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Bottega Donizetti 2025. Al via le iscrizioni alla quinta edizione dedicata ai giovani cantanti lirici

Bottega Donizetti 2025. Al via le iscrizioni alla quinta edizione dedicata ai giovani cantanti lirici

Il laboratorio di perfezionamento dedicato al repertorio donizettiano, a cura di Giulio Zappa, nell’edizione 2025 vedrà fra i docenti Riccardo Frizza, Alessandro Corbelli e Cristiano Sandri. Domande di partecipazione: entro le ore 13:00 di venerdì 14 febbraio 2025 Audizioni in presenza: lunedì 31 marzo e martedì 1° aprile 2025 Vuoi leggere il bando integrale con tutte le informazioni sul progetto “Bottega Donizetti 2025” e iscriverti? CLICCA QUI La partecipazione è gratuita e si possono candidare giovani artiste e artisti nati a partire dal 1° gennaio 1993. Quest’anno saranno individuati 6 partecipanti: 2 soprani, 1 mezzosoprano, 1 tenore, 1 baritono, 1 basso/basso-baritono/baritono. Per il periodo di produzione del festival Donizetti Opera 2025, prendendo parte ad alcune delle produzioni in programma, è previsto a ciascun interprete un cachet lordo di 4.500 euro in aggiunta alla borsa di studio. Grazie alla “Bottega Donizetti” si potranno approfondire le tematiche vocali e drammaturgiche connesse alla produzione operistica donizettiana, andando ad affinare i diversi aspetti legati al repertorio belcantistico e, come esigeva Gaetano Donizetti, anche le abilità sceniche.

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“La Coscienza di Zeno” di Italo Svevo con Alessandro Haber arriva al Teatro Donizetti dal 25 gennaio al 2 febbraio

La coscienza di Zeno è il secondo titolo della Stagione di Prosa della Fondazione Teatro Donizetti: il capolavoro di Italo Svevo, uno dei classici della letteratura italiana del Novecento, andrà in scena al Teatro Donizetti da sabato 25 gennaio a domenica 2 febbraio, nell’interpretazione di Alessandro Haber, una delle figure di spicco del teatro italiano, con l’autorevole regia di Paolo Valerio. Accanto al protagonista principale, ci saranno altri 10 attori: Alberto Fasoli, Valentina Violo, Stefano Scandaletti, Ester Galazzi, Emanuele Fortunati, Francesco Godina, Meredith Airò Farulla, Caterina Benevoli, Chiara Pellegrin, Giovanni Schiavo. Adattamento di Monica Codena e Paolo Valerio. Scene e costumi di Marta Crisolini Malatesta. Luci di Gigi Saccomandi. Musiche di Oragravity. Video di Alessandro Papa. Movimenti di scena di Monica Codena. Produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e GoldenArt Production. Durata 1 ora e 45 minuti senza intervallo. Orari spettacoli: serale ore 20.30; domenica 26 gennaio e domenica 2 febbraio ore 15.30. Romanzo antesignano di respiro potentemente europeo, ironico e di affascinante complessità, La coscienza di Zeno ha celebrato nel 2023 i cent’anni dalla pubblicazione: in quell’occasione, il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia lo ha portato in scena nell’ambito di un ricco percorso di ricerca dedicato agli importantissimi giacimenti culturali di Trieste e del suo territorio. La figura monumentale di Italo Svevo ed il suo straordinario romanzo psicanalitico vi rappresentano un momento di profondo, universale significato. La coscienza di Zeno, d’altra parte, possiede anche una propria vivace teatralità, per la sperimentazione di una scrittura innovativa e per il suo essere dominata dalla coinvolgente, complessa e attualissima figura di Zeno Cosini. Il romanzo infatti sgorga dagli appunti del protagonista che si sottopone alle cure dello psicanalista Dottor S, cercando di risolvere il suo mal di vivere, la sua nevrosi e incapacità di sentirsi “in sintonia” con il mondo e con la realtà. Il suo percepirsi inetto e malato, ed i suoi ostinati – ma mai del tutto convinti – tentativi di cambiare e guarire, portano Zeno ad attraversare l’esistenza intrecciando sorprendentemente quotidianità borghese ad episodi surreali ricchi di humour e di verità. La coscienza di Zeno è stato sempre interpretato da grandi attori, come Renzo Montagnani, Giulio Bosetti, Alberto Lionello, che fu anche protagonista dello sceneggiato Rai e, nella successiva edizione televisiva, Johnny Dorelli. Nel nuovo allestimento a firma di Paolo Valerio, Zeno ha il volto di Alessandro Haber, un attore dal carisma potentissimo e dall’istinto scenico assolutamente personale, che fuori da ogni cliché sa coniugare ironia e profondità in ogni interpretazione. «Come scrive Giorgio Strehler, La coscienza di Zeno è “una pietra nel cuore di tutti i triestini” e per me è una sfida davvero particolare», scrive nelle note di regia Paolo Valerio, «Ho affrontato questo lavoro privilegiando fortemente la narrazione di Svevo: ho voluto racchiudere in questa esperienza teatrale alcune pagine che trovo straordinarie, indimenticabili, costruendo un altro Zeno accanto all’Io narrante. Quindi Zeno – interpretato da Alessandro Haber – si racconta e si rivive attraverso il corpo di un altro attore. Zeno ci rivela l’inciampo, l’umanità… E anche il personaggio di Alessandro Haber s’intreccia a questa inettitudine e talvolta, durante lo spettacolo, si sovrappone l’uomo all’attore, per sottolineare

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BERGAMO JAZZ 2025: presentato il programma completo della 46a edizione, in scena dal 20 al 23 marzo 2025

Concerti nei teatri, nei musei e nei locali della Città intrecci con il cinema e incontri con le scuole In concomitanza con la vendita dei nuovi abbonamenti alle tre serate al Teatro Donizetti e dei biglietti per i due appuntamenti al Teatro Sociale, la Fondazione Teatro Donizetti presenta il programma completo dell’edizione 2025 di Bergamo Jazz, Festival organizzato con il sostegno di Comune di Bergamo, di MIC-Ministero della Cultura, di sponsor privati e che per quattro giornate, dal 20 al 23 marzo, diffonderà i mille suoni del jazz in tutta la Città. Sounds of Joy è il titolo scelto da Joe Lovano, dallo scorso anno Direttore Artistico di Bergamo Jazz, per testimoniare la grande varietà e vitalità di suoni, ritmi e colori che contrassegna una musica che rappresenta uno dei cardini dell’espressività artistica contemporanea. «Sounds of Joy significa la celebrazione di una comunità musicale nata in mezzo alla gente per la gente. È la festa del jazz dalle sue origini sino ad oggi: la danza della vita, dell'amore e dello spirito ci unisce come un tutt'uno», specifica Joe Lovano, «L'idea dell'improvvisazione jazzistica ha preso molte strade nel corso degli anni e si è tradotta in una bellissima forma d'arte con molte direzioni e influenze. Questa idea ha ispirato i musicisti più innovativi e influenti del mondo della musica su scala globale: i suoni multigenerazionali e multiculturali che animano la gioia nel sentire la musica arriveranno a noi attraverso la passione e l'espressività di tutti gli artisti che abbiamo invitato per la 46esima edizione del festival jazz di Bergamo». Tenendo fede alla propria natura, anche Bergamo Jazz 2025 sarà un Festival di respiro internazionale, un Festival diffuso: oltre ai concerti al Donizetti e nel teatro di Città Alta, già annunciati nei mesi scorsi, sono infatti previsti significativi appuntamenti ospitati in piccoli teatri, in musei, in locali trasformati per l’occasione in accoglienti jazz club. Nutrita sarà la rappresentanza di musicisti italiani, inclusi numerosi nuovi talenti, e considerevole sarà lo spazio per il jazz coniugato al femminile, con la presenza di affermate cantanti e strumentiste. La prossima edizione di Bergamo Jazz si preannuncia quindi molto ricca sia nei contenuti che nel numero dei suoi protagonisti: oltre 80. E uno spazio rilevante avranno anche intrecci con altre arti, in particolare il cinema, e incontri divulgativi destinati ai più giovani.   Jazz al Donizetti Venerdì 21 marzo, la prima delle tre serate in abbonamento al Teatro Donizetti, con inizio alle ore 20.30, amatissime sia dal pubblico bergamasco sia da chi proviene da ogni parte d’Italia e da oltre confine, sarà aperta dal duo formato da un fuoriclasse del contrabbasso come Dave Holland e da Lionel Loueke, uno dei chitarristi più innovativi apparsi sulle scene del jazz negli ultimi decenni. Una coppia artistica di spessore che fungerà da “apripista” alla Wayne Shorter Legacy, ovvero il pianista Danilo Pérez, il contrabbassista John Patitucci, il batterista Brian Blade e, nelle vesti di special guest, il sassofonista Ravi Coltrane, musicisti che non hanno certo necessità di molte presentazioni. Anche

BERGAMO JAZZ 2025: presentato il programma completo della 46a edizione, in scena dal 20 al 23 marzo 20252025-01-13T14:09:02+01:00

Secondo appuntamento della Stagione di Operette: in scena “Sogno Viennese” domenica 19 gennaio al Teatro Donizetti

Sogno Viennese è il titolo, particolarmente evocativo, del secondo spettacolo della Stagione di Operette che la Fondazione Teatro Donizetti propone domenica 19 gennaio nel principale teatro cittadino (ore 15.30).  Ideato dal regista Corrado Abbati, Sogno Viennese vedrà in scena Antonella De Gasperi, Fabrizio Macciantelli, Mariska Bordoni, Davide Zaccherini, Ilaria Monteverdi, Federico Bonghi, Claudio Ferretti, il Balletto di Parma con le coreografie di Francesco Frola e un’orchestra diretta da Alberto Orlandi. Produzione InScena srl. Durata 2 ore compreso intervallo. «Il sogno è, per definizione, una sequenza di immagini dove, spesso, è dolce cullarsi. Sogno Viennese vuole essere questo: uno spettacolo che si muove fra ricostruzione storica e divertimento puro, diventando però non solo “divertissement”, ma anche momento di conoscenza del mondo dell’operetta», specifica lo stesso Corrado Abbati, «Una sequenza di sfarzosi quadri dal ritmo incalzante fanno da filo conduttore alla riproposizione di titoli celebri ed alla scoperta di altri meno rappresentati. Anche Puccini scrisse per Vienna e forse non tutti lo sanno!». Sogno Viennese è «uno spettacolo sempre sorridente, con agli angoli della bocca e negli occhi i segni di una allegria continua: “allegretto sostenuto” come si direbbe in musica! Nasce così una “rivista” dove il ritmo della narrazione e l’armonia degli spunti melodici si uniscono e fondono in una sequenza di allegri e spensierati episodi, di arie e concertati sostenuti dalle musiche di Strauss, Zeller, Von Suppè, Lehàr, Abraham, Puccini, eseguite dal vivo da un gruppo orchestrale ed interpretate dai solisti della Compagnia e coreografate per il Balletto di Parma. Uno spettacolo, quindi, di leggerezza e seduzione dove, ballando un vorticoso valzer, può succedere di innamorarsi, perché questa è musica che scioglie i cuori e scalda l’anima», conclude il regista.

Secondo appuntamento della Stagione di Operette: in scena “Sogno Viennese” domenica 19 gennaio al Teatro Donizetti2025-01-10T19:15:23+01:00

Riparte la rassegna Lezioni di Storia con Vito Mancuso e la sua lezione dal titolo “Gesù: la rottura della Legge”

Sabato 18 gennaio è in programma al Teatro Donizetti (ore 11.00) il primo dei cinque appuntamenti con le “Lezioni di Storia”, iniziativa ideata da Editori Laterza e realizzata in coproduzione con la Fondazione Teatro Donizetti e con il sostegno di Cassa Lombarda. La nuova edizione è dedicata ai Ribelli, ponendo al centro il pensiero e l’azione di alcune grandi figure del passato, da Gesù a Cleopatra, da Giovanna D’Arco a Robespierre e Fidel Castro, e vuole essere un’esortazione a coltivare la speranza di un cambiamento sempre possibile. Protagonista dell’incontro inaugurale, dal titolo Gesù: la rottura della Legge, sarà il teologo Vito Mancuso articolerà il suo intervento ponendosi alcune domande, le cui risposte non sempre corrispondono automaticamente a certezze: Gesù intese esplicitamente rompere con la Legge? Sì e no. Sì, perché venne giustiziato per la sua dura contestazione della tradizione religiosa e del suo annuncio del regno di Dio in radicale opposizione ai poteri di questo mondo. No, perché la sua ribellione fu il risultato di una più profonda obbedienza. Quale? A chi, a che cosa? Vito Mancuso ha insegnato Teologia moderna e contemporanea presso l’Università San Raffaele di Milano ed è stato docente di Storia delle dottrine Teologiche all’Università degli Studi di Padova. Attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine. Dal 2022 è editorialista del quotidiano “La Stampa”. Tra i suoi libri di maggior successo e tradotti in altre lingue si ricordano: L’anima e il suo destino (Raffaello Cortina, 2007), Io e Dio. Una guida dei perplessi (Garzanti, 2011), Il principio passione. La forza che ci spinge ad amare (Garzanti 2013), Dio e il suo destino (Garzanti 2015). Le sue ultime pubblicazioni sono La mente innamorata (2022), Etica per giorni difficili (2022), Non ti manchi mai la gioia. Breve itinerario di liberazione (2023) e Destinazione speranza (2024), tutte per Garzanti. Le “Lezioni di Storia” proseguiranno con Francesca Cenerini, che parlerà della figura di Cleopatra e dell’influenza che la cultura egizia ha avuto sul gusto dei romani (1° febbraio); con Maria Giuseppina Muzzarelli, che rievocherà la figura storica, il carisma e la personalità complessa di Giovanna d’Arco (8 febbraio); con Luigi Mascilli Migliorini, che proporrà una riflessione profonda su Robespierre, nel cuore della Rivoluzione Francese (15 febbraio). Ed infine con Loris Zanatta, che presenterà Fidel Castro e la sua rivoluzionaria “religione politica” (1° marzo). Tutti gli incontri saranno introdotti dal giornalista Max Pavan, responsabile dell’informazione di Bergamo TV. Biglietti 10 Euro, con riduzione per le scuole a 8 Euro. Al termine degli incontri, gli autori si fermeranno con il pubblico per il firmacopie presso il Ridotto Gavazzeni del Teatro.  

Riparte la rassegna Lezioni di Storia con Vito Mancuso e la sua lezione dal titolo “Gesù: la rottura della Legge”2025-01-10T19:10:26+01:00

“Nell’occhio del labirinto. Apologia di Enzo Tortora” arriva giovedì 16 gennaio al Teatro Sociale

Inaugurata con successo lo scorso dicembre con Re Lear è morto a Mosca di César Brie, la rassegna Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti ospita giovedì 16 gennaio al Teatro Sociale (ore 20.30) Nell’occhio del labirinto – Apologia di Enzo Tortora, spettacolo che rievoca una delle vicende giudiziarie italiane più controverse e drammatiche del recente passato. Monologo scritto e diretto da Chicco Dossi e affidato alle talentuose doti interpretative di Simone Tudda, segnalato al Premio Hystrio alla Vocazione 2021, Nell'occhio del labirinto – produzione Teatro della Cooperativa, durata 1 ora e 10 minuti senza intervallo – racconta la storia di Enzo Tortora, dal momento in cui il noto presentatore televisivo venne arrestato nella notte del 17 giugno 1983 con l’accusa di associazione camorristica e spaccio di droga. Seguirono anni difficili, tra carceri e tribunali, nei quali Tortora si fece portavoce di una strenua battaglia per la giustizia. Battaglia finita con l’assoluzione e il ritorno alla vita. Nell'occhio del labirinto è nato quasi per caso: «Dalle parti di Corso Magenta, a Milano, proprio davanti al Teatro Litta, c’è Largo Enzo Tortora. Quasi più una commemorazione che una targa toponomastica – non credo che possieda nemmeno un numero civico – in piccolo, sotto il nome, reca la scritta “giornalista” e le date di nascita e di morte: 1928-1988. Più per curiosità che per senso civico, un giorno, ho deciso di informarmi. Ho scoperto che il “caso Tortora” era ben noto alla generazione di mia madre e assolutamente sconosciuto alla mia», racconta Chicco Dossi sulla genesi del suo spettacolo. La vicenda di Enzo Tortora è passata alla storia come il tipico caso di malagiustizia, «forse ancora più eclatante perché perpetrato ai danni di una persona nota agli italiani, dal momento che il suo volto teneva banco per un’ora e mezza a settimana sulle reti nazionali. Un episodio che assumeva contorni sempre più agghiaccianti, man mano che lo approfondivo: nessuna presunzione di innocenza, accuse mosse senza prova alcuna, magistrati smaniosi di arrestare il “nome grosso” che non leggono gli atti dei processi, blitz antimafia venduti alla stampa ancora prima che avvengano, il tutto ai danni di un uomo totalmente estraneo ai fatti e non associato in alcun modo agli ambienti camorristici. Il caso Tortora non è incredibile soltanto per la crudeltà con cui giudici, stampa e opinione pubblica si sono accaniti nei confronti di un innocente. La storia di Enzo è la storia di un uomo che, dall’alto della sua posizione di personaggio pubblico, ha deciso di farsi portavoce di una battaglia che non ha colore politico: quella della giustizia giusta». «Il monologo interpretato da Simone Tudda si dipana in una narrazione continua dove la diegesi oltrepassa i confini narrativi per sfociare nel dialogo, risale nel resoconto storico, dove i dati sono sempre raccontati in maniera essenziale per comprendere le vicende, si alterna tra la terza persona di un narratore onnisciente che va a spiare i detenuti del carcere di Forte Longone e la prima persona del giornalista, fino a scavare nella sua interiorità

“Nell’occhio del labirinto. Apologia di Enzo Tortora” arriva giovedì 16 gennaio al Teatro Sociale2025-01-10T15:19:47+01:00

“Rigoletto” di Giuseppe Verdi sarà in scena venerdì 10 e domenica 12 gennaio al Teatro Donizetti

Anche quest’anno, come da tradizione, la Stagione dei Teatri della Fondazione Teatro Donizetti ospita una produzione dei Teatri di OperaLombardia, circuito regionale che riunisce le città di Brescia, Como, Piacenza, Pavia e, appunto, Bergamo, dove venerdì 10 gennaio (ore 20.00) e domenica 12 gennaio (ore 15.30) andrà in scena al Teatro Donizetti Rigoletto, opera in tre atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave tratto dal dramma di Victor Hugo Le roi s’amuse. Con la regia di Matteo Marziano Graziano e la direzione musicale di Alessandro D’Agostini, il nuovo allestimento del capolavoro verdiano si avvale delle scene di Francesca Sgariboldi, dei costumi di Laurent Pellissier, delle luci di Cristian Zucaro. Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano e Coro OperaLombardia diretto da Diego Maccagnola. Personaggi e interpreti: Rigoletto Giuseppe Altomare, Il Duca di Mantova Paride Cataldo, Gilda Bianca Tognocchi, Sparafucile Mattia Denti, Maddalena Victória Pitts, Giovanna/La Contessa di Ceprano Lara Rotili, Il Conte di Monterone Baopeng Wang, Marullo Lorenzo Liberali, Matteo Borsa Raffaele Feo, Il Conte di Ceprano Graziano Dallavalle, Paggio della Duchessa Federica Cassetti, Usciere di Corte Marco Tomasoni. Le due rappresentazioni saranno precedute, giovedì 9 gennaio presso la Sala Musica “M. Tremaglia” del Teatro Donizetti (ore 18.00), da un incontro dal titolo Rigoletto e Lucrezia Borgia: Victor Hugo da Donizetti a Verdi, che vedrà nelle vesti di relatori Livio Aragona, Paolo Fabbri e Candida Mantica del Centro Studi Donizettiani della Fondazione Teatro Donizetti. «Rigoletto è un personaggio complesso, il cui corpo disabile lo rende oggetto di scherno e di emarginazione. La sua condizione fisica non risponde ai canoni della normalità e dell'accettabilità sociale, costringendolo a vivere come un reietto in un mondo crudele. Per sopravvivere, Rigoletto sfrutta la sua disabilità, trasformandola in un macabro spettacolo che diverte e disgusta la corte del Duca», racconta Matteo Marziano Graziano nelle note di regia. «Il concept di Rigoletto si articola attorno al tema della Spaccatura, che emerge con forza in ogni aspetto dell'opera, dai personaggi alle scene, fino ai costumi. Il termine Spaccatura, che deriva dal longobardo spahhan, significa fendere, creare crepe in qualcosa. Verdi, con quest’opera, pone una luce critica su una società profondamente guasta, corrotta e divisa, dove l’assenza di moralità nei confronti delle donne, la mancanza di compassione verso i corpi diversi, e la ricerca sfrenata del potere personale a costo della corruzione e dei favoritismi, rivelano un mondo in cui i valori umani sono stati irrimediabilmente compromessi». «Il concept della produzione non vuole essere un semplice atto di denuncia, ma piuttosto un invito a una riflessione profonda sulla nostra società contemporanea, sui nostri angoli ciechi e sulle crepe che ancora oggi dobbiamo sanare», prosegue il regista, «In questa interpretazione, la Spaccatura diventa non solo un tema narrativo, ma anche un elemento visivo e simbolico che permea l'intera messa in scena. Le scenografie giocano con linee spezzate e trasparenze, creando un’atmosfera di tensione e di incertezza che riflette l’animo tormentato dei personaggi. I costumi, realizzati con materiali di riciclo e tecniche di upcycling quali il patchwork e il

“Rigoletto” di Giuseppe Verdi sarà in scena venerdì 10 e domenica 12 gennaio al Teatro Donizetti2025-01-07T11:20:54+01:00

Incontro intorno all’opera “Rigoletto2 di Giuseppe Verdi: Giovedì 9 gennaio presso la Sala Musica del Teatro Donizetti

In vista delle due rappresentazioni di venerdì 10 gennaio (ore 20.00) e di domenica 12 gennaio (ore 15.30) dell’opera Rigoletto, nel nuovo allestimento coprodotto dai Teatri di OperaLombardia inserito all’interno della Stagione dei Teatri 2024/2025, la Fondazione Teatro Donizetti promuove un incontro attorno al capolavoro di Giuseppe Verdi organizzato dal Centro Studi Donizettiani della Fondazione Teatro Donizetti, in programma giovedì 9 gennaio presso la Sala Musica “M. Tremaglia” del Teatro Donizetti alle ore 18.00. L’incontro, dal titolo Rigoletto e Lucrezia Borgia: Victor Hugo da Donizetti a Verdi, vedrà nelle vesti di relatori Livio Aragona, Paolo Fabbri e Candida Mantica del Centro Studi Donizettiani della Fondazione Teatro Donizetti. Il repertorio d’immagini curato da Clelia Epis, Edoardo Cavalli e Maurizio Merisio, ugualmente ricercatori del Centro, darà conto di come la celebre opera verdiana sia stata letta e interpretata scenicamente al Teatro Donizetti di Bergamo. Per partecipare all’incontro è necessario prenotarsi al link Eventbrite pubblicato sul sito del teatro. Lucrezia Borgia di Gaetano Donizetti e Il re si diverte Victor Hugo, cioè Rigoletto: storie maledette in cui maternità e paternità redimono personaggi sinistri, moralmente e magari anche fisicamente ‘brutti’. Tragedie sordide in cui, contro ogni apparenza, l’amor filiale farebbe fiorire germogli di umanità, se un Fato avverso non provvedesse con beffarda sistematicità a tranciarli. Un teatro così intenso, irregolare, che coltiva la categoria del Brutto, che accosta sublimità a nefandezze, che mescola tragico e grottesco, affascinò Felice Romani e Donizetti nel 1833. E nel 1851 Francesco Maria Piave e Giuseppe Verdi. Una volta di più, Donizetti si dimostra alfiere di un Teatro delle Novità di pieno Ottocento, di cui Verdi raccoglierà il testimone.   LINK PER PRENOTAZIONI https://www.eventbrite.it/e/rigoletto-e-lucrezia-borgia-victor-hugo-da-donizetti-a-verdi-tickets-1110165387559?aff=oddtdtcreator  

Incontro intorno all’opera “Rigoletto2 di Giuseppe Verdi: Giovedì 9 gennaio presso la Sala Musica del Teatro Donizetti2024-12-21T17:56:43+01:00

“Ballo al Savoy” è lo spettacolo inaugurale della Stagione di Operette in scena domenica 5 gennaio al Teatro Donizetti

Torna, immancabile, l’Operetta, da anni stabilmente inserita nella Stagione dei Teatri della Fondazione Teatro Donizetti: tre titoli, tutti in programma al Teatro Donizetti la domenica pomeriggio alle ore 15.30, che richiameranno sicuramente i tanti appassionati di questo genere di teatro considerato “leggero”, ma che nelle sue espressioni migliori non ha nulla da invidiare all’opera o al musical. E anche quest’anno non mancheranno le proposte di qualità, ad iniziare dall’appuntamento inaugurale di domenica 5 gennaio con Ballo al Savoy, un’operetta ma anche qualcosa di più. Scritta da Alfred Grünwald e Fritz Lohner-Beda, su musiche di Paul Abraham, Ballo al Savoy è infatti definibile un’operetta-musical, in due atti, che a Bergamo verrà proposta nell’allestimento della Compagnia Teatro Musica Novecento. Personaggi e interpreti: Daisy Darlington - Silvia Felisetti, Mustafà Bei - Alessandro Brachetti, Aristide - Antonio Colamorea, Maddalena - Renata Campanella, Celestino - Fulvio Massa, Pomerol - Marco Falsetti, Arcibaldo - Alessandro Garuti. Corpo di Ballo Novecento con le coreografie di Salvatore Loritto. Orchestra Cantieri d’Arte di Stefano Giaroli. Scene e Costumi di Artescenica Reggio Emilia. Regia di Alessandro Brachetti. Oltre che di valzer, arie e duetti amorosi, Ballo al Savoy è ricco di ritmi sfrenati, dal Tango argentino allo Swing, con chiarissime allusioni e riferimenti al musical che negli anni Trenta del Novecento stava spopolando oltre oceano. In particolare, è presente un autore americano blasonato come Cole Porter: Abraham inserì nella sua partitura una parafrasi della celebre “Night and Day”. La vicenda è ambientata a Nizza, nel 1932. Nella Hall dell’Hotel Savoy si festeggia il ritorno del marchese Aristide Di Faublais e della sua sposina Maddalena dal lungo viaggio di nozze. Ma Aristide riceve un telegramma dal suo avvocato, che lo informa che, per potere accedere al patrimonio del defunto padre, deve onorare un impegno preso in passato dal padre stesso, che consiste nel trascorrere una notte con Tangolita, danzatrice spagnola. Aristide dovrà perciò trovare uno stratagemma per onorare l'impegno senza mettere a repentaglio il suo matrimonio… Dopo Ballo al Savoy, la Stagione di Operette proseguirà il 19 gennaio con Sogno viennese della Compagnia Corrado Abbati, spettacolo che nel rifarsi alla scuola della capitale austriaca, ma non solo, si muove fra ricostruzione storica e divertimento puro attraverso una sequenza di sfarzosi quadri dal ritmo incalzante. Infine, il 30 marzo, andrà in scena Scugnizza, operetta piena di lirismo tipicamente napoletano. Allestimento della Compagnia d’Operette Elena D’Angelo.

“Ballo al Savoy” è lo spettacolo inaugurale della Stagione di Operette in scena domenica 5 gennaio al Teatro Donizetti2024-12-21T17:31:53+01:00

La Fondazione Teatro Donizetti saluta il 2024 con il musical “A Christmas Carol” e dà il benvenuto all’anno nuovo con l’Orchestra Filarmonica Italiana

Sarà nel segno dei tipici colori festosi del musical l’evento che la Fondazione Teatro Donizetti propone il 31 dicembre nel principale teatro cittadino. E allo scoccare della mezzanotte, brindisi nelle sale storiche dello stesso Teatro Donizetti, insieme agli artisti della Compagnia BIT, che nella speciale occasione (alle ore 22.00) presenterà A Christmas Carol, tratto dal più famoso romanzo di Charles Dickens, adattato da Melina Pellicano, con le musiche originali di Stefano Lori e Marco Caselle. In palcoscenico, un cast di oltre 20 elementi, con Fabrizio Rizzolo nel ruolo di Ebenezer Scrooge, e con effetti speciali curati da Alessandro Marrazzo, 150 costumi e scenografie spettacolari. Melina Pellicano, regista e autrice del libretto del musical, ha voluto essere il più fedele possibile al romanzo, perché la scrittura di Dickens si mostra già di per sé molto teatrale: «La solitudine di Scrooge e la sua ricchezza economica sono in contrapposizione con la serenità della famiglia e la modesta situazione sociale degli altri personaggi. La ricchezza d'animo e il coraggio di far fronte ad una situazione poco agiata sono la vera ricchezza.  È un concetto vecchio, ma assolutamente attuale», racconta, «C'è qualche differenza nella vicenda e nei personaggi, ma sempre nel rispetto del racconto originale e nello spirito di Dickens. Questo è stato voluto ed è un piccolo modo personale per rendere omaggio allo scrittore». «Ho scelto di aprire lo spettacolo con il monologo e la canzone del piccolo Tim (il figlio piccolo di Bob Cratchit, impiegato di Scrooge), per affidare ad un bambino il compito di spiegare "come stanno veramente le cose", per spiegare al pubblico il punto di vista di un bambino che guarda al mondo con occhi limpidi e senza giudizio. Tiny Tim racconta infatti che Scrooge "non è capace di sorridere ed è sempre in collera con chiunque gli rivolga la parola", ma che in realtà "è soltanto solo" e nessuno dovrebbe rimanere solo a Natale», prosegue la regista. Altro immancabile appuntamento sarà il Concerto di Capodanno, in programma la mattina di mercoledì 1° gennaio al Teatro Sociale (ore 11.00). L’Orchestra Filarmonica Italiana, diretta da Andrea Oddone, guiderà il pubblico in un appassionante viaggio musicale tra Le Danze d'Europa, specchio di diverse tradizioni musicali europee, da Vienna all'Italia, passando per il cuore dell'Europa centrale. Il programma del concerto include capolavori di compositori che hanno saputo catturare l'anima delle danze popolari e trasformarle in opere d'arte senza tempo. Il repertorio di Johann Strauss, "il Re del valzer", con le sue celebri polke e valzer viennesi, evocherà l'eleganza e l'energia della capitale austriaca durante il periodo d'oro della musica da ballo. Antonín Dvořák, invece, con le sue danze slave, farà immergere nelle calde e suggestive atmosfere dell'Europa Centrale: le sue melodie, ricche di vivacità e sentimento, riflettono l'orgoglio della cultura popolare della sua terra natale, la Repubblica Ceca. Non mancherà un omaggio all'Italia con le musiche di Ottorino Respighi, il compositore che ha saputo riscoprire e valorizzare il patrimonio musicale italiano. Le sue opere, ispirate alla musica rinascimentale e barocca, saranno un

La Fondazione Teatro Donizetti saluta il 2024 con il musical “A Christmas Carol” e dà il benvenuto all’anno nuovo con l’Orchestra Filarmonica Italiana2024-12-20T15:33:37+01:00
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