JAZZ EXHIBITION – Another kind of blue
Donizetti StudioBergamo Jazz 2024 dedica al fotografo Fabio Gamba, scomparso nel 2023, una mostra il cui titolo prende spunto dal capolavoro di Miles Davis Kind of Blue, giocando con esso e con il significato dell’aggettivo “blue”, che per la popolazione di lingua anglofona è anche sinonimo di “triste, melanconico, giù di corda”. Per questo i musicisti rappresentati nelle foto non sono immortalati nel pieno della performance artistica, ma in momenti più intimi, meditativi, un po’ melanconici. Nato a Bergamo, amante della fotografia e della musica, oltreché del cinema, particolarmente impressionato dalla geometrica solitudine che traspare dai quadri di Edward Hopper, Fabio Gamba adorava il bianco che fa da sfondo ai ritratti di Richard Avedon. Socio di Phocus Agency (Agenzia di fotografi di spettacolo) e membro di AFIJ (Associazione Fotografi Italiani di Jazz), ha esposto le sue foto in mostre personali e collettive, documentando fotograficamente diverse edizioni di Bergamo Jazz Festival. Da anni attivo sostenitore e volontario della LIPU Sezione di Bergamo, ha testimoniato la sua passione per la vita delle cicogne con immagini di grande intensità emotiva. La mostra sarà visitabile dal pubblico nei seguenti giorni e orari: Martedì 19 marzo 2024, ore 18.00-19.00 Mercoledì 20 e Giovedì 21 marzo 2024, ore 15.00-19.00 Venerdì 22, Sabato 23 e Domenica 24 marzo 2024, ore 15.00-20.30 La mostra è realizzata grazie al sostegno di IMETEC In collaborazione con Fondazione Teatro Donizetti, SLOU - Estensioni Jazz Club Diffuso, Associazione Culturale Rest-Art e Novara Jazz, LIPU – Bergamo, Phocus Agency, AFIJ, Stampe FotoQuaranta – Nembro Locandina di Fabio Gamba
MOOR MOTHER – DUDÙ KOUATE duo
Auditorium di Piazza della LibertàMOOR MOTHER voce, spoken words, electronics DUDÙ KOUATE voce, african percussion, water pumpkins drums, talking drums, ngoni Poetessa, compositrice, cantante, performer, attivista, alchimista elettronica, Moor Mother è uno dei nomi nuovi e più carismatici della attuale scena musicale, e artistica più in generale, afroamericana. All’anagrafe Camae Ayewa, è cresciuta nel Maryland, ad Aberdeen, per poi trasferirsi prima a Filadelfia, dove si è messa in luce esibendosi nella locale comunità musicale underground, e quindi a Los Angeles, per insegnare composizione alla Thornton School of Music della University of Southern California. Con il nome d’arte di Moor Mother ha pubblicato il suo album di debutto, Fetish Bones, nel 2016, e da allora si è imposta sia come solista che come componente di gruppi quali gli Irreversible Entanglements e lo storico Art Ensemble of Chicago, realizzando dischi con Billy Woods, Mental Jewelry, YATTA e con i Sons of Kemet di Shabaka Hutchings, collaborando anche con il gruppo interdisciplinare Black Quantum Futurism. Nella sua musica si colgono elementi diversi, dal jazz al blues, dal soul all'hip-hop alla sperimentazione afro-futurista. Collaboratore da qualche tempo di Moor Mother è il percussionista Dudù Kouate, nato in Senegal in una famiglia di griot e da tempo residente a Bergamo. Attivo in numerose formazioni, nel 2017 è entrato nell’orbita dell’Art Ensemble of Chicago, dando avvio ad una intensa attività internazionale. Insieme, Moor Mother e Dudù Kouate praticano territori sonori in cui confluiscono i rispettivi background rimodellati nel rispetto reciproco per dar vita a un flusso di idee fortemente condivise. Locandina Moor Mother voce, spoken words, electronics Dudù Kouate voce, african percussion, water pumpkins drums, talking drums, ngoni
ANTONIO FUSCO Trio
Cellarium via Pignolo 23/B, BergamoMANUELA MAGRINI tastiera FERDINANDO ROMANO contrabbasso ANTONIO FUSCO batteria Batterista, compositore e didatta, Antonio Fusco, si è costruito una fama che ha valicato i confini nazionali fino all’Asia (Cina e Giappone). La sua profonda e sfumata conoscenza della batteria lo ha portato a esibirsi in molti ambiti musicali, dal jazz al rock, dal funk al pop, dal blues al jazz d'avanguardia. Fusco ha registrato oltre 45 album come sideman e sei album come leader e co-leader. Le sue ultime uscite discografiche come bandleader includono Peaceful Soul, in quintetto, e Sete, in trio con il pianista Manuel Magrini e con il contrabbassista Ferdinando Romano, vincitore nel 2020 del Top Jazz di Musica Jazz come “Miglior Nuovo Talento Italiano”. Immerse nelle tradizioni jazzistiche e classiche della musica asiatica, afroamericana ed europea, le composizioni di Antonio Fusco combinano strutture armoniche e ritmi complessi con melodie malinconiche e delicate. Ingresso gratuito su prenotazione. Tel. 331.2043427 Locandina Manuel Magrini tastiera Ferdinando Romano contrabbasso Antonio Fusco batteria
JOHN SCOFIELD “Yankee Go Home” (1° set) / MIGUEL ZENÓN Quartet (2° set)
Teatro DonizettiJOHN SCOFIELD “Yankee Go Home” featuring VICENTE ARCHER, JON COWHERD & JOSH DION JOHN SCOFIELD chitarra JON COWHERD pianoforte VICENTE ARCHER contrabbasso JOSH DION batteria Alla quinta apparizione a Bergamo Jazz, sempre con gruppi diversi, la prima nel 1991 con il quartetto in cui militava Joe Lovano e l’ultima nel 2013 in trio con Larry Goldings e Greg Hutchinson, John Scofield propone questa volta un suo viaggio personale tra la musica a stelle e strisce. Da qui il nome del quartetto, che in modo un po’ autoironico ma anche affettuoso gioca con la parola “yankee”. «Questa band suona roots-rock-jazz, se devo necessariamente definire la musica che suoniamo, anche se detesto farlo!», racconta lo stesso chitarrista originario di Dayton, Ohio, «Il concetto è quello di proporre cover di brani rock e folk iconici, oltre ad alcune mie composizioni scritte partendo da queste musiche. È un modo per riconnettermi con le mie radici di quando ero adolescente, naturalmente ora intrise dei miei 50 anni di pratica jazzistica». E sui tre partner che lo coadiuvano in questa avventura dice: «Sono musicisti straordinariamente versatili, capaci anche di interagire tra loro. Insieme esploriamo il rock, il funk, il country, il jazz e ci divertiamo moltissimo a farlo. Sono entusiasta di questa band!». Per dare un’idea, ecco un po’ dei pezzi che Scofield e i suoi amano suonare: “Old Man” e “Only Love Can Break Your Heart” di Neil Young, “The Creator Has A Master Plan” di Pharoah Saunders, uno dei portabandiera dello spiritual jazz, “Uncle John's Band” e “Estimated Prophet” dei Grateful Dead, “Somewhere” di Leonard Bernstein, “Jesus Children of America” di Stevie Wonder, “Not Fade Away” di Buddy Holly, “The Grand Tour” del countryman George Jones. Alcuni di questi brani fanno anche capolino nell’ultimo album registrato da John Scofield per ECM, Uncle John's Band, disco che prende il nome proprio dal celebre brano del gruppo di Jerry Garcia e nel quale compare lo stesso Vicente Archer, insieme al batterista Bill Stewart. A far da collante, nel disco come dal vivo, è in ogni caso lo stile inconfondibile, dalle palpabili venature bluesy, di uno dei giganti della chitarra jazz di oggi. MIGUEL ZENÓN QUARTET MIGUEL ZENÓN sax alto LUIS PERDOMO pianoforte HANS GLAWISCHNIG contrabbasso DAN WEISS batteria Sul palcoscenico del Teatro Donizetti ci è già salito una volta, nel 2010 insieme al San Francisco Jazz Collective, quando era ancora un talento emergente. Ora Miguel Zenón si presenta nelle vesti di autorevole leader di un rodato quartetto che è tra le punte di diamante della attuale scena del latin jazz, ma non solo. Nato e cresciuto a San Juan, capitale di Porto Rico, Miguel Zenón è oggi, infatti, uno dei maggiori contraltisti in circolazione, nel cui fraseggio fluente si rileva una profonda conoscenza del linguaggio jazzistico, e nella sua musica c’è un po’ tutto il patrimonio delle musiche d’America. Non a caso uno dei suoi album più riusciti si intitola Música de Las Américas, a simboleggiare una sintesi tra suoni e ritmi nati in luoghi
FILIPPO SALA Trio
Dieci10ENRICO TERRAGNOLI chitarra DANILO GALLO contrabbasso, basso elettrico FILIPPO SALA batteria Il batterista Filippo Sala, uno dei nomi più interessanti delle ultime generazioni di jazzisti bergamaschi, ha da poco pubblicato il primo album nelle vesti di leader, Rifugi, costituito da nove brani che raccontano brevi storie ispirate da persone, da momenti e da situazioni. Ricordi congelati, sensazioni tradotte in musica in un momento di necessità espressiva: una scrittura volutamente essenziale, di carattere minimalista, nella quale coesistono reminiscenze post-rock, stravaganti calipso infantili, rumbe ubriache; il tutto suggellato da coraggiosi e spontanei slanci sonori. L’attitudine verso l’interazione, la ricerca di un suono e la libertà espressiva, coesa nella costruzione dei momenti improvvisativi, sono i cardini del trio nato dall’incontro con due musicisti visionari quali il chitarrista Enrico Terragnoli e il bassista Danilo Gallo. Ingresso gratuito su prenotazione. Email info@livemusicdieci10.it Locandina Enrico Terragnoli chitarra Danilo Gallo contrabbasso, basso elettrico Filippo Sala batteria