie presso il Ridotto Gavazzeni del Teatro.  

Riparte la rassegna Lezioni di Storia con Vito Mancuso e la sua lezione dal titolo “Gesù: la rottura della Legge”2025-01-10T19:10:26+01:00

“Nell’occhio del labirinto. Apologia di Enzo Tortora” arriva giovedì 16 gennaio al Teatro Sociale

Inaugurata con successo lo scorso dicembre con Re Lear è morto a Mosca di César Brie, la rassegna Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti ospita giovedì 16 gennaio al Teatro Sociale (ore 20.30) Nell’occhio del labirinto – Apologia di Enzo Tortora, spettacolo che rievoca una delle vicende giudiziarie italiane più controverse e drammatiche del recente passato. Monologo scritto e diretto da Chicco Dossi e affidato alle talentuose doti interpretative di Simone Tudda, segnalato al Premio Hystrio alla Vocazione 2021, Nell'occhio del labirinto – produzione Teatro della Cooperativa, durata 1 ora e 10 minuti senza intervallo – racconta la storia di Enzo Tortora, dal momento in cui il noto presentatore televisivo venne arrestato nella notte del 17 giugno 1983 con l’accusa di associazione camorristica e spaccio di droga. Seguirono anni difficili, tra carceri e tribunali, nei quali Tortora si fece portavoce di una strenua battaglia per la giustizia. Battaglia finita con l’assoluzione e il ritorno alla vita. Nell'occhio del labirinto è nato quasi per caso: «Dalle parti di Corso Magenta, a Milano, proprio davanti al Teatro Litta, c’è Largo Enzo Tortora. Quasi più una commemorazione che una targa toponomastica – non credo che possieda nemmeno un numero civico – in piccolo, sotto il nome, reca la scritta “giornalista” e le date di nascita e di morte: 1928-1988. Più per curiosità che per senso civico, un giorno, ho deciso di informarmi. Ho scoperto che il “caso Tortora” era ben noto alla generazione di mia madre e assolutamente sconosciuto alla mia», racconta Chicco Dossi sulla genesi del suo spettacolo. La vicenda di Enzo Tortora è passata alla storia come il tipico caso di malagiustizia, «forse ancora più eclatante perché perpetrato ai danni di una persona nota agli italiani, dal momento che il suo volto teneva banco per un’ora e mezza a settimana sulle reti nazionali. Un episodio che assumeva contorni sempre più agghiaccianti, man mano che lo approfondivo: nessuna presunzione di innocenza, accuse mosse senza prova alcuna, magistrati smaniosi di arrestare il “nome grosso” che non leggono gli atti dei processi, blitz antimafia venduti alla stampa ancora prima che avvengano, il tutto ai danni di un uomo totalmente estraneo ai fatti e non associato in alcun modo agli ambienti camorristici. Il caso Tortora non è incredibile soltanto per la crudeltà con cui giudici, stampa e opinione pubblica si sono accaniti nei confronti di un innocente. La storia di Enzo è la storia di un uomo che, dall’alto della sua posizione di personaggio pubblico, ha deciso di farsi portavoce di una battaglia che non ha colore politico: quella della giustizia giusta». «Il monologo interpretato da Simone Tudda si dipana in una narrazione continua dove la diegesi oltrepassa i confini narrativi per sfociare nel dialogo, risale nel resoconto storico, dove i dati sono sempre raccontati in maniera essenziale per comprendere le vicende, si alterna tra la terza persona di un narratore onnisciente che va a spiare i detenuti del carcere di Forte Longone e la prima persona del giornalista, fino a scavare nella sua interiorità

“Nell’occhio del labirinto. Apologia di Enzo Tortora” arriva giovedì 16 gennaio al Teatro Sociale2025-01-10T15:19:47+01:00

“Rigoletto” di Giuseppe Verdi sarà in scena venerdì 10 e domenica 12 gennaio al Teatro Donizetti

Anche quest’anno, come da tradizione, la Stagione dei Teatri della Fondazione Teatro Donizetti ospita una produzione dei Teatri di OperaLombardia, circuito regionale che riunisce le città di Brescia, Como, Piacenza, Pavia e, appunto, Bergamo, dove venerdì 10 gennaio (ore 20.00) e domenica 12 gennaio (ore 15.30) andrà in scena al Teatro Donizetti Rigoletto, opera in tre atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave tratto dal dramma di Victor Hugo Le roi s’amuse. Con la regia di Matteo Marziano Graziano e la direzione musicale di Alessandro D’Agostini, il nuovo allestimento del capolavoro verdiano si avvale delle scene di Francesca Sgariboldi, dei costumi di Laurent Pellissier, delle luci di Cristian Zucaro. Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano e Coro OperaLombardia diretto da Diego Maccagnola. Personaggi e interpreti: Rigoletto Giuseppe Altomare, Il Duca di Mantova Paride Cataldo, Gilda Bianca Tognocchi, Sparafucile Mattia Denti, Maddalena Victória Pitts, Giovanna/La Contessa di Ceprano Lara Rotili, Il Conte di Monterone Baopeng Wang, Marullo Lorenzo Liberali, Matteo Borsa Raffaele Feo, Il Conte di Ceprano Graziano Dallavalle, Paggio della Duchessa Federica Cassetti, Usciere di Corte Marco Tomasoni. Le due rappresentazioni saranno precedute, giovedì 9 gennaio presso la Sala Musica “M. Tremaglia” del Teatro Donizetti (ore 18.00), da un incontro dal titolo Rigoletto e Lucrezia Borgia: Victor Hugo da Donizetti a Verdi, che vedrà nelle vesti di relatori Livio Aragona, Paolo Fabbri e Candida Mantica del Centro Studi Donizettiani della Fondazione Teatro Donizetti. «Rigoletto è un personaggio complesso, il cui corpo disabile lo rende oggetto di scherno e di emarginazione. La sua condizione fisica non risponde ai canoni della normalità e dell'accettabilità sociale, costringendolo a vivere come un reietto in un mondo crudele. Per sopravvivere, Rigoletto sfrutta la sua disabilità, trasformandola in un macabro spettacolo che diverte e disgusta la corte del Duca», racconta Matteo Marziano Graziano nelle note di regia. «Il concept di Rigoletto si articola attorno al tema della Spaccatura, che emerge con forza in ogni aspetto dell'opera, dai personaggi alle scene, fino ai costumi. Il termine Spaccatura, che deriva dal longobardo spahhan, significa fendere, creare crepe in qualcosa. Verdi, con quest’opera, pone una luce critica su una società profondamente guasta, corrotta e divisa, dove l’assenza di moralità nei confronti delle donne, la mancanza di compassione verso i corpi diversi, e la ricerca sfrenata del potere personale a costo della corruzione e dei favoritismi, rivelano un mondo in cui i valori umani sono stati irrimediabilmente compromessi». «Il concept della produzione non vuole essere un semplice atto di denuncia, ma piuttosto un invito a una riflessione profonda sulla nostra società contemporanea, sui nostri angoli ciechi e sulle crepe che ancora oggi dobbiamo sanare», prosegue il regista, «In questa interpretazione, la Spaccatura diventa non solo un tema narrativo, ma anche un elemento visivo e simbolico che permea l'intera messa in scena. Le scenografie giocano con linee spezzate e trasparenze, creando un’atmosfera di tensione e di incertezza che riflette l’animo tormentato dei personaggi. I costumi, realizzati con materiali di riciclo e tecniche di upcycling quali il patchwork e il

“Rigoletto” di Giuseppe Verdi sarà in scena venerdì 10 e domenica 12 gennaio al Teatro Donizetti2025-01-07T11:20:54+01:00

Incontro intorno all’opera “Rigoletto2 di Giuseppe Verdi: Giovedì 9 gennaio presso la Sala Musica del Teatro Donizetti

In vista delle due rappresentazioni di venerdì 10 gennaio (ore 20.00) e di domenica 12 gennaio (ore 15.30) dell’opera Rigoletto, nel nuovo allestimento coprodotto dai Teatri di OperaLombardia inserito all’interno della Stagione dei Teatri 2024/2025, la Fondazione Teatro Donizetti promuove un incontro attorno al capolavoro di Giuseppe Verdi organizzato dal Centro Studi Donizettiani della Fondazione Teatro Donizetti, in programma giovedì 9 gennaio presso la Sala Musica “M. Tremaglia” del Teatro Donizetti alle ore 18.00. L’incontro, dal titolo Rigoletto e Lucrezia Borgia: Victor Hugo da Donizetti a Verdi, vedrà nelle vesti di relatori Livio Aragona, Paolo Fabbri e Candida Mantica del Centro Studi Donizettiani della Fondazione Teatro Donizetti. Il repertorio d’immagini curato da Clelia Epis, Edoardo Cavalli e Maurizio Merisio, ugualmente ricercatori del Centro, darà conto di come la celebre opera verdiana sia stata letta e interpretata scenicamente al Teatro Donizetti di Bergamo. Per partecipare all’incontro è necessario prenotarsi al link Eventbrite pubblicato sul sito del teatro. Lucrezia Borgia di Gaetano Donizetti e Il re si diverte Victor Hugo, cioè Rigoletto: storie maledette in cui maternità e paternità redimono personaggi sinistri, moralmente e magari anche fisicamente ‘brutti’. Tragedie sordide in cui, contro ogni apparenza, l’amor filiale farebbe fiorire germogli di umanità, se un Fato avverso non provvedesse con beffarda sistematicità a tranciarli. Un teatro così intenso, irregolare, che coltiva la categoria del Brutto, che accosta sublimità a nefandezze, che mescola tragico e grottesco, affascinò Felice Romani e Donizetti nel 1833. E nel 1851 Francesco Maria Piave e Giuseppe Verdi. Una volta di più, Donizetti si dimostra alfiere di un Teatro delle Novità di pieno Ottocento, di cui Verdi raccoglierà il testimone.   LINK PER PRENOTAZIONI https://www.eventbrite.it/e/rigoletto-e-lucrezia-borgia-victor-hugo-da-donizetti-a-verdi-tickets-1110165387559?aff=oddtdtcreator  

Incontro intorno all’opera “Rigoletto2 di Giuseppe Verdi: Giovedì 9 gennaio presso la Sala Musica del Teatro Donizetti2024-12-21T17:56:43+01:00

“Ballo al Savoy” è lo spettacolo inaugurale della Stagione di Operette in scena domenica 5 gennaio al Teatro Donizetti

Torna, immancabile, l’Operetta, da anni stabilmente inserita nella Stagione dei Teatri della Fondazione Teatro Donizetti: tre titoli, tutti in programma al Teatro Donizetti la domenica pomeriggio alle ore 15.30, che richiameranno sicuramente i tanti appassionati di questo genere di teatro considerato “leggero”, ma che nelle sue espressioni migliori non ha nulla da invidiare all’opera o al musical. E anche quest’anno non mancheranno le proposte di qualità, ad iniziare dall’appuntamento inaugurale di domenica 5 gennaio con Ballo al Savoy, un’operetta ma anche qualcosa di più. Scritta da Alfred Grünwald e Fritz Lohner-Beda, su musiche di Paul Abraham, Ballo al Savoy è infatti definibile un’operetta-musical, in due atti, che a Bergamo verrà proposta nell’allestimento della Compagnia Teatro Musica Novecento. Personaggi e interpreti: Daisy Darlington - Silvia Felisetti, Mustafà Bei - Alessandro Brachetti, Aristide - Antonio Colamorea, Maddalena - Renata Campanella, Celestino - Fulvio Massa, Pomerol - Marco Falsetti, Arcibaldo - Alessandro Garuti. Corpo di Ballo Novecento con le coreografie di Salvatore Loritto. Orchestra Cantieri d’Arte di Stefano Giaroli. Scene e Costumi di Artescenica Reggio Emilia. Regia di Alessandro Brachetti. Oltre che di valzer, arie e duetti amorosi, Ballo al Savoy è ricco di ritmi sfrenati, dal Tango argentino allo Swing, con chiarissime allusioni e riferimenti al musical che negli anni Trenta del Novecento stava spopolando oltre oceano. In particolare, è presente un autore americano blasonato come Cole Porter: Abraham inserì nella sua partitura una parafrasi della celebre “Night and Day”. La vicenda è ambientata a Nizza, nel 1932. Nella Hall dell’Hotel Savoy si festeggia il ritorno del marchese Aristide Di Faublais e della sua sposina Maddalena dal lungo viaggio di nozze. Ma Aristide riceve un telegramma dal suo avvocato, che lo informa che, per potere accedere al patrimonio del defunto padre, deve onorare un impegno preso in passato dal padre stesso, che consiste nel trascorrere una notte con Tangolita, danzatrice spagnola. Aristide dovrà perciò trovare uno stratagemma per onorare l'impegno senza mettere a repentaglio il suo matrimonio… Dopo Ballo al Savoy, la Stagione di Operette proseguirà il 19 gennaio con Sogno viennese della Compagnia Corrado Abbati, spettacolo che nel rifarsi alla scuola della capitale austriaca, ma non solo, si muove fra ricostruzione storica e divertimento puro attraverso una sequenza di sfarzosi quadri dal ritmo incalzante. Infine, il 30 marzo, andrà in scena Scugnizza, operetta piena di lirismo tipicamente napoletano. Allestimento della Compagnia d’Operette Elena D’Angelo.

“Ballo al Savoy” è lo spettacolo inaugurale della Stagione di Operette in scena domenica 5 gennaio al Teatro Donizetti2024-12-21T17:31:53+01:00

La Fondazione Teatro Donizetti saluta il 2024 con il musical “A Christmas Carol” e dà il benvenuto all’anno nuovo con l’Orchestra Filarmonica Italiana

Sarà nel segno dei tipici colori festosi del musical l’evento che la Fondazione Teatro Donizetti propone il 31 dicembre nel principale teatro cittadino. E allo scoccare della mezzanotte, brindisi nelle sale storiche dello stesso Teatro Donizetti, insieme agli artisti della Compagnia BIT, che nella speciale occasione (alle ore 22.00) presenterà A Christmas Carol, tratto dal più famoso romanzo di Charles Dickens, adattato da Melina Pellicano, con le musiche originali di Stefano Lori e Marco Caselle. In palcoscenico, un cast di oltre 20 elementi, con Fabrizio Rizzolo nel ruolo di Ebenezer Scrooge, e con effetti speciali curati da Alessandro Marrazzo, 150 costumi e scenografie spettacolari. Melina Pellicano, regista e autrice del libretto del musical, ha voluto essere il più fedele possibile al romanzo, perché la scrittura di Dickens si mostra già di per sé molto teatrale: «La solitudine di Scrooge e la sua ricchezza economica sono in contrapposizione con la serenità della famiglia e la modesta situazione sociale degli altri personaggi. La ricchezza d'animo e il coraggio di far fronte ad una situazione poco agiata sono la vera ricchezza.  È un concetto vecchio, ma assolutamente attuale», racconta, «C'è qualche differenza nella vicenda e nei personaggi, ma sempre nel rispetto del racconto originale e nello spirito di Dickens. Questo è stato voluto ed è un piccolo modo personale per rendere omaggio allo scrittore». «Ho scelto di aprire lo spettacolo con il monologo e la canzone del piccolo Tim (il figlio piccolo di Bob Cratchit, impiegato di Scrooge), per affidare ad un bambino il compito di spiegare "come stanno veramente le cose", per spiegare al pubblico il punto di vista di un bambino che guarda al mondo con occhi limpidi e senza giudizio. Tiny Tim racconta infatti che Scrooge "non è capace di sorridere ed è sempre in collera con chiunque gli rivolga la parola", ma che in realtà "è soltanto solo" e nessuno dovrebbe rimanere solo a Natale», prosegue la regista. Altro immancabile appuntamento sarà il Concerto di Capodanno, in programma la mattina di mercoledì 1° gennaio al Teatro Sociale (ore 11.00). L’Orchestra Filarmonica Italiana, diretta da Andrea Oddone, guiderà il pubblico in un appassionante viaggio musicale tra Le Danze d'Europa, specchio di diverse tradizioni musicali europee, da Vienna all'Italia, passando per il cuore dell'Europa centrale. Il programma del concerto include capolavori di compositori che hanno saputo catturare l'anima delle danze popolari e trasformarle in opere d'arte senza tempo. Il repertorio di Johann Strauss, "il Re del valzer", con le sue celebri polke e valzer viennesi, evocherà l'eleganza e l'energia della capitale austriaca durante il periodo d'oro della musica da ballo. Antonín Dvořák, invece, con le sue danze slave, farà immergere nelle calde e suggestive atmosfere dell'Europa Centrale: le sue melodie, ricche di vivacità e sentimento, riflettono l'orgoglio della cultura popolare della sua terra natale, la Repubblica Ceca. Non mancherà un omaggio all'Italia con le musiche di Ottorino Respighi, il compositore che ha saputo riscoprire e valorizzare il patrimonio musicale italiano. Le sue opere, ispirate alla musica rinascimentale e barocca, saranno un

La Fondazione Teatro Donizetti saluta il 2024 con il musical “A Christmas Carol” e dà il benvenuto all’anno nuovo con l’Orchestra Filarmonica Italiana2024-12-20T15:33:37+01:00

Concerto di Natale con I Piccoli Musici: sabato 21 dicembre al Teatro Sociale

Come tradizione, anche quest’anno la Fondazione Teatro Donizetti propone il Concerto di Natale, di cui sarà ospite il coro I Piccoli Musici diretto da Mario Mora. Il concerto, in programma sabato 21 dicembre al Teatro Sociale (ore 15.30), sarà come sempre preziosa occasione per assaporare l’atmosfera natalizia sulle note di composizioni che ne evocano il clima festoso e denso di spiritualità. Per quest’anno è stato scelto un titolo particolarmente suggestivo ed evocativo: Il Suono della Voce. Ne sarà infatti protagonista assoluta la voce del coro, con l’inserimento di alcuni solisti: Alberto Braghini al pianoforte, Francesca Tirale all’arpa, Silvia Freti al violino e Sebastiano Suardi alla zampogna. Il concerto sarà idealmente suddiviso in due parti: nella prima verranno proposte delle Folk Songs di diverse nazioni, brani dai musical di Leonard Bernstein e Richard Rodgers e canti d’opera, ricordando anche il centenario della morte di Giacomo Puccini. Dall’opera Carmen di Georges Bizet, in cartellone al Teatro Donizetti nella stagione del 1995 alla quale il coro partecipò, verrà proposto in forma scenica il “Choeur des Gamins”, con “Avec la garde montante”, brano che il “Coro dei Monelli” canta nel primo atto.  Nella seconda parte sarà quindi dato ampio spazio alle più belle melodie di Natale, ma non mancheranno novità in prima esecuzione, sapientemente arrangiate per coro da Mauro Zuccante, come “The little drummer boy”, celebre canzone natalizia statunitense scritta nel 1941, e “Let it snow”, vero e proprio classico natalizio del XX secolo. Diversi stili ma proposti con un’unica caratteristica: espressività e suono, che contraddistinguono da sempre il coro I Piccoli Musici. Ambasciatore Cultu­rale dell’Europa per la Federazione dei Cori dell’Unione, il coro I Piccoli Musici, con sede a Casazza e diretto fin dalla sua fondazione da Mario Mora, si è co­stituito nel 1986, espressione della scuola di musica omonima. Nella sua intensa attività artistica, il coro è stato invitato a tenere con­certi nell’ambito di importanti festival corali internazionali e ha ottenuto numerosi premi. Ha partecipato a concerti tra­smessi da RAI, Mediaset, TV e Radio Sviz­zera: "Natale in Vaticano" alla presenza di Giovanni Paolo II, "Note di Natale", "Natale nel Duomo di Milano", "Christmas Time". Dal 2007 al 2023 ha eseguito con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI il Concerto di Natale trasmesso in Eurovisione dalla Basili­ca di Assisi. Ha inciso opere di Men­delssohn e Britten e una raccolta di Canti e Melodie Internazionali dal titolo Around the world, i Vespri di Natale di Willaert e una raccolta di canti natalizi per la Stradivarius di Milano, (giudicato dalla rivista francese “Repertoire” il miglior disco di Natale dell’anno 2000). Ha anche registrato una raccolta di canti per bambi­ni e ragazzi dal titolo Giro, Giro Canto 3.

Concerto di Natale con I Piccoli Musici: sabato 21 dicembre al Teatro Sociale2024-12-17T17:40:37+01:00

Grande successo per “I ragazzi irresistibili”, spettacolo inaugurale della nuova Stagione di Prosa, con oltre 7.000 presenze

Il Donizetti come l’Atalanta? Secondo Umberto Orsini c’è una relazione tra i successi della squadra di calcio e del più importante teatro cittadino: l’attore, uno dei maestri del teatro italiano, oggi felicemente novantenne, ha condiviso con Franco Branciaroli gli applausi degli oltre 7.000 spettatori che nell’insieme hanno assistito alle otto repliche in cartellone da sabato 7 a domenica 15 dicembre. Anche nell’ultima replica pomeridiana di domenica, i due grandi attori sono stati più volte richiamati in scena. E con loro il resto del cast - Flavio Francucci, Chiara Stoppa, Eros Pascale e Emanuela Saccardi – che con la prestigiosa regia di Massimo Popolizio ha portato a Bergamo la brillante commedia di Neil Simon I ragazzi irresistibili, spettacolo inaugurale della Stagione di Prosa 2024/2025 della Fondazione Teatro Donizetti. «La nuova Stagione di Prosa è iniziata nel migliore dei modi, sulla spinta dei 5.770 abbonati, oltre l’11% in più rispetto alla passata Stagione», commenta Massimo Boffelli, Direttore Generale della Fondazione Teatro Donizetti, «L’aumento da sette a otto repliche è stato necessario per avvicinare e accontentare il nostro pubblico, sempre più numeroso, che appunto ha risposto con entusiasmo». Pe Maria Grazia Panigada, Direttrice Artistica della Stagione di Prosa e Altri Percorsi «I ragazzi irresistibili è stato lo spettacolo giusto per dare avvio a una nuova avventura. Siamo felici che il pubblico abbia gradito questa proposta, come siamo fiduciosi che possa gradire anche le prossime: le emozioni sono appena cominciate». «Da sempre a Bergamo c’è un grande pubblico, che negli ultimi anni è pure aumentato. Oggi, in rapporto alla popolazione, è la città più teatrale d’Italia», osserva Umberto Orsini che  dal Donizetti mancava da una decina d’anni, «A Bergamo ci sono due realtà importanti: l’Atalanta e Il Donizetti. Non so se la cosa è correlata, ma quando un teatro funziona, anche la squadra di calcio ottiene successi. Forse perché i mariti vanno allo stadio, mentre le mogli preferiscono andare a teatro… Battute a parte, oggi l’Atalanta è la prima in classifica e lo è anche il Donizetti. È un bellissimo record!». Anche Franco Branciaroli, che per tornare al Teatro Donizetti ha dovuto aspettare solo qualche mese dopo il successo de Il Mercante di Venezia della scorsa primavera, esprime soddisfazione: «È un grande piacere tornare al Donizetti: non c’è un altro teatro in Italia che possa annoverare un numero così elevato di abbonati. Qui c’è uno dei migliori pubblici dì tutta Italia. A Roma facciamo due settimane di repliche, a Bergamo poco meno. E ciò significa che dietro c’è un lavoro straordinario da parte di chi sceglie gli spettacoli e di chi lavora all’interno dello stesso teatro. Grazie Bergamo: speriamo di rivederci presto!».

Grande successo per “I ragazzi irresistibili”, spettacolo inaugurale della nuova Stagione di Prosa, con oltre 7.000 presenze2024-12-16T14:45:04+01:00

“Re Lear è morto a Mosca” di César Brie apre giovedì 19 dicembre al Teatro Sociale la Stagione di Altri Percorsi

Inaugurata con successo la Stagione di Prosa con I ragazzi irresistibili, la Fondazione Teatro Donizetti dà ora avvio alla rassegna Altri Percorsi, come sempre vetrina di nuove realtà teatrali all’insegna della sperimentazione di altrettanti linguaggi. Si comincia giovedì 19 dicembre al Teatro Sociale (ore 20.30) con Re Lear è morto a Mosca, spettacolo vincitore del Premio “Theatrical Mass 2023”, che si avvale della drammaturgia e della regia dell’argentino César Brie, personalità di spicco del teatro di ricerca, ben nota e apprezzata dal pubblico bergamasco. Nell’occasione, lo stesso César Brie calcherà il palcoscenico del Sociale insieme a un gruppo di giovani attori: Leonardo Ceccanti, coautore della drammaturgia, Davide De Togni, Anna Vittoria Ferri, Michelangelo Nervosi, ex allievo di Progetto Young della Fondazione Teatro Donizetti, Tommaso Pioli, Annalesi Secco, Laura Taddeo e Alessandro Treccani. Lavoro corporale a cura di Vera Dalla Pasqua. Costumi di Matteo Corsi. Luci di César Brie e dell’ensemble. Musica di Pablo Brie e della tradizione Yiddish. Consulenza storica di Antonio Attisani. Coproduzione Isola del Teatro, Campo Teatrale e Teatro Dell’Elfo. Durata: 1 ora e 40 minuti senza intervallo. Al termine dello spettacolo si svolgerà un incontro con lo stesso César Brie e la compagnia coordinato da Maria Grazia Panigada, Direttrice Artistica della Stagione di Prosa e Altri Percorsi. Re Lear è morto a Mosca è anche al centro di una serie di incontri tematici, l’ultimo dei quali è previsto per mercoledì 18 dicembre presso la Sala Musica “M. Tremaglia” del Teatro Donizetti alle ore 18.00: Maria Grazia Recanati del Politecnico delle Arti di Bergamo - Accademia Carrara di Belle Arti porrà sotto la lente di ingrandimento i delicati rapporti dell’arte figurativa con il potere, in senso di compromesso, dissenso, collaborazione. «Re Lear è morto a Mosca narra la storia del teatro ebraico Goset, fondato a Mosca nel 1919 dal regista Aleksandr Granovskij e dal pittore-scenografo Marc Chagall: gli attori-registi che lo guidavano, Solomon Michoels e Venjamin Zuskin, furono assassinati per ordine di Stalin che così decretò la fine del teatro Goset», racconta Maria Grazia Panigada, «È uno spettacolo prezioso da un punto di vista teatrale e dalla grande riflessione civile e mi fa molto piacere sottolineare che tra gli attori ci sia Michelangelo Nervosi, uno degli allievi della passata edizione di Progetto Young, il cui spettacolo Vorrei che fosse amore recava proprio la firma registica di César Brie. È questa una delle tante testimonianze dell’importanza del lavoro formativo svolto per Progetto Young insieme a Fabio Comana». La vicenda di Re Lear è morto a Mosca ha un anno preciso in cui si svolge, il 1948. Il 13 gennaio, a Minsk, un furgone investe e uccide Solomon Michoels: di lui restano un orologio da polso fermo alle 10 di sera, due figlie e una moglie. Nella notte tra il 23 e 24 dicembre, a Mosca, Venjamin Zuskin viene rapito nel sonno, interrogato, torturato e quattro anni dopo fucilato. Il grande Teatro Ebraico di Mo­sca, il Goset, perde Lear e il suo Matto. Il primo e unico Re Lear in

“Re Lear è morto a Mosca” di César Brie apre giovedì 19 dicembre al Teatro Sociale la Stagione di Altri Percorsi2024-12-11T11:45:58+01:00

Monica Leone e Michele Campanella protagonisti de “La Nona di Beethoven per due pianoforti”

Giovedì 12 dicembre al Teatro Sociale in collaborazione con Fondazione Polli Stoppani Dopo l’inaugurazione con Alessandro Quarta e i suoi Five Elements, la sezione Opera&Concerti della Stagione dei Teatri 2024/2025 della Fondazione Teatro Donizetti prosegue giovedì 12 dicembre 2024 al Teatro Sociale (ore 20.30) con un altro appuntamento di riguardo. Ne saranno infatti protagonisti due pianisti di assoluto valore, Monica Leone e Michele Campanella, impegnati nell’occasione nell’interpretazione, nella leggendaria trascrizione per due pianoforti di Franz Liszt, della Nona Sinfonia di Beethoven, di cui ricorre quest’anno il bicentenario dalla prima esecuzione. Il concerto è organizzato in collaborazione con la Fondazione Polli Stoppani, a conclusione della propria stagione di concerti promossa insieme alla Biblioteca Musicale de Sabata Ceccato. «La collaborazione con la Fondazione Polli Stoppani dà un significativo impulso alla nostra programmazione musicale nell’ambito della Stagione dei Teatri», commenta Massimo Boffelli, Direttore Generale della Fondazione Teatro Donizetti, «E testimonia la nostra apertura verso quelle realtà che, come noi, contribuiscono in modo rilevante alla vita culturale della città». Giovanni Gavazzeni, Direttore Artistico della rassegna della Fondazione Polli Stoppani, sottolinea: «Eventi come il concerto del duo Leoni - Campanella hanno l’obiettivo di rafforzare il ruolo della musica classica come elemento di crescita culturale e sociale, coinvolgendo sia gli appassionati sia chi si avvicina per la prima volta a questa forma d’arte. La collaborazione con la Fondazione Teatro Donizetti è centrale in questa visione: grazie alla sinergia con un’istituzione di tale prestigio, è possibile dar vita a eventi capaci di ospitare artisti di fama internazionale». Il duo pianistico formato da Monica Leone e Michele Campanella non ha una data di nascita ufficiale, ma è il naturale sviluppo della consuetudine a suonare insieme tra insegnante e studente prima, tra partners nella musica e nella vita poi. È frutto di una mentalità e di un approccio al pianoforte condivisi dalle origini, essendo entrambi cresciuti, in diversi momenti, nella scuola di Vincenzo Vitale. Il repertorio in continua espansione comprende musiche a quattro mani e a due pianoforti e spazia da Bach a Bartok. Tra i brani più eseguiti, oltre a una ampia antologia di musica a quattro mani di Schubert, la Fantasia Contrappuntistica di Ferruccio Busoni, la Nona Sinfonia di Beethoven/Liszt, il Concerto per due pianoforti di Stravinsky, la Sinfonia Dante di Liszt, la Sonata di Poulenc. Le presenze e le collaborazioni del duo da ricordare sono numerose e significative: dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma  all’Opera House di Sydney, dal Coliseum di Buenos Aires  a Pechino, Shanghai e Canton, dalla Settimana Musicale Senese  alla Sagra Umbra a Perugia, dal Teatro San Carlo di Napoli all’Orchestra della Toscana a Firenze, all’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto, all’Orchestra dei Pomeriggi Musicali a Milano, all’Istituzione Universitaria dei Concerti a Roma, al Teatro Massimo di Palermo, al Rossini Opera Festival, dal Maggio Musicale Fiorentino al Cantiere internazionale d’Arte di Montepulciano, ad Auckland in Nuova Zelanda,  a Melbourne e Brisbane in Australia.

Monica Leone e Michele Campanella protagonisti de “La Nona di Beethoven per due pianoforti”2024-12-10T16:40:56+01:00
Torna in cima