Quattro intense giornate nel segno dei mille suoni del jazz diffusi in tutta la città: da giovedì 20 a domenica 23 marzo si svolge la 46esima edizione di Bergamo Jazz, Festival organizzato da Fondazione Teatro Donizetti con il sostegno di Comune di Bergamo, di MIC-Ministero della Cultura e di sponsor privati. Sounds of Joy è il titolo scelto da Joe Lovano, dallo scorso anno Direttore Artistico di Bergamo Jazz, per testimoniare la grande varietà e vitalità di suoni, ritmi e colori che contrassegna una musica che rappresenta uno dei cardini dell’espressività artistica contemporanea.

Tenendo fede alla propria natura, anche Bergamo Jazz 2025 sarà un Festival di respiro internazionale, un Festival diffuso: oltre ai concerti al Donizetti e al Sociale di Città Alta, sono infatti previsti significativi appuntamenti ospitati in piccoli teatri, in musei, in locali trasformati per l’occasione in accoglienti jazz club. Nutrita sarà la rappresentanza di musicisti italiani, inclusi numerosi nuovi talenti riuniti nella sezione “Scintille di Jazz”, e considerevole sarà lo spazio per il jazz coniugato al femminile, con la presenza di affermate cantanti e strumentiste.

Questo il programma giorno per giorno.

 

Giovedì 20 marzo

La prima giornata di Bergamo Jazz 2025 si svolgerà tutta in Città Alta, iniziando dal piano solo al Teatro Sant’Andrea di Via Porta Dipinta (ore 17.00) del cubano Aruán Ortiz, dalle cui dita sgorga una musicalità in cui la tradizione afrocaraibica si incontra con il jazz più avanzato. A seguire, doppio appuntamento per “Scintille di Jazz” al Circolino (ore 18.00 e ore 19.15) con il cameristico Kairos Trio del sassofonista Gianluca Zanello. Alle 20.30 ci si trasferirà al Teatro Sociale per una serata aperta dal trio del pianista Antonio Faraò, musicista di grande esperienza che per questa sua prima partecipazione a Bergamo Jazz sarà coadiuvato dal contrabbassista Ameen Saleem e dal batterista Jeff Ballard, già partner di Chick Corea e Brad Mehldau. Il secondo set al Sociale avrà come protagonista, in esclusiva italiana, Lizz Wright, tra le più intense voci nere di oggi che, grazie a una spiccata forza interpretativa, meglio riflettono l’humus culturale afroamericano muovendosi con naturalezza tra jazz, blues, gospel, songwriting.

 

Venerdì 21 marzo

La seconda giornata di Bergamo Jazz 2025 avrà inizio alle ore 17.00 all’Auditorium di Piazza della Libertà con La Via del Ferro, quartetto apprezzatissimo dal famoso deejay e produttore Gilles Peterson, che include il sassofonista londinese Alex Htchcock, il batterista di origine neozelandese Myele Manzanza e due musicisti italiani di stanza nella capitale britannica, la tastierista romana Maria Chiara Argirò e il bassista toscano Michelangelo Scandroglio. Un gruppo dal piglio vivace candidato a essere una delle rivelazioni del Festival.

Alle 18.30, per “Scintille di Jazz” è in programma al ristorante Legami Sushi&More, locale situato nel cuore del Sentierone, il concerto del duo del sassofonista Lorenzo Simoni e del trombettista Iacopo Teolis, uno dei gruppi selezionati per il progetto Nuova Generazione Jazz 2025 dell’Associazione I-Jazz, alla quale Bergamo Jazz aderisce.

L’evento principale della giornata è sicuramente rappresentato dalla prima delle tre serate al Teatro Donizetti, con inizio alle 20.30. Primo a salire sul più prestigioso palcoscenico della città sarà il Lux Quartet, formazione “mista” che allinea la pianista Myra Melford, figura centrale del jazz contemporaneo, il sassofonista Dayna Stephens, il contrabbassista Nick Dunston e la batterista Allison Miller. Un gruppo di spessore che fungerà da “apripista” a un superquartetto che sotto la sigla “The Legacy of Wayne Shorter” vedrà riuniti il pianista Danilo Pérez, il contrabbassista John Patitucci, il batterista Brian Blade e, nelle vesti di special guest, il sassofonista Ravi Coltrane, musicisti che non hanno certo necessità di molte presentazioni.

Infine, “dopo festival” a NXT Bergamo di Piazzale degli Alpini (ore 23.00) con il gruppo Yugen Maki del sassofonista bergamasco Nicholas Lecchi, uno dei nomi nuovi del jazz orobico.

 

Sabato 22 marzo

Spetterà al duo della fisarmonicista Sara Calvanelli e della violinista Virginia Sutera dare avvio all’Accademia Carrara (ore 11.00) al programma di sabato 22, con una performance che promette un flusso improvvisativo continuo, immerso in una dimensione a tratti meditativa e sospesa, a tratti giocosa e danzante. Alle 17.00, all’Auditorium di Piazza della Libertà, sarà quindi la volta del Dialect Quintet di Alexander Hawkins: il pianista inglese, già noto al pubblico di Bergamo Jazz, avrà al suo fianco la sassofonista argentina Camila Nebbia, il chitarrista Giacomo Zanus, il contrabbassista Ferdinando Romano e la batterista bergamasca Francesca Remigi. E alle 18.30 gli spazi di Daste ospiteranno l’evento speciale di “Scintille di Jazz”, con il trio del polistrumentista bresciano Emanuele Maniscalco, in questo caso nelle vesti di pianista, rinforzato da un solista d’eccezione, il sassofonista Pietro Tonolo.

Alla sera, dalle 20.30, il palcoscenico del Donizetti vedrà prima in azione Enrico Rava: il più internazionale dei jazzisti italiani, già Direttore Artistico di Bergamo Jazz dal 2012 al 2015, sarà alla guida dei suoi “Fearless Five”, formazione vincitrice del “Top Jazz 2024” del mensile Musica Jazz come miglior gruppo italiano, che allinea il trombonista Matteo Paggi, il chitarrista Francesco Diodati, il contrabbassista Francesco Ponticelli e la batterista Evita Polidoro. La serata proseguirà con un autentico supergruppo statunitense, The Cookers, sette veterani di infinite battaglie a suon di jazz a tutto tondo, con profonde radici nel passato ma ben calati nel linguaggio del presente, ovvero i trombettisti Eddie Henderson e David Weiss, i sassofonisti Azar Lawrence e Donald Harrison, il pianista George Cables, il contrabbassista Cecil McBee e il batterista Billy Hart.

Anche sabato il “Dopo Festival” delle 23.00 si svolgerà a NXT Bergamo di Piazzale Alpini, con il quartetto del contrabbassista piemontese Roberto Mattei.

 

Domenica 23 marzo

L’ultima giornata di Bergamo Jazz 2025 si preannuncia particolarmente intensa, con avvio nel prezioso Teatro Sant’Andrea di Via Porta Dipinta, dove alle ore 11.00 si potrà ascoltare il duo formato dalla pianista catalana Jordina Millà e dal contrabbassista inglese Barry Guy, figura di spicco della musica improvvisata inglese sin dagli anni Sessanta. Alle 15.00, alla Sala Piatti, i riflettori del Festival saranno putati sul duo della greca Tania Giannouli e dell’elvetico Nik Bärtsch, tra i più interessanti pianisti del panorama musicale del Vecchio Continente: anche in questo caso sarà l’improvvisazione a fare da trait d’union a un dialogo musicale che non lesinerà sorprese sonore.

Alle ore 17.00, al Teatro Sociale, Bergamo Jazz amplierà i propri orizzonti proponendo gli Stick Men, formidabile trio che trae linfa vitale dalla commistione fra improvvisazione, experimental rock e altro ancora, oltre che dalla straordinaria padronanza strumentale dei suoi componenti, ovvero il bassista e massimo virtuoso dello Stick Tony Levin, uomo di fiducia di Peter Gabriel e membro dei King Crimson dal 1981 in avanti, il chitarrista tedesco Markus Reuter e il batterista Pat Mastelotto, che i più conoscono per averlo ascoltato nelle ultime edizioni degli stessi King Crimson.

L’ultima serata al Teatro Donizetti sarà scandita dalla prima apparizione sul palcoscenico del principale teatro cittadino del chitarrista Marc Ribot e dal ritorno dopo dieci anni di una delle più carismatiche voci femminili, Dianne Reeves. Marc Ribot, tra i più immaginifici specialisti delle sei corde, si esibirà a capo del suo nuovissimo quartetto “Hurry Red Telephone” – con Ava Mendoza alla chitarra, Sebastian Steinberg al contrabbasso e Chad Taylor alla batteria – che promette sonorità fuori dagli schemi. La cantante di Detroit porrà il sigillo finale a Bergamo Jazz 2025 insieme alla sua rodata band che schiera, tra gli altri, il chitarrista brasiliano Romero Lubambo.