Sul podio il direttore musicale del festival Riccardo Frizza; la regia è di Stephen Langridge

Come Elisabetta I il soprano Jessica Pratt, Roberto Devereux è il tenore John Osborne, mentre Simone Piazzola sarà Nottingham e Raffaella Lupinacci Sara

La première sarà preceduta dall’incontro di approfondimento e prove aperte di Donizetti Talk e dall’anteprima dedicata agli under 30

Teatro Donizetti, Bergamo
Venerdì 8 novembre, ore 17.30 (Donizetti Talk)
martedì 12 novembre, ore 17 (anteprima under 30)
venerdì 15 novembre, ore 20 (fuori abbonamento)
sabato23 novembre, ore 20 (fuori abbonamento – in opzione al Turno C)
giovedì 28 novembre, ore 20 (Turno A)

 

Si avvicina il debutto del primo titolo in scena al Teatro Donizetti: Roberto Devereuxopera fra le più amate di Gaetano Donizetti in programma venerdì 15 novembre alle ore 20 (repliche sabato 23 novembre e giovedì 28 novembre sempre alle ore 20). Mancano quindi pochi giorni all’inizio ufficiale della decima edizione del festival Donizetti Opera, manifestazione di rilievo internazionale dedicata al compositore bergamasco e dalla Fondazione Teatro Donizetti presieduta da Giorgio Berta con la direzione generale di Massimo Boffelli, la direzione artistica di Francesco Micheli e quella musicale di Riccardo Frizza.

Tappa immancabile verso la première di Roberto Devereux il Donizetti Talk in calendario venerdì 8 novembre alle ore 17.30 nella Sala Riccardi del Teatro Donizetti con i musicologi dell’Area scientifica del festival Livio Aragona e Maurizio Merisio e la partecipazione del direttore Riccardo Frizza e del regista Stephen Langridge. Il pubblico avrà poi la possibilità di accedere alle prove d’insieme dell’opera ed assistere quindi in anteprima ad una scena della nuova produzione. Per partecipare è consigliata la prenotazione su www.donizettiopera.orgMartedì 12 novembre alle ore 17.00 sarà invece il pubblico dei giovani a poter assistere all’opera grazie all’anteprima under 30, il cui biglietto ha un costo di 10 euro.

«Roberto Devereux è la mia opera donizettiana preferita» ha avuto modo più volte di dichiarare il direttore musicale del festival Riccardo Frizza che, dopo averla interpretata in giro per il mondo, sarà sul podio dell’Orchestra Donizetti Opera portando sui leggii l’Edizione Nazionale realizzata da Casa Ricordi in collaborazione e con il contributo del Comune di Bergamo e della Fondazione Teatro Donizetti a cura di Julia Lockhart, pubblicata nel 2022.
«Roberto Devereux è un capolavoro, anzi forse il capolavoro di Donizetti, almeno nel campo dell’opera italiana – sottolinea Frizza­ – È il titolo della svolta, della maturità completa. Ci saranno altri capolavori, specie francesi, ma nessuno sposterà più in alto l’asticella dell’ispirazione donizettiana. Per forza: una vicenda fortissima e appassionante, dai caratteri ben tratteggiati, una straordinaria figura di donna di potere innamorata, una grande invenzione musicale e una grandissima libertà formale, che trascende le forme chiuse che erano ancora la regola del melodramma dell’epoca. E, in fin dei conti, un soggetto tutto sommato insolito, unico, credo, nell’enorme catalogo donizettiano: la caducità del tempo, degli uomini e delle cose».

La regia è invece dell’inglese Stephen Langridge che è attualmente direttore artistico del festival di Glyndebourne oltre a essere ospite fisso di importanti palcoscenici come la Royal Opera House di Londra, la Lyric Opera di Chicago, il festival di Salisburgo. «La nostra messinscena – dichiara Langridge – è sicuramente contemporanea, ma ambientata in un mondo elisabettiano di fantasia. Non ho nulla contro l’uso di abiti contemporanei per esplorare un soggetto storico (Shakespeare lo faceva continuamente!), ma questa volta io e Katie Davenport, che firma sia le scene che i costumi, abbiamo voluto mantenere il sapore del mondo elisabettiano. La produzione non è affatto realistica o oggettiva, ma nemmeno l’opera di Donizetti lo è. È piuttosto una messinscena soggettiva, che consente di esplorare paesaggi emotivi e psicologici interiori».

Protagonisti vocali di questa che è «l’ultima tappa della saga noir che negli anni Donizetti dedicò alla dinastia Tudor» (P. Fabbri), sono alcuni celebri interpreti del Belcanto come Jessica Pratt (Elisabetta), John Osborn (Roberto Devereux), Simone Piazzola (Nottingham), Raffaella Lupinacci (Sara), David Astorga (Cecil), Ignazio Melnikas (allievo della Bottega Donizetti 2024) e Fulvio Valenti (Un famigliare di Nottingham e Un Cavaliere); scene e costumi sono di Katie Davenport; l’allestimento è coprodotto con il Teatro Sociale di Rovigo.

Donizetti lavorò alla composizione dell’opera nel corso dell’estate del 1837, un periodo funestato da eventi negativi, come la morte del terzo figlio e soprattutto dell’amata moglie Virginia Vasselli. Il Devereux è un’opera di svolta. Rispetto ai precedenti titoli “inglesi”, e giovandosi dell’esperienza maturata, il musicista indagò più a fondo la figura di Elisabetta, e ne ricavò un personaggio tragico e sfaccettato, al quale corrisponde una vocalità impervia, virtuosistica e dolente allo stesso tempo.