Interpreti vocali Nahuel Di Pierro, Giuliana Gianfaldoni ed Enea Scala
Sul podio il direttore musicale Riccardo Frizza, regia e costumi di MASBEDO con la drammaturgia visiva di Mariano Furlani, scene di 2050+
Bergamo, Teatro Donizetti, 17 e 25 novembre ore 20.00 e 3 dicembre ore 15.30
Anteprima under30, 14 novembre ore 17
Disponibile su Donizetti Opera Tube dal 25 novembre
L’arte contemporanea irrompe nell’opera nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura e la cornice dell’esperimento che unisce per la prima volta la Fondazione Teatro Donizetti con la GAMeC di Bergamo è Il diluvio universale (1830) di Donizetti, un’opera di soggetto sacro composta nel 1830 per il Real Teatro di San Carlo di Napoli che andrà in scena venerdì 17 novembre alle 20.00 al Teatro Donizetti, preceduta dall’anteprima under 30 di martedì 14 novembre alle 17.00 e poi in replica il sabato 25 novembre sempre alle 20.00 e domenica 3 dicembre alle 15.30.
Progetto, regia, regia in presa diretta e costumi sono di MASBEDO con la drammaturgia visiva di Mariano Furlani e le scene di 2050+. I movimenti scenici di Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco; le luci sono di Fiammetta Baldiserri. Sul podio il direttore musicale del Donizetti Opera Riccardo Frizza che guiderà l’Orchestra Donizetti Opera e i protagonisti vocali: Nahuel Di Pierro (Noè), Enea Scala (Cadmo) e Giuliana Gianfaldoni (Sela), Nicolò Donini (Jafet); quindi Erica Artina (Asfene), Sophie Burns (Abra), Wangmao Wang (Artoo) e gli allievi della Bottega Donizetti Davide Zaccherini (Sem), Eduardo Martínez (Cam), Sabrina Gárdez (Tesbite) e Maria Elena Pepi (Ada). Il Coro è quello dell’Accademia Teatro alla Scala diretto da Salvo Sgrò.
Questa nuova produzione della Fondazione Teatro Donizetti ha come Presenting partener ENEL. Si ringraziano Fondazione In Between Art Film e Motta&Partners per il sostegno alla produzione dei video di MASBEDO.
Da un’ora prima dell’inizio degli spettacoli, davanti al Teatro, si svolgerà il pre-opera ideato da MASBEDO e Mariano Furlani con il supporto dei materiali video di Sea Shepherd e con la partecipazione degli allievi della Scuola di Teatro CUT Centro Universitario Teatrale di Bergamo, quello del Politecnico delle Arti di Bergamo e gli studenti dell’IIS “Mario Rigoni Stern”.
Al centro del libretto di Domenico Gilardoni, le vicende bibliche si mescolano con quelle dei sentimenti personali dei protagonisti e il cataclisma finale diventa lo spunto per un’articolata riflessione su uno dei temi oggi più attuali: la sostenibilità dell’impronta umana sul pianeta terra, in linea con il tema “La città natura” del progetto della Capitale. L’argomento vede protagonista Noè e la sua famiglia in un intreccio di vicende sentimentali, rivalità e gelosie che si conclude con una pagina sinfonica caratteristica che rappresenta il diluvio.
«Mi sembra una musica veramente straordinaria – racconta Riccardo Frizza – ed è chiaramente una sorpresa perché di certo non si tratta di un titolo popolare e nemmeno eseguito frequentemente. Ci sono delle pagine notevoli. La prima che mi viene in mente è quella iniziale, con la presentazione della famiglia di Noè e dei suoi seguaci: un corale davvero potente, con armonie molto ricercate che poi saranno una costante in tutto il seguito dell’opera. Direi che nel Diluvio universale non c’è nulla di scontato o di prevedibile. L’aspetto che mi ha colpito di più è forse il fatto di aver capito da dove viene davvero Nabucco. Ogni volta che scopro un’opera di Donizetti che non conoscevo, almeno quelle della maturità com’è senz’altro il Diluvio, mi appare sempre più evidente dove Verdi sia andato a cercare degli elementi per sviluppare poi il suo linguaggio. Insomma, ogni volta la centralità di Donizetti nello sviluppo del melodramma italiano dell’Ottocento appare più evidente».
Il linguaggio multidisciplinare di MASBEDO è sembrato adatto a valorizzare la complessa rete di metafore e simboli che sostanzia questa rara e preziosa «azione tragico-sacra» la cui edizione (per la versione Napoli 1830 che si vedrà in scena) è a cura di Edoardo Cavalli, studioso della sezione scientifica della Fondazione Teatro Donizetti. MASBEDO lavorano insieme dal 1999 mescolando linguaggi artistici diversi: video, installazioni, cinema, performance, teatro e sound design. A loro sono affidati progetto, regia, regia in presa diretta e costumi della nuova produzione del Diluvio universale, Mariano Furlani incaricato della drammaturgia visiva. Il progetto di allestimento si sviluppa su molteplici sfide. La prima è quella di coniugare i temi drammaturgico-musicali in una visione totalmente contemporanea; quanto la musica sceglie la forma di oratorio sacro tanto il lavoro dei Masbedo assume la direzione di preghiera laica, inclusiva trasversale, universale in virtù della potenza installativa degli archetipi visivi. La seconda sfida è quella di cogliere l’occasione sinestetica per parlare di urgenze legate al mondo/modo in cui viviamo. Laddove il concetto di sostenibilità viene declinato in tutte le sue accezioni, climatiche, umane, relazionali, politiche.
«Nel decidere l’ambientazione dell’opera – spiega appunto Furlani – abbiamo scelto il concetto dell’ossessione del presente. Una cena, uno spazio quello creato da 2050+, che denuncia le contraddizioni tra l’esclusività dei commensali, la loro conclamata libertà e contestualmente il loro rinchiudersi in un mondo protetto, fintamente sterile, una gabbia tecnologica. Siamo all’ultima cena dell’umanità, in una corte di Cadmo dove si mangia, si beve, si dorme, si ama, si odia, si agisce nell’inconsapevolezza della morte, annunciata da Noé, primo fra i profeti non ascoltati. Se tutto è ambientato in un’occasione pubblica, elegante, grazie alla scelta della regia live si propone al pubblico un piano voyeuristico, con tutte le vicende private che accadono dentro questa scena. Lo spettatore entra con lo sguardo nelle storie di Sela, di Cadmo e di Ada, confidente di Sela ma in realtà innamorata di Cadmo. Ma è uno sguardo appunto sempre voyeuristico, mai compassionevole».
In scena anche alcuni elementi pregiati di attrezzeria forniti da due aziende come Mario Luca Giusti e la bergamasca Pedrali. Quest’ultima produce arredi dal design contemporaneo, risultato di un processo che unisce tradizione, innovazione ed eccellenza ingegneristica. Per Il diluvio universale l’azienda ha fornito le sedie Nolita disegnate da CMP Design nella tonalità grigio antracite.
Lunedì 20 novembre alle ore 21, alla GAMeC, ci sarà l’ultimo incontro del ciclo “La città natura” dal titolo Il diluvio universale: l’ossessione del presente con la partecipazione di Lorenzo Giusti, MASBEDO, Francesco Micheli e Andrea Morello, in collaborazione con Italian Climate Network e Sea Shepherd.