Il teatro è molto frequentato ed apprezzato. Ma le condizioni politiche, intanto, cambiano, a Bergamo come in tutta l’Italia Settentrionale. Scacciate dalla reazione dell’Austria, della Prussia e della Russia al predominio napoleonico, le truppe francesi abbandonano nel 1814 la città e al loro posto si insediano quelle austriache. Comincia il dominio dell’Austria, che durerà quarantacinque anni.
Lirica
Nel 1830 l’amministrazione del Teatro passa all’impresario Bartolomeo Merelli, che aveva studiato musica con Donizetti. Suo il merito di aver ospitato Vincenzo Bellini nel 1830 con La straniera e nel 1831 con Norma, curandone in proprio la messinscena. Ed è ancora benemerenza del Merelli se le opere di Gaetano Donizetti vengono rappresentate a Bergamo in gran numero, a partire dal 1837, collaborando ad affermare le fortune del compositore bergamasco. Nel 1840 per la prima volta Bergamo tributa una pubblica manifestazione (sarà anche l’ultima, lui vivente) a Donizetti, presente in teatro per la rappresentazione della sua opera L’esule di Roma, interpretata da cantanti di grido come Domenico Donzelli, Eugenia Tadolini e Ignazio Marini. Si tramandano in quell’occasione inseguimenti della carrozza del Maestro. A Bergamo Donizetti tornerà definitivamente nel 1847 per morirvi l’anno successivo (8 aprile 1848).
Il gusto musicale dell’epoca è molto esigente, nascono in città diverse società filarmoniche, si crea la prima banda cittadina, si aprono nuovi teatri. Si affermano al Riccardi grandi cantanti. Un evento del periodo considerato è il debutto di Giuseppe Verdi, presente in teatro, con l’Ernani (1844). L’esito della rappresentazione, curata dallo stesso Verdi, è positivo. Verdi torna al Riccardi per curare la messinscena del Rigoletto nel 1854, per la sua “prima” in Lombardia.
Spettacoli
Al Teatro Riccardi non si rappresentano solo opere in musica. Sono presenti i balletti, le commedie e spettacoli di vario genere. Tra gli attori di prosa si avvicendano sulle tavole del Riccardi i maggiori interpreti italiani del tempo, come Giuseppe Salvini, Francesco Augusto Bon, Luigi Romagnoli, tutti capostipiti di famiglie di grandi teatranti, e poi Romualdo Mascherpa, Giuseppe Moncalvo, Maddalena Pelzet, Adelaide Ristori, Gustavo Modena. Si registrano anche i vaudevilles (progenitori dell’operetta) e meraviglie scientifiche come l’Agioscopio e il Miriafanorama, sistemi di proiezioni luminose che precorrono in un certo senso, nel 1846, il cinematografo.