Il 21 aprile doppia recita de “La locandiera” con Tindaro Granata
La Stagione di Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti si avvia alla conclusione: nel precedere l’appuntamento finale del 26 maggio, con la nuova produzione di Anagoor Ecloga XI, va in scena giovedì 21 aprile al Teatro Sociale di Città Alta (ore 10:30, matinée per le scuole ma anche aperta al pubblico, e ore 20:30) La locandiera di Carlo Goldoni, nell’adattamento di Angela Dematté e Tindaro Granata, tra i più interessanti esponenti dell’attuale scena teatrale italiana, con la regia di Andrea Chiodi. Con, in ordine alfabetico: Ugo Fiore, Tindaro Granata, Mariangela Granelli, Fabio Marchisio, Francesca Porrini. Scene e costumi di Margherita Baldoni. Disegno luci di Marco Grisa, Musiche di Daniele D’Angelo. Realizzazione costumi Maria Barbara de Marco. Produzione Proxima Res. Durata 1 ora e 40 minuti senza intervallo. La locandiera è una commedia tra le più note di Carlo Goldoni, che il celebre commediografo veneziano scrisse nel 1750 e di cui Tindaro Granata offre una rivisitazione ricca di invenzioni e sorprese: i cinque attori giocano a essere tutti i personaggi della commedia goldoniana, sottolineando il momento in cui si lascia la maschera della commedia dell'arte e l'attore comincia a lavorare sul personaggio. Lo spettacolo è fatto di più facce, quella sfavillante, quasi da varietà, e quella più buia e nascosta, senza luci della ribalta, ma più intima e vera. «Firenze, luogo della sciacquatura in Arno Manzoniana ma anche Goldoniana: questo il luogo in cui agiscono le figure di una apparente spensierata commedia amorosa in cui però il non detto, il non desiderato, il non voluto diventano parole schiette, desideri e voglie, il tutto in lingua italiana che danno a questa commedia Goldoniana un carattere universale e squisitamente moderno», annota il regista Andrea Chiodi, «Partendo dai Memoires Goldoniani in cui lo stesso Goldoni afferma di essere partito da bambino giocando con delle piccole poupettes a costruire i suoi testi e a pensare che non bastava più un canovaccio ma era necessario un testo, ho immaginato che gli attori potessero proprio interagire con questo mondo dell’infanzia di Goldoni e dialogare di volta in volta con delle piccole bambole che rappresentino in modo efficace i rapporti tra i personaggi e la straordinaria macchina teatrale che è La locandiera. Una locandiera che agisce tutta intorno ad un grande tavolo, tavolo da gioco e tavolo da pranzo, così chiaro il che cosa avviene sopra e meno chiaro che cosa avviene sotto, una locandiera che è sicuramente la rappresentazione del Don Giovanni letterario ma al femminile, con i personaggi che appaiono e scompaiono tra una moltitudine di costumi del repertorio del teatro di Goldoni. Un gioco, insomma, che coinvolge i protagonisti nel mondo caro a Goldoni, dalle maschere che se ne vanno, ai costumi del repertorio fino alle sue amate poupettes dell’infanzia». La storia de La locandiera si incentra sulle vicende di Mirandolina, astuta donna che gestisce a Firenze una locanda ereditata dal padre. Mirandolina viene costantemente corteggiata dagli uomini che frequentano la locanda, dal marchese di Forlipopoli, aristocratico decaduto e dal conte d'Albafiorita, un mercante che, arricchitosi,