La coscienza di Zeno è il secondo titolo della Stagione di Prosa della Fondazione Teatro Donizetti: il capolavoro di Italo Svevo, uno dei classici della letteratura italiana del Novecento, andrà in scena al Teatro Donizetti da sabato 25 gennaio a domenica 2 febbraio, nell’interpretazione di Alessandro Haber, una delle figure di spicco del teatro italiano, con l’autorevole regia di Paolo Valerio. Accanto al protagonista principale, ci saranno altri 10 attori: Alberto Fasoli, Valentina Violo, Stefano Scandaletti, Ester Galazzi, Emanuele Fortunati, Francesco Godina, Meredith Airò Farulla, Caterina Benevoli, Chiara Pellegrin, Giovanni Schiavo. Adattamento di Monica Codena e Paolo Valerio. Scene e costumi di Marta Crisolini Malatesta. Luci di Gigi Saccomandi. Musiche di Oragravity. Video di Alessandro Papa. Movimenti di scena di Monica Codena. Produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e GoldenArt Production. Durata 1 ora e 45 minuti senza intervallo. Orari spettacoli: serale ore 20.30; domenica 26 gennaio e domenica 2 febbraio ore 15.30.
Romanzo antesignano di respiro potentemente europeo, ironico e di affascinante complessità, La coscienza di Zeno ha celebrato nel 2023 i cent’anni dalla pubblicazione: in quell’occasione, il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia lo ha portato in scena nell’ambito di un ricco percorso di ricerca dedicato agli importantissimi giacimenti culturali di Trieste e del suo territorio. La figura monumentale di Italo Svevo ed il suo straordinario romanzo psicanalitico vi rappresentano un momento di profondo, universale significato. La coscienza di Zeno, d’altra parte, possiede anche una propria vivace teatralità, per la sperimentazione di una scrittura innovativa e per il suo essere dominata dalla coinvolgente, complessa e attualissima figura di Zeno Cosini. Il romanzo infatti sgorga dagli appunti del protagonista che si sottopone alle cure dello psicanalista Dottor S, cercando di risolvere il suo mal di vivere, la sua nevrosi e incapacità di sentirsi “in sintonia” con il mondo e con la realtà. Il suo percepirsi inetto e malato, ed i suoi ostinati – ma mai del tutto convinti – tentativi di cambiare e guarire, portano Zeno ad attraversare l’esistenza intrecciando sorprendentemente quotidianità borghese ad episodi surreali ricchi di humour e di verità.
La coscienza di Zeno è stato sempre interpretato da grandi attori, come Renzo Montagnani, Giulio Bosetti, Alberto Lionello, che fu anche protagonista dello sceneggiato Rai e, nella successiva edizione televisiva, Johnny Dorelli. Nel nuovo allestimento a firma di Paolo Valerio, Zeno ha il volto di Alessandro Haber, un attore dal carisma potentissimo e dall’istinto scenico assolutamente personale, che fuori da ogni cliché sa coniugare ironia e profondità in ogni interpretazione.
«Come scrive Giorgio Strehler, La coscienza di Zeno è “una pietra nel cuore di tutti i triestini” e per me è una sfida davvero particolare», scrive nelle note di regia Paolo Valerio, «Ho affrontato questo lavoro privilegiando fortemente la narrazione di Svevo: ho voluto racchiudere in questa esperienza teatrale alcune pagine che trovo straordinarie, indimenticabili, costruendo un altro Zeno accanto all’Io narrante. Quindi Zeno – interpretato da Alessandro Haber – si racconta e si rivive attraverso il corpo di un altro attore. Zeno ci rivela l’inciampo, l’umanità… E anche il personaggio di Alessandro Haber s’intreccia a questa inettitudine e talvolta, durante lo spettacolo, si sovrappone l’uomo all’attore, per sottolineare “l’originalità della vita”. Zeno ci appartiene, racconta di noi, della nostra fragilità, della nostra ingannevole coscienza, della voce che ci parla e che nessuno sente e che ci suggerisce la vita. Attraverso l’occhio scrutatore del Dottor S. ho cercato di restituire la dimensione surreale, ironica e talvolta bugiarda di Zeno, immersa nell’atmosfera della sua Trieste e di tutti gli straordinari personaggi che la vivono».
La coscienza di Zeno racconta «un immaginario il cui respiro cerebrale dialoga con il mondo dell’arte, con la psicoanalisi e dove ho cercato di rendere con forza la dialettica fra “esterno e interno” nella spietata analisi che Zeno fa della propria esistenza, lasciando costantemente aperta una finestra sul proprio mondo interiore. Grazie a tutti gli attori, ai collaboratori e grazie alla passione di Alessandro Haber, il nostro spettacolo vorrebbe essere proprio così, come dice Zeno Cosini: “La vita non è né bella né brutta, ma è originale. La vita mi pareva tanto nuova come se l’avessi vista per la prima volta con i suoi corpi gassosi fluidi e solidi. Se la raccontassimo a qualcuno che non ci fosse abituato rimarrebbe senza fiato dinanzi all’enorme costruzione priva di scopo”», conclude il regista.