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Michela Gerosa

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Altri Percorsi prosegue con “Amore” di Pippo Delbono, in scena giovedì 6 marzo al Teatro Donizetti

A distanza di tre anni dalla rappresentazione de La Gioia, torna al Teatro Donizetti Pippo Delbono, autore, attore e regista di fama internazionale, poeta del teatro di ricerca, per proporre Amore, in programma giovedì 6 marzo (ore 20.30) nell’ambito della Stagione di Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti. Lo spettacolo vedrà sul palcoscenico del principale teatro cittadino un nutrito gruppo di attori: Dolly Albertin, Margherita Clemente, Ilaria Distante, Mario Intruglio, Pedro Jóia, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Miguel Ramos, Pepe Robledo, Grazia Spinella, Selma Uamusse. Musiche originali di Pedro Jóia e altri autori. Amore nasce dall’incontro e dall’amicizia di Pippo Delbono con il produttore teatrale italiano, da anni attivo in Portogallo, Renzo Barsotti e dal loro desiderio di realizzare insieme uno spettacolo sul Portogallo. Da qui inizia la ricerca sull’“amore” come sentimento, stato dell’anima. Un vero e proprio ingranaggio nell’organismo umano, che seleziona, sposta, frantuma e ricompone tutto ciò che vediamo, che sentiamo, tutto ciò che desideriamo. Amore è un viaggio musicale e lirico attraverso una geografia esterna – oltre al Portogallo, l’Angola, Capo Verde – e una interna, quella delle corde dell’anima che vibrano al minimo colpo della vita. Le note sono quelle malinconiche del fado, che esplodono in slanci energici attraverso la voce dei suoi cantanti, spalancata a raggiungere ogni angolo della sala; il ritmo quello ora di una parata, ora di un tableau vivant, ora di una lenta processione; l’immagine è un quadro che muta nei colori, si scalda e si raffredda. E c’è, poi, la parola poetica, restituita dal registro caldo dell’artista ligure attraverso il suo consueto, ipnotico, salmodiare al microfono. Le parole sono quelle di Carlos Drummond de Andrade, Eugénio De Andrade, Daniel Damásio Ascensão Filipe, Sophia de Mello Breyner Andresen, Jacques Prévert, Rainer Maria Rilke e Florbela Espanca. «Questo spettacolo – racconta lo stesso Pippo Delbono – presenta una duplice visione dell’amore. Da una parte – e sono i testi a prendere voce – ci mettiamo, tutti, alla ricerca di quell’amore, cercando di sfuggire alla paura che ci assale. In questo viaggio si cerca di evitarlo, questo amore, anche se ne riconosciamo costantemente l’urgenza; io lo ricerco, ma anche lo voglio, ed è proprio questo che fa paura. Ma il cammino – fatto di musiche, voci, immagini – riesce poi, forse, a portarci verso una riconciliazione, un momento di pace in cui quell’amore possa manifestarsi al di là di ogni singola paura». A tenere insieme un montaggio emotivo mai del tutto pacificato è una grammatica scenica che alterna il pieno al vuoto, il canto alla musica, la voce viva al silenzio, alla ricerca di una rappresentazione onirica ed elegiaca della crudele risacca di distacco e ricongiungimento. Protagonista è l’assenza, è la distanza, è la nostalgia, una mappatura di emozioni che scava nell’animo dell’autore, dei suoi interpreti e dello stesso spettatore, chiamato a cercare sempre con gli occhi ciò che manca e che, inesorabilmente, tarda a manifestarsi. Amore è ancora una volta il tentativo di portare dentro al teatro la vita. Nominando questa parola, invocandola in

Altri Percorsi prosegue con “Amore” di Pippo Delbono, in scena giovedì 6 marzo al Teatro Donizetti2025-02-24T14:21:56+01:00

Loris Zanatta con il suo “Fidel Castro: l’ultimo re cattolico” chiude l’edizione 2025 di Lezioni di Storia

Gesù, Cleopatra, Giovanna D’Arco, Robespierre e ora Fidel Castro: sabato 1° marzo al Teatro Donizetti (ore 11.00), l’ultimo de I Ribelli al centro della seconda edizione di “Lezioni di Storia”, iniziativa ideata da Editori Laterza e realizzata in coproduzione con la Fondazione Teatro Donizetti e con il sostegno di Cassa Lombarda, sarà infatti proprio il líder máximo di Cuba. Il compito di tracciarne un ritratto da una prospettiva inusuale spetterà a Loris Zanatta: Fidel Castro, agli occhi del docente dell’Università di Bologna, appare come “l’ultimo re cattolico”, che appunto come i re cattolici fu artefice di una fusione tra politica e religione, arrivando a concepire una religione ‘politica’. Secondo Loris Zanatta, Fidel Castro non creò una comunità politica ma una comunità di fede, inclusiva verso i fedeli, spietata con gli eretici. E i suoi nemici sono stati gli stessi della Spagna cattolica: la civiltà protestante e l’Illuminismo, ribattezzati ‘capitalismo’ e ‘liberalismo’. Anche l’ultimo appuntamento di “Lezioni di Storia”, che sta ottenendo un notevole successo con una media di oltre 900 presenze nelle prime quattro “lezioni”, sarà introdotto dal giornalista Max Pavan, responsabile dell’informazione di Bergamo TV. Al termine dell’incontro, l’autore si fermerà con il pubblico per il firmacopie presso il Ridotto Gavazzeni del Donizetti. Loris Zanatta insegna Storia e Istituzioni dell’America Latina all’Università di Bologna. È editorialista dei quotidiani di Buenos Aires «La Nación» e «Clarín» e membro della Accademia della Storia della Repubblica Argentina. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni di carattere storico, tra cui: Eva Perón. Una biografia politica (Rubbettino, 2009); Storia dell’America Latina contemporanea (Laterza, 2010); Il populismo (Carocci, 2013); La Nazione cattolica. Chiesa e dittatura nell’Argentina di Bergoglio (Laterza, 2014, edito anche in Argentina), Fidel Castro. L’ultimo «re cattolico» (Salerno, 2019) e Il populismo gesuita. Perón, Fidel, Bergoglio (Laterza, 2020).

Loris Zanatta con il suo “Fidel Castro: l’ultimo re cattolico” chiude l’edizione 2025 di Lezioni di Storia2025-02-24T14:13:01+01:00

La Stagione di Prosa prosegue con “Ciarlatani” di Pablo Remón: in scena Silvio Orlando

Silvio Orlando torna al Teatro Donizetti, dopo il grande successo del 2022 con La vita davanti a sé: il popolare attore napoletano, tra i più rappresentativi del cinema e del teatro italiano di oggi, porterà a Bergamo l’ultimo spettacolo prodotto dalla sua compagnia, Ciarlatani, scritto e diretto dallo spagnolo Pablo Remón, in cartellone da sabato 22 febbraio a domenica 2 marzo nell’ambito della Stagione di Prosa e Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti. Sul palcoscenico del principale teatro cittadino Silvio Orlando sarà affiancato da Francesca Botti, Francesco Brandi e da Blu Yoshimi. Giovedì 27 febbraio presso la Sala della Musica “M. Tremaglia” del Teatro Donizetti (ore 18) è previsto un incontro sullo spettacolo con Silvio Orlando e la compagnia. Coordina Maria Grazia Panigada, Direttrice Artistica della Stagione di Prosa e Altri Percorsi. Ingresso libero su prenotazione registrandosi al link Eventbrite pubblicato sul sito del Teatro Donizetti. «Ciarlatani racconta la storia di due personaggi legati al mondo del cinema e del teatro. Anna Velasco è un’attrice la cui carriera è in fase di stallo. Dopo aver recitato in piccole produzioni di opere classiche, ora lavora come insegnante di pilates e nei fine settimana fa teatro per bambini. Tra soap opera televisive e spettacoli alternativi, Anna è alla ricerca del grande personaggio che la farà finalmente trionfare. Diego Fontana è un regista di successo di film commerciali che si sta imbarcando in una grande produzione: una serie da girare in tutto il mondo, con star internazionali. Un incidente lo porterà ad affrontare una crisi personale e a ripensare la sua carriera. Questi due personaggi sono collegati dalla figura del padre di Anna, Eusebio Velasco, regista di culto degli anni ’80, scomparso e isolato dal mondo», scrive Pablo Remón nelle note di regia. «Ciarlatani sono anche diverse opere in una: ognuno di questi racconti ha uno stile, un tono e una forma particolari. Il racconto di Anna ha uno stile eminentemente cinematografico, con un narratore che ci guida, e in cui sogno e realtà si confondono. La storia di Diego è un’opera teatrale più classica, rappresentata in spazi più realistici. E infine c’è, a mo’ di pausa o parentesi, un autofiction in cui l’autore dell’opera a cui stiamo assistendo si difende dalle accuse di plagio. Queste storie sono raccontate in parallelo, si alimentano a vicenda, sono specchi degli stessi temi. L’insieme è costruito con capitoli in parte indipendenti, che formano una struttura più vicina al romanzo che al teatro. L’intenzione è che Ciarlatani sia una narrazione eminentemente teatrale, ma con un’aspirazione romanzesca e cinematografica». «Infine, Ciarlatani è una commedia in cui solo quattro attori viaggiano attraverso decine di personaggi, spazi e tempi. Una satira sul mondo del teatro e dell’audiovisivo, ma anche una riflessione sul successo, sul fallimento e sui ruoli che ricopriamo, dentro e fuori la finzione», conclude il regista madrileno.

La Stagione di Prosa prosegue con “Ciarlatani” di Pablo Remón: in scena Silvio Orlando2025-02-17T14:56:26+01:00

La Stagione di Altri Percorsi prosegue con “Lo Specchio della Regina”, giovedì 20 febbraio al Teatro Sociale

Dopo Otello Circus, presentato con successo nel 2023, la compagnia Teatro La Ribalta torna a Bergamo con Lo Specchio della Regina, spettacolo inserito nella Stagione di Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti e in programma giovedì 20 febbraio al Teatro Sociale (ore 20.30). Scritto e diretto da Antonio Viganò, Lo Specchio della Regina riprende in modo originale la fiaba di Biancaneve, offrendo una riflessione sulla bellezza che è contenuta nella diversità di ciascuno. In scena tre attori: Jason Mattia De Majo, Maria Magdolna Johannes e Rocco Ventura, già protagonisti di Otello Circus. Coreografie di Eleonora Chiocchini. Assistente alla drammaturgia e disegno sonoro Paola Guerra. Collaborazione alla creazione Paola Guerra e Paolo Grossi. Scene di Roberto Banci e Antonio Viganò. Light design Melissa Pircali. Produzione Teatro La Ribalta in coproduzione con Tanz Bozen Bolzano Danza Festival, con il sostegno di L’arboreto – Teatro Dimora, Centro di Residenza Emilia-Romagna e degli Istituti Culturali della Repubblica di San Marino. Durata 50 minuti senza intervallo. Ne Lo Specchio della Regina, la celebre fiaba di Biancaneve vede come protagonisti due improbabili personaggi: una Regina affaticata dal dover essere sempre “la più bella del Reame” e il suo Specchio che, stanco di dover ripetere sempre “quello che fanno gli altri”, cercherà una via di fuga. La Regina, orfana della sua immagine riflessa, dovrà dunque trovare un modo per riconquistare la fiducia dello Specchio. Il risultato è un appassionante racconto che smonta e rimonta una delle fiabe più famose di tutti i tempi. Le coreografie di Eleonora Chiocchini reinterpretano il testo teatrale di Antonio Viganò Bianca & Neve, già andato in scena e tradotto in varie lingue: lo Specchio e la Regina si animano in una danza di relazioni, sfumature giocose, a volte litigiose, a tratti misteriose, colorano il loro dialogo che si farà corpo. Sempre complici come può esserlo soltanto uno specchio e l’immagine che esso riflette. Scriveva Antonio Viganò nelle note di regia al momento del debutto de Lo Specchio della Regina: «Il Teatro la Ribalta-Kunst der Vielfalt nel 2023 compie 10 anni. Questo compleanno lo festeggiamo guardandoci indietro, per capire quanto abbiamo fatto e quali tracce e quali segni di questa avventura sono rimasti. Questo guardarci indietro ci serve per vedere avanti, per capire e poi disegnare un prossimo futuro. Il Festival Bolzano Danza, coproduttore dello spettacolo, ha avuto un ruolo importante in questa nostra breve ma intensa storia: il primo spettacolo, Il Minotauro, nasce con la complicità del Festival così come lo spettacolo Il suono della caduta, uno spettacolo firmato dalla coreografa Julie Anne Stanzak, storica danzatrice del Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch. Ecco allora che questo nostro ritorno al Festival Bolzano Danza ha un sapore speciale. Lo spettacolo è destinato anche ad un pubblico dell’infanzia e dell’adolescenza perché abbiamo voglia di incontrare le nuove generazioni, il nostro futuro. Un pubblico, quello dei bambini, che conosce bene il linguaggio del corpo e incontrerà, grazie a questo spettacolo, degli interpreti, danzatori e attori di-versi, che riveleranno loro che essere definiti “diversi” non è qualcosa in

La Stagione di Altri Percorsi prosegue con “Lo Specchio della Regina”, giovedì 20 febbraio al Teatro Sociale2025-02-11T11:01:37+01:00

LEZIONI DI STORIA 2025 prosegue con “Robespierre: al cuore della Rivoluzione” con Luigi Mascilli Migliorini

Sull’onda del successo di pubblico dei primi tre incontri, che hanno registrato oltre 900 presenze ciascuno, prosegue sabato 15 febbraio al Teatro Donizetti (ore 11) la seconda edizione di “Lezioni di Storia”, iniziativa ideata da Editori Laterza e realizzata in coproduzione con la Fondazione Teatro Donizetti e con il sostegno di Cassa Lombarda. Dopo Gesù, Cleopatra e Giovanna D’Arco, il prossimo “ribelle” sarà Robespierre, la cui figura sarà analizzata da Luigi Mascilli Migliorini, docente di Storia Moderna. La lezione verrà introdotta dal giornalista Max Pavan, responsabile dell’informazione di Bergamo TV. Da beneducato avvocato di una cittadina di provincia a simbolo della Rivoluzione francese, delle sue illusioni, dei suoi orrori: la controversa personalità di Robespierre, tuttora ricca di fascino e oggetto di studio e dibattito, rispecchia il disagio di un animo borghese manifestato in una “incorruttibilità” poi incarnatasi nei sacri principi di una Rivoluzione, suo malgrado, inevitabilmente destinata a corrompersi. Membro dell’Accademia dei Lincei, già presidente della SISEM e professore di Storia moderna presso l’Università L’Orientale, Luigi Mascilli Migliorini è uno dei maggiori studiosi dell’età napoleonica e della Restaurazione in Europa, a cui ha dedicato due importanti biografie: Napoleone (Salerno Editrice 2002, nuova edizione 2015) e Metternich (Salerno Editrice 2014). È Commandeur de l’Ordre des Palmes Académiques, Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres della Repubblica francese e professore invitato presso l’École Normale Supérieure a Parigi e l’Università Cattolica di Santiago del Cile. Fa parte del Comitato scientifico della Correspondance di Napoleone presso l’editore Fayard. Per Laterza ha pubblicato, tra l’altro, L’età moderna. Una storia globale (2022). Le “Lezioni di Storia” si concluderanno sabato 1° marzo con il professore Loris Zanatta, che presenterà la figura di Fidel Castro e la sua rivoluzionaria “religione politica” (1° marzo). Al termine degli incontri, gli autori si fermeranno con il pubblico per il firmacopie presso il Ridotto Gavazzeni del Teatro.

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BERGAMO JAZZ 2025: Variazione nel programma della serata del 21 marzo al Teatro Donizetti

Myra Melford, Dayna Stephens, Nick Dunston, Allison Miller sostituiscono il duo Dave Holland/Lionel Loueke A seguito dell’improvvisa cancellazione del tour europeo del duo Dave Holland/Lionel Loueke, a causa di problemi di salute occorsi al contrabbassista inglese, la serata di Bergamo Jazz di venerdì 21 marzo al Teatro Donizetti sarà aperta dal Lux Quartet, formazione diretta dalla pianista Myra Melford e dalla batterista Allison Miller e completata dal sassofonista Dayna Stephens e dal contrabbassista Nick Dunston, tutti musicisti di primo piano del panorama jazzistico internazionale. Rimangono confermati il progetto dedicato a Wayne Shorter - con Danilo Pérez, John Patitucci, Brian Blade e Ravi Coltrane - previsto per la stessa sera, e tutto il resto del programma del Festival. Solo per i possessori di biglietto d’ingresso alla singola serata di venerdì 21 marzo al Teatro Donizetti, sarà possibile, qualora lo desiderassero, chiedere il rimborso del costo del biglietto rivolgendosi alla Biglietteria del Teatro Donizetti entro e non oltre il 25 febbraio, scrivendo una email a biglietteria@fondazioneteatrodonizetti.org. Tale modalità è valida anche per chi avesse acquistato il biglietto online sul circuito VivaTicket. Costituitosi di recente attorno a due delle principali figure del jazz declinato al femminile, la pianista Myra Melford, già ospite di Bergamo Jazz nel 2014 con un’altra formazione, e la batterista Allison Miller, il Lux Quartet è assurto immediatamente alle cronache musicali con la pubblicazione nell’agosto 2024 dell’album Tomorrowland, al quale la rivista americana Down Beat ha attribuito ben quattro stelle. Il nome del gruppo è ispirato alla luce in tutte le sue manifestazioni, dalla vitalità dei raggi del sole alla bioluminescenza delle creature negli oceani più profondi, simboleggiando tutte le altezze e le profondità che il quartetto intende esplorare musicalmente. Myra Melford è sin dalla fine degli anni Ottanta una delle stelle più brillanti del firmamento pianistico jazz. Tra le sue principali esperienze collaborative si ricordano quelle con Henry Threadgill, Butch Morris e Dave Douglas. A fine anni Novata ha costituito insieme al violinista Leroy Jenkins e al sassofonista dell’Art Ensemble of Chicago Joseph Jarman il trio Equal Interest. Nelle vesti di leader ha registrato numerosi album che ne attestano anche lo spessore compositivo e la varietà di ambiti espressivi frequentati, dal piano solo al quintetto. Da diversi anni Myra Melford ha avviato un fecondo sodalizio artistico con la batterista Allison Miller, nota pe la sua militanza nel pluridecorato quintetto all women Artemis, nonché per numerose collaborazioni anche in ambito cantautorale (Ani DiFranco, Natalie Merchant, Brandi Carlile). Dayna Stephens è uno dei principali sassofonisti emersi negli ultimi decenni. Oltre ad aver registrato diversi dischi a proprio nome, ha suonato con Kenny Barron, Ambrose Akinmusire, Julian Lage, Gerald Clayton e molti altri. Anche il bassista Nick Dunston vanta un curriculum di tutto rispetto: Marc Ribot, Vijay Iyer, Mary Halvorson, Tyshawn Sorey, Craig Taborn e Dave Douglas sono solo alcuni dei colleghi ai quali si è affiancato sino ad ora.

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Grandissimo successo per Alessandro Haber e “La Coscienza di Zeno”: 9.265 spettatori

9.265 spettatori complessivi, una media di oltre 1.000 presenze a replica: La coscienza di Zeno, secondo titolo della Stagione di Prosa della Fondazione Teatro Donizetti andato in scena nel principale teatro cittadino da sabato 25 gennaio a domenica scorsa, ha ottenuto un grandissimo successo. «Sono stati giorni fantastici: grazie Bergamo e un saluto alla Sindaca che oggi è con noi!»: così Alessandro Haber, protagonista principale dello spettacolo, si è congedato al termine dell’ultima delle nove repliche, una delle quali è stata applaudita da oltre 1.000 studenti. A sipario calato, nei camerini, è poi avvenuto il cordiale incontro con Elena Carnevali, che a sua volta ha ringraziato il grande attore per la bellissima prova di tutta la compagnia. «È il secondo anno che rappresentiamo questo spettacolo. Ci sono città in cui il pubblico è più avvezzo ad andare a teatro e dove registriamo reazioni più sottili, che colgono certe sfumature. Tra queste c’è sicuramente Bergamo: il Teatro Donizetti è uno dei teatri che più amo e che più ho frequentato nel mio lungo percorso», ha raccontato a caldo Alessandro Haber, «Qui si capisce che il pubblico viene a teatro con piacere, con la voglia di abbracciarti, di accoglierti. Certo, dipende molto dallo spettacolo: è come fare all’amore, quando si trova quel quid particolare. E a Bergamo credo siamo riusciti a toccare il pubblico, anche grazie alla regia di Paolo Valerio che io trovo bellissima e alla bravura di tutta compagnia, costituita da un gruppo di attori all’altezza. Con Bergamo ho un rapporto speciale, forse anche per via del fatto che la mia prima storia d’amore fu con una ragazza della vostra città. Al di là di questo, anche questa volta mi sono trovato particolarmente bene». Al suo debutto al Donizetti era invece Francesco Godina, che nello spettacolo interpreta Zeno da giovane: «Di queste impegnative repliche mi porto a casa prima di tutto la bellezza del Teatro Donizetti, di cui avevo sentito parlare ma che non avevo avuto ancora la fortuna di frequentare. Siamo quasi alla fine della tournée, ci mancano una quindicina di rappresentazioni per arrivare alle 100 previste: a Bergamo. la replica alla quale hanno assistito gli studenti è stata una delle migliori. I giovani magari ridono in momenti diversi da quelli del pubblico, diciamo, tradizionale. Questo vuol dire che forse sono più sensibili a una comicità differente che li cattura. La soddisfazione è proprio quando le risate arrivano sul testo di Svevo. Il che vuol dire che la nostra operazione è riuscita».  

Grandissimo successo per Alessandro Haber e “La Coscienza di Zeno”: 9.265 spettatori2025-02-03T14:21:26+01:00

LEZIONI DI STORIA prosegue con “Giovanna d’Arco: una donna in armi”. Relatrice: Maria Giuseppina Muzzarelli

Sabato 8 febbraio al Teatro Donizetti (ore 11) è in programma il terzo appuntamento della seconda edizione di “Lezioni di Storia”, iniziativa ideata da Editori Laterza e realizzata in coproduzione con la Fondazione Teatro Donizetti e con il sostegno di Cassa Lombarda. Il tema scelto quest’anno è “Ribelli”: dopo Gesù e Cleopatra, è adesso il turno di una ribelle per antonomasia, Giovanna d’Arco. A illustrare la figura di questa “donna in armi” sarà Maria Giuseppina Muzzarelli, saggista, studiosa e docente di Storia medievale. Giovanna d’Arco è una ragazza, ma combatte come un uomo; è una vergine cristiana, ma veste abiti maschili; si sente in rapporto diretto con Dio, ma non riconosce la mediazione della Chiesa. Venerata come santa, è diventata un mito, e non solo per i francesi. Molte domande restano però aperte su questa giovane in armi arsa sul rogo a 19 anni. Maria Giuseppina Muzzarelli si occupa di storia della mentalità e della società e ha insegnato Storia medievale, Storia delle città e Storia e patrimonio culturale della moda all’Università di Bologna. Tra le sue pubblicazioni: Pescatori di uomini. Predicatori e piazze alla fine del Medioevo (2005); Un’italiana alla corte di Francia. Christine de Pizan intellettuale e donna (nuova edizione 2017); A capo coperto. Storie di donne e di veli (nuova edizione 2018); Le regole del lusso. Apparenza e vita quotidiana dal Medioevo all’età moderna (2020). Per Laterza è autrice di Nelle mani delle donne. Nutrire, guarire, avvelenare dal Medioevo a oggi (2013), Madri, madri mancate, quasi madri. Sei storie medievali (2021) e La señora. Vita e avventure di Gracia Nasi (2024). Le “Lezioni di Storia” proseguiranno con Luigi Mascilli Migliorini, che proporrà una riflessione profonda su Robespierre, nel cuore della Rivoluzione Francese (15 febbraio), per concludersi con Loris Zanatta, che presenterà Fidel Castro e la sua rivoluzionaria “religione politica” (1° marzo). Tutti gli incontri saranno introdotti dal giornalista Max Pavan, responsabile dell’informazione di Bergamo TV. Biglietti 10 Euro, con riduzione per le scuole a 8 Euro. Al termine degli incontri, gli autori si fermeranno con il pubblico per il firmacopie presso il Ridotto Gavazzeni del Teatro.

LEZIONI DI STORIA prosegue con “Giovanna d’Arco: una donna in armi”. Relatrice: Maria Giuseppina Muzzarelli2025-01-29T14:10:52+01:00

La Stagione di Prosa prosegue con “L’Avaro” di Molière dall’8 al 16 febbraio al Teatro Donizetti. In scena Ugo Dighero

È L’Avaro il prossimo titolo in cartellone della Stagione di Prosa della Fondazione Teatro Donizetti, in programma nel principale teatro cittadino da sabato 8 a domenica 16 febbraio: la celebre commedia di Molière vedrà nei panni di Arpagone Ugo Dighero, attore noto per ruoli comici, già apprezzatissimo protagonista di opere di Stefano Benni e Dario Fo, che si confronta per la prima volta con un grande classico. Al suo fianco ci saranno: Mariangeles Torres, Fabio Barone, Stefano Dilauro, Cristian Giammarini, Paolo Li Volsi, Elisabetta Mazzullo, Rebecca Redaelli e Luigi Saravo. Quest’ultimo firma la regia. Giovedì 13 febbraio presso la Sala della Musica “M. Tremaglia” del Teatro Donizetti (ore 18) è previsto un incontro sullo spettacolo con Ugo Dighero e la compagnia. Coordina Maria Grazia Panigada, Direttrice Artistica della Stagione di Prosa e Altri Percorsi. Ingresso libero su prenotazione registrandosi al link Eventbrite pubblicato sul sito del Teatro Donizetti. Nella commedia di Molière si assiste a un epico scontro tra sentimenti e soldi. Il protagonista è disposto a sacrificare la felicità dei figli, pur di non dovere fornire loro una dote e anzi acquisire nuove ricchezze attraverso i loro matrimoni. La regia di Saravo ambienta lo spettacolo in una dimensione che rimanda al nostro quotidiano, giostrando riferimenti temporali diversi, dagli smartphone agli abiti anni Settanta agli spot che tormentano Arpagone (la pubblicità è il diavolo che potrebbe indurlo nella tentazione di spendere il suo amato denaro). Anche le musiche originali di Paolo Silvestri si muovono su piani diversi, mentre la nuova traduzione di Letizia Russo, fresca e diretta, contribuisce a dare al tutto un ritmo contemporaneo. «La narrazione de L’Avaro di Molière ruota attorno a un tema centrale, cui tutti gli altri si riconnettono: il danaro», scrive Luigi Saravo nelle note di regia, «Il danaro e la sua conservazione, il suo sperpero, il gioco d’azzardo, l’acquisto di beni e il loro degrado che porta all’acquisto di nuovi beni, i prestiti, gli interessi e i rapporti di potere che dal danaro discendono. Nella nostra contemporaneità orientata al consumo, definita dalla necessità di far circolare il danaro inseguendo una crescita economica infinita, il gesto conservativo e immobilista di Arpagone, dal punto di vista finanziario, ci suona come sovversivo, in netta opposizione alla tirannia consumistica, alla pubblicità che ne è motore, e a quella patologia del desiderio che vede nella sostituzione il suo fondamento. Se analizziamo il fulcro del testo, ovvero il conflitto tra Arpagone e il suo entourage, ci troviamo di fronte al conflitto di due visioni economiche: una consumistica di stampo capitalistico novecentesco e una, relativamente nuova, conservativa, che si oppone al consumo e si orienta alla conservazione dei beni, al loro riutilizzo, al loro scambio e, infine, alla protezione di essi, primi tra tutti quei beni definiti come “beni naturali”. Non vogliamo dire che Arpagone sia un eroe positivo, che sia mosso da una spinta ideologica, ma, senz’altro, che con la sua attitudine si ponga chiaramente in opposizione all’economia capitalistica novecentesca e più in linea con la visione conservativa». «Intorno a lui si muovono gli

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LEZIONI DI STORIA 2025: secondo appuntamento con “Cleopatra: la regina nemica di Roma”

Avviata con grande successo – oltre 950 presenze – da Vito Mancuso, che ha offerto un inedito ritratto di Gesù, la seconda edizione di “Lezioni di Storia”, iniziativa ideata da Editori Laterza e realizzata in coproduzione con la Fondazione Teatro Donizetti e con il sostegno di Cassa Lombarda, prosegue sabato 1° febbraio al Teatro Donizetti (ore 11.00) nel segno di un’altra figura storica, ben aderente al tema dei “Ribelli”, scelto quest’anno per la rassegna: Cleopatra. Cleopatra: la regina nemica di Roma è infatti il titolo della lezione di Francesca Cenerini, docente di Storia romana e di Epigrafia e istituzioni romane all’Università di Bologna. Proprio la storia di Roma si interseca non solo con la vita dell’ultima regina della dinastia tolemaica e con i destini dell’Egitto, ma anche con le storie della Palestina, dell’Africa e dell’Asia. È l’inizio di una stagione che avrà enorme incidenza sulla cultura e sui gusti dei romani. Francesca Cenerini ha indirizzato i propri studi nell’ambito della Storia antica. Gli interessi di ricerca sono rivolti in particolare alla rappresentazione della condizione femminile in età romana, attraverso l’analisi della documentazione storiografica ed epigrafica. Questa sua ricerca ha prodotto due monografie e numerosi articoli pubblicati in riviste e saggi in volume. Ha collaborato a molte iniziative volte alla comunicazione pubblica delle proprie ricerche, collaborando con riviste di alta divulgazione e iniziative culturali. È autrice de La Donna Romana. Modelli e realtà (Il Mulino, 2013) e di Messalina. Leggenda e storia di una donna pericolosa (Laterza, 2024). Le “Lezioni di Storia” proseguiranno poi con Maria Giuseppina Muzzarelli, che rievocherà la figura storica, il carisma e la personalità complessa di Giovanna d’Arco (8 febbraio); con Luigi Mascilli Migliorini, che proporrà una riflessione profonda su Robespierre, nel cuore della Rivoluzione Francese (15 febbraio), ed infine con Loris Zanatta, che presenterà Fidel Castro e la sua rivoluzionaria “religione politica” (1° marzo). Tutti gli incontri saranno introdotti dal giornalista Max Pavan, responsabile dell’informazione di Bergamo TV. Biglietti 10 Euro, con riduzione per le scuole a 8 Euro. Al termine degli incontri, gli autori si fermeranno con il pubblico per il firmacopie presso il Ridotto Gavazzeni del Teatro.    

LEZIONI DI STORIA 2025: secondo appuntamento con “Cleopatra: la regina nemica di Roma”2025-01-23T13:15:37+01:00
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