Si intitola “Appuntamento con la Storia” la nuova sezione della Stagione di Prosa e Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti: la Direttrice Artistica Maria Grazia Panigada l’ha ideata per raccontare «momenti della storia d’Italia che ancora oggi pongono domande, mettendo al centro i temi del potere, della democrazia e della giustizia».
Il primo dei tre titoli in cartellone è È bello vivere liberi!, di e con Marta Cuscunà, in scena al Teatro Sociale giovedì 27 (ore 20.30) e venerdì 28 gennaio (ore 10.30, matinée): lo spettacolo, inserito anche nella rassegna Altri Percorsi, ha per sottotitolo “Un progetto di teatro civile per un’attrice, 5 burattini e un pupazzo” ed è ispirato alla biografia di Ondina Peteani, prima staffetta partigiana deportata ad Auschwitz. Ideazione, drammaturgia, regia e interpretazione di Marta Cuscunà. Oggetti di scena di Belinda De Vito. Luci e audio di Marco Rogante. Disegno luci di Claudio “Poldo” Parrino. Co-produzione Operaestate Festival Veneto e Centrale Fies. Durata 1 ora senza intervallo.
Al termine di entrambe le rappresentazioni è previsto un incontro, organizzato in collaborazione con ANPI Bergamo, con la partecipazione della stessa Marta Cuscunà, di Gianni Peteani, figlio di Ondina, e di Anna Di Gianantonio, autrice del libro da cui è tratto lo spettacolo; modera Maria Grazia Panigada. Inoltre, prima e dopo lo spettacolo, sarà visitabile nel Ridotto del Teatro Sociale la mostra a cura di Isrec Bergamo dal titolo “È l’idea che fa il coraggio: storie di donne di deportazione e di resistenza in bergamasca”. La mostra, che attraverso documenti e fotografie raccoglie profili biografici di donne che si erano opposte al regime nazifascista restandone vittime, sarà allestita già dal 25 gennaio e fino al 30, con i seguenti orari: dal 25 al 28 gennaio ore 15.00-18.00, dal 29 al 30 gennaio ore 10.00-13.00 e 15.00-18.00.
Premio Scenario per Ustica 2009, È bello vivere liberi! si ispira alla storia di Ondina che, a soli 17 anni, si accende di un irrefrenabile bisogno di libertà e si scopre incapace di restare a guardare, cosciente e determinata ad agire per cambiare il proprio Paese. Ondina partecipa alla lotta antifascista nella Venezia Giulia, dove la Resistenza inizia già nel 1941, prima che nel resto d’Italia. Il suo percorso inizia con le riunioni clandestine dove, con straordinario anticipo, fioriscono anche i valori di emancipazione femminile e di parità tra uomo e donna. A 18 anni, Ondina diventa staffetta partigiana e comincia ad affrontare le missioni più impensabili e partecipa anche alla formazione della Brigata Proletaria, quando più di 1500 operai, tutti insieme e ancora in tuta da lavoro, si avviano verso il Carso, per unirsi alle formazioni partigiane. La sua vicenda, però, è stravolta bruscamente nel 1943 quando viene sprofondata nell’incubo della deportazione nazista.
«“È bello vivere liberi!” è l’ultima frase che Ondina Peteani ha scritto a poche settimane dalla morte, quando, in ospedale, il medico le chiese di scrivere, a occhi chiusi, la prima frase che le fosse venuta in mente. Ondina, allora, ha scritto quello che sentiva profondamente: amore per la libertà», commenta Marta Cuscunà. Che aggiunge: «La biografia di Ondina mi ha letteralmente entusiasmata, scossa, “accesa”. Ho incontrato una ragazza incapace di restare a guardare, cosciente e determinata ad agire per cambiare il proprio Paese. Con un’intuizione fondamentale: la Donna è una risorsa irrinunciabile per la Pace e la Giustizia. Un esempio di partecipazione attiva, di come ogni singolo individuo può diventare indispensabile per la vita di un intero popolo. D’altra parte la vicenda di Ondina mi ha permesso di guardare l’incubo dei lager nazisti da un punto di vista particolare: Ondina è stata deportata, umiliata, privata della sua identità e torturata perché lottava per la Libertà e aveva scelto di schierarsi, nonostante tutto».
Sempre Marta Cuscunà racconta: «La storia di Ondina viene raccontata nello spettacolo attraverso linguaggi differenti: le testimonianze, per ricreare l’atmosfera e lo spirito di quegli anni attraverso le parole di chi li visse in prima persona; il monologo civile, per creare un filo conduttore tra le vicende e un punto di vista contemporaneo; i burattini, per ritrovare la forma del teatro popolare che gli stessi partigiani utilizzavano nei bozzetti drammatici che scrivevano e interpretavano per festeggiare le vittorie; il teatro di figura con pupazzi, per raccontare in modo evocativo l’orrore dei lager, perché a un pupazzo si può fare di tutto, anche le cose più terribili, e perché il rapporto tra pupazzo e manovratore è uguale a quello tra deportato e aguzzino. E perché davanti alle immagini delle persone deportate ad Auschwitz lo shock emotivo è fortissimo e fa distogliere lo sguardo, mentre davanti a un pupazzo picchiato e umiliato si resta a guardare fino in fondo e l’emotività lascia spazio alla riflessione».
Marta Cuscunà è nata a Monfalcone. Il suo percorso formativo più importante prende avvio grazie a Prima del Teatro: Scuola Europea per l’Arte dell’Attore, dove incontra alcuni grandi maestri del teatro contemporaneo, da Joan Baixas a José Sanchis Sinisterra, a Christian Burgess e molti altri. Nel 2006 debutta in Spagna in Merma Neverdies, spettacolo con pupazzi di Joan Mirò e regia di Joan Baixas, prodotto da Elsinor-Barcellona in esclusiva per la Tate Modern Gallery di Londra. Nel 2007 va in scena con Indemoniate, spettacolo di Giuliana Musso e Carlo Tolazzi, regia di Massimo Somaglino. Nel maggio del 2009 torna a lavorare in Spagna nello spettacolo Zoé, inocencia criminal, produzione della Compañía Teatre de la Claca di Barcellona, diretta da Joan Baixas. Nel giugno del 2009 debutta con È bello vivere liberi! e nel 2011, grazie ad una borsa di studio, partecipa a …Think only this of me…, progetto inedito per attori e musicisti della Guildhall School of Music and Drama di Londra. Nel 2012 realizza il suo secondo progetto inedito La semplicità ingannata. Satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne. Nel 2014 debutta con Wonder Woman, reading scritto e interpretato insieme a Giuliana Musso e Antonella Questa, partendo dall’inchiesta di Silvia Sacchi e Luisa Pronzato, giornaliste del Corriere della Sera, che esplora il tema dell’indipendenza economica femminile. Nel 2015 debutta con Sorry, boys terzo spettacolo inedito della trilogia sulle Resistenze femminili. Dal 2009 fa parte del progetto Fies Factory di Centrale Fies. Marta Cuscunà ha vinto i seguenti premi: Premio Scenario per Ustica (2009), Premio Last seen per il miglior spettacolo dell’anno (2012), Premio Città Impresa (2013), Premio Franco Enriquez (2013), Premio Rete Critica (2017), Premio della Critica – ANCT (2018), Premio Hystrio – Altre Muse (2019). È inoltre risultata finalista a diversi Premi Ubu.
PREZZI BIGLIIETTI
Intero 19 Euro, ridotto 15 Euro
Al teatro si potrà accedere solo muniti di Green Pass Rafforzato e indossando mascherina FFP2.
In occasione degli spettacoli ospitati al Teatro Sociale, Fondazione Teatro Donizetti e ATB offrono agli abbonati di Altri Percorsi un servizio di trasporto con una navetta in partenza alle ore 20.00 dal Teatro Donizetti (lato Sentierone) con ritorno da Città Alta (Colle Aperto, ore 21.40 dopo la fine della rappresentazione, e ore 22.40 al termine dell’incontro). Il servizio è prenotabile direttamente presso la Biglietteria del Teatro Donizetti, che consegnerà un tesserino da esibire al personale del Teatro prima di salire sull’autobus. Il servizio ha un costo di 5 Euro per tutta la Stagione
Gli spettatori non abbonati e gli abbonati che preferiscono usufruire dei mezzi pubblici avranno accesso gratuito ai mezzi ATB da e per Città Alta (funicolare compresa), presentando il biglietto di ingresso allo spettacolo.