Il Teatro Donizetti di Bergamo ha una storia complessa. Nasce nel XVIII secolo, assumendo inizialmente il nome del suo costruttore, Bortolo Riccardi, produttore e commerciante di seta.
Nel cuore della Bergamo Bassa si svolgeva l’antica Fiera di Sant’Alessandro, grande mercato annuale che aveva come baricentro l’attuale Piazza Dante, dove era posto un vasto quadrilatero in muratura, che ospitava botteghe ordinate su più file. Il complesso era punto di riferimento delle attività commerciali, luogo d’incontro e di divertimento.
È sul luogo dove si è soliti erigere uno di tali teatri provvisori che Bortolo Riccardi, appartenente ad una famiglia bergamasca di commercianti vivace e intraprendente, progetta di edificare un teatro stabile in muratura con copertura in legno, anche se per farlo deve aggirare le norme cittadine e dell’ente proprietario del terreno di Fiera, ossia l’Ospedale Maggiore, che impongono le caratteristiche della provvisorietà. Con decisione e spregiudicatezza, il Riccardi pianta le fondamenta in pietra e comincia a erigere i piloni in mattoni. Per portare avanti la costruzione del teatro è necessario vendere i palchi; gli acquirenti del tempo, così come nelle grandi città, sono i membri delle grandi famiglie nobili, talvolta dell’alta borghesia.
Il Riccardi non attende il compimento della struttura per utilizzare il teatro, che per il momento non ha nome (viene chiamato Teatro Nuovo al Prato di Fiera o Teatro Nuovo o Teatro di Fiera): viene costruito pezzo per pezzo fra polemiche e ristrettezze finanziarie, ma è adibito a spettacoli ben prima dell’inaugurazione ufficiale.