EMANUELE CISI – SALVATORE BONAFEDE duo

Teatro Sant'Andrea

EMANUELE CISI sax tenore SALVATORE BONAFEDE pianoforte Due artisti, due voci significative del panorama nazionale ed internazionale nei loro rispettivi strumenti, che dialogano sul comune denominatore dell’essenza: da qui nasce l’incontro tra il sassofonista piemontese Emanuele Cisi e il pianista siciliano Salvatore Bonafede, musicisti che sul concetto di essenza hanno basato e sviluppato la loro arte, in un percorso arricchito da illustri esperienze e collaborazioni nella scena jazz internazionale, segnatamente quella statunitense. Entrambi hanno infatti assorbito il linguaggio più autentico dei maestri d’oltreoceano facendolo loro, amalgamandolo con la loro peculiare sensibilità melodica, restituendolo in forma di jazz originale, contemporaneo seppur diretto discendente del grande mainstream. Senza mai perdere di vista ciò che per loro ha significato in musica, ripudiando inutili tecnicismi o dimostrazioni muscolari, concentrandosi sulla autenticità del loro lessico. Siano composizioni originali, con cui entrambi hanno impreziosito i propri lavori discografici, o rivisitazioni di famosi songs, il loro dialogo sarà basato su una conversazione priva di formalità o convenevoli, “straight to the point”. Classe 1964, Emanuele Cisi ha in curriculum frequentazioni artistiche che ne attestano il valore: da Nat Adderley a George Cables, da Clark Terry a Jimmy Cobb, da Billy Cobham a Jimmy Owens, da Enrico Rava a Paolo Fresu, solo per fare qualche nome tra I tanti possibili. Di recente ha coinvolto nel suo album Far Away l’attore Filippo Timi. Nato a Palermo nel 1962, Salvatore Bonafede ha avuto modo di registrare dischi insieme a Joe Lovano, Cameron Brown, Adam Nussbaum, Marc Johnson, Paul Motian, John Abercrombie e altri. Ha anche inciso due dischi in piano solo: Dream and Dreams e Caro Luca. Locandina Emanuele Cisi sax tenore Salvatore Bonafede pianoforte

€10

FEDERICA MICHISANTI “French Quartet” featuring LOUIS SCLAVIS

Sala Piatti

LOUIS SCLAVIS clarinetti FEDERICA MICHISANTI contrabbasso SALVATORE MAIORE violoncello MICHELE RABBIA batteria, percussioni Federica Michisanti torna a Bergamo Jazz sull’onda dei brillanti risultati ottenuti nel referendum Top Jazz 2023 del mensile Musica Jazz: prima tra i musicisti dell’anno, nonché come leader di un proprio gruppo e per il miglior disco, Afternoons, quinto album a sua firma. Risultati che consolidano il ruolo preminente della contrabbassista romana nell’ambito del miglior jazz italiano ed europeo del momento, musicista che da sempre si esprime in modo rigoroso poggiando su doti strumentali e compositive di primissimo ordine, tanto da catturare anche l’attenzione del trombettista Dave Douglas che l’ha voluta nel quartetto diretto insieme a Franco D’Andrea, ascoltato anche a Bergamo Jazz 2021. Afternoons si giova invece del sodalizio, oltre che con Michele Rabbia, con due personalità di spicco del jazz transalpino, il clarinettista Louis Sclavis e il violoncellista Vincent Courtois, sostituito a Bergamo dall’altrettanto valoroso Salvatore Maiore. L’album include sette tracce che attingono alla musica colta europea e all’avanguardia jazzistica e hanno varia natura: a volte si tratta di temi accennati che sfociano in improvvisazioni libere, a volte sono melodie che si adagiano su una linea di basso ripetitiva o sono linee melodiche che si intrecciano formando un’armonia che cambia di continuo. Od ancora sono composizioni che presentano passaggi più aperti in un mirabile intreccio fra scrittura e improvvisazione. In ogni caso si ascolta musica di spessore, cui offrono prezioso contributo i partner dell’autorevole leader. In collaborazione con FONDAZIONE MIA   Locandina Louis Sclavis clarinetti Federica Michisanti contrabbasso Salvatore Maiore violoncello Michele Rabbia batteria, percussioni

€10

JAZZ EXHIBITION – Another kind of blue

Donizetti Studio

Bergamo Jazz 2024 dedica al fotografo Fabio Gamba, scomparso nel 2023, una mostra il cui titolo prende spunto dal capolavoro di Miles Davis Kind of Blue, giocando con esso e con il significato dell’aggettivo “blue”, che per la popolazione di lingua anglofona è anche sinonimo di “triste, melanconico, giù di corda”. Per questo i musicisti rappresentati nelle foto non sono immortalati nel pieno della performance artistica, ma in momenti più intimi, meditativi, un po’ melanconici. Nato a Bergamo, amante della fotografia e della musica, oltreché del cinema, particolarmente impressionato dalla geometrica solitudine che traspare dai quadri di Edward Hopper, Fabio Gamba adorava il bianco che fa da sfondo ai ritratti di Richard Avedon. Socio di Phocus Agency (Agenzia di fotografi di spettacolo) e membro di AFIJ (Associazione Fotografi Italiani di Jazz), ha esposto le sue foto in mostre personali e collettive, documentando fotograficamente diverse edizioni di Bergamo Jazz Festival. Da anni attivo sostenitore e volontario della LIPU Sezione di Bergamo, ha testimoniato la sua passione per la vita delle cicogne con immagini di grande intensità emotiva. La mostra sarà visitabile dal pubblico nei seguenti giorni e orari: Martedì 19 marzo 2024, ore 18.00-19.00 Mercoledì 20 e Giovedì 21 marzo 2024, ore 15.00-19.00 Venerdì 22, Sabato 23 e Domenica 24 marzo 2024, ore 15.00-20.30 La mostra è realizzata grazie al sostegno di IMETEC In collaborazione con Fondazione Teatro Donizetti, SLOU - Estensioni Jazz Club Diffuso, Associazione Culturale Rest-Art e Novara Jazz, LIPU – Bergamo, Phocus Agency, AFIJ, Stampe FotoQuaranta – Nembro Locandina di Fabio Gamba

Free

ANA CARLA MAZA “Caribe”

Teatro Sociale

ANA CARLA MAZA violoncello e voce NORMAN PEPLOW pianoforte MARC AYZA batteria JAY KALO percussioni Voce e violoncello per un’artista che si sta rivelando come uno dei nuovi nomi della scena world. Si chiama Ana Carla Maza ed è cubana: padre cileno, il sassofonista Carlos Maza, e madre cubana, ha iniziato a suonare il violoncello quando aveva 8 anni e ha calcato il palco per la prima volta a L’Avana, sua città natale, ad appena 10 anni. A 13 ha preso parte a un album con il progetto Carlos Maza en Familia e a 14 ha suonato in un altro album dal sigillo paterno, Quererte. Nel 2012 si è trasferita a Parigi per studiare al conservatorio e ha iniziato una carriera solistica che l’ha portata a esibirsi in tutta Europa e incontrare il violoncellista Vincent Segal che è stato per lei fonte di grande ispirazione. Nel 2016 ha pubblicato Solo Acoustic Concert, interpretando le tradizioni musicali della sua infanzia, dalla bossa nova brasiliana all’habanera cubana, e nel 2020 ha dato alle stampe La Flor. Entrambi gli album includono ritmi latini, brani pop, armonie jazz e tecnica classica, così come anche il seguente Bahia, uscito a febbraio 2022.  L’ultima tappa del viaggio musicale di Ana Carla Maza è rappresentata, al momento, da Caribe, album pubblicato nell’autunno 2023.  Prodotto dalla stessa Ana Carla, Caribe è il frutto di influenze diverse, cumbia, son, bossa, samba, tango, rumba, reggae e salsa. I testi, cantati in francese e spagnolo, aggiungono al tutto un tocco di sensualità. «Nella musica latina, le donne cantano e gli uomini fanno tutto il resto», racconta, «Io ho invece deciso di affrontare il nuovo disco senza un produttore musicale. Sono arrivata in studio con tutte le partiture, scritte per un sestetto, strumento per strumento. Ho un background classico, posso suonare Brahms o Shostakovich, la cui musica è complicata. Allora perché non accettare una nuova sfida? Produrre interamente un album ha significato riflettere completamente la mia sensibilità femminile, il mio desiderio di celebrazione positiva del qui e ora, di 'Alegria'». I concerti di Ana Carla Maza trasudano proprio di questo: gioia, spontaneità e femminilità. Locandina Ana Carla Maza violoncello e voce Norman Peplow pianoforte Marc Ayza batteria Jay Kalo percussioni

€12

ABDULLAH IBRAHIM piano solo (1° set) / MODERN STANDARDS SUPERGROUP (2° set)

Teatro Donizetti

ABDULLAH IBRAHIM piano solo ABDULLAH IBRAHIM pianoforte Torna a Bergamo, a distanza di quasi 50 anni dalla prima precedente esibizione, uno dei simboli della musica sudafricana e della lotta contro l’Apartheid a suon di musica. Nato a Città del Capo il 9 ottobre del 1934, Abdullah Ibrahim, che all’epoca era noto con il nome di Dollar Brand, suonò al Teatro Donizetti la prima sera dell’edizione 1975 del festival conquistando il pubblico con quella forza evocativa che anche oggi pervade la sua musica. La sua biografia è illuminante del percorso artistico e umano di cui il pianista è stato protagonista. Emerso alla fine degli anni Cinquanta prima con un proprio trio e poi con i Jazz Epistles, formazione seminale del jazz sudafricano di cui faceva parte tra gli altri anche il trombettista Hugh Masekela, scelse poi la via dell’esilio prima in Europa e poi negli Stati Uniti per sfuggire alla discriminazione razziale nel suo Paese. Tra i primi ad accorgersi del suo talento e della profondità della sua musica fu Duke Ellington. Gli anni Sessanta e quindi il decennio successivo, grazie anche ad album quali Ancient Africa e African Piano, lo consacrarono tra le figure preminenti del jazz del periodo. Posizione mantenuta anche successivamente alla guida di gruppi come gli Ekaya. Rientrato in Sudafrica nel 1990, su invito di Nelson Mandela dopo la sua scarcerazione, Abdullah Ibrahim non è venuto mai meno al suo ruolo di vessillo di una musicalità profondamente legata alle proprie radici e portatrice di messaggi universali. Anche in un album recente come Solotude del 2021 si coglie infatti appieno la poetica di un musicista di rara sensibilità. MODERN STANDARDS SUPERGROUP featuring ERNIE WATTS, NIELS LAN DOKY, FELIX PASTORIUS, HARVEY MASON ERNIE WATTS sassofoni NIELS LAN DOKY pianoforte FELIX PASTORIUS basso elettrico HARVEY MASON batteria Un autentico supergruppo: come recita la stessa intestazione, non si può definire altrimenti il quartetto che schiera quattro carismatiche personalità come Ernie Watts, Niels Lan Doky, Felix Pastorius e Harvey Mason. Un vero poker d’assi, detto in altre parole, ideato nel 2022 (con Bill Evans al sax e Darryl Jones al basso) in occasione di un tour dal quale verrà poi tratto un album nel quale figurano, oltre a composizioni originali, riletture di brani di disparata provenienza, a testimonianza di dove va a parare il concetto di modernità espresso dal quartetto, da “Smells Like A Teen Spirit” dei Nirvana a “Black Hole Sun” dei Soundgarden, da “Dancing Barefoot” di Patti Smith a “Jean Pierre” di Miles Davis. Ernie Watts, il più anziano dei quattro, classe 1945, è uno dei sassofonisti più richiesti sia in ambito jazz che rock e pop: ha militato nel mirabile Quartet West di Charlie Haden, con il quale si è esibito a Bergamo Jazz nel 2000, e nella GRP All Stars Big Band, oltre ad aver suonato in tour con I Rolling Stones e registrato con Frank Zappa (The Grand Wazoo), Earth Wind & Fire, Stanley Clarke, Carole King, Glenn Frey, Steely Dan, Joe Cocker e un’infinità di

€12