“La Buona Novella” con Neri Marcorè sarà in scena da martedì 5 a lunedì 11 marzo al Teatro Donizetti
Neri Marcorè, uno dei più noti protagonisti del piccolo e grande schermo, oltreché delle ribalte teatrali, torna al Teatro Donizetti dopo sette anni: da martedì 5 a lunedì 11 marzo, l’attore marchigiano porterà sul palcoscenico del principale teatro cittadino La Buona Novella, concerto-spettacolo, inserito nella Stagione di Prosa della Stagione di Prosa 2023/2024 della Fondazione Teatro Donizetti, interamente imperniato sullo storico album di Fabrizio De André, uno dei capolavori della canzone d’autore italiana, disco ricco di contenuti tuttora attualissimi. In scena Neri Marcorè sarà affiancato da un nutrito gruppo di musicisti: Rossana Naddeo (voce e chitarra), Giua (voce e chitarra), Barbara Casini (voce, chitarra e percussioni), Anais Drago (violino e voce), Francesco Negri (pianoforte), Alessandra Abbondanza (voce e fisarmonica). Drammaturgia e regia di Giorgio Gallione. Arrangiamenti e direzione musicale di Paolo Silvestri. Scene di Marcello Chiarenza. Costumi di Francesca Marsella. Luci di Aldo Mantovani. Produzione Teatro Stabile Di Bolzano, Teatro Carcano Milano, Fondazione Teatro Della Toscana, Marche Teatro. Durata spettacolo 80 minuiti senza intervallo. Orari spettacoli: da martedì 5 marzo a lunedì 11 (replica straordinaria fuori abbonamento) ore 20.30. Sabato 9 doppia replica ore 17.00 e ore 20.30. Domenica 10 marzo ore 15.30. Il progetto teatrale su La Buona Novella è pensato come una sorta di Sacra Rappresentazione contemporanea che alterna e intreccia le canzoni di Fabrizio de André con i brani narrativi tratti dai Vangeli apocrifi cui lo stesso autore si è ispirato: dal protovangelo di Giacomo al Vangelo dell’Infanzia Armeno a frammenti dello Pseudo-Matteo. Prosa e musica sono montati in una partitura coerente al percorso tracciato dall’autore nel disco del 1970. I brani parlati, come in un racconto arcaico, sottolineano la forza evocativa e il valore delle canzoni originali, svelandone la fonte mitica e letteraria. Di taglio esplicitamente teatrale, costruita quasi nella forma di un’Opera da camera La Buona Novella è il primo concept-album di Fabrizio De André, con partitura e testo composti per dar voce a molti personaggi: Maria, Giuseppe, Tito il ladrone, il coro delle madri, un falegname, il popolo. Ed è proprio da questa base che prende le mosse la versione teatrale. «Compito di un artista credo sia quello di commentare gli avvenimenti del suo tempo usando però gli strumenti dell’arte: l’allegoria, la metafora, il paragone»: questa dichiarazione dello stesso De André è emblematica di come l’autore si sia posto, in tempi di piena rivolta studentesca, nei confronti di un tema così delicato e dibattuto dal punto di vista politico e spirituale. Nel presentare lo spettacolo Neri Marcorè commenta: «La Buona Novella è un’opera polifonica che mediante metafora e allegoria parla dell’arroganza del potere, il quale mal digerisce gli uomini troppo liberi di pensiero, intralcio per l’esercizio del potere stesso, sia esso famigliare, religioso o politico. La spiritualità, intrinseca nel momento in cui si parla di Gesù e della Madonna, è però qui contemplata nella sua dimensione terrena, laddove “il più grande rivoluzionario della Storia”, come lo definiva lo stesso De André, resta prima di tutto un uomo, con una fisicità che non lo rende