Continua in ogni stagione (anche durante la Prima guerra mondiale) la proposta di opere liriche nonché la presenza del teatro di prosa.
Nel 1917 si rappresenta per la prima volta l’opera Liacle del musicista concittadino Edoardo Berlendis, uno degli avvenimenti lirici di maggior spicco del ‘900 al Donizetti. Per quanto riguarda la prosa si possono fare i nomi, fra gli altri, di Flavio Andò, Emma e Irma Gramatica, Edoardo Ferravilla, Angelo Musco, Gualtiero Tumiati, Maria Melato, Tina Di Lorenzo, Ruggero Ruggeri, Ermete Novelli.
Negli Anni Venti il clima politico italiano segna un’involuzione con l’ascesa al potere di Mussolini e del fascismo, mentre a Bergamo il vecchio centro cittadino, dove sorgevano le secolari baracche della Fabbrica della Fiera, viene demolito e ad esso si sostituisce – ad opera dell’architetto Piacentini – il complesso di nuove costruzioni che costituiscono tuttora il centro della città.
Gli anni Trenta segnano importanti avvenimenti nella vita del teatro. Nel 1931 ne assume la direzione, su mandato del Comune di Bergamo, Bindo Missiroli, già critico musicale, il quale organizza le stagioni operistiche. È un momento di grande rilievo. Da allora il teatro cessa di essere gestito da interessi privati e viene assunto direttamente da una apposita Commissione civica, che nella nuova gestione privilegia anzitutto gli interessi della comunità.