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Michela Gerosa

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“La Buona Novella” con Neri Marcorè sarà in scena da martedì 5 a lunedì 11 marzo al Teatro Donizetti

Neri Marcorè, uno dei più noti protagonisti del piccolo e grande schermo, oltreché delle ribalte teatrali, torna al Teatro Donizetti dopo sette anni: da martedì 5 a lunedì 11 marzo, l’attore marchigiano porterà sul palcoscenico del principale teatro cittadino La Buona Novella, concerto-spettacolo, inserito nella Stagione di Prosa della Stagione di Prosa 2023/2024 della Fondazione Teatro Donizetti, interamente imperniato sullo storico album di Fabrizio De André, uno dei capolavori della canzone d’autore italiana, disco ricco di contenuti tuttora attualissimi. In scena Neri Marcorè sarà affiancato da un nutrito gruppo di musicisti: Rossana Naddeo (voce e chitarra), Giua (voce e chitarra), Barbara Casini (voce, chitarra e percussioni), Anais Drago (violino e voce), Francesco Negri (pianoforte), Alessandra Abbondanza (voce e fisarmonica). Drammaturgia e regia di Giorgio Gallione. Arrangiamenti e direzione musicale di Paolo Silvestri. Scene di Marcello Chiarenza. Costumi di Francesca Marsella. Luci di Aldo Mantovani. Produzione Teatro Stabile Di Bolzano, Teatro Carcano Milano, Fondazione Teatro Della Toscana, Marche Teatro. Durata spettacolo 80 minuiti senza intervallo. Orari spettacoli: da martedì 5 marzo a lunedì 11 (replica straordinaria fuori abbonamento) ore 20.30. Sabato 9 doppia replica ore 17.00 e ore 20.30. Domenica 10 marzo ore 15.30. Il progetto teatrale su La Buona Novella è pensato come una sorta di Sacra Rappresentazione contemporanea che alterna e intreccia le canzoni di Fabrizio de André con i brani narrativi tratti dai Vangeli apocrifi cui lo stesso autore si è ispirato: dal protovangelo di Giacomo al Vangelo dell’Infanzia Armeno a frammenti dello Pseudo-Matteo. Prosa e musica sono montati in una partitura coerente al percorso tracciato dall’autore nel disco del 1970. I brani parlati, come in un racconto arcaico, sottolineano la forza evocativa e il valore delle canzoni originali, svelandone la fonte mitica e letteraria. Di taglio esplicitamente teatrale, costruita quasi nella forma di un’Opera da camera La Buona Novella è il primo concept-album di Fabrizio De André, con partitura e testo composti per dar voce a molti personaggi: Maria, Giuseppe, Tito il ladrone, il coro delle madri, un falegname, il popolo. Ed è proprio da questa base che prende le mosse la versione teatrale. «Compito di un artista credo sia quello di commentare gli avvenimenti del suo tempo usando però gli strumenti dell’arte: l’allegoria, la metafora, il paragone»: questa dichiarazione dello stesso De André è emblematica di come l’autore si sia posto, in tempi di piena rivolta studentesca, nei confronti di un tema così delicato e dibattuto dal punto di vista politico e spirituale. Nel presentare lo spettacolo Neri Marcorè commenta: «La Buona Novella è un’opera polifonica che mediante metafora e allegoria parla dell’arroganza del potere, il quale mal digerisce gli uomini troppo liberi di pensiero, intralcio per l’esercizio del potere stesso, sia esso famigliare, religioso o politico. La spiritualità, intrinseca nel momento in cui si parla di Gesù e della Madonna, è però qui contemplata nella sua dimensione terrena, laddove “il più grande rivoluzionario della Storia”, come lo definiva lo stesso De André, resta prima di tutto un uomo, con una fisicità che non lo rende

“La Buona Novella” con Neri Marcorè sarà in scena da martedì 5 a lunedì 11 marzo al Teatro Donizetti2024-02-27T19:53:03+01:00

“Perfetti Sconosciuti”: lo spettacolo di Paolo Genovese da martedì 27 febbraio al Teatro Donizetti

È Perfetti sconosciuti il quarto titolo della Stagione di Prosa 2023/2024 della Fondazione Teatro Donizetti: lo spettacolo, trasposizione scenica dell’omonimo film di Paolo Genovese, che reca la firma dello stesso regista al suo primo impegno teatrale, è in programma al Teatro Donizetti da martedì 27 febbraio a domenica 3 marzo, con replica straordinaria sabato 2 marzo alle ore 17 (spettacoli serali inizio ore 20.30, domenica 3 ore 15.30). Brillante commedia sull’amicizia, sull’amore e sul tradimento, lo spettacolo vedrà sul palcoscenico, nell’interpretazione di quattro coppie di amici che si confrontano sino a scoprire di essere “perfetti sconosciuti”, un gruppo di attori ben noti sia al pubblico televisivo che teatrale: Dino Abbrescia, Emmanuele Aita, Alice Bertini, Marco Bonini, Paolo Calabresi, Anna Ferzetti. Scene di Luigi Ferrigno. Costumi di Grazia Materia. Luci di Fabrizio Lucci. Produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana e Lotus Production. Durata 80 minuti senza intervallo. Paolo Genove­se, regista, sceneggiatore e scrittore, è uno degli autori più amati del cinema italiano: dalla Francia agli Stati Uniti, dalla Russia alla Cina, Perfetti sconosciuti è stato un grande successo al cinema e anche in teatro continua a svelare con intatta precisione la fragilità di rapporti e relazioni.  La storia è ambientata durante una “normale” cena, dove un gruppo di amici decide di fare un gioco della verità che consiste nel mettere i cellulari sul tavolo e condividere messaggi e telefonate. Questo, però, finirà per metterli l’uno a conoscenza dei segreti dell’altra, in un crescendo che trasformerà l’esperimento scherzoso dell’inizio in un insospettabile gioco al massacro. Eva e Rocco, sposati da anni, ma in crisi, sono i due che decidono di organizzare la cena a casa loro, invitando alcuni loro amici di vec­chia data: Cosimo e Bianca, novelli sposi, lui tassista e lei veterinaria, che desiderano fortemente avere un figlio; Lele e Carlotta, anche loro in forte crisi matrimoniale, spo­sati da dieci anni e con due figli; Peppe, un ex insegnante di educazione fisica divorzia­to e disoccupato, che aveva promesso di presentare agli amici la sua nuova compa­gna Lucilla, la quale tuttavia non ha potuto prendere parte alla cena a causa di una brutta febbre. Durante la stessa serata c’è un’eclissi lunare, il cui principio coincide con l’inizio della cena. A tavola, il gruppo si ritro­va a discutere di una coppia di amici comuni che si è recentemente separata dopo che la moglie ha scoperto sul cellulare del marito i messaggi che quest’ultimo si scambiava con l’amante. Ispirata da questa vicenda, Eva decide di proporre un “esperimento sociale”: mettere i propri cellulari sul tavolo e far sa­pere a tutti il contenuto di ogni messaggio o telefonata ricevuti nell’arco della serata. Nonostante un’iniziale riluttanza, alla fine tutti decidono di partecipare. Quello che do­veva essere un semplice gioco si trasforma ben presto in un paradossale tour de force di equivoci e segreti inconfessabili che ven­gono alla luce, scatenando il caos all'interno della casa. Fino a scoprire di essere “perfetti sconosciuti”. Oppure no? Campione di incassi al cinema,

“Perfetti Sconosciuti”: lo spettacolo di Paolo Genovese da martedì 27 febbraio al Teatro Donizetti2024-02-16T17:21:35+01:00

LEZIONI DI STORIA: La forza delle idee. Il 24 febbraio incontro con Costantino D’Orazio e “Andy Warhol e la cultura pop”

“Andy Warhol e la cultura pop”: è il titolo del quinto e ultimo appuntamento con le Lezioni di Storia, nuova iniziativa della Fondazione Teatro Donizetti, organizzata in collaborazione con Editori Laterza e con il sostegno di Cassa Lombarda, che sta facendo registrare un’ampia partecipazione di pubblico. Sabato 24 febbraio al Teatro Donizetti (ore 11), lo storico dell’arte Costantino D’Orazio, si soffermerà su una delle figure centrali dell’arte del Novecento, il cui pensiero ha influenzato in modo tangibile anche diversi altri mondi, dalla musica al cinema e alla moda. L’incontro verrà introdotto da Max Pavan, responsabile dell’informazione di Bergamo TV. Biglietti 10 Euro, con riduzione per le scuole. Andy Warhol ha letteralmente distrutto il principio cardine dell'arte, quello dell’irriproducibilità, attraverso la ripetizione in serie dello stesso soggetto. Svuotarne di ogni significato tradizionale la rappresentazione passando disinvoltamente dalle bottiglie di Coca-Cola ai barattoli di minestra in scatola, dagli incidenti stradali e alle sedie elettriche: quella di Andy Warhol è un'arte concepita come provocazione, un'arte "consumata" come un qualsiasi prodotto commerciale, all'insegna di un inedito concetto di icona e di nuova democrazia sociale.  Costantino D’Orazio è stato Curatore del MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma, dal 2014 al 2017, e dal gennaio di quest’anno ricopre la carica di direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia. Collabora, inoltre, con l’Università LUISS e l’Università LINK Campus. Conduce la rubrica AR-Frammenti d’Arte su RaiNews24 e partecipa al programma Wikiradio su Radio 3. Oltre a numerosi cataloghi di mostre, ha pubblicato: Andare per ville e palazzi (2015) per il Mulino; Caravaggio segreto (2013), Leonardo segreto (2014), Raffaello segreto (2015),  Michelangelo. Io sono fuoco (2016), Leonardo svelato (2019) e Il mistero van Gogh (2019) per Sperling & Kupfer; Bacon e Freud. Il lato oscuro di Londra (2019) per Skira. Per Laterza è autore di L’arte in sei emozioni (2018) e di Vite di artiste eccellenti (2021).

LEZIONI DI STORIA: La forza delle idee. Il 24 febbraio incontro con Costantino D’Orazio e “Andy Warhol e la cultura pop”2024-02-13T15:51:14+01:00

“La milonga del fútbol” con Federico Buffa in scena al Teatro Donizetti venerdì 23 febbraio

Dopo Davide Enia con il suo Italia Brasile 3 a 2, è ancora il mondo del calcio ad essere protagonista della sezione Storia, Teatro e Società della Stagione di Prosa 2023/2024 della Fondazione Teatro Donizetti: venerdì 23 febbraio (ore 20.30) è infatti in programma al Teatro Donizetti La milonga del fútbol, spettacolo che vedrà in scena Federico Buffa, giornalista, cronista sportivo, e scrittore, noto volto televisivo che racconterà le storie potenti, intrise di romanticismo e italianità, di tre grandi mancini del calcio argentino, Renato Cesarini, Omar Sivori e Diego Armando Maradona.  Regia di Pierluigi Iorio. Musiche originali di Alessandro Nidi eseguite dal vivo da Alessandro Nidi (pianoforte) e da Mascia Foschi (voce). Disegno luci di Francesco Adinolfi. Produzione International Music and Arts. Durata: 90 minuti senza intervallo. Prezzi biglietti: posto unico 19 Euro, ridotto 15 Euro. «La Milonga del Fútbol è un racconto di cento anni di storia argentina, dal glorioso passato al più brillante futuro, intriso di romanticismo e passione, con radici profonde nella sto­ria moderna d’Italia; una summa di sport e musica, universalmente riconosciuti come grandi propagatori di emozioni», racconta il regista Pierluigi Iorio, «L’immagi­ne rarefatta del porto di Genova, dal quale partiva il piroscafo Mendoza e con il quale comincia lo spettacolo, ci immerge, ipso facto, nel turbinío di sentimenti contrastanti scatenato dal fenomeno dell’emigrazione italiana dei primi del Novecento. Con uno sguardo ai “conquistadores” dei secoli pre­cedenti e alle aspirazioni autoctone, via via, prendono vita sul palcoscenico eroi religio­si e divinità pagane; sacro e profano, nella terra in cui la rappresentazione teatrale è ancora oggi chiamata Función. Tra conti­nui rimandi e asimmetrie temporali, con le curve dinamiche delle vite dei protagonisti che, ineludibilmente, a un certo punto, si collegano, assistiamo alle gesta sportive di campioni senza età, incastonate nella mera­vigliosa diversità di quell’emporio mondiale chiamato Argentina, un melting pot di culture e tradizioni. Non poteva che essere il Tan­go, a volte il miglior stato d’animo per osser­vare l’arte, a tenere il ritmo, cadenzando il racconto come un respiro dell’anima». «Per questo progetto ambizioso abbiamo lavorato affinché la narrazione fosse dinamica, epica, improvvisa, gioiosa, drammatica, in una tri­dimensione relazionale e scenica, provando a non perdere mai il contatto con il tempo (cristallizzandolo, anzi, nell’esaltazione del­la memoria); amando visceralmente tutti i personaggi raccontati, dai protagonisti che vivono di pallone e sogni ai deuteragonisti che, con le loro azioni, determinano desti­ni politici e sociali; armonizzando la parola che, con la sua potenza evocativa, trasmette spunti vitali allo spettatore per alimentarne la fantasia. La Milonga del Fútbol diventa an­che uno strumento per analizzare fenomeni sociali, che parte da una ricerca qualitativa sui tre metodi di comunicazione scelti. Ascol­tiamo, dunque, il canto potente e, allo stesso tempo, suadente di Mascia Foschi; le note di velluto (che accarezzano e alimentano il rac­conto) di Alessandro Nidi, decisamente più che un pianista; le parole di Federico Buffa, interprete sopraffino della narrazione moder­na, che nel pizzicare le corde dell’anima e del cuore, ci racconta la vita che, con la sua maestria, diventa letteratura», conclude il

“La milonga del fútbol” con Federico Buffa in scena al Teatro Donizetti venerdì 23 febbraio2024-02-13T15:26:32+01:00

“Raccontami di domani” di César Brie con Vera Dalla Pasqua e Rossella Guidotti in scena giovedì 22 febbraio al Teatro Sociale

L’universo femminile spiato dalla serratura del bagno: è questo l’assunto attorno al quale ruota Raccontami di domani, quinto titolo della Stagione di Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti, in programma giovedì 22 febbraio al Teatro Sociale (ore 20.30). Lo spettacolo, scritto e diretto dall’argentino Cèsar Brie, figura centrale del teatro contemporaneo di ricerca, vedrà in scena le attrici Vera dalla Pasqua e Rossella Guidotti. Musica di Paolo Brie. Luci di Stefano Colonna. Scene e costumi a cura della compagnia. Produzione Agidi. Durata: 60 minuti senza intervallo. Biglietti: intero: 19 Euro, ridotto 15 Euro. Raccontami di domani racconta l’amicizia di due donne: nel bagno conversano, si sistemano, si preparano. Scoprono i cambi dei loro corpi, si confessano, si lavano il corpo e l’anima. In questo bagno gli oggetti più umili diventano compagni di scena. Attraverso il percorso delle vite di due ami­che, Cèsar Brie crea una poesia scenica sull'essere donna ed il trascorrere del tempo. «La proposta è al passo con l'epoca attuale. L'universo femminile occupa il centro della scena. L'Io stabilisce un ponte con il Noi; ciò che è pub­blico in connessione con ciò che è privato: è anche un tratto distintivo del regista. Un viaggio nelle vite comuni che genera identifi­cazione ed emozioni intense. Niente è fuori dall'ordinario. O tutto lo è, perché, come as­sicura una delle due donne, la quotidianità è sacra. Accade qualcosa di speciale con gli oggetti negli spettacoli di Brie, che iniziò la sua vita artistica nella poesia e sembra non separarla mai dal teatro. Il testo di per sé è poetico. Possiede bellezza, musicalità e rit­mo. Si crea una poesia scenica sull’es­sere donna, il ciclo della vita ed il passare del tempo, che commuove il pubblico», osserva Daniela Yaccar. César Brie nasce a Buenos Aires, Argentina. Arriva in Italia a 18 anni con la Comuna Bai­res, gruppo teatrale di cui è cofondatore. Si separa dalla Comuna nel 1975 e comincia a sviluppare un’arte apolide, a stretto contat­to con le molte realtà incontrate in una vita passata per scelta in esilio. Nel 1975 crea a Milano il Collettivo teatrale Tupac Amaru. Dal 1981 al 1990 lavora insieme a Iben Nagel Rasmussen nel Gruppo Farfa e poi nell'Odin Teatret in Danimarca nelle vesti di autore, regista e attore. Nel 1991 fonda in Bolivia il Teatro de Los Andes. Con questo gruppo ha creato spettacoli che partono dalla storia o dai classici, ma calati profondamente nell’at­tualità: una serie di lavori esemplari destinati a girare il mondo. Oggi, Cesar Brie è ancora in Italia svolgendo attività  come pedagogo e come autore e attore.

“Raccontami di domani” di César Brie con Vera Dalla Pasqua e Rossella Guidotti in scena giovedì 22 febbraio al Teatro Sociale2024-02-13T14:52:39+01:00

La Fondazione Teatro Donizetti partecipa al Concorso Progetto Art Bonus dell’Anno con la Stagione di Prosa e Altri Percorsi 2022/2023

La Fondazione Teatro Donizetti partecipa con la Stagione di Prosa e Altri Percorsi e Operetta 2022/2023 alla nuova edizione del concorso per premiare il Progetto Art Bonus dell’Anno.  Fino alle ore 12 del 1° marzo è possibile sostenerne la candidatura al link https://artbonus.gov.it/concorso/2024/, entrando nella sezione Spettacolo dal Vivo, e poi, nell’apposita pagina, cliccando il pulsante VOTA IL PROGETTO su “Bergamo – Fondazione Teatro Donizetti”. La Stagione di Prosa e Altri Percorsi 2022/2023 ha conosciuto ampio successo di pubblico portando sui palcoscenici del Donizetti e del Teatro Sociale spettacoli e artisti di assoluto valore, da Silvio Orlando con La vita davanti a sé a Michele Placido con La Bottega del caffè, da Elisabetta Pozzi con Maria Stuarda a Ottavia Piccolo con Cosa nostra spiegata ai bambini, da Carrozzeria Orfeo e il suo Miracoli Metropolitani a Elio Germano con Paradiso XXXIII. Nell’arco della Stagione si sono svolti anche numerosi progetti dedicati al coinvolgimento di studenti e alla formazione di personale tecnico. Nel loro insieme le proposte della Fondazione Teatro Donizetti mirano a soddisfare il desiderio di avvicinarsi al mondo del teatro da parte di pubblici diversi, di tutte le età, con uno sforzo produttivo che necessità di risorse oggi reperibili anche attraverso l’Art Bonus, sempre più sentito proprio dai cittadini non solo come un bonus fiscale ma anche come un’opportunità per esprimere riconoscenza verso le istituzioni del proprio territorio e condividere i valori della cultura. Il Concorso Art Bonus è organizzato dal Ministero della cultura, ALES Spa e Promo PA Fondazione – LuBeC allo scopo di promuovere una sempre più diffusa conoscenza dell’Art Bonus (legge n. 106/2014), la misura fiscale introdotta per incentivare le donazioni a favore della cultura attraverso un beneficio fiscale del 65%. È stato ideato nel 2016 con l’obiettivo di premiare l’impegno di quanti, beneficiari e mecenati, rendono possibile attraverso l’Art Bonus il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese. Ogni anno sul portale governativo Art Bonus vengono selezionati i progetti che nell’ultimo anno hanno chiuso con successo una loro raccolta fondi Art Bonus, e questi progetti vengono inseriti nella pagina del sito dedicata al concorso dove avvengono le votazioni nella prima fase, cui segue, dal 4 al 18 marzo, una finale che si tiene solo sui canali social di Art Bonus, alla quale partecipano i 40 progetti più votati considerando le due categorie.

La Fondazione Teatro Donizetti partecipa al Concorso Progetto Art Bonus dell’Anno con la Stagione di Prosa e Altri Percorsi 2022/20232024-02-13T14:46:44+01:00

“La Maria Brasca” di Giovanni Testori e con la regia di André Ruth Shammah arriva al Teatro Donizetti da martedì 13 a domenica 18 febbraio

Terzo appuntamento per la Stagione di Prosa 2023/2024 della Fondazione Teatro Donizetti: dopo Iliade. Il gioco degli dèi con Alessio Boni e Boomers di Marco Paolini, il Teatro Donizetti ospita La Maria Brasca di Giovanni Testori con la nuova regia di André Ruth Shammah, in cartellone da martedì 13 a domenica 18 febbraio, con replica straordinaria sabato 17 alle ore 17 (spettacoli serali inizio ore 20.30, domenica 18 ore 15.30). In palcoscenico quattro attori: Marina Rocco, nel ruolo che fu di Franca Valeri e poi di Adriana Asti, Mariella Valentini, Luca Sandri, Filippo Lai. Scene di Gianmaurizio Fercioni. Costumi di Daniela Verdenelli. Luci di Oscar Frosio. Musiche di Fiorenzo Carpi. Riallestimento a cura di Albertino Accalai per la scena e Simona Dondoni per i costumi. Produzione Teatro Franco Parenti e Fondazione Teatro della Toscana. Durata: 2 ore compreso intervallo La Maria Brasca è una storia al femminile disegnata negli anni Sessanta con efficace realismo sociale dal grande drammaturgo Giovanni Testori. Un ritratto in­delebile e senza tempo di una donna capace di lottare e di non cedere mai davanti a “sta bestiata che è il mondo”. La Maria Brasca fa la calzettaia in una fab­brica di Niguarda, periferia milanese, e – con qualche scandalo per la gente – fa l’amore come gli uomini: senza problemi. Ma un giorno le capita di innamorarsi di Romeo, un ragazzotto più giovane di lei, nullafacente, un po’ mascalzone che la fa impazzire di passione. Alla Brasca non importa se Ro­meo la tradisce. Lei sa che quello per Ro­meo è un amore definitivo e lo difende come una tigre perché vuole da lui cose definitive. Maria Brasca è «personaggio femminile indimenticabile, una donna vincente che grida al mondo la potenza della passione e l’amore per la vita vissuta fuori da ogni convenzione: uno sti­molo a inseguire i propri sogni e vivere con grande fiducia nel futuro», come osserva nelle sue note di regia Andrée Ruth Shammah. «La prima Maria Brasca di Giovanni Testori è stata Franca Valeri nel marzo del 1960», racconta sempre la regista, «Trent’anni dopo Adriana Asti ha debuttato come Maria Brasca, con la mia regia, proprio dinanzi a lei. Alla prima di Milano, infatti, erano presenti entrambe: Adriana sul palco e Franca in prima fila. Adriana è scesa dal palco e nel parlare all’amica Giuseppa – un personaggio presente nella prima messa in scena del ‘60 – si è rivolta a Franca. Era un modo per creare un passaggio di testimone tra le due attrici e le due messe in scena. Oggi, a distanza di altri trent’anni, questa importante eredità passa a Marina Rocco. Per questo ad aprire lo spettacolo è oggi la voce di Adriana Asti che canta la meravigliosa canzone Quella cosa in Lombardia di Fiorenzo Carpi, con testo di Franco Fortini. Marina, riccioli biondi, labbra che si sposano con il timbro di una voce ferma ma tanto tanto attraente, la ascolta, sorride e manda un bacio, segno tangibile di un legame intangibile, proprio come quello di tanti anni prima

“La Maria Brasca” di Giovanni Testori e con la regia di André Ruth Shammah arriva al Teatro Donizetti da martedì 13 a domenica 18 febbraio2024-02-13T14:31:45+01:00

Per la Stagione di Operetta, Domenica 11 febbraio arriva al Teatro Donizetti “Stelle di Broadway”

Domenica 11 febbraio (ore 15.30; biglietti da 15 a 38 Euro, ridotti da 12 a 30 Euro), nell’ambito   della Stagione di Operetta della Fondazione Teatro Donizetti, la Compagnia Corrado Abbati presenta Stelle di Broadway, spettacolo che si rifà alla grande tradizione del musical americano. Coreografie di Francesco Frola. Direzione musicale di Barbara Cocconi. Produzione InScena srl. Durata: 90 minuti senza intervallo Stelle di Broadway è nato da un’idea dell’attore e regista Corrado Abbati e intende accompagnare idealmente lo spettatore sui più prestigiosi palcoscenici del mitico distretto dei teatri di New York, dove i sogni diventano real­tà, dove si può vivere “cantando sotto la pioggia”, incontrare “My fair lady”, stringersi “tutti insieme appassionatamente”, rivedere Evita sul suo balcone o lasciarsi trasci­nare da Ginger e Fred in uno scatenato tip tap. Le diverse estrazioni degli interpreti coinvolti nello spettacolo li han­no portati a fondere la propria esperienza specifica con quella degli altri, creando una ricchezza di intenti, accenti, sfumature, che si riverberano in un amalgama straordina­rio. Il risultato è una sorprendente performance dove canto, ballo, musica, si fanno un tutt’uno tipico dell’espressione più alta del genere musical. La storia della Compagnia di Operette Corrado Abbati si snoda in più di venticinque anni di attività, durante i quali sono stati realizzati una cinquantina di allestimenti. Dai titoli più noti e popolari come La vedova allegra, Cin-ci-là, Il paese dei campanelli, al recupero di operette meno famose ma proprio per questo ancora ricche di fascino, come Frasquita o Il conte di Lussemburgo di Franz Lehàr, Sissi di Fritz Kreisler, Madama di Tebe di Carlo Lombardo, L’Acqua cheta e Addio Giovinezza di Giuseppe Pietri, nonchè le commedie musicali Tea for Two di Vincent Youmans, My Fair Lady di Frederick Loewe, Hello, Dolly! di Jerry Herman, Can Can di Cole Porter, Bulli e Pupe di Frank Loesser. Tutto questo lavoro ha sempre perseguito la filosofia che ha portato la Compagnia Corrado Abbati ad essere oggi leader nazionale nel teatro d’operetta. Dal 1991 la Compagnia ha poi legato il proprio nome ad una vera e propria stagione di operette, realizzata in collaborazione con il Teatro Municipale “Romolo Valli” di Reggio Emilia e che ha dato vita ad una serie di nuove produzioni proposte con grandi consensi su tutto il territorio nazionale e spesso riprese dai canali televisivi della RAI. Dal 2000 si è poi anche affiancata la prestigiosa collaborazione del Teatro Verdi di Trieste, promotore del Festival estivo dell’operetta, che ha concesso alla Compagnia l’allestimento scenico di Mario Catalano per La vedova allegra, a cui è seguito, nella successiva stagione, quello di Cin-ci-là firmato da Sergio D’Osmo e nel 2005 Il Paese dei Campanelli. Da diversi anni, la Compagnia Corrado Abbati è ospite della Stagione di Operetta della Fondazione Teatro Donizetti.

Per la Stagione di Operetta, Domenica 11 febbraio arriva al Teatro Donizetti “Stelle di Broadway”2024-02-13T14:26:41+01:00

LEZIONI DI STORIA: La forza delle idee. Il 10 febbraio incontro con Alessandro Vanoli e “Cristoforo Colombo e l’Occidente”

Trascorsi cinque secoli, che senso ha ancora per parlare ancora di Cristoforo Colombo? E perché la sua memoria sembra vacillare fino a provocare l’abbattimento delle statue che lo celebrano in tutto il mondo? Sono queste alcune delle domande attorno alle quali ruoterà il quarto appuntamento con le Lezioni di Storia organizzate da Fondazione Teatro Donizetti in collaborazione con Editori Laterza e con il sostegno di Cassa Lombarda. Sabato 10 febbraio al Teatro Donizetti (ore 11), Alessandro Vanoli, storico, scrittore e divulgatore, affronterà il tema “Cristoforo Colombo e l’Occidente”, raccontando la vicenda dello “scopritore dell’America” e collocando la sua figura nella complessità della cultura occidentale. L’incontro verrà introdotto da Max Pavan, responsabile dell’informazione di Bergamo TV. Biglietti 10 Euro, con riduzione per le scuole. È stato per primo lo stesso Colombo a raccontare la sua vicenda: le attese, gli studi, i viaggi, le scoperte, i trionfi; e la sfida di quel mondo lontano e incomprensibile. Si dispiega davanti ai suoi e agli occhi di tutti quell’orizzonte vastissimo che lui, incapace di comprendere il senso della via che aveva tracciato, non ha mai saputo riconoscere fino in fondo. E la sua storia parla di noi. Della nostra eredità, del nostro futuro, delle nostre radici. Alessandro Vanoli è esperto di storia mediterranea. Ha insegnato all’Università di Bologna e per un breve periodo all’Università Statale di Milano, occupandosi di storia del Mediterraneo e della presenza islamica in Spagna e Sicilia. Da anni si occupa anche di comunicazione e divulgazione con progetti teatrali e attività didattiche legate alla conoscenza del mondo islamico e alla promozione della storia come parte irrinunciabile del rapporto tra culture differenti. Nel 2015 ha pubblicato Quando guidavano le stelle, racconto, in parte autobiografico, di un viaggio sviluppato nel tempo e nello spazio. Ad esso ha fatto seguire L'ignoto davanti a noi, in cui riprendeva lo stile narrativo del precedente lavoro, affrontando il tema della scoperta geografica e della fine dello spazio esplorabile. Sulla base di Quando guidavano le stelle e del saggio Storie di parole arabe, ha scritto il reading teatrale Le Parole e il mare, portato in scena dal 2017 assieme a Lino Guanciale e Marco Morandi. Ha curato la mostra Goccia a goccia dal cielo cade la vita. Acqua, Islam e Arte, allestita nel 2019 presso il Museo d'arte orientale di Torino). Collabora con la RAI e con il Corriere della Sera. Per Laterza è autore, con Amedeo Feniello, di Storia del Mediterraneo in 20 oggetti (2018) e Storia del mare (2022). Le Lezioni di Storia al Donizetti si concluderanno il 24 febbraio con lo storico dell’arte Costantino D'Orazio che delineerà un ritratto di Andy Warhol e del suo apporto alla cultura pop.

LEZIONI DI STORIA: La forza delle idee. Il 10 febbraio incontro con Alessandro Vanoli e “Cristoforo Colombo e l’Occidente”2024-02-13T14:23:32+01:00

“La casa degli spiriti” di Isabel Allende con Silvia Giulia Mendola in scena giovedì 8 febbraio al Teatro Sociale

La Stagione di Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti prosegue giovedì 8 febbraio al Teatro Sociale (ore 20.30) con La casa degli spiriti, spettacolo tratto dall’omonimo romanzo di Isabel Allende e interpretato da Silvia Giulia Mendola, attrice che si distingue da tempo nel saper portare sul palcoscenico con passione e originalità l’universo femminile. Adattamento e regia di Corrado Accordino. Musiche e voce dal vivo Linda Messerklinger. Scene e costumi di Elisa Bianchini.. Produzione Compagnia Teatro Binario 7 in collaborazione con PianoinBilico. Durata 70 minuti senza intervallo.  Biglietti: intero: 19 Euro, ridotto 15 Euro. «A mia madre, a mia nonna e alle altre stra­ordinarie donne di questa storia»: è la dedica che apre il romanzo di Isabel Allende La casa degli spiriti, un romanzo matriarcale. Le tre donne che rappresenta­no le diverse generazioni della famiglia sono complesse, complete e diversissime tra loro. Clara, la chiaroveggente, la figlia Blanca, l’artista, e Alba, che vive la rivoluzione. Ac­canto a loro molti altri personaggi femminili: nessuna di loro si presenta come un’eroina, tutte cercano di fare quello che trovano giu­sto. Ed è proprio da un punto di vista femmi­nile che prende avvio la narrazione in questo monologo, interpretato da una donna che, attraverso gli occhi e le voci di altre donne, racconta la storia di una famiglia. Le vicende si svolgono sullo sfondo politico-sociale del Cile durante gli ultimi decenni del Novecen­to, quelli del golpe del generale Pinochet del 1973, la violenza e il terrore della dittatura militare e la lenta ripresa di una vita norma­le, del ritorno della democrazia. A dar voce al monologo è Alba, che poi si calerà nelle vesti di tutte le donne che, una generazione dietro l’altra, le hanno consentito di essere quello che è ora. La loro storia, circolare ed ereditaria, è un misto di spiritismo, realtà e finzione, amori e crudeltà, carità e follia: nel loro mondo le bambine nascono con i capelli verdi e le apparizioni siedono a tavola con­versando con i mortali. Accanto a quello dei vivi si dispiega il mondo dei morti, vivi come chi è in vita.  La casa degli spiriti è la più intensa crea­zione artistica di Isabel Allende, portata con successo a teatro dal regista Corrado Ac­cordino, che ne ha curato anche la versione drammaturgica.  Questo, che fu il suo primo romanzo, all’e­poca (1982) fece scalpore, proiettandola nel gotha della letteratura internazionale, ma quando lo scrisse, Isabel Allende lo fece innanzitutto come forma di liberazione per­sonale dal durissimo decennio seguito al Golpe dei militari in Cile. Liberazione con una storia che tiene tutto insieme, micro e macro politica, con al centro la storica op­pressione del genere femminile. Diplomata all’Accademia dei Filodrammatici nel 2003, Silvia Giulia Mendola ha collezionato premi e riconoscimenti importanti, quali “Premio alla vocazione Hystrio 2004”, il concorso teatrale femminile “La Parola e il Gesto 2004”, la “Segnalazione Premio Ubu 2007” per lo spettacolo Sei personaggi in cerca d’autore, Primo Premio al Concorso Nazionale di prosa Salicedoro 2011. È presidente dell’Associazione culturale PianoinBilico, ha diretto spettacoli di grande successo

“La casa degli spiriti” di Isabel Allende con Silvia Giulia Mendola in scena giovedì 8 febbraio al Teatro Sociale2024-02-13T14:19:30+01:00
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