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PROGETTO YOUNG al via le selezioni per il corso di drammaturgia con Laura Curino

“Le porte del Teatro Donizetti si aprono per accogliere la crescita artistica delle nuove generazioni!”: a questo assunto si attiene Progetto Young, iniziativa formativa per giovani attori e registi curata da Fabio Comana e fortemente voluta da Maria Grazia Panigada, Direttrice Artistica della Stagione di Prosa e Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti. Dopo l’avvio in ottobre del laboratorio di formazione per attori, partono le selezioni per il corso di drammaturgia che sarà condotto da Laura Curino, attrice e autrice torinese, tra i maggiori interpreti del teatro di narrazione, ben nota al pubblico bergamasco per i suoi numerosi spettacoli portati in scena al Teatro Donizetti e al Teatro Sociale. Al bando possono partecipare giovani di età compresa fra i 18 ed i 26 anni. Gli appuntamenti si svolgeranno da marzo a maggio, il sabato e la domenica in giorni e orari indicati nel bando. Per partecipare, i candidati dovranno inviare il proprio curriculum e una lettera motivazionale via e-mail a comunicazione@fondazioneteatrodonizetti.org entro e non oltre sabato 26 febbraio 2022. Per la partecipazione al corso è obbligatorio essere in possesso di Green Pass Rafforzato. «Con il riaprirsi del teatro e l’avvio delle Stagioni, ha ripreso a pulsare anche quello che io considero il cuore dell’attività della Prosa del Donizetti: il suo rivolgersi ai giovani con una cura ed un’attenzione particolare», specifica Maria Grazia Panigada, «Tante sono le nostre iniziative formative che accompagnano i diversi spettacoli con approfondimenti che stimolano il pensiero critico dei ragazzi. Ci sono poi le attività, come Progetto Young, che si svolgono proprio in teatro, sul palcoscenico e nella sala prove dedicata a Benvenuto Cuminetti, che rimane un riferimento fondamentale per tutta la mia attività. A breve inizieranno anche i corsi legati alle maestranze di palcoscenico e in particolare di illuminotecnica, fonica e di macchinista curati dal nostro personale tecnico». «È un onore avviare il percorso propedeutico alla scrittura drammaturgica con una grande artista come Laura Curino: la Curino ha regalato al teatro italiano testi che restano nella storia del teatro di narrazione, primo fra tutti il dittico dedicato alla famiglia Olivetti. La sua scrittura sapiente sa coniugare la lettura della realtà con una visione poetica. Inoltre, Laura è una grande formatrice, generosa e attenta alle nuove generazioni di artisti», conclude Maria Grazia Panigada. Per maggiori info: tel. 035.4160625 e-mail comunicazione@fondazioneteatrodonizetti.org

PROGETTO YOUNG al via le selezioni per il corso di drammaturgia con Laura Curino2022-02-17T09:10:07+01:00

Anais Drago in “Solitudo”: venerdì 18 febbraio allo Spazio Polaresco per la rassegna Jazz Pills

rassegna organizzata da DOC Servizi e Spazio Polaresco in collaborazione con Bergamo jazz   “Jazz Pills: il jazz oltre il jazz”, la nuova rassegna promossa da DOC Servizi e Spazio Polaresco in collaborazione con Bergamo Jazz, nell’ambito di Winter Revolution, prosegue venerdì 18 febbraio (ore 21) con una solo performance della violinista Anais Drago, fresca vincitrice (a pari merito con la batterista bergamasca Francesca Remigi) del prestigioso referendum Top Jazz 2021 del mensile Musica Jazz, nella categoria riservata ai migliori nuovi talenti italiani. L’ingresso al concerto è gratuito con prenotazione consigliata. Già ospite della passata edizione di Bergamo Jazz nella sezione “Scintille di Jazz”, con il suo originale progetto dedicato a Frank Zappa, Anais Drago presenterà al pubblico del Polaresco il suo nuovissimo album Solitudo, pubblicato da CAM Jazz. Nell’album, in realtà, la musicista piemontese non è mai sola e così avviene anche sul palcoscenico: grazie all’ausilio dell’elettronica, Anais Drago riesce a estrarre dal proprio strumento, sia in versione acustica che elettrica, nonché dalla sua voce, un’infinità di sfumature, dando vita a una sorta di dialogo con i tanti aspetti della propria sfaccettata personalità artistica. Le 12 tracce del CD, una reinterpretazione di Satie, otto originali e tre intermezzi, prendono spunto da testi letterari, ricordi o riflessioni sulla vita contemporanea. Legati saldamente uno all’altro, per quanto diversi tra loro, i brani rivelano anche le numerosissime influenze musicali di Anais Crago, la quale annovera nel suo background esperienze di studio ed esecuzione di musica classica e barocca, folk, world music, pop, progressive rock, fusion e, ovviamente, jazz. Dopo il concerto di Anais Drago, “Jazz Pills” ha in serbo altri appuntamenti, con Mirko Cisilino e i suo gruppo “Effetto Carsico” (18 marzo, all’interno di “Scintille di Jazz” di Bergamo Jazz 2022), con il duo sax percussioni di Tino Tracanna e Francesco D’Auria (9 aprile) e con il duo batteria – clarinetti di Francesca Remigi e Federico Calcagno (20 maggio). Spazio Polaresco PRENOTA QUI

Anais Drago in “Solitudo”: venerdì 18 febbraio allo Spazio Polaresco per la rassegna Jazz Pills2022-02-14T15:31:36+01:00

“Il trovatore” di Verdi, titolo appassionante della “Trilogia popolare” arriva al Teatro Donizetti nella produzione di Opera Lombardia

Arriva al Teatro Donizetti e conclude così la sua applaudita tournée la produzione del Trovatore di Giuseppe Verdi firmata dal regista Roberto Catalano con le scene di Emanuele Sinisi, i costumi di Ilaria Ariemme, le luci di Fiammetta Baldiserri per il circuito di Opera Lombardia del quale fa parte anche la Fondazione Teatro Donizetti insieme ai teatri di Brescia, Como, Cremona e Pavia. Venerdì 18 febbraio (ore 20) e domenica 20 febbraio (ore 15.30) al Teatro Donizetti andrà così in scena uno dei più amati titoli del repertorio operistico, appunto Il trovatore di Giuseppe Verdi, in cui convergono i grandi temi del romanticismo operistico: l’amore, la famiglia, il potere che prendono vita in momenti musicali celeberrimi e in situazioni drammaturgiche inattese e piene di pathos. Sul podio dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali torna a Bergamo il pavese Jacopo Brusa, messosi in luce in questi ultimi anni proprio a partire da Opera Lombardia, che guiderà un cast di giovani interpreti, accolti molto favorevolmente nelle tappe precedenti nei teatri regionali: Matteo Falcier nei panni di Manrico, Leon Kim in quelli del Conte di Luna, Marigona Qerkezi è Leonora, Alessandra Volpe la zingara Azucena, Alexey Birkus è Ferrando, Sabrina Sanza è Ines, Marco Miglietta è Ruiz. Completano la locandina Riccardo Dernini (Vecchio zingaro) e Davide Capitanio (Messo). L’allestimento riprende una produzione del 2019 dell’Ente Concerti “Marialisa De Carolis” di Sassari: uno spettacolo “essenziale e sobrio”, lo ha definito la stampa, “potentemente umano e icastico, che lascia il segno”. Al centro dell’azione, il dolore di Azucena per l’involontario omicidio del figlio nel fuoco, il fuoco che tortura in amore e odio i personaggi e che in scena è raffigurato da mucchi di cenere nera che però via via lascia il posto al bianco, al candore cercato con ostinazione. Insieme a Rigoletto e alla Traviata, Il trovatore su libretto di Salvadore Cammarano ha contribuito in maniera determinante alla costruzione del mito di Giuseppe Verdi messo in scena infinite volte nei teatri di tutto il mondo, a partire dal debutto a Roma (Teatro Apollo), il 19 gennaio 1853. La storia, tipico esempio di melodramma romantico, coniuga la tradizionale coppia di amanti con i più iconici elementi della poetica verdiana: i rapporti familiari, il destino, la ragion di Stato, la morte. Alcune pagine della partitura sono divenute quintessenza dell’opera italiana e dell’immaginario collettivo legato al Risorgimento, a cominciare dall’indimenticabile citazione viscontiana nel suo film Senso; la “Pira” banco di prova di ogni tenore eroico accende le platee e i commenti dei melomani di tutto il mondo. Come sempre in Verdi, la trama delle voci e il ruolo del coro come personaggio collettivo rendono la partitura capace di evocare ogni situazione anche a partire dalla musica in sé stessa. Un motivo in più che sostiene la scelta di eseguire questo titolo in forma di concerto, per dare alle voci tutto il rilievo chiesto dagli appassionati. Il trovatore Dramma in quattro parti. Musica di Giuseppe Verdi. Libretto di Salvadore Cammarano, Leone Emanuele Bardare Prima rappresentazione: Teatro Apollo, Roma, 19 gennaio 1853 Manrico Matteo Falcier Il Conte di Luna Leon Kim Leonora Marigona Qerkezi Azucena Alessandra Volpe Ferrando Alexey Birkus Ines Sabrina Sanza

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“Nel tempo che ci resta”: César Brie al Teatro Sociale per un omaggio a Falcone e Borsellino

Nell’ambito di “Appuntamento con la Storia”, la nuova sezione della Stagione di Prosa e Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti, va in scena giovedì 17 (ore 20.30) e venerdì 18 (ore 10.30, matinée) febbraio al Teatro Sociale Nel tempo che ci resta, spettacolo scritto e diretto da César Brie che ha per sottotitolo “Elegia per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”. Sul palcoscenico, accanto allo stesso César Brie: Marco Colombo Bolla, Elena D’Agnolo, Rossella Guidotti, Donato Nubile. Musiche di Paolo Brie. Luci di Stefano Colonna. Produzione Campo Teatrale, Teatro dell’Elfo. Durata 1 ora e 30 minuti senza intervallo. Al termine delle due rappresentazioni è previsto un incontro con César Brie sullo spettacolo, coordinato da Maria Grazia Panigada, Direttrice Artistica della Stagione di Prosa e Altri Percorsi. Nel tempo che ci resta è il frutto di una ricerca di più di due anni sulle figure di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e del pentito Tommaso Buscetta, che aveva fornito ai due magistrati le chiavi per capire la mafia dall’interno. Dalle loro biografie emerge la storia della mafia siciliana dal dopoguerra fino agli anni '90 e la denuncia dell'intreccio tra criminalità organizzata, affari, politica, servizi segreti deviati. Allontanandosi dall'idea di creare un documentario teatrale, lo spettacolo si presenta piuttosto come un’elegia, un atto d'amore e di gratitudine nei confronti di chi ha dedicato e oggi continua a dedicare la sua vita alla collettività e a una concreta testimonianza di coerenza, etica e giustizia. Il racconto della tragedia che ha segnato le vite dei due magistrati e delle loro famiglie non dimentica, nello spettacolo, i momenti di luce, di gioia, di ironia: l'amore di Giovanni e Francesca, di Paolo ed Agnese; gli scherzi tra i due amici; la serenità della loro infanzia. Lo spettacolo è ambientato in un cantiere abbandonato a Villagrazia, il luogo dal quale partì Paolo Borsellino per andare incontro alla morte. In questo cantiere un uomo fa rotolare per terra delle arance. Tra le lamiere appaiono quattro figure che il profumo delle arance ha tolto dalle ombre: sono le anime di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e Agnese Piraino Leto. L’uomo che ha lanciato le arance si presenta: è Tommaso Buscetta. Le anime delle due coppie e del pentito, si raccontano in questo cantiere abbandonato. Racconta César Brie: «Abbiamo fatto una lunga ricerca iniziata durante un seminario. Cercavamo immagini su alcuni temi quali: tradimento, inganno, omertà, mafia, giustizia, ecc. Nei seminari non parlavamo direttamente dell’argomento mafia. Volevamo agire in modo libero senza immergerci subito negli stereotipi e nei cliché che accompagnano l’immaginario legato alla mafia. Il lavoro di ricerca è proseguito con un gruppo più ristretto: cinque attori e alcuni aiutanti, lavorando sempre alla creazione di immagini e investigando sugli oggetti». «Nel frattempo, abbiamo studiato la storia di Falcone, Borsellino e Buscetta, la storia del depistaggio, la storia della mafia e abbiamo ridotto il campo alle cose che ci sembravano essenziali», prosegue l’attore e regista di origine argentina, «Abbiamo letto e guardato testimonianze video fino a bruciarci gli occhi. Poi abbiamo scritto il testo, operazione

“Nel tempo che ci resta”: César Brie al Teatro Sociale per un omaggio a Falcone e Borsellino2022-02-10T11:03:43+01:00

Grande successo per la Prosa. In cartellone un nuovo spettacolo di e con Ferzan Ozpetek

Ancora un grande successo per la Stagione di Prosa del Teatro Donizetti: Arsenico e vecchi merletti, portato in scena la scorsa settimana da Annamaria Guarnieri e Marilù Prati, è stato applaudito, nell’arco di sei rappresentazioni, da 5.639 spettatori, con una media di circa 900 presenze a replica, portandosi al momento in vetta alla classifica dello spettacolo più visto della stagione teatrale orobica in corso. Questi lusinghieri risultati hanno permesso alla Fondazione Teatro Donizetti di aggiungere al già ricco cartellone un evento straordinario: la sera di domenica 27 febbraio (ore 20.30), al termine della settimana di Mine Vaganti (dal 22 al 27 pomeriggio), andrà in scena Ferzaneide, monologo scritto e interpretato da Ferzan Ozpetek, nel corso del quale il regista ripercorre la propria vita e carriera attraverso ricordi, suggestioni delle figure umane che hanno ispirato molti dei suoi film. I biglietti per Ferzaneide sono disponibili da giovedì 10 febbraio presso la biglietteria della Fondazione Teatro Donizetti e online sul sito di Vivaticket. Prezzi biglietti: interi da 15 a 25 Euro, ridotti da 12 a 20 Euro. Gli abbonati alla Stagione di Prosa e alla rassegna Altri Percorsi possono usufruire della riduzione sul prezzo del biglietto. Massimo Boffelli, Direttore Generale della Fondazione Teatro Donizetti, non nasconde la propria soddisfazione per i riscontri che le attività della stessa Fondazione stanno ottenendo: «Siamo molto contenti dell’andamento della Stagione di Prosa e di Altri Percorsi, ben oltre quelle che potevano essere le aspettative in una situazione pandemica che sta migliorando ma che richiede ancora molta attenzione e prudenza. Già con il festival Donizetti Opera e poi con l’Operetta a Capodanno avevamo avuto incoraggianti e confortanti indicazioni sull’attenzione e l’affetto del nostro pubblico, che ha sempre pienamente rispettato le normative anti Covid. Nello specifico, anche la Prosa ha iniziato benissimo il suo percorso a dicembre con Re Lear di Glauco Mauri e poi con Ditegli sempre di sì, superando in entrambi i casi le 5.000 presenze complessive. L’ancora superiore successo conseguito da Arsenico e vecchi merletti e quello che si sta prospettando per Lella Costa con il suo Se non posso ballare... non é la mia rivoluzione sono segnali inequivocabili di ulteriore consolidamento del gradimento delle nostre proposte da parte del pubblico e della rinnovata fiducia a tornare a frequentare le sale teatrali. In questi giorni è iniziata la campagna abbonamenti di Bergamo Jazz 2022, in programma a marzo: anche in questo caso siamo fiduciosi di poter raggiungere buoni risultati». «In questo quadro si inserisce lo spettacolo straordinario di Ferzan Ozpetek: è stato lo stesso regista a chiederci la disponibilità del Donizetti e questo non può che farci piacere», continua Massimo Boffelli, che amplia il proprio sguardo al panorama teatrale nel suo complesso, «L’orgoglio per i dati di pubblico che confermano Bergamo come una delle città teatrali più accreditate in Italia, anche in momenti complicati, si accompagna alla constatazione che in ambito nazionale siamo un eccezione o quasi: molti teatri, anche di grandi città, stanno ancora soffrendo per le conseguenze della pandemia, e di questo siamo molto

Grande successo per la Prosa. In cartellone un nuovo spettacolo di e con Ferzan Ozpetek2022-02-09T15:29:48+01:00

BERGAMO JAZZ 2022. Da febbraio nuovi abbonamenti e vendite dei biglietti

A poco più di un mese dall’inizio della 43a edizione di Bergamo Jazz Festival, in programma dal 17 al 20 marzo, parte la campagna abbonamenti: da martedì 8 febbraio si potranno infatti sottoscrivere i nuovi abbonamenti ai concerti previsti al Teatro Donizetti, mentre da martedì 15 febbraio si potranno acquistare i biglietti per le singole serate. Già disponibili sono, invece, i biglietti per i concerti fuori abbonamento, per i quali gli abbonati hanno diritto a riduzione. Abbonamenti e biglietti sono acquistabili direttamente presso la Biglietteria della Fondazione Teatro Donizetti oppure online sul sito di Vivaticket. Concerti in abbonamento al Teatro Donizetti Il Teatro Donizetti continua ad essere il cuore pulsante di Bergamo Jazz, con le sue tre serate in abbonamento amatissime dai bergamaschi ma anche da chi proviene da oltre regione e confine: dal 18 al 20 marzo (inizio ore 21.00) sfileranno sul suo prestigioso palcoscenico nomi importanti del jazz di entrambe le sponde dell’oceano. Si comincia venerdì 18 con il trio di uno dei pianisti più in auge del momento, Fred Hersch, coadiuvato per l’occasione dal contrabbassista Drew Gress e dal batterista Joey Baron, nonché da uno special guest di assoluto riguardo come Enrico Rava. A seguire un inedito quartetto capitanato dal batterista Jeff Ballard e comprendente il sassofonista Logan Richardson, il chitarrista Charles Altura e il bassista Joe Sanders. L’indomani sera, Bergamo Jazz accoglierà Brad Mehldau: il musicista originario della Florida ha chiesto espressamente di essere l’unico set concertistico della serata in modo da poter regalare al pubblico del Donizetti una lunga performance, peraltro già molto attesa. La voce sarà quindi al centro della serata finale del Festival, con in apertura il giovane talento Michael Mayo e nella seconda parte lo spettacolare progetto in salsa cubana “Viento y Tiempo” del pianista Gonzalo Rubalcaba e della cantante Aymée Nuviola, che assicurano un viaggio appassionante tra i suoni, i ritmi e i colori di una delle isole più musicali al mondo. Concerti fuori abbonamento Come da consolidata consuetudine, numerosi saranno i concerti fuori abbonamento che, in luoghi diversi, costelleranno le quattro giornate di Bergamo Jazz, a cominciare dai due appuntamenti in cartellone al Teatro Sociale, dove giovedì 17 (ore 21.00), si potranno ascoltare prima il trio del pianista statunitense di origini indiane Vijay Iyer, alta figura preminente dello scenario jazzistico contemporaneo, e a seguire il quartetto del batterista Roberto Gatto, al suo esordio al Festival nelle vesti di leader. Nel pomeriggio di domenica 20 (ore 17.00), sempre al teatro di Città Alta, i riflettori saranno invece puntati su Giornale di Bordo, superquartetto a mezza via tra jazz e world music che allinea i sardi Gavino Murgia (sassofoni), Antonello Salis (pianoforte, fisarmonica) e Paolo Angeli (chitarra sarda preparata) insieme al chicagoano Hamid Drake alla batteria. Due gli eventi in programma anche all’Auditorium di Piazza della Libertà, entrambi animati da compagini europee: venerdì 18 marzo (ore 17.00) con l’interessantissimo trio costituito dal chitarrista danese Jakob Bro, dal trombettista norvegese Arve Henriksen e dal batterista spagnolo Jorge Rossy; sabato 19 (ore 17.00) con

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“Se non posso ballare…Non è la mia rivoluzione” con Lella Costa al Donizetti

Prosegue a ritmo serrato e con successo la Stagione di Prosa della Fondazione Teatro Donizetti: da martedì 8 a domenica 13 febbraio (ore 20.30; domenica ore 15.30), Lella Costa porta in scena al Teatro Donizetti Se non posso ballare…non è la mia rivoluzione, intenso monologo ispirato a Il catalogo delle donne valorose di Serena Dandini. Progetto drammaturgico e regia di Serena Sinigaglia. Scrittura scenica di Lella Costa e Gabriele Scotti. Scene di Maria Spazzi. Ambientazione sonora di Sandra Zoccolan. Costumi di Antonio Marras. Progetto a cura di Mismaonda prodotto da Centro Teatrale Bresciano e Carcano centro d'arte contemporanea; partner The Circle Italia. Durata 1 ora e 40 minuti senza intervallo. Biglietti da 15 a 38 euro; ridotti da 12 a 30 euro. In Se non posso ballare…non è la mia rivoluzione Serena Dandini e Lella Costa si trovano a convergere all’interno di uno spettacolo teatrale che ruota attorno a figure di donne intraprendenti, controcorrente, spesso perseguitate, a volte incomprese, che hanno lottato per raggiungere traguardi che sembravano inarrivabili, se non addirittura impensabili. «Sono tutte donne valorose che seppure hanno segnato la storia, contribuendo all’evoluzione dell’umanità, per uno strano sortilegio raramente vengono ricordate, con difficoltà appaiono nei libri di storia e tanto meno sono riconosciute come maestre e pioniere», osserva la stessa Lella Costa, «Mentre l’umo invisibile è diventato una star del cinema, le donne sono e restano del tutto invisibili, senza che a nessuno venga in mente di accendere i riflettori su di loro. Serena Dandini, nel suo libro, ne ha raccontate 34, io, nel mio spettacolo, arrivo quasi a 100. Praticamente una al minuto. E se per assurdo, il tempo di uno spettacolo teatrale potesse dilatarsi a dismisura, allungarsi senza limiti, nella storia del mondo ci sarebbe comunque una donna valorosa da citare per ogni minuto di questo tempo infinito». Nello spettacolo di Lella Costa ci sono Marie Curie, Nobel per la fisica, e Olympe De Gouges che scrisse la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina. C’è Tina Anselmi, primo ministro donna della Repubblica italiana. Martha Graham che fece scendere dalle punte e Pina Bausch che descrisse la vita danzando. E poi c’è Maria Callas con la sua voce immortale come immortale è il canto poetico di Emily Dickinson. C'è Angela Davis che lottò per i diritti civili degli afroamericani e c'è la fotoreporter Ilaria Alpi. Le sorelle Bell: Vanessa e naturalmente Virginia, la Woolf. Entrano una dopo l'altra, chiamate a gran voce con una citazione, un accento, una smorfia, un lazzo, una canzone, una strofa, un ricordo, una poesia, un gemito, una risata. O solo col nome, che a volte non serve aggiungere altro. Entrano nel gran salone da ballo ciarlando e muovendo le vesti. Si aggirano come fossero, finalmente, felici tutte, per dirla con Elsa Morante che è lì con loro. Sono tante, eppure non ancora tutte le valorose nella voce e nei gesti di Lella Costa che, come un gran cerimoniere, le invita a entrare e balla con loro. Perché, come disse magistralmente e

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“Arsenico e vecchi merletti” con Anna Maria Guarnieri e Marilù Prati

È Arsenico e vecchi merletti, classico della commedia e capolavoro della comicità teatrale e cinematografica, il prossimo titolo della Stagione di Prosa della Fondazione Teatro Donizetti, in programma da martedì 1 a domenica 6 febbraio (ore 20.30, domenica ore 15.30). A portarlo in scena sul palcoscenico del Teatro Donizetti saranno due Signore del teatro italiano: Anna Maria Guarnieri e Marilù Prati. Completano il cast: Maria Alberta Navello, Leandro Amato, Totò Onnis, Luigi Tabita, Tarcisio Branca, Bruno Crucitti, Francesco Guzzo, Daniele Biagini, Lorenzo Venturini. Regia di Geppi Gleijeses. Scene di Franco Velchi. Costumi di Chiara Damato. Musiche di Matteo D’Amico. Artigiano delle luci Luigi Ascione. Produzione GITIESSE Artisti Riuniti. Durata 2 ore e 15 minuti senza intervallo. Biglietti da 15 a 38 euro; ridotti da 12 a 30 euro. Scritta nel 1939 dal drammaturgo statunitense Joseph Kesselring e nota principalmente per l'adattamento cinematografico del 1944 diretto da Frank Capra, con Cary Grant protagonista, Arsenico e vecchi merletti è una pièce che non conosce l’invecchiamento: nel suo allestimento, Geppi Gleijeses ha ripreso la regia del grande Mario Monicelli e a lui dedica lo spettacolo. Racconta lo stesso Geppi Gleijeses: «Nel 1992, da una delle migliaia di stanze d’albergo in cui ho soggiornato in una delle mie tante tournée, ebbi la sfacciataggine di telefonare a Mario Monicelli per proporgli la regia di Arsenico e vecchi merletti. Mi disse subito di sì, senza esitazioni. Era la sua prima vera regia teatrale e fu l’inizio di un grande sodalizio. Lo spettacolo fu uno straordinario successo. Masolino D’Amico curò la traduzione che anche oggi adottiamo. La scena era di Franco Velchi e qui, con alcuni importanti cambiamenti studiati con Michele Gigi, la riproponiamo, come i costumi che ora come allora erano e sono (con varie modifiche) di Chiara Donato, e come le musiche di Matteo D’Amico. Le luci, fondamentali, all’epoca firmate da Sergio Rossi sono oggi, decisamente diverse, dell’artigiano della luce Luigi Ascione, da più di vent’anni mio complice. Le due ziette erano Regina Bianchi e Isa Barzizza: meravigliose. Ma questo è certamente un altro spettacolo, diverso per stile e per tipo di approccio». Prosegue il regista, attore, drammaturgo e produttore napoletano: «È difficile catalogare, inserire in un genere Arsenico e vecchi merletti. Non è una farsa macabra, né una satira del giallo. Appartiene certamente a una tipologia di commedia da noi poco praticata e di cui non abbiamo riscontri autoriali: “il Brillante”. Ci potrebbero forse sovvenire autori come Aldo De Benedetti, o Sabatino Lopez, frequentati ormai pochissimo ma in auge verso la metà del secolo scorso, qualche rara perla di Luigi Pirandello (Ma non è una cosa seria) o di Diego Fabbri (La Bugiarda). Il motivo: per tradizione autoriale o eredità diretta, i nostri generi sono tragedia e farsa. E la nostra farsa discende dai rami della Commedia dell’Arte. Io ho dedicato tante stagioni della mia carriera a questo genere così poco coltivato dai nostri autori, attori, registi. Ho interpretato Feydeau, Noel Coward, George Bernard Shaw, Oscar Wilde. Ed accanto a loro ricorderei Labiche, Kaufman

“Arsenico e vecchi merletti” con Anna Maria Guarnieri e Marilù Prati2022-02-01T12:16:45+01:00

“Il barbiere di Siviglia” di Rossini nella produzione di OperaLombardia arriva al Teatro Donizetti

La Fondazione Teatro Donizetti è uno dei cinque teatri che compongono il circuito di OperaLombardia e per la Stagione dei Teatri 2021/2022 apre le porte del Teatro Donizetti a due nuove produzioni che stanno raccogliendo molti successi nelle altre città che compongono la rete (Brescia, Como, Cremona e Pavia). Venerdì 28 gennaio (ore 20.00) e domenica 30 gennaio (ore 15.30) al Teatro Donizetti andrà così in scena Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini in un nuovo allestimento firmato per regia, scene e costumi da Ivan Stefanutti; sul podio dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali c’è Jacopo Rivani, il Coro OperaLombardia è preparato da Massimo Fiocchi Malaspina; le luci sono di Fiammetta Baldiserri. Il cast vanta alcuni dei più apprezzati giovani interpreti di oggi, come Paolo Ingrasciotta nel ruolo di Figaro, Matteo Roma e Anna Doris Capitelli in quelli del Conte d’Almaviva e di Rosina, Diego Savini e Alessandro Abis come Bartolo e Basilio. Completano la locandina Pierpaolo Martella (Fiorello), Tiberia Monica Naghi (Berta), Federico Pinna (Ambrogio), Pietro Miedico (Ufficiale). Capolavoro di modernità su libretto di Cesare Sterbini da una pièce di Beaumarchais, Il barbiere di Siviglia fu scritta da Rossini in poche settimane per debuttare al Teatro Argentina di Roma nel carnevale del 1816: la prima fu un “fiasco organizzato”, mentre dalle prime repliche a oggi l’opera non è mai uscita dal repertorio dei teatri, cosa non comune a tutti i titoli. L’argomento è noto a tutti: una storia d’amore che inizia con una serenata al chiaro di luna, una commedia brillante in cui un Conte si allea con un Barbiere e la freschezza giovanile ha il sopravvento sul cinismo dei più anziani. La rilettura di questa nuova produzione di Ivan Stefanutti per OperaLombardia mette in evidenza l’umorismo rossiniano in un’ambientazione notturna, in una Spagna in cui compaiono draghi, grifoni ed altre creature fantastiche. Questa visione nasce da alcune suggestioni tratte dal film The Rocky Horror Picture Show (1975). Il barbiere di Siviglia Dramma comico in due atti di Gioachino Rossini Libretto di Cesare Sterbini dalla commedia Le barbier de Séville di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais Prima rappresentazione: Roma, Teatro Argentina, 20 febbraio 1816 Il conte d’Almaviva Matteo Roma Bartolo Diego Savini Rosina Anna Doris Capitelli Figaro Paolo Ingrasciotta Don Basilio Alessandro Abis Fiorello Pierpaolo Martella Berta Tiberia Monica Naghi Ambrogio Federico Pinna Ufficiale Pietro Miedico Direttore Jacopo Rivani Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano Maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina Coro OperaLombardia Regia, Scene e Costumi Ivan Stefanutti Luci Fiammetta Baldiserri Assistente alla regia Filippo Tadolini Assistente ai rostumi Stefano Nicolao Assistente alle luci Gianni Bertoli Coproduzione Teatri di OperaLombardia con lo Shanghai Conservatory of Music NOTE MUSICALI di Jacopo Rivani La Renaissance rossiniana, condotta e animata da Alberto Zedda ha inizio nel lontano 1969 proprio da Il barbiere di Siviglia il cui titolo originario Almaviva, ossia l’inutil precauzione. Sommersa di critiche alla prima rappresentazione, oggi Il barbiere di Siviglia non è solo una tra le opere più rappresentate al mondo, ma anche una tra le più impervie per tecnica, stile e colore. L’ouverture, in cui dominano i legni, alternati ai violini,  è utilizzata dal compositore anche per le opere Elisabetta Regina d’Inghilterra e Aureliano in Palmira; è di forma bipartita e costituita da un’introduzione cantabile ed espressiva, che si

“Il barbiere di Siviglia” di Rossini nella produzione di OperaLombardia arriva al Teatro Donizetti2022-01-25T10:40:19+01:00

“È bello vivere liberi!” di e con Marta Cuscunà apre la rassegna Appuntamento con la Storia

Si intitola “Appuntamento con la Storia” la nuova sezione della Stagione di Prosa e Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti: la Direttrice Artistica Maria Grazia Panigada l’ha ideata per raccontare «momenti della storia d’Italia che ancora oggi pongono domande, mettendo al centro i temi del potere, della democrazia e della giustizia». Il primo dei tre titoli in cartellone è È bello vivere liberi!, di e con Marta Cuscunà, in scena al Teatro Sociale giovedì 27 (ore 20.30) e venerdì 28 gennaio (ore 10.30, matinée): lo spettacolo, inserito anche nella rassegna Altri Percorsi, ha per sottotitolo “Un progetto di teatro civile per un'attrice, 5 burattini e un pupazzo” ed è ispirato alla biografia di Ondina Peteani, prima staffetta partigiana deportata ad Auschwitz. Ideazione, drammaturgia, regia e interpretazione di Marta Cuscunà. Oggetti di scena di Belinda De Vito. Luci e audio di Marco Rogante. Disegno luci di Claudio “Poldo” Parrino. Co-produzione Operaestate Festival Veneto e Centrale Fies. Durata 1 ora senza intervallo. Al termine di entrambe le rappresentazioni è previsto un incontro, organizzato in collaborazione con ANPI Bergamo, con la partecipazione della stessa Marta Cuscunà, di Gianni Peteani, figlio di Ondina, e di Anna Di Gianantonio, autrice del libro da cui è tratto lo spettacolo; modera Maria Grazia Panigada. Inoltre, prima e dopo lo spettacolo, sarà visitabile nel Ridotto del Teatro Sociale la mostra a cura di Isrec Bergamo dal titolo “È l’idea che fa il coraggio: storie di donne di deportazione e di resistenza in bergamasca”. La mostra, che attraverso documenti e fotografie raccoglie profili biografici di donne che si erano opposte al regime nazifascista restandone vittime, sarà allestita già dal 25 gennaio e fino al 30, con i seguenti orari: dal 25 al 28 gennaio ore 15.00-18.00, dal 29 al 30 gennaio ore 10.00-13.00 e 15.00-18.00. Premio Scenario per Ustica 2009, È bello vivere liberi!  si ispira alla storia di Ondina che, a soli 17 anni, si accende di un irrefrenabile bisogno di libertà e si scopre incapace di restare a guardare, cosciente e determinata ad agire per cambiare il proprio Paese. Ondina partecipa alla lotta antifascista nella Venezia Giulia, dove la Resistenza inizia già nel 1941, prima che nel resto d'Italia. Il suo percorso inizia con le riunioni clandestine dove, con straordinario anticipo, fioriscono anche i valori di emancipazione femminile e di parità tra uomo e donna. A 18 anni, Ondina diventa staffetta partigiana e comincia ad affrontare le missioni più impensabili e partecipa anche alla formazione della Brigata Proletaria, quando più di 1500 operai, tutti insieme e ancora in tuta da lavoro, si avviano verso il Carso, per unirsi alle formazioni partigiane. La sua vicenda, però, è stravolta bruscamente nel 1943 quando viene sprofondata nell'incubo della deportazione nazista. «“È bello vivere liberi!” è l’ultima frase che Ondina Peteani ha scritto a poche settimane dalla morte, quando, in ospedale, il medico le chiese di scrivere, a occhi chiusi, la prima frase che le fosse venuta in mente. Ondina, allora, ha scritto quello che sentiva profondamente: amore per la libertà»,

“È bello vivere liberi!” di e con Marta Cuscunà apre la rassegna Appuntamento con la Storia2022-01-24T10:58:39+01:00
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