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Michela Gerosa

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The Five Elements con Alessandro Quarta e l’Orchestra Filarmonica Italiana giovedì 5 dicembre al Teatro Sociale

Giovedì 5 dicembre 2024 al Teatro Sociale (ore 20.30) prende avvio La Stagione dei Teatri 2024/2025 della Fondazione Teatro Donizetti, che fino a maggio 2025 si articolerà fra la Stagione di Prosa e Altri Percorsi (dal 7 dicembre), l’Operetta e una serie di appuntamenti musicali. Si comincia proprio con la musica e con un concerto che getta un ponte fra sonorità differenti: The Five Elements: Terra Aria Acqua Fuoco Etere, progetto del violinista Alessandro Quarta, coadiuvato nell’occasione dal pianista Giuseppe Magagnino e dagli archi dell’Orchestra Filarmonica Italiana. The Five Elements è musica senza confini spazio-temporali, senza limiti di genere o di stili. Già dalle prime note si coglie il senso di una partitura cinematografica, evocativa, densa di immagini che prepotentemente si propongono all’ascolto. È musica ricca di colori, in un continuo contrasto di luci ed ombre, suggestioni forti che si avvicendano vorticosamente. Il progetto è stato concepito dall’estroso violinista Alessandro Quarta come un succedersi di visioni dove le note si sostituiscono alle parole. La Terra è immaginata come una dama la cui voce, rappresentata da un valzer malinconico eseguito dal solo violino, è quella di una vecchia signora che porta sulle spalle milioni di anni. Segue Acqua, nata da un’immagine legata a un luogo molto caro al musicista salentino: «Porta d’Oriente più importante del Mediterraneo, Otranto è la città d’Italia più ad est, la prima che vede sorgere il sole e dove alle cinque del mattino senti il profumo del mare e vedi un cielo tinto di rosso, verso Oriente». Acqua inizia sulle note di un tema medio-orientale ai violoncelli: «Tutto nasce nel deserto d’Africa da una goccia d’acqua che prima di diventare mare è un torrente, poi un fiume, infine un mare in tempesta, meraviglioso. Poi, come un rewind, il nastro si riavvolge per fare ritorno alle origini». Aria, elemento apparentemente invisibile, è respiro, vento, uragano. Tre accordi, tre motivi: mi minore, sol maggiore, si maggiore. Si riconosce lo stile “seicentesco” di una scrittura densa, complessa: una fuga a tre voci, progressioni alla maniera di Vivaldi.  Fuoco inizia con un tango cubano: è il fuoco dell’eros che alimenta la vita, la sessualità, è il momento più travolgente dell’intero lavoro. Infine Etere, considerato dai Greci il quinto elemento, e in The Five Elements pezzo conclusivo che fa pensare ad una landa algida. Evoca pace, tranquillità, ma la quiete dura solo un attimo e la musica riprende quota fino al termine dell’opera. Violinista, polistrumentista e compositore, Alessandro Quarta è cresciuto musicalmente con i più grandi direttori del mondo come Maazel, Inbal, Dutoit, Rostropovich, Chung, Pretre, Metha, Morricone. Nel contempo si è avvicinato al mondo crossover collaborando con artisti di fama mondiale, tra i quali Carlos Santana, Lucio Dalla, Mark Knopfler, Boy George, Dionne Warwick, Celine Dion, Liza Minnelli, Joe Cocker, Lenny Kravitz, Jovanotti. Nel 2017 è stato premiato a Montecitorio come “Miglior Eccellenza Italiana nel Mondo” per la musica. Il suo brano “Dorian Gray”, composto, arrangiato ed eseguito live in prima mondiale con Roberto Bolle all’Arena di Verona, ha ottenuto grande

The Five Elements con Alessandro Quarta e l’Orchestra Filarmonica Italiana giovedì 5 dicembre al Teatro Sociale2024-11-27T13:57:59+01:00

LA CULTURA NEI REGIMI DITTATORIALI: FRA PROPAGANDA E ARTE LIBERA. Incontri intorno allo spettacolo “Re Lear è morto a Mosca”

La cultura nei regimi dittatoriali: fra propaganda e arte libera è il titolo del ciclo di tre incontri che precedono la rappresentazione di Re Lear è morto a Mosca, lo spettacolo dell’argentino César Brie che giovedì 19 dicembre al Teatro Sociale aprirà la rassegna di Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti. «Re Lear è morto a Mosca è uno spettacolo prezioso da un punto di vista teatrale e dalla grande riflessione civile. Otto giovani artisti guidati dal regista argentino César Brie, tra i quali Michelangelo Nervosi, uno dei ragazzi del nostro Progetto Young, narrano in scena la storia del teatro ebraico Goset fondato a Mosca nel 1919 dal regista Aleksandr Granovskij e dal pittore-scenografo Marc Chagall. Un Teatro ammirato da Gordon Craig, che Stalin distrusse assassinando gli attori-registi che lo guidavano, Solomon Michoels e Venjamin Zuskin. Nello spettacolo la verità storica si intreccia alla capacità immaginifica di trasformare semplici oggetti, ritmi, movenze, danze e cori in un affresco sorprendente di umanità», racconta Maria Grazia Panigada, Direttrice Artistica della Stagione di Prosa e Altri Percorsi. «Re Lear è morto a Mosca mostra come i regimi dittatoriali, in questo caso quello di Stalin, temano la libertà», prosegue Panigada, «Negli incontri, curati da esperti dei singoli settori, verrà proposta una riflessione sui linguaggi artistici – cinema, musica e arti visive – durante le dittature, con l’obiettivo di offrire una conoscenza storica, ma anche di dare strumenti di decodificazione e lettura sui linguaggi e sui messaggi che essi possono trasmettere». Realizzati in collaborazione con ISREC - Istituto Bergamasco per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea, gli incontri si svolgeranno tutti alle ore 18.00 nella Sala della Musica “M. Tremaglia” del Teatro Donizetti con ingresso libero su prenotazione ai link EventBrite riportati sul sito del teatro. Si comincia mercoledì 4 dicembre con “L’arte al servizio del regime. Il regime al servizio dell’arte. Continuità e discontinuità del cinema tra propaganda fascista e primo dopoguerra”, incontro a cura di Isrec con la partecipazione di Luciana Bramati (Isrec) e di Giorgio Giovanetti (Istituto nazionale Ferruccio Parri). In questo primo incontro si ricostruirà - attraverso materiali d’epoca - come il fascismo abbia piegato l’arte cinematografica a potente strumento di propaganda, ma allo stesso tempo come il cinema si sia preso la rivincita crescendo una generazione di autori che hanno dato corpo alla rivoluzione del neorealismo. Esemplare il caso di Roberto Rossellini, autore tra il 1941 e il 1943 della cosiddetta Trilogia della guerra fascista e poi di Roma città aperta nel 1945, che verrà presentato e analizzato. Mercoledì 11 dicembre sarà la volta della musica, con Sulle note di una canzone. I casi del “Canto dei deportati”, delle “Canzoni tristi” di Frida Misul e di “Fischia il vento”. Relatori: Elisabetta Ruffini e Angelo Bendotti di Isrec. Nel corso dell’incontro si considererà quanto la musica possa approfondire lo studio della vita all’interno dei lager nazisti, sia dalla prospettiva dei carcerieri che da quella delle vittime. Da una parte l’uso delle orchestre nei lager, voluto dalle SS, metterà a fuoco

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D COME DIECI: NEL DIES NATALIS DI DONIZETTI SI FESTEGGIA IL DECENNALE DEL FESTIVAL

Il 29 novembre spettacoli, visite guidate, incontri, attività per i più piccoli, nel segno del compositore e delle prime dieci edizioni del DO Al Teatro Donizetti “Citofonare Gaetano, Amarcord” con Francesco Micheli e tanti ospiti Il Donizetti Opera, festival dedicato al compositore bergamasco, giunge nel 2024 al traguardo della decima edizione: il culmine dei festeggiamenti è in programma venerdì 29 novembre Dies natalis di Gaetano Donizetti. D come Dieci è l’insieme di queste iniziative, realizzate con il sostegno di Stucchi S.p.A., avviate a settembre e ideate per ripercorrere insieme al pubblico e alla città le tappe fondamentali del Donizetti Opera, commentando le produzioni più amate e importanti che hanno permesso di scoprire nuovi aspetti e nuovi tesori dell’arte del compositore orobico. Tutte le iniziative D come dieci (tranne le visite guidate e LU OpeRave)) sono gratuite con prenotazioni sul sito gaetanodonizetti.org oppure in biglietteria (martedì-sabato ore 16-20). Venerdì 29 novembre si comincia alle ore 10 (fino alle ore 12.40, biglietto 5 euro) con Donizetti Welcome, le visite guidate del Teatro Donizetti che, com’è noto, è stato sottoposto a un profondo restauro. Nel ridotto Gavazzeni si potrà vedere l’esposizione dei manifesti degli spettacoli allestiti in questi dieci anni e illustrati da diversi autori, individuati dallo Studio Temp di Bergamo che, nel 2015, ha ideato l’immagine del festival. Dalle ore 10 alle ore 20, nella sala mostre accanto alla biglietteria, si potrà visitare gratuitamente la mostra fotografica Dieci parole per Dieci anni a cura di Clelia Epis e Floriana Tessitore con le immagini di Photo Studio U.V., realizzata con il sostegno di Assolari Luigi & C.: «2015-2024, dieci edizioni del festival Donizetti Opera: per raccontarle – si legge nella presentazione della mostra – dieci parole chiave e molte immagini tratte dal patrimonio iconografico della Fondazione che documenta la visione del direttore artistico Francesco Micheli e lo spirito che l’ha animata, alimentando la memoria cittadina. Come immagine di apertura L’ange de Nisida, opera-simbolo di questi dieci anni e di quello che li ha caratterizzati: prima di tutto Gaetano Donizetti e la sua musica, ma anche coraggio, visione, riscoperte, studio, ricerca, continuo coinvolgimento del pubblico, superamento dei confini tradizionali, riconoscimenti della critica nazionale e internazionale». Le dieci parole / sezioni che fanno da guida alla raccolta di immagini sono: teatro e città, sconfinamenti, riscoperte, capolavori, donne, Covid-19, premi, notte, maestri, giovani. La mattina di attività prosegue in Città Alta dove, in piazza Vecchia alle ore 10.30, è in programma G come Giacomo e Gaetano flash mob corale delle scuole; il 29 novembre infatti è anche la data della morte di Giacomo Puccini avvenuta proprio 100 anni fa. Per questo motivo, le scuole di tutt’Italia sono state sollecitate da Opera Education / AsLiCo in collaborazione con AGIS a partecipare a un flash mob corale che, a Bergamo, unirà Donizetti a Puccini. Il programma due cori da Turandot (“Là sui monti dell’est”, “O sole, vita, eternità”) e due da Don Pasquale (“Bella siccome un’angelo”, “Che interminabile andirivieni”). Alle ore 11.15 il momento solenne del Dies natalis è come sempre l’Elevazione musicale nella Basilica di Santa Maria Maggiore con la deposizione delle corone sulle tombe di Donizetti e di Mayr. La celebrazione musicale è

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Il 16 dicembre al Teatro Donizetti di Bergamo “In concerto con Enzo” con Paolo Jannacci

Fondazione Banco dell’energia e Fondazione Teatro Donizetti, in collaborazione con A2A, organizzano una serata charity tra musica jazz e canzoni d'autore: “IN CONCERTO CON ENZO” con Paolo Jannacci al Teatro Donizetti di Bergamo il 16 dicembre alle ore 20.30. Un modo di far rivivere le canzoni di Enzo Jannacci con canto e musica, che comprende il repertorio di Paolo e le canzoni più care al pubblico di papà Enzo. Accompagna Paolo Jannacci una band straordinaria, composta da Stefano Bagnoli, batteria e percussioni, Marco Ricci al contrabbasso e basso elettrico, Daniele Moretto alla tromba/flicorno e cori. Sarà uno spettacolo pieno di energia poetica e musicale dove l’artista si esibirà suonando il pianoforte in trio o in quartetto. “Ricorderò mio padre a chi lo conosce e cercando di farlo conoscere a chi non ha mai sentito parlare di lui. Durante lo spettacolo non ci saranno tanti fronzoli; solo il reale della musica, che spero arrivi dritta al cuore di chi l'ascolta” ha dichiarato Paolo Jannacci. I biglietti sono in vendita sul circuito Vivaticket o direttamente alla biglietteria del Teatro Donizetti. Per info e prenotazioni: 035.4160 601/602/603. Il ricavato della vendita dei biglietti sarà devoluto alla Fondazione Banco dell’energia, l’ente filantropico promosso da A2A e dalle sue Fondazioni AEM, ASM e LGH, che sostiene le persone in situazioni di vulnerabilità economica e sociale, con particolare attenzione alla povertà energetica. Per saperne di più è possibile visitare il sito www.bancodellenergia.it. Per l’occasione, la facciata del Teatro sarà illuminata in modo speciale coordinato con l’installazione artistica FLOWING COLORS realizzata per A2A da Stefano Mazzanti, light designer di fama internazionale, in collaborazione con IDRA Teatro. Questa iniziativa evidenzia il collegamento tra A2A e il mondo del Teatro e dell’Arte. L'installazione sarà visibile dal 23 novembre 2024 al 6 gennaio 2025, nell’ambito della mostra diffusa Christmas Design, promossa dal DUC - Distretto Urbano del Commercio per il Natale a Bergamo. A2A, dopo aver dato un contributo significativo a Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 attraverso le iniziative di Light is Life, intende rinnovare il proprio impegno nei confronti dei territori con cui ha uno storico legame. Quest'anno, la scelta dell'installazione e della sua posizione è stata effettuata per valorizzare ulteriormente la storica partnership con il Teatro Donizetti di Bergamo.    

Il 16 dicembre al Teatro Donizetti di Bergamo “In concerto con Enzo” con Paolo Jannacci2024-11-25T12:28:48+01:00

Between art and life: Maria Callas e Marina Abramović eroine donizettiane sul palcoscenico e fuori

Introduzione di Roberto Pesenti, presidente gres art 671 Conversazione con Francesco Micheli e Fabio Cleto moderata da Francesca Acquati L’attrice Matilde Facheris interpreta un monologo di Alberto Mattioli, il soprano Eleonora Boaretto con il pianista Giulio Zappa La prima collaborazione tra il festival Donizetti Opera e gres art 671 Bergamo, gres art 671 mercoledì 27 novembre, ore 19.00 Un appuntamento “fuori programma” per il festival Donizetti Opera 2024 che nasce da una nuova importante collaborazione della manifestazione musicale, organizzata dalla Fondazione Teatro Donizetti, in collaborazione con Fondazione Pesenti Ets che – nell’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 – ha inaugurato gres art 671, il nuovo polo culturale sviluppato dal Gruppo Italmobiliare. A gres art 671, mercoledì 27 novembre alle ore 19.00, si terrà un appuntamento che concretizza l’intreccio tra musica, arte, storia e contemporaneità che anima le due istituzioni bergamasche. Between Art and Life: Maria Callas e Marina Abramović eroine donizettiane sul palcoscenico e fuori è il titolo di questo incontro in cui Francesco Micheli, direttore artistico del Donizetti Opera, dialogherà con Fabio Cleto, docente ordinario di Letteratura Inglese e Storia Culturale dell’Università di Bergamo, moderatrice è Francesca Acquati, General Manager gres art 671. L’obiettivo è tracciare il filo ideale che unisce il passato al presente e le eroine delle opere di Donizetti (nell’interpretazione paradigmatica di Maria Callas) a un progetto di Marina Abramović, donna-simbolo dell’arte contemporanea, come la Callas prima di lei, alla quale ha dedicato Seven Deaths, performance in cui convivono arte visiva, opera lirica e tensione dialettica tra l’evocazione di Maria Callas e l’immanenza della stessa Abramović, donne in cui vita e arte convergono. Questa iniziativa si propone come nuova occasione di approfondimento legata alle suggestioni che provengono dalle opere donizettiane e al fascino che l’opera continua a esercitare sugli artisti di oggi. L’attrice bergamasca Matilde Facheris interpreterà inoltre un monologo inedito scritto da Alberto Mattioli e dedicato a Maria Callas, mentre il soprano Eleonora Boaretto, accompagnata dal pianista Giulio Zappa, eseguirà pagine di Donizetti. Al termine della conversazione il pubblico potrà accedere alla mostra Marina Abramović, between Breath and Fire negli spazi di gres art 671. L’incontro è a ingresso gratuito con prenotazione fino a esaurimento posti disponibili al link https://ticket.gresart671.org/acquisto/evento.aspx?ID=6343 Questa nuova occasione di collaborazione tra due realtà culturali bergamasche sottolinea comuni intenti, e soprattutto comune volontà di portare a Bergamo esperienze artistiche internazionali, come il festival Donizetti Opera e la programmazione multidisciplinare e inclusiva di gres art 671.

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DONIZETTI OPERA 2024: INIZIA LA DECIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL DEDICATO AL COMPOSITORE BERGAMASCO

Il primo weekend ricco di appuntamenti con i debutti di tutte le produzioni operistiche, Roberto Devereux, Don Pasquale e Zoraida di Granata, il ritorno di LU OpeRave al Balzer Globe Venerdì 15 novembre inaugurazione della mostra D come Dieci. Dieci parole per dici anninella Sala Mostre del Teatro Donizetti Domenica 17 novembre il concerto in Casa natale con Massimo Spadano e Francesco Libetta e la prima attività Opera Family con Il gufo investigatore Il weekend inaugurale del X festival Donizetti Opera – già vincitore nel 2019 dell’“Oper! Award” come miglior festival europeo per la critica tedesca e con quattro nomination all’International Opera Award sempre come miglior festival dell’anno – si apre al Balzer Globe giovedì 14 novembre 2024 alle 21.30 con la ripresa di uno dei progetti più innovativi e apprezzati durante queste dieci edizioni del festival: LU OpeRave in cui la musica di Donizetti incontra l’elettronica e le nuove tendenze; dal titolo è chiaro il riferimento a Lucia di Lammermoor, alla quale gli autori di questo progetto sperimentale si sono ispirati. All’origine di LU OpeRave ci sono Mixopera vol. 1 e vol. 2, gli EP di musica elettronica ispirati alla musica di Donizetti e realizzati da alcuni fra i più importanti musicisti elettronici europei raccolti intorno all’etichetta Fluidostudio, disponibili su tutte le piattaforme di streaming (Spotify, iTunes, Amazon Music, YouTube Music). Fra gli artisti degli EP coinvolti in LU OpeRave ci sono Stefano Libertini Protopapa(direttore creativo del progetto), ilromantico, H.E.R. autori delle musiche. Il libretto è dei Maniaci d’amore. La regia e la coreografia sono di Mattia Agatiello, che porta in scena la sua Fattoria Vittadini pluripremiata e celebre compagnia di danza con sede a Milano alla Fabbrica del Vapore. Le scene e i costumi sono di Andrea Cammarosano e Leonardo Persico. Gli interpreti sono di formazione ed esperienze musicali diverse – il soprano Laura Ulloa (allieva della Bottega nel 2021), il noto vocalist David Blank e la performer M¥SS KETA come voce narrante – e rappresentano una fusione pensata per parlare al pubblico di ogni generazione, confermando la forza innovativa e rivoluzionaria della poetica donizettiana. Per celebrare il decennale, in coincidenza con il festival, venerdì 15 novembre dalle ore 18.30, sarà aperta la mostra fotografica Dieci parole per Dieci anni a cura di Clelia Epis e Floriana Tessitore con le immagini di Photo Studio U.V., allestita nelle Sala mostre del Teatro Donizetti, di fianco l’ingresso della biglietteria e realizzata con il sostegno di Assolari Luigi & C., che rientra fra le iniziative intitolate D come Dieci e che avranno il loro culmine nella giornata di venerdì 29 novembre che coincide con il Dies natalis di Donizetti. Queste le dieci parole / sezioni che fanno da guida alla raccolta di immagini: teatro e città, sconfinamenti, riscoperte, capolavori, donne, Covid-19, premi, notte, maestri, giovani. La mostra fotografica, a ingresso libero, è visitabile in occasione degli spettacoli, dal 14 novembre all’1 dicembre, da due ore prima dell’inizio. Sabato e domenica anche ore 10-13. Il 29 novembre (Dies natalis) ore 10-20. Tutti al debutto i tre titoli operisti attorno ai quali si sviluppa tutta la programmazione del festival: al Teatro Donizetti andranno in scena i due capolavori di Gaetano Donizetti Roberto Devereux (venerdì 15 novembre ore 20) e Don Pasquale (domenica 17 novembre ore 15.30) affidati rispettivamente al

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Il 27 novembre l’appuntamento su Maria Callas e Marina Abramonić al gres art 671

Between art and life Maria Callas e Marina Abramović eroine donizettiane sul palcoscenico e fuori Introduzione di Roberto Pesenti, Presidente Gres Art 671 Conversazione con Francesco Micheli e Fabio Cleto moderata da Francesca Acquati L’attrice Matilde Facheris interpreta un monologo di Alberto Mattioli, il soprano Eleonora Boaretto con il pianista Giulio Zappa La prima collaborazione tra il festival Donizetti Opera e Gres Art 671 Bergamo, Gres Art 671 Mercoledì 27 novembre 2024, ore 19.00 Un appuntamento “fuori programma” per il festival Donizetti Opera 2024 che nasce da una nuova importante collaborazione della manifestazione musicale, organizzata dalla Fondazione Teatro Donizetti, in collaborazione con Fondazione Pesenti Ets che – nell’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 – ha inaugurato gres art 671, il nuovo polo culturale sviluppato dal Gruppo Italmobiliare. A gres art 671, mercoledì 27 novembre alle ore 19.00, si terrà un appuntamento che concretizza l’intreccio tra musica, arte, storia e contemporaneità che anima le due istituzioni bergamasche. Between Art and Life: Maria Callas e Marina Abramović eroine donizettiane sul palcoscenico e fuori è il titolo di questo incontro in cui Francesco Micheli, direttore artistico del Donizetti Opera, dialogherà con Fabio Cleto, docente ordinario di Letteratura Inglese e Storia Culturale dell’Università di Bergamo, moderatrice è Francesca Acquati, General Manager gres art 671. L’obiettivo è tracciare il filo ideale che unisce il passato al presente e le eroine delle opere di Donizetti (nell’interpretazione paradigmatica di Maria Callas) a un progetto di Marina Abramović, donna-simbolo dell’arte contemporanea, come la Callas prima di lei, alla quale ha dedicato Seven Deaths, performance in cui convivono arte visiva, opera lirica e tensione dialettica tra l’evocazione di Maria Callas e l’immanenza della stessa Abramović, donne in cui vita e arte convergono. Questa iniziativa si propone come nuova occasione di approfondimento legata alle suggestioni che provengono dalle opere donizettiane e al fascino che l’opera continua a esercitare sugli artisti di oggi. L’attrice bergamasca Matilde Facheris interpreterà inoltre un monologo inedito scritto da Alberto Mattioli e dedicato a Maria Callas, mentre il soprano Eleonora Boaretto, accompagnata dal pianista Giulio Zappa, eseguirà pagine di Donizetti. Al termine della conversazione il pubblico potrà accedere alla mostra Marina Abramović, between Breath and Fire negli spazi di gres art 671. L’incontro è a ingresso gratuito con prenotazione fino a esaurimento posti disponibili al link https://ticket.gresart671.org/acquisto/evento.aspx?ID=6343 Questa nuova occasione di collaborazione tra due realtà culturali bergamasche sottolinea comuni intenti, e soprattutto comune volontà di portare a Bergamo esperienze artistiche internazionali, come il festival Donizetti Opera e la programmazione multidisciplinare e inclusiva di gres art 671.

Il 27 novembre l’appuntamento su Maria Callas e Marina Abramonić al gres art 6712024-11-13T10:44:28+01:00

DON PASQUALE: AL DONIZETTI OPERA UNO DEI TITOLO PIÙ AMATI DI DONIZETTI ESEGUITO PER LA PRIMA VOLTA CON LA NUOVA EDIZIONE CRITICA

A dirigere l’Orchestra Donizetti Opera il giovane messicano Iván López-Reynoso; la regia è di Amélie Niemeyer Nel ruolo del titolo uno specialista come Roberto de Candia mentre Ernesto è Javier Camarena, idolo indiscusso del pubblico del festival Teatro Donizetti, Bergamo giovedì 14 novembre, ore 17 (anteprima under 30) domenica 17 novembre, ore 15.30 (Turno C) venerdì22 novembre, ore 20 (Turno A) sabato 30 novembre, ore 20 (fuori abbonamento) È un’occasione da non perdere per tutti gli appassionati quella di poter ascoltare a Bergamo un capolavoro come Don Pasquale – terzo titolo operistico del Donizetti Opera 2024 – in programma al Teatro Donizetti domenica17 novembre alle ore 15.30 (repliche venerdì 22 e sabato 30 novembre alle ore 20) con sui leggii in anteprima la nuova edizione critica curata da Roger Parker e Gabriele Dottoper l’Edizione Nazionale realizzata da Casa Ricordi, in collaborazione e con il contributo del Comune di Bergamo e della Fondazione Teatro Donizetti, la cui uscita ufficiale è prevista nel 2026. Giovedì 14 novembre alle ore 17.00 il pubblico dei giovani assisterà all’opera in occasione dell’anteprima under 30, il cui biglietto ha un costo di 10 euro. Il dramma buffo Don Pasquale è certamente tra i titoli più conosciuti ed amati del Bergamasco sin dal trionfale debutto a Parigi nel 1843: in questa nuova edizione del festival Donizetti Opera sarà affidato vocalmente a due “maestri” come Roberto de Candia (Don Pasquale) e Javier Camarena (Ernesto) affiancati dalle voci degli allievi della Bottega Donizetti Giulia Mazzola (Norina) e Dario Sogos (Dottor Malatesta) ribadendo ancora una volta il desiderio della manifestazione bergamasca di essere trampolino di lancio per le voci nuove. Il cast è completato da Fulvio Valenti (un notaro). Sul podio il giovane messicano Iván López-Reynoso che sarà alla guida dell’Orchestra Donizetti Opera e del Coro dell’Accademia Teatro alla Scala preparato da Salvo Sgrò. «Stiamo parlando – racconta il direttore López Reynoso– di un titolo che rivoluziona completamente l’estetica operistica dell’epoca. In Don Pasquale Donizetti trova un bilanciamento perfetto, mai visto prima, fra la commedia e il dramma, situazioni e personaggi che fanno ridere ma che contemporaneamente sono anche molto seri, perfino dolorosi. Non dimentichiamoci poi che Donizetti usa nella sua partitura le musiche “di consumo” della sua epoca: in particolare, il valzer. La sua musica è piena di valzer, espliciti o soltanto evocati, a cominciare dal ritmo ternario della prima cabaletta di Don Pasquale, “Un foco insolito”. Quando fu scritta era un’opera “moderna”, intessuta delle musiche del suo tempo, e anche per questo si impose immediatamente. Aggiungo che all’epoca di Don Pasquale l’arte di Donizetti era al suo culmine. La delicatezza e la raffinatezza con cui sono scritte molte pagine è notevole, e spesso bastano dei piccoli dettagli a dare loro carattere». Lo spettacolo è firmato dalla regista Amélie Niemeyer (ripreso da Giulia Giammona), con le scene e i costumi di Maria-Alice Bahra, le coreografie di Dustin Klein e le luci di Tobias Löffler. «Donizetti è un ottimo drammaturgo che utilizza magistralmente dei personaggi buffi “classici” – commenta Niemeyer – Nella nostra messa in scena, però, abbiamo scelto di rileggere questi ruoli della tradizione dell’opera comica in una prospettiva contemporanea. Trovo affascinante mettere in luce le

DON PASQUALE: AL DONIZETTI OPERA UNO DEI TITOLO PIÙ AMATI DI DONIZETTI ESEGUITO PER LA PRIMA VOLTA CON LA NUOVA EDIZIONE CRITICA2024-11-11T14:54:17+01:00

ZORAIDA DI GRANATA: IL TITOLO DEL PROGETTO #DONIZETTI200 IN SCENA AL TEATRO SOCIALE

Dopo due secoli torna sul palcoscenico la rarità donizettiana nella versione del 1824 Alberto Zanardi sul podio dell’orchestra con strumenti antichi Gli Originali L’allestimento, con la regia di Bruno Ravella, è coprodotto con il Festival di Wexford Nel cast il tenore Konu Kim, il soprano Zuzana Marková nel ruolo del titolo e il mezzosoprano Cecilia Molinari Prima del debutto Donizetti Talk alla Biblioteca Mai e l’anteprima under 30 Teatro Sociale, Bergamo sabato 9 novembre, ore 17 (Biblioteca “Angelo Mai” - Donizetti Talk) mercoledì 13 novembre, ore 17 (anteprima under 30) sabato 16 novembre, ore 20 (Turno A) domenica 24 novembre, ore 15.30 (fuori abbonamento) domenica 1 dicembre, ore 15.30 (Turno C)   Nel 2024, oltre a celebrare le dieci edizioni del Donizetti Opera, ricorre il bicentenario del debutto di Zoraida di Granata – primo grande successo del compositore bergamasco – andata in scena al Teatro Argentina di Roma in una prima versione nel 1822 e poi nel 1824, nella stesura che per la prima volta in tempi moderni viene riproposta a Bergamo, al Teatro Sociale, sabato 16 novembre alle ore 20 (repliche domenica 24 novembre e domenica 1° dicembre, ore 15.30). Si tratta naturalmente dell’opera scelta per il ciclo #donizetti200 che ogni anno propone nel programma festivaliero un titolo che compie i due secoli. Il debutto di questa rarità sarà preceduta da un nuovo Donizetti Talk, sabato 9 novembre alle ore 17.00 alla Biblioteca Mai e poi al Teatro Sociale, a cura dell’Area scientifica del festival, che ha per tema appunto Zoraida di Granata e vedrà impegnati i musicologi Edoardo Cavalli e Paolo Fabbri e la partecipazione del direttore d’orchestra Alberto Zanardi e del regista Bruno Ravella. Il pubblico avrà poi la possibilità di accedere alle prove d’insieme dell’opera ed assistere in anteprima ad una scena della nuova produzione. Per partecipare è consigliata la prenotazione su www.donizettiopera.org. Mercoledì 13 novembre alle ore 17.00 sarà invece il pubblico dei giovani a poter assistere all’opera grazie all’anteprima under 30, il cui biglietto ha un costo di 10 euro. Zoraida di Granata, composta da Donizetti su libretto di Bartolomeo Merelli e – per la versione che debuttò al Teatro Argentina di Roma il 7 gennaio 1824 – di Jacopo Ferretti sarà proposta con un allestimento frutto della coproduzione con il Wexford Festival Opera che, lo scorso anno, ha presentato lo stesso titolo ma nella versione del 1822; in entrambi i casi l’edizione critica è stata curata da Edoardo Cavalli per la Fondazione Teatro Donizetti. Regista dello spettacolo è Bruno Ravella, nato a Casablanca con origini italiane e polacche, studi in Francia e adesso stabile a Londra; scene e costumi sono di Gary McCann. Il cast comprende Konu Kim (Almuzir, unico interprete in comune con il festival irlandese), Zuzana Marková (Zoraida), Cecilia Molinari, (Abenamet) e gli Allievi della Bottega Donizetti Tuty Hernàndez (Almanzor), Lilla Takács (Ines) e Valerio Morelli (Alì). Sul podio Alberto Zanardi, giovane bacchetta cresciuta in questi anni “dietro le quinte” del festival, interprete nel 2023 del Piccolo compositore di musica, che

ZORAIDA DI GRANATA: IL TITOLO DEL PROGETTO #DONIZETTI200 IN SCENA AL TEATRO SOCIALE2024-11-08T17:25:20+01:00

ROBERTO DEVEREUX PRIMO TITOLO OPERISTICO DELLA DECIMA EDIZIONE DEL DONIZETTI OPERA

Sul podio il direttore musicale del festival Riccardo Frizza; la regia è di Stephen Langridge Come Elisabetta I il soprano Jessica Pratt, Roberto Devereux è il tenore John Osborne, mentre Simone Piazzola sarà Nottingham e Raffaella Lupinacci Sara La première sarà preceduta dall’incontro di approfondimento e prove aperte di Donizetti Talk e dall’anteprima dedicata agli under 30 Teatro Donizetti, Bergamo Venerdì 8 novembre, ore 17.30 (Donizetti Talk) martedì 12 novembre, ore 17 (anteprima under 30) venerdì 15 novembre, ore 20 (fuori abbonamento) sabato23 novembre, ore 20 (fuori abbonamento – in opzione al Turno C) giovedì 28 novembre, ore 20 (Turno A)   Si avvicina il debutto del primo titolo in scena al Teatro Donizetti: Roberto Devereux, opera fra le più amate di Gaetano Donizetti in programma venerdì 15 novembre alle ore 20 (repliche sabato 23 novembre e giovedì 28 novembre sempre alle ore 20). Mancano quindi pochi giorni all’inizio ufficiale della decima edizione del festival Donizetti Opera, manifestazione di rilievo internazionale dedicata al compositore bergamasco e dalla Fondazione Teatro Donizetti presieduta da Giorgio Berta con la direzione generale di Massimo Boffelli, la direzione artistica di Francesco Micheli e quella musicale di Riccardo Frizza. Tappa immancabile verso la première di Roberto Devereux il Donizetti Talk in calendario venerdì 8 novembre alle ore 17.30 nella Sala Riccardi del Teatro Donizetti con i musicologi dell’Area scientifica del festival Livio Aragona e Maurizio Merisio e la partecipazione del direttore Riccardo Frizza e del regista Stephen Langridge. Il pubblico avrà poi la possibilità di accedere alle prove d’insieme dell’opera ed assistere quindi in anteprima ad una scena della nuova produzione. Per partecipare è consigliata la prenotazione su www.donizettiopera.org. Martedì 12 novembre alle ore 17.00 sarà invece il pubblico dei giovani a poter assistere all’opera grazie all’anteprima under 30, il cui biglietto ha un costo di 10 euro. «Roberto Devereux è la mia opera donizettiana preferita» ha avuto modo più volte di dichiarare il direttore musicale del festival Riccardo Frizza che, dopo averla interpretata in giro per il mondo, sarà sul podio dell’Orchestra Donizetti Opera portando sui leggii l’Edizione Nazionale realizzata da Casa Ricordi in collaborazione e con il contributo del Comune di Bergamo e della Fondazione Teatro Donizetti a cura di Julia Lockhart, pubblicata nel 2022. «Roberto Devereux è un capolavoro, anzi forse il capolavoro di Donizetti, almeno nel campo dell’opera italiana – sottolinea Frizza­ – È il titolo della svolta, della maturità completa. Ci saranno altri capolavori, specie francesi, ma nessuno sposterà più in alto l’asticella dell’ispirazione donizettiana. Per forza: una vicenda fortissima e appassionante, dai caratteri ben tratteggiati, una straordinaria figura di donna di potere innamorata, una grande invenzione musicale e una grandissima libertà formale, che trascende le forme chiuse che erano ancora la regola del melodramma dell’epoca. E, in fin dei conti, un soggetto tutto sommato insolito, unico, credo, nell’enorme catalogo donizettiano: la caducità del tempo, degli uomini e delle cose». La regia è invece dell’inglese Stephen Langridge che è attualmente direttore artistico del festival di Glyndebourne oltre a essere ospite fisso di importanti palcoscenici come la Royal Opera House di Londra, la Lyric Opera di Chicago, il festival di Salisburgo. «La nostra messinscena – dichiara Langridge – è sicuramente contemporanea, ma ambientata in un mondo elisabettiano

ROBERTO DEVEREUX PRIMO TITOLO OPERISTICO DELLA DECIMA EDIZIONE DEL DONIZETTI OPERA2024-11-07T17:20:29+01:00
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